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Il valore delle TIC per la formazione di operatori sociali ed educatori può essere

rintracciato:

- supporto alla riflessività: attraverso l'audio o videoregistrazione, il soggetto in

formazione ha l'opportunità di rivisitare l'esperienza ed analizzarla

- supporto alla discussione: ambienti come il web forum permettono di

discutere e confrontarsi anche a distanza

- supporto alla condivisione: es. i contenitori digitali permettono di archiviare e

condividere esperienze, buone pratiche, …

comunicazione mediatica: con quest'espressione si fa riferimento a quelle forme di

comunicazione rese possibili dalle reti telematiche, oggetto del campo di studi

“Computer Mediated Communication” (CMC). La CMC genera una pressione

teorica, ovvero una condizione legata alla maggiore vulnerabilità del medium; ci si

riferisce al fatto che, sul piano materiale, la CMC è fortemente dipendente dalle

tecnologie: maggiore è la dipendenza, maggiore è il rischio di fallimento dal

momento che basta un elemento difettoso per impedire le comunicazioni. In essa

mancano le componenti che accompagnano la comunicazione verbale, infatti è

proprio per questo motivo che vengono usate le emoji → l'assenza di un feedback

immediato può generare il rischio di incomprensioni ed equivoci.

reti sociali e social networking: uno dei fenomeni più significativi dello sviluppo di

Internet è la diffusione dei social network, ovvero delle reti sociali. Il concetto di rete

sociale però indica una struttura composta da un qualsiasi gruppo di attori connessi

fra loro da diversi legami sociali: si tratta quindi di una rete fisica che può riferirsi ad

una comunità lavorativa, culturale, sportiva, … Proprio per questo motivo il concetto

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di rete sociale è diverso dal concetto di sito di social network che indica l'insieme di

servizi web che:

1. consentono alle persone di costruire un profilo

2. articolare una lista di altri utenti con cui instaurare connessioni

3. visualizzare e navigare la lista di connessioni

esempi sono Facebook, Instagram, Twitter

Una caratteristica delle reti sociali riguarda le diverse tipologie di legami, in

sociologia si fa una distinzione tra legami forti e legami deboli: i primi rimandano a

rapporti di reciprocità che creano vincoli stabili o permanenti come i legami di

sangue o le relazioni amicali; i secondi invece, quindi i legami deboli si riferiscono a

situazioni occasionali o strumentali, emotivamente transitorie. Più recentemente, con

lo sviluppo delle piattaforme social, si parla anche di legami latenti, ovvero

connessioni deboli tecnicamente possibili ma non ancora attivate socialmente → le

reti sociali generano e condividono “capitale sociale” che consiste nell'insieme delle

risorse attuali o future collegate ad una rete durevole di relazioni di conoscenza o di

riconoscimento reciproco più o meno istituzionalizzate. Le diverse tipologie di legami

sociali danno luogo a forme diverse di capitale sociale e si distinguono in:

● capitale sociale di tipo bonding: si basa su legami forti (quei legami di sangue

ed i vincoli di parentela, si parla di rapporti reciproci che tendono a rendere le

persone simili tra loro e che creano dei vincoli stabili o permanenti) e duraturi,

assicurando un sostegno emotivo, aiuto reciproco e scambio di benefici. Esso

rafforza i vincoli di unione della comunità

● capitale sociale di tipo bridging: si caratterizza per l'esistenza di legami deboli

(riferiti agli incontri casuali o strumentali) e lo scambio di informazioni utili

A queste due forme di capitale sociale, se ne può aggiungere una terza che può

essere associata alle piattaforme di social networking:

● capitale sociale di tipo maintained: designa una rete di legami che si

conservano nel tempo

Ai legami forti e duraturi i quali si riferiscono al capitale sociale, si aggiungono i

legami latenti, ovvero connessioni tecnicamente possibili ma non ancora attivate

socialmente.

realtà aumentata, mista e virtuale: l'espressione “realtà aumentata” fa riferimento ad

una tecnologia in grado di migliorare, accrescere ed aumentare la percezione

sensoriale del mondo reale da parte dell'utente. La realtà aumentata (RA) e quella

virtuale (RV) sono strettamente legate; mentre la RV sostituisce completamente

l'ambiente reale\realtà, la RA introduce informazioni virtuali nel contesto dell'utente.

Esse condividono alcune caratteristiche quali l'immersione, la navigazione e

l'interazione. L'immersione comprende sia gli aspetti fisici dell'ambiente che le

condizioni in cui le persone sono assorbite da un'attività. A seconda del tipo di

tecnologia di visualizzazione e di tracciamento impiegato, si possono generare

diversi gradi di immersione fisica: es. i display fissi o spaziali promuovono un grado

di immersione maggiore rispetto a quelli portatili come lo smartphone. Sul piano

educativo invece, la sfida è sfruttare le capacità fisiche immersive della RA per

favorire il coinvolgimento degli studenti nelle attività di apprendimento. La

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navigazione implica invece che le informazioni digitali siano sovrapposte all'ambiente

reale della prospettiva dell'utente. Di conseguenza, poiché il punto di vista degli

utenti cambia, essi hanno la necessità di sapere dove si trovano e come raggiungere

determinati luoghi e\o oggetti. Infine l'interazione riguarda l'interattività in tempo

reale.

produzione di enorme massa di dati: la digitalizzazione estensiva dei sistemi

educativi sta producendo un'enorme massa di dati. I settori coinvolti sono quelli

dell’Education Data Mining e Learning Analytics. La Learning Analytics si riferisce

all'insieme delle tecniche utilizzate per la misurazione, la raccolta, l'analisi e la

presentazione dei dati sugli studenti.

CAPITOLO 2:

il caso: Marco è un adolescente di 16 che ha perso la vista ed un insegnante si

chiede se sarà il caso ritrovare la strada. Questo caso rimanda alla sfida che può

essere analizzata almeno a 3 livelli:

culturale: non si può non constatare come le società di oggi non riconoscono

❖ nell'individuo con disabilità, la sua identità di persona ma un soggetto con

deficit: egli viene identificato con la sua disabilità. Basti pensare alle

rappresentazioni delle persone con disabilità nelle pubblicità, nei film → i

media continuano a fornire rappresentazioni negative della disabilità che

possono essere ricondotte a 3 principali modelli: medico (qui la disabilità

viene rappresentata come una malattia o disfunzione da curare: le persone

con disabilità sono considerate impassive ed incapaci di decidere per se

stessi), socio-patologico (la persona con disabilità viene presentata come

svantaggiata, bisognosa di aiuto, pietose e senza speranza), super-storpio (la

persona con disabilità viene vista come deviante dalla norma e abile in

qualche attività. Anche qui la disabilità identifica la persona ma in questo caso

siamo davanti a qualità sovrumane e quasi magiche). A questi modelli si

contrappone quello il modello sociale della disabilità secondo cui le persone

con disabilità hanno la loro propria identità come tali all'interno della società.

normativo

❖ didattico

L'obiettivo per un'educazione inclusiva è quindi quello di individuare e rimuovere le

barriere che l'ambiente di apprendimento genera. Una tra le strategie più efficaci da

attuare sono le tecnologie assistite (TA), ovvero un qualsiasi prodotto includendo

strumenti, attrezzature creati apposta per prevenire, compensare, monitorare e

ridurre le menomazioni\handicap, le limitazione alle attività o le restrizioni alla

partecipazione. La scelta delle TA deve essere svolta in modo consapevole ed

accurato in quanto può essere un aiuto ma anche un limite, es. alcuni studenti

possono avere difficoltà ad usare correttamente un programma (difficoltà di

memoria) o un mouse (difficoltà nei movimenti).

Per quanto riguarda il contesto educativo la strada, nell'educativa di strada, i media e

le tecnologie possono trovare varie applicazioni, dalla radio alla tv etc, che offrono

diverse opportunità per migliorare la partecipazione e l'integrazione dei giovani a

rischio di marginalità; un dispositivo in particolare è “racconto di storie digitali”, o

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digital storytelling: si basa sulla narrazione → attualmente viene utilizzata in campo

formativo, sia dal punto di vista autobiografico come pratica pedagogica orientata

verso la conoscenza e lo sviluppo della persona, sia dal punto di vista

dell'apprendimento organizzativo. La preadolescenza e l'adolescenza costituiscono

un momento fondamentale della crescita durante il quale il ragazzo fa delle

trasformazioni fisiche e psicologiche: si sta parlando di intensi mutamenti difficili da

comprendere e da controllare, tanto da parlare di un “disagio evolutivo” non

patologico bensì fisiologico. Infatti il mutamento fisiologico è uno degli aspetti

principali che più colpisce l'adolescente in quanto lo mette improvvisamente di fronte

ad una crisi durante la quale fa fatica a mantenere l'autostima conquistata durante

l'infanzia. Proprio per questo motivo, in questa fase, è importante supportare la

crescita del sé e lo sviluppo dell'autonomia. Per risolvere ciò, è importante sviluppare

la storia, la narrazione ed il racconto che possono essere viste come il luogo “di

rinascita”; la narrazione è sempre stata considerata non solo come uno strumento

importante per la rielaborazione cognitiva di contenuti ma anche come uno

strumento per socializzare la conoscenza, condividerla e rielaborarla in modo

collettivo. Quando si parla di digital storytelling si fa riferimento appunto ad una

pratica sociale, creativa e trasformativa in grado di offrire ai ragazzi uno spazio

sociale dove performare\realizzare le identità, esplorando le relazioni ed

immaginando futuri alternativi. Questa pratica viene vista quindi come una pratica di

educazione alla cittadinanza che si concretizza nel riconoscimento dell'autorità delle

storie raccontate. Tecnicamente lo storytelling consiste nel racconto di una breve

storia che integra le modalità tradizionali del racconto con una varietà di strumenti

multimediali come le autonarrazioni, i grafici , le animazioni e le pubblicazioni online.

Esse in genere si caratterizzano per la presenza di una voce narrante che

accompagna la visione arricchendo la storia da un punto di vista emotivo (es. la

voce, le pause, le sottolineature che aumentano

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letizia20_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Nuove tecnologie per l'educazione e la formazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Casini Paolo.