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MALNUTRIZIONE PER ECCESSO

Si possono avere malnutrizioni per eccesso da

- Aumento dell'intrake

- Riduzione dei consumi

Il BMI permette la classificazione in base al peso dei pazienti. C’è l’obesità di primo, secondo e

terzo grado. L’organizzazione mondiale della sanità definisce obesità come accumulo ormale

eccessivo di grasso. Per anni si è usato il BMI perché dagli studi è emerso che se il peso

oscillava che il BMI oscillava da 18 a 25 a mortalità era più bassa, agli estremi di questi numeri

la mortalità aumentava. Successivi studi dimostrano che la mortalità in realtà correlata al

grasso e alla sua distruzione, in particolare il grasso addominale è più soggetto a rischio

mortalità. Il BMI pone il limite nella non valutazione della composizione corporea (grasso

diverso da muscolo). La condizione più preoccupante è l’obesità normopeso. I paesi sviluppati

hanno una percentuale di obesità più elevata, ma è considerata un problema crescente anche

in paesi in via di sviluppo. L’Italia a livello nazionale vede una distribuzione prevalente di obesità

in sud Italia mentre il nord Italia ha percentuali migliori dovute a miglior sanità e miglior livello

di educazione alimentare. Le donne sono maggiormente affette da obesità dai 35 anni, mentre

gli uomini ne sono più soggetti verso i 50 anni.

Quando si parla di obesità ci sono due tipi di accumulo:

- Androide: tipica degli uomini, accumulo di grasso principalmente a livello dell’addome.

Anche definita obesità a mela. 4

- Ginoide: tipica delle donne, accumulo del tessuto adiposo omogeneo nel corpo.

Il grasso viscerale rappresenta “quanto mangiamo”, mentre il grasso sottocutaneo rappresenta

“quanto ci muoviamo” .

Il problema dell’obesità sfocia in aumento delle malattie cardiovascolari perché si producono

ormoni che aumentano lo stato di infiammazione di basso grado. Tutte condizioni che portano

a sviluppare malattie cardiovascolari.

Già intorno a 20 si ha un aumentato rischio di sviluppare malattia cardiovascolari del 10%, che

aumenta del 10% ogni 10 anni.

L’obesità sarcopenica riduzione di massa magra con aumento di massa grassa.

Ci sono individui che già dalla nascita sono più propensi a sviluppare obesità, usato è dovuto

da l'ambiente obesogenico. Quando si parla di ambiente obesogenico di valutano diversi

aspetti.

Già durante la gravidanza ci riconoscono bambini che tendono ad avere una tendenza

maggiore all’aumento ponderale.

La leptina è la proteina della sazietà, permettendo la diminuzione della fame e permettendo

un aumento del dispendio energetico. Nel soggetto con obesità questo meccanismo non

funziona più.

I fattori possono essere

- Microambientali: abitudini alimentari e livello di attività fisica della famiglia, genitori con

obesità hanno più probabilità di avere figli obesi

- Macro ambientali: dovute dall’ambiente sociale

Gli alimenti ultraprocessati derivano da ingredienti a cui sono stati aggiunti additivi e che non

richiedono cottura. Ad oggi il 30% degli alimenti assunti è ultraprocessati. Gli alimenti

ultraprocessati provocano un minor senso di sazietà.

Le conseguenze della sovranutrizione sono numerose:

- Diabete

- Malattie cardiovascolari

- Disturbi del sonno

- Alcuni tipi di cancro

- Aumentato rischio di sviluppare malattie neurodegenerative

- Effetti psicosociali: social-stigma, bassa autostima, bassa qualità della vita

Tutte le attività di prevenzione alimentare mirano a ridurre l’obesità, due tipi di prevenzione:

- Primaria: mira a ridurre i nuovi casi di malattia per la popolazione sana

- Secondaria: ci si rivolge a popolazione a rischio per evitare l’insorgenza della malattia

- Terziaria: a soggetti già con patologia per migliorarne la qualità di vita

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MALATTIE NEUROLOGICHE E METABOLICHE

Sono tutta una serie di malattie che riguardano tutto l’organismo. Una malattia neurologica da

quasi sempre anche problematiche nutrizionali perché coinvolgono anche a funzionalità degli

organi.

Se si vuole classificare questo tipo di malattie è difficile perché sono complesse come è

complesso il sistema nervoso.

Si parla principalmente di:

- Disordini cognitivi

- Disordini psichiatrici

- Malattie con cause genetiche che hanno quasi sempre l’epilessia, che è l’unico sintomo

trattabile con la dieta.

Le cause principali sono:

- Genetici

- Traumi in fase perinatale

- Cause cerebrovascolari

- Malattie genetico degenerative (Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla)

- Emicranie e cefalee possono avere cause metaboliche ma anche legate all’ipertensione

Ad oggi la prevalenza ed incidenza delle malattie neurologiche è in crescita. Le principali sono

le malattie cerebrovascolari come la demenza, l’emicrania, Parkinson e tutte le patologie

epilettiche che se sommate rappresentano il 40% della popolazione mondiale. Sono tutte

patologie dell’età adulta ossia che si sviluppano a partire dai 25 anni.

La nutrizione è sia causa che effetto sulla malattia: possono avere eziologia nutrizionale da

deficit/ eccesso i vitamine/enzimi; oppure possono non avere origine nutrizionale ma causare

problemi nutrizionali. Le cause delle malattie neurologiche sono

- Genetici

- Di genere: gli uomini sono più a rischio ma dopo la menopausa le donne hanno lo stesso

livello di rischio

- Età

- Fattori ambientali: smog, metalli pesanti che accelerano il decadimento cognitivo

- Metabolismo cellulare

- Infiammazioni di basso grado che nel 60% dei casi è causata dall’obesità.

Per queste ragioni sono stati studiati interventi dietetici che mirano a modificare alcuni aspetti

metabolici. L’obbiettivo principale dell’intervento dietetico è il controllo del metabolismo

energetico, dei ROS e dei grassi. Con la dieta si vuole modificare l’accensione o lo spegnimento

di alcuni geni. Con l’alimentazione si può regolare il sistema immunitario. Con la dieta si va a

gestire il 30-40% della sintomatologia. Li alimenti più interessanti per la saluta neurologica

sono: estratti vegetali, vitamine del gruppo B, amminoacidi i principali sono triptofano e

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tirosina, minerali soprattutto magnesio, selenio e zinco, fibre come inulina e beta-glucani,

prebiotici soprattutto oligosaccaridi, acidi grassi essenziali. In base a come si inseriscono

questi alimenti e la proporzione sono nati una serie di pattern dietetici.

- Dieta chetogenica

- Medi diet

- MIND diet

- Dieta gluten free

L’obbiettivo è:

- Aumentare la longevità: essere mattutini o serotini influisce sulle malattie genetiche. E

malattie neurologiche aumentano nelle persone “gufi”

- Ridurre la sarcopenica: predispone all’aumento delle Infiammazioni silenti.

L’infiammazione è un rilascio continuo di molecole infiammatorie ossidative nelle

cellule che possono portare ad un invecchiamento precoce del cervello.

- Ridurre l’obesità: l’obesità è il primo fattore di rischio per la malattie neuro generative

perché predispone alle malattie cardiovascolari.

MIND diet: è stata studiata per un decennio. Riduce fino al 53% il rischio di Alzheimer. È un

ibrido tra la dieta mediterranea e la dieta DASH a cui sono stati aggiunti altri alimenti. Si è

dimostrato avere un effetto protettivo per la memoria perché andavano a silenziare quei geni

che andavano a creare la morte delle cellule. È una dieta a basso apporto di sodio. Sono stati

aggiunti alimenti considerati protettivi per la memoria: vegetali a foglia verde, frutti rossi da

consumare almeno 4-5 volte a settimana. A dieta MIND riduce maggiormente la produzione di

molecole che sono causa della morte delle cellule celebrali. Questo anche grazie al pesce

grasso. I vegetali e il pesce grasso sono più efficaci rispetto che dare gli integratori. Il consumo

di noci almeno 30 grammi, vino massimo un bicchiere e il soffritto migliorano le capacità

cognitive. Il soffritto è un fattore protettivo di tutte le malattie. La dieta mediterranea riduce

sempre il rischio di problemi della memoria.

Per la prevenzione della demenza bisogna seguire già in età giovanile una dieta mediterranea.

La dieta riguarda tutto ciò che riguarda le cefalee ed emicranie; spesso le cause sono stress,

sedentarietà e scritto sonno. Ci sono alimenti trigger nello sviluppo delle emicranie come alcol,

cioccolato, formaggi stagionati, pesce affumicato, dolcificanti, conservanti glutammato

monosodio. Questo perché contengono tutte ammine biogene, molecole derivate dal

metabolismo delle proteine. Ci sono soggetti molto più sensibili perché possono aumentare la

pressione, la vasodilatazione periferica scatenando il mal di testa. Molecole che possono dare

vasodilatazione sono anche nitriti e nitrati. La caffeina può avere sia effetto positivo che

negativo sul mal di testa. Piccole dosi ha effetto analgesico, se si assumono più di 300 mg/die

ha un effetto negativo sulle cefalee.

MALATTIE NEUROMUSCOLARE: legate al movimento. Sono malattie genetiche che portano ad

avere sia sottopeso in alcuni soggetti e in altri sovrappeso ed obesità. In caso di sottopeso

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bisogna produrre alimenti che abbiamo poco volume ma alta densità energetica. In caso

sovrappeso ed obesità si devono produrre alimenti con tanto volume e poca energia. Il

sottopeso si tratta aumentando gradualmente l’apporto energetico utilizzando strategie di

fortificamento alimentare. Nel caso di sottopeso si riducono gli zuccheri semplici e grassi

saturi aumentando le fibre.

Gli alimenti aproteici sono alimenti in cui è stato ridotto il contenuto di proteine su 100 g tra le

malattie in cui vengono prescritte questi tipi di alimenti è il Parkinson. Almeno un pasto non

deve esserci proteine, generalmente a pranzo in cui viene assunta la terapia.

MALATTIE METABOLICHE: In alcune malattie eliminare le proteine è un salvavita. Queste

malattie sono generalmente nelle metaboliche. Le malattie metaboliche ereditarie

rappresentano il 10% delle malattie rare. Dal 2016 ad oggi si conoscono 49 malattie

metaboliche ereditarie che possono interessare il metabolismo di grassi, proteine, glucosio.

Sono malattie che si scoprono nel momento in cui il bambino introduce cibo. Le malattie

metaboliche ereditarie sono quasi sempre dovute ad alterazione genetiche che non

permettono la produzione degli enzimi. Se il deficit enzimatico riguarda il metabolismo degli

aa, il salvavita sono gli alimenti aproteici.

Se invece il deficit enzim

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
12 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/18 Nutrizione e alimentazione animale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fedepapa12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Nutrizione applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof De Amicis Ramona.