vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
In merito alla teoria della paranoia, occorre riferirsi agli studi di Kohut il quale afferma che
la caratteristica saliente della psicologia terroristica è la proiezione, ciò si verifica quando un
2 La "dinamica" di questa teoria deriva da concetti di fisica del XIX secolo, in cui il flusso di energia mentale e libidica
è determinato, represso o scaricato in modo deterministico. La teoria prevede che (1) la genitorialità (al contrario del
temperamento intrinseco) determinai il temperamento psicologico e la salute; (2) le forze attive e inconsce escludano
spiacevoli effetti dalla coscienza; e (3) le relazioni con gli altri, le "relazioni oggettuali", sono controllate da forze
inconsce come la proiezione irrazionale del proprio atteggiamento nei confronti degli altri.
3 Cfr. Kohut H., Pensieri sul narcisismo e sulla rabbia narcisistica, in Kohut H., La ricerca del Sé, Bollati Boringhieri,
Torino, 1982.
individuo cresciuto con un concetto di sé danneggiato idealizza il sé buono e scinde il sé
4
cattivo .
Pur non essendo apertamente psicotico, il terrorista tende a giustificare sanguinosi atti di
"autodifesa" contro le sue vittime. Per illustrare la teoria assolutista/apocalittica è necessario
partire dal contributo dello psichiatra di Lifton, che considera la distruzione di massa come
5
un percorso verso la sostituzione del mondo corrotto con un nuovo ordine sociale puro .
- la teoria cognitiva. Esistono prove sostanziali che il comportamento violento è influenzato
dalla capacità cognitiva e/o dallo stile cognitivo.
Taylor e Quayle hanno ipotizzato che i giovani che si uniscono ai gruppi terroristici siano
stati spinti da un pregiudizio cognitivo che attribuisce erroneamente motivi subdoli e
6
malvagi a coloro che essi percepiscono come oppressori .
Al-Qaida, l’organizzazione terroristica responsabile dell’attentato alle Torri gemelle dell’11
settembre 2001, è stata fondata all’inizio degli anni Novanta dallo sceicco saudita Osama
Bin Laden. Alla sua morte, avvenuta il 1° maggio 2011 a opera di un raid americano in
Pakistan, il comando del gruppo è passato nelle mani di al-Zawahiri,.
L’ISIS – acronimo con cui si indica l’autoproclamato “Stato Islamico dell’Iraq e della Siria”
– sarebbe nato dalla costola di al-Qaida in Iraq, creata da al-Zarqawi per contrastare
l’occupazione occidentale del Paese che nel 2003 aveva rovesciato la dittatura di Saddam
Hussein. Dopo una serie di disaccordi sui metodi a cavallo tra il 2013 e il 2014 il nuovo
capo del ramo che operava prevalentemente in Iraq e in Siria, Abu Bakr al-Baghdadi, si
distaccò definitivamente da al-Qaida per proclamare il Califfato islamico sui territori siriani
e iracheni sotto il suo controllo. Non anche per al-Qaida dove la creazione del Califfato è
ancora molto lontana e sarà soltanto l’approdo finale della strategia del terrorismo.
Oggi, al-Qaida e ISIS, pur condividendo lo stesso obiettivo, sono due organizzazioni
terroristiche profondamente diverse e in grande competizione tra loro. Tratto comune è
senz’altro l’avversione all’Occidente, che si manifesta nella volontà di eliminare ogni
influenza occidentale dal mondo arabo per creare uno Stato islamico (o Califfato) in cui il
potere religioso e politico sia nelle mani della stessa autorità e in cui regni la legge islamica
(la sharia). Ben diversi sono anche i metodi tattici utilizzati per arrivare al proprio obiettivo.
La differenza principale, piuttosto, risiede nella giustificazione da parte dell’ISIS del
“takfirismo”, teoria estrema che accetta l’uccisione di altri musulmani come un sacrificio
4 Cfr. Migone P., Perché l'aggressività? Sintesi di alcune ipotesi psicoanalitiche da Freud a oggi, in Il Ruolo
Terapeutico, 2015.
5 Cfr. Lifton R. J., Destroying the World to Save It: Aum Shinrikyo, Apocalyptic Violence, and the New Global
Terrorism, Owl Books, 2000.
6 Cfr. Victoroff J., The mind of terrorist, in Journal of conflict resolution, 2005.
utile alla causa durante gli attentati contro l’Occidente. I militanti di al-Qaida, invece, non
colpiscono in maniera indiscriminata. Inoltre, Isis non compie soltanto attentati di matrice
terroristica, ma addestra i propri militanti a combattere corpo a corpo per conquistare nuovi
territori, come avviene quotidianamente in Iraq e in Siria, dove aveva fino a sei mesi fa, la
sua sede operativa, ed è in grado di autofinanziarsi grazie ai giacimenti di petrolio presenti
nei territori conquistati. Al contrario, al-Qaida non ha più un suo quartiere generale ma è
sparpagliata in tantissimi gruppi regionali nei vari Stati arabi e, dopo aver vissuto nell’oro
grazie al denaro della famiglia Bin Laden, oggi reperisce i propri fondi tramite i rapimenti.
L’ISIS, dunque, non è una semplice organizzazione terroristica, ma si configura anche come
un’entità statale strutturata.
A marzo è stata liberata l’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Siria, Baghuz, (Siria)
caduta nel 2013 nelle mani del sedicente Stato Islamico. “Le Forze democratiche siriane
dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto Califfato e la sconfitta territoriale al 100%
dell’Isis. Una notizia confermata anche dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che
su Twitter. I combattenti dell’alleanza kurdo-araba sostenuta dagli Stati Uniti hanno alzato
la loro bandiera gialla per celebrare la storica vittoria.
La riconquista di Baghuz mette fine a quasi cinque anni di guerra contro lo Stato Islamico
in Siria e in Iraq. Nonostante siano stati sconfitti nelle grandi città, cacciati dai centri più
piccoli, senza più uno Stato e un’autorità organizzata a dirigerli, i jihadisti dell’Isis
comunque restano molto determinati e pronti a colpire e non hanno affatto rinnegato la loro
ideologia e anzi minacciano apertamente di voler costruire «un nuovo Califfato» nell’utopia
violenta jihadista e l’odio per i «kafiri», i non credenti (o infedeli) nella loro versione
dell’Islam militante.
Tutto ciò è favorito dall’abile strategia comunicativa di Isis, che per realizzare i suoi
attentati non si serve soltanto di terroristi interni all’organizzazione come faceva al-Qaida,
ma riesce a radicalizzare in giro per il mondo i cosiddetti “cani sciolti”, giovani sbandati che
trovano l’unica ragione di vita nella jihad islamica, guerra santa contro gli infedeli.
L’ISIS considera di fondamentale importanza l'utilizzo dei mezzi di comunicazione
identificati nei social network e nelle potenzialità della rete che gli consentono di diffondere
una propaganda di tipo digitale.
In effetti, il web viene utilizzato per fornire tutte quelle informazioni riguardanti: le modalità
con cui unirsi allo stato islamico; le modalità con cui costruire le bombe; la guida per tutte
quelle donne che vogliono diventare combattenti dello Stato islamico; le regole che un buon
jihadista deve seguire se vuole unirsi al suddetto movimento terroristico.
L’importanza di questi mezzi di comunicazione porta tutti i soldati, i simpatizzanti dell'ISIS
e coloro che sono stati reclutati per la propaganda ad aprire un profilo su Twitter, Facebook
e Youtube.
Il modo di comunicare dell'ISIS può essere definito a nido d'ape poiché si concretizza in
numerose strutture strettamente collegate le une alle altre e miranti ad assicurare continuità
grazie ai combattenti che si occupano di questa divulgazione.
Grazie a questa struttura l'utente dell'ISIS può postare video, immagini e file audio.
A parte l'utilizzo di siti web ufficiali dell'organizzazione, di agenzie di stampa, di canali
come YouTube, di blog jihadisti e di social network, la comunicazione dell'ISIS prevede
anche la divulgazione degli eBook.
L'ISIS, inoltre, è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio anche all'interno della televisione
mediante il controllo di vari canali dove vengono trasmessi quotidianamente telegiornali
incentrati sullo Stato islamico.
In effetti ogni soldato ha la tendenza di registrare mediante il proprio smartphone e di
pubblicare nei canali di comunicazione dell'ISIS tutto ciò che succede durante le azioni
7
militari .
La comunicazione dell'ISIS si qualifica come la sua arma più potente anche grazie alla sua
capacità di utilizzare questi nuovi mezzi di comunicazione in maniera adeguata e in base ai
propri scopi.
Le modalità di comunicazione non sono casuali ma perseguono lucidamente dei diversi
scopi, ovvero la tendenza a voler far concepire la cellula terroristica come un'organizzazione
statale a tutti gli effetti con delle proprie regole, con un proprio progetto politico e con una
propria strategia di lungo periodo.
Inoltre, la propaganda permette di reclutare nuovi membri sia all'interno dei propri territori
che sul piano globale.
Dalla diffusione di video, testi e immagini, l’ISIS ha intentato una nuova tipologia di guerra
psicologica che viene diffusa in maniera capillare e che mira ad ottenere un effetto
moltiplicatore in modo da celebrare le proprie gesta, oltre ai vari i risultati sul campo e le
effettive capacità.
L’ISIS non si vuole nascondere e proprio la scelta di questa metodologia divulgativa ha
come obiettivo primario quello di diffondere la religione islamica andando a colpire un
pubblico in rete avente un'età compresa fra i 13 e i 35 anni.
7 Cfr. Molinari M., Il Califfato del terrore, perché lo Stato Islamico minaccia l’occidente, Rizzoli, Milano, 2015.
Tra i mezzi di comunicazione più efficace vi è il social network: tra di essi il più utilizzato è
Twitter che permette a molti jihadisti di rimanere nell'anonimato e di diffondere le
informazioni più importanti.
Twitter viene utilizzato soprattutto per diffondere brevi comunicazione non
materiale audiovisivo;
Facebook, invece, viene utilizzato per il reclutamento dei combattenti e per
8
stimolare un confronto tra quelli che condividono la causa dell'ISIS .
I casi di studio da me analizzati evidenziano il ruolo della comunicazione di ISIS nel
favorire un processi di auto-indottrinamento inteso come esito di un processo di
radicalizzazione o meglio di islamizzazione del radicalismo: l’adesione al gruppo
terroristico si maschera di una parvenza falsamente religiosa per giustificare attitudini
comportamentali radicali e violente.
Il canale audiovisivo YouTube che viene utilizzato per la promozione dell’attività
terroristica e per il reclutamento. I temi sono le azioni militari dell'ISIS, le conquiste dei
territori, filmati brutali e spettacolari, (decapitazione dei James Foley) con una cura quasi
cinematogr