Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Nouvelle vague italiana Pag. 1 Nouvelle vague italiana Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nouvelle vague italiana Pag. 6
1 su 8
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ISTITUZIONI DI REGIA A.A. 2021/2022

La figura del regista non nasce insieme al cinema: questa prende forma infatti durante un periodo di

evoluzione della settima arte, momento in cui il cinema inizia a fondersi con la letteratura e col teatro.

Questa svolta risiede nella volontà di creare un linguaggio cinematografico proprio. Elemento

caratterizzante di questo linguaggio è la scomposizione della scena in più inquadrature che vengono

montate in modo continuativo (base del cinema classico). Sebbene come abbiamo detto la figura del

regista non sia presente nei primi film è possibile identificare la funzione massima della regia: prendere

posizione nei confronti della realtà. Nel 1927 il cinema subisce una profonda trasformazione: nasce il

sonoro. Davanti a questo avvenimento i registi dell’epoca reagirono in tre modi diversi:

• Alcuni registi che si erano affermati col muto continuarono a realizzare film rimanendo abili anche

nel sonoro;

• Alcuni registi molto conosciuti grazie al muto abbandonarono definitivamente le scene;

• Alcuni registi continuarono a realizzare film muti noncuranti dell’avvento del sonoro.

Dell’ultima categoria fa parte Charlie Chaplin, che realizzò solamente tre film utilizzando la tecnica del

suono. Il primo di questi tre è Luci della città, nel quale si racconta la storia del vagabondo che si invaghisce

di una fioraia cieca. Il film presenta alcune caratteristiche interessanti:

• Alternanza di campi; le immagini non sono più riprese da lontano ma la mdp si avvicina ai soggetti;

• L’azione è movimentata anche al di là dei protagonisti della scena;

• Movimenti di macchina funzionali ad orientare lo sguardo dello spettatore;

• Presenza del campo e controcampo: alternanza di inquadrature che riprendono i personaggi.

Scala dei piani e dei campi

▪ CLL-campo lunghissimo: distanza molto elevata, soggetto umano minuscolo e

irriconoscibile;

▪ CL-campo lungo: distanza elevata, soggetto umano lievemente accentuato;

▪ CM-campo medio: distanza dal soggetto non troppo elevata ma il paesaggio è comunque

leggermente predominante;

▪ FI-figura intera: il soggetto è ripreso dalla testa ai piedi con poca aria sopra e sotto di lui;

▪ PA-piano americano: il soggetto è ripreso dal ginocchio in su, il paesaggio ha ancora

importanza ma la figura umana è imponente

▪ MF-mezza figura: il soggetto è ripreso dal busto in su, il paesaggio non è più fondamentale;

▪ PP-primo piano: il soggetto è inquadrato dalle spalle in su, l’attenzione è rivolta sul suo viso

e sulla sua espressione;

▪ PPP-primissimo piano: il soggetto è inquadrato dal collo in su, occupa la totalità del frame;

▪ DET-dettaglio: inquadratura di un piccolo elemento all’interno di uno scenario più ampio.

Lo spazio filmico deve essere attentamente organizzato, tenendo insieme campo e fuoricampo. Questa

organizzazione nasce nel cinema classico attraverso una serie di regole. (Durante il secondo dopoguerra

con movimento della nouvelle vague questo regolamento verrà sistematicamente abbandonato e le regole

saranno infrante dai registi dell’epoca.) Questo insieme di regole viene definito continuity system, ossia un

sistema che garantisca continuità nonostante le discontinuità date dal montaggio. Il continuity system si

basa su quattro elementi cardine: posizione, direzione, movimento e sguardo.

▪ Regola dei 180°: evitare lo scavalcamento di campo

▪ Raccordi sulle inquadrature

❖ Raccordo sullo sguardo: (inquadratura A)-qualcuno guarda -> (inquadratura B)-oggetto

guardato;

❖ Raccordo di movimento: un gesto iniziato nell’inquadratura A si conclude nella B;

❖ Raccordo di posizione: la posizione dei personaggi non deve cambiare dall’inquadratura A

all’inquadratura B;

❖ Raccordo sull’asse: inquadrature A e B condividono lo stesso profilmico ma sono a distanze

differenti;

❖ Raccordo di direzione: se nell’inquadratura A il personaggio esce a sx, nell’inquadratura B deve

entrare da dx;

❖ Raccordo di direzione degli sguardi: se in un dialogo il personaggio X guarda alla sua dx, il

personaggio Y deve guardare alla sua sx;

❖ Raccordo sul sonoro: un suono iniziato nell’inquadratura A continua nell’Inquadratura B.

Accadde una notte

Il film presenta ancora elementi del cinema muto, soprattutto le transizioni tra una scena e l’altra. Il

raccordo sonoro e quello sull’asse sono molto presenti e anche la continuità di movimenti e di sguardi è

molto curata.

Il grande sonno

Il rispetto della regola dei 180° è totale, il raccordo sonoro è molto utilizzato durante i dialoghi. Vi è un

progressivo avvicinamento ai personaggi mentre questi parlano che viene bruscamente interrotto quando

la situazione diventa tesa. Il montaggio viene utilizzato in maniera attenta, alternando un ritmo serrato nel

clou della sequenza e rilassato quando il discorso diventa meno importante.

Ombre rosse

La maggior parte delle riprese viene effettuata ad una distanza media dai personaggi, gli unici primi piani

sono funzionali a far capire allo spettatore chi saranno i protagonisti della vicenda. Vi è una quantità

notevole di campi lunghi e lunghissimi che descrivono gli ambienti. Il film presenta esempi riusciti di

composizione triangolare, usata per enfatizzare la profondità di campo e la gerarchia dei personaggi. I

soggetti deboli della società vengono emarginati dalle inquadrature e la stessa scenografia incastona

determinati personaggi all’interno di linee che separano i più forti dai meno forti (recadrage). Nella pellicola

il regista si mostra dalla parte della diligenza inquadrando i pellerossa sempre in campo lungo e sempre

nell’insieme. Le loro identità non assumono alcuna importanza ai fini della diegesi, sono semplicemente

una minaccia nella loro collettività. Tutta la scena dell’inseguimento è caratterizzata da questo disequilibrio

tra i primi piani dei protagonisti e i campi medi e lunghi degli indiani.

Rapporto confidenziale

In questo film di Welles tutte le regole sono rispettate ma il punto di vista è molto insolito, la macchina da

presa è infatti costantemente fuori bolla; il personaggio non è mai ripreso in maniera normale, indizio

importante ai fini del racconto. Il suo sguardo inoltre è spesso a filomacchina.

I quattrocento colpi

Durante la scena del dialogo con la psichiatra questa non viene mai inquadrata ma la sua presenza è

comunque evidenziata dalla sua voce sempre molto alta e prorompente. Il regista adopera questa tecnica

per disumanizzare il medico. Vi è un uso insistente di dissolvenze incrociate, probabilmente per indicare un

periodo di tempo molto lungo ed estenuante per il bambino o (a detta di alcuni critici) per ricordare al

piccolo attore le battute tra una frase e l’altra.

Quarto potere

Il film è magistralmente costruito. Si può parlare di capolavoro vero e proprio. Regna un’atmosfera di

equilibrio compositivo, sono presenti diversi effetti di luce ed è largamente utilizzato il recadrage. La

struttura triangolare viene mantenuta sempre attiva anche durante gli spostamenti degli attori e i

movimenti di macchina. Tutto funziona alla perfezione, la collaborazione tra filmico e profilmico è stellare.

Profondità di campo

La profondità di campo contribuisce a creare uno stile particolare all’interno di un intero film o di

una singola sequenza. Definiamo come profondità di campo lo spazio nitido prima e dopo il punto

di messa a fuoco. Questa viene influenzata da cinque fattori, due di questi fondamentali:

▪ Lunghezza focale, ossia la distanza dalla pellicola (o sensore) al centro ottico dell’obiettivo

(un grandangolo presenta una profondità di campo molto accentuata, un teleobiettivo ha una

profondità di campo molto scarsa);

▪ Diaframma, un anello che gestisce la quantità di luce che colpisce la pellicola (o sensore),

maggiore è la sua apertura minore è la profondità di campo e viceversa;

▪ Luminosità dell’obiettivo;

▪ Illuminazione della scena;

▪ Sensibilità della pellicola.

In base alla profondità di campo si definiscono due scene differenti:

▪ Deep focus: molta profondità di campo;

▪ Soft focus: poca profondità di campo; Montaggio

Possiamo evidenziare diversi tipi di montaggio:

▪ Montaggio invisibile: mirato a mascherare sé stesso, gli stacchi non si devono nemmeno

percepire;

▪ Montaggio sovrano: il montaggio è presente ed è atto a farsi sentire, un esempio è il jumpcut;

▪ Montaggio parallelo: rappresenta due eventi diversi che sono simili o che costituiscono

un’analogia, ma non avvengono per forza nello stesso momento;

▪ Montaggio alternato: è usato per indicare due o più situazioni diverse che avvengono nello

stesso momento

▪ Piano sequenza: è una sequenza che si conclude all’interno di un’unica inquadratura (take).

Citando Bazin questo è il miglior modo per rappresentare la realtà, in quanto costituisce uno

sguardo molto più completo rispetto al decoupage classico. Un possibile utilizzo del piano

sequenza nel cinema contemporaneo è quello di suscitare l’emozione nello spettatore cinefilo,

che riconosce la complessità della realizzazione della scena;

▪ Montaggio interno: inquadrature molto differenti all’interno di un piano sequenza che si

susseguono attraverso movimenti di camera e senza stacchi di montaggio.

Movimenti della macchina da presa

Con il montaggio costituiscono i due elementi per la mobilitazione del quadro. Possono essere i

seguenti:

▪ Panoramica: movimento rotatorio della mdp sul proprio asse, se molto rapida viene definita a

schiaffo;

▪ Carrellata: movimento della mdp all’interno dello spazio, può avvenire su ruote gommate o su

binari;

▪ Mdp a mano: visione che corrisponde al reale, spesso usata con fine “documentaristico”, i

movimenti sono molto sporchi;

▪ Steadycam: movimenti molto fluidi, la macchina è ancorata al corpo dell’operatore;

▪ Dolly: movimenti realizzati con l’ausilio di un braccio meccanico.

Vito Zagarrio

La donna della luna è un film che racconta la storia di una italoamericana che si invaghisce di un ragazzetto

di sedici anni. Road movie: la donna si mette in viaggio e incontra diversi personaggi in certe tappe.

Citazione molto forte a John Wayne e a Ombre Rosse, a Coppola col suo Non torno a casa stasera, anche

questo un road movie, ma anche a Spielberg, Malik, Scott.

Nel ’93 esce Bonus Malus, anche questo una sorta di road trip, ispettore toscano che gira la sua terra per

controllare i finanziamenti. Il titolo è una formula del

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francirruu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Uva Christian.