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I DISTURBI DEL LINGUAGGIO ORALE

Cos’è il linguaggio?

Il linguaggio quella forma di comunicazione tipicamente umana fortemente specializzata, in cui simboli o

comportamenti arbitrari sono assemblati e riassemblati in modi quasi in niti e associati con una vasta gamma di cose,

azioni e concetti.

Il linguaggio è una comunicazione che si basa sull’utilizzo di simboli, ovvero segni a cui arbitrariamente sono stati

attribuiti dei signi cati. Questi simboli possono essere usati in maniera sempre nuova e possono essere collegati in

modo sempre diverso, quasi in nito per comunicare una vasta gamma di concetti.

Il linguaggio è una funzione che ha una lateralizzazione preponderante nell’emisfero di sinistra.

Il ruolo dell’emisfero destro del linguaggio è più legato ad aspetti emozionali, tonalità affettiva di ciò che stiamo

comunicando.

Molto di quello che sappiamo oggi sul linguaggio deriva da pazienti aventi lesioni cerebrali a seguito da ictus.

Proprio perché questi disturbi sono subentrati successivamente nel corso della vita si tratta di disturbi acquisiti del

linguaggio, proprio perché prima avevano un funzionamento normale della funzione linguistica.

L’idea che esista una specializzazione del linguaggio dell’emisero di sinistra deriva dall’osservazione dei pazienti split

brain ovvero “cervello diviso”, pazienti studiati negli anni ’60 da Roger Sperry, sono pazienti che hanno subito una

resezione del corpo calloso.

I due cervelli sono stati divisi a causa di epilessie farmacoresistenti, epilessie che passavano da un emisfero all’altro

creando diverse disabilità. Per migliorare la qualità di vita di questi pazienti Sperry ha usato la tecnica di resezione del

corpo calloso (divisione). Questi pazienti dopo l’intervento mostrano un comportamento particolare: come se i due

emisferi cerebrali non riuscissero più a comunicare tra di loro.

L’emisfero specializzato per la produzione linguistica è quello di sinistra: se si mostrano delle parole nel campo visivo

di destra i soggetti possono rispondere verbalmente rispetto agli stimoli che stanno vedendo, perché le informazioni

visive sono elaborate direttamente dalle aree visive dell’emisfero di sinistra.

Il problema si presenta quando le parole vengono presentate nella parte sinistra del campo visivo. In questo caso le

informazioni visive che provengono dal campo visivo di sinistra verranno elaborate dalla corteccia visiva di destra ma,

siccome le bre del corpo calloso sono lese, l’informazione non potrà passare per l’emisfero dominante del linguaggio.

Quindi i pazienti split brain non riescono a riportare le informazioni presenti a sinistra

Il comportamento di questi pazienti viene descritto come sindrome da disconnessione.

I pazienti split brain supportano la specializzazione dell’emisfero sinistro per il linguaggio, confermano questa

teoria.

Questo comportamento però non si osserva in pazienti che hanno agenesia del corpo calloso ovvero in pazienti che

dalla nascita non presentano queste bre del nostro cervello. Se dalla nascita non ci sono, il nostro cervello si

riorganizza e usa delle strategie di compensazione, quindi anche se non ci sono le bre del corpo calloso, i pazienti per

esempio riusciranno a leggere correttamente le parole proprio perché il cervello non presenta queste caratteristiche di

scissione.

67

fi è fi fi fi fi fi

Evidenze empiriche che ci conducono a localizzare la funzione linguistica dell’emisfero di sinistra

La regione del planum temporale, regione della parte superiore del lobo temporale, è più grande nell’emisfero di

sinistra, rispetto all’emisfero di destra.

È quella parte della corteccia che ci permette di percepire gli stimoli verbali. Questo elabora le informazioni uditivo-

verbali ed è più sviluppato a sinistra. Questa differenza neuroanatomica è presente già negli infanti, anche se ancora non

hanno ancora esercitato le capacità linguistiche.

Non è una differenza neuroanatomica che dipende dall’esperienza ma è un’esperienza neuroanatomica innata del

cervello umano.

Un’altra evidenza ancora a supporto della dominanza dell’emisfero sinistro del linguaggio proviene dal Test di Wada in

cui si inietta un anestetico (amital sodico) in una delle due carotidi. L’iniezione di anestetici produce un’alterazione

temporanea.

Con l’anestetico si simula l’effetto di un ictus, temporaneamente, è condizione reversibile. Però questa simulazione

permette di studiare cosa accadrebbe in caso di lesione di quell’emisfero. Se si inietta l’anestetico nella carotide di

sinistra si inattiva l’emisfero sinistro, emisfero omolaterale, e viceversa.

Quando si inattiva l’emisfero di sinistra si osservano conseguenze relative soprattutto alla funzione linguistica, il

paziente perde la capacità di comprendere e produrre linguaggio.

Se invece si inattiva la parte di destra il paziente, per esempio, riuscirà a parlare ma avrà dif coltà nell’alzare il braccio.

Questo ancora una volta supporta la predominanza dell’emisfero sinistro della produzione linguistica.

Unità in cui il linguaggio è organizzato

Il linguaggio è una forma di comunicazione costituita da un insieme di frasi. Le frasi a loro volta sono formate da un

insieme di parole, le parole sono formate da unità di signi cato ovvero i morfemi.

A livello fonologico le più piccole unità di combinazione di suoni corrispondono ai fonemi. I fonemi costituiscono un

repertorio di suoni, speci co di una lingua.

L’articolazione di questi suoni da un punto di vista legato all’implementazione del suono legato ai movimenti della

bocca e delle corde vocali, quindi i movimenti orofaringi, corrispondono ai tratti. I tratti si riferiscono all’articolazione

vera e propria del suono.

Lo studio dell’emissione di suoni corrisponde alla fonetica.

Lo studio dei suoni in una lingua speci ca corrisponde alla fonologia.

La morfologia consente di studiare i morfemi di una lingua.

La sintassi studia come le parole si combinano tra di loro nel formare delle frasi.

La semantica studia gli aspetti legate alle nostre conoscenze concettuali.

La grammatica descrive le regole con cui le unità si combinano a formare unità di livello superiore.

Il linguaggio non è una facoltà unitaria. Comprende almeno due sottocomponenti:

- Comprensione del linguaggio

- Produzione del linguaggio

Dal punto di vista dei personaggi coinvolti in questa forma di comunicazione è necessario che ci sia:

- Mittente: soggetto che codi ca il messaggio

- Ricevente: soggetto che decodi ca il messaggio

68 fi fi fi fi fi fi

Il linguaggio ha una localizzazione distribuita nell’emisfero sinistro, ha una localizzazione sia nelle regioni anteriori che

nelle regioni posteriori:

- Regioni anteriori: si localizzano le componenti del linguaggio legate alla produzione

- Regioni posteriori: si localizza la componente recettiva del linguaggio, ovvero la componente di comprensione del

linguaggio

I DISTURBI DEL LINGUAGGIO CONSEGUENTI A LESIONI CEREBRALI ACQUISITE: L’AFASIA

In caso di un danno di queste regioni un paziente mostrerà un disturbo di linguaggio che prende il nome di afasia.

L’afasia è un disturbo della formulazione e comprensione di messaggi linguistici che consegue a lesioni focali,

cerebrali in persone che avevano in precedenza acquisito un uso normale del linguaggio (è un disturbo acquisito

riconducibile a lesioni focali ovvero manifestate in maniera improvvisa, la lesione di solito riguarda l’emisfero di

sinistra).

Il de cit consegue generalmente a una lesione dell’emisfero cerebrale sinistro e coinvolge in linea di massima le diverse

unità del linguaggio (de cit a livello fonemico, lessicale e morfosintattico, de cit di produzione e compresone) sia a

livello orale che scritto. Il disturbo non è riconducibile a distorsioni percettive (come la sordità), esecutivi (come

motori) o di pensiero.

L’afasia è un disturbo centrale del linguaggio.

Il de cit coinvolge:

- Le diverse unità del linguaggio (de cit a livello fonemico, lessicale e morfosintattico)

- Le diverse modalità (de cit di produzione e comprensione, sia a livello orale che scritto)

L’afasia interessa solamente aspetti linguistici della comunicazione. Il paziente ha un problema nell’utilizzo del canale

verbale e non di altri. Questi soggetti possono esprimersi quindi in altro modo,

che non sia verbale, come con gesti, disegni, pittura…

L’afasia è ACQUISITA, si veri ca in soggetti che prima mostravano un

normale funzionamento del linguaggio e causata da una LESIONE FOCALE

nell’emisfero sinistro del 95% dei destrimani. Solo il 5% dei destrimani ha

un’afasia crociata a danno dell’emisfero destro.

L’afasia non consegue a de cit della fonazione e non è nemmeno

riconducibile a disturbi della coscienza o del pensiero. È un disturbo selettivo

del linguaggio.

Aspetti storici

La prima de nizione di afasia è stata de nita sul “Bollettino della Società di Antropologia di Parigi”, una rivista che

parla di antropologia, non di medicina e in modo in particolare l’introduzione all’afasia si ha con in primi studi di Broca

che hanno dato avvio alla localizzazione del linguaggio in una lesione del lobo frontale ovvero l’area di Broca.

Questa scoperta venne pubblicata su questa rivista antropologica e non medica perché il contesto in cui l’afasia è stato

per la prima volta studiata era un contesto più legato alle abilità umane piuttosto che in un contesto strettamente medico.

Questo contesto era riguardo allo sviluppo della mente umana, in particolare i primi studi di abilità umane sostenevano

che le funzioni erano tanto più sviluppate tanto più erano grandi le parti del cervello che occupavano.

Quindi non solo in questione di volumi del cervello ma anche dalla presenza di particolari fossette sulla super cie

cranica, che prendeva il nome di frenologia.

69

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fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi

Già con Gall si pensava che l’abilità del linguaggio potesse essere localizzata nel lobo frontale proprio perché era la

parte più sviluppata del cervello umano. Il lobo frontale era in un certo senso l’organo della civiltà.

Gall nell’ambito dei cervelli sani aveva localizzato la capacità del linguaggio in lobo frontale.

L’idea che un danno del lobo frontale potesse essere associato ad un disturbo frontale si ha con Bouilland, allievo di

Gall. Secondo lui i disturbi del linguaggio dovevano essere riconducibili a lesioni della corteccia frontale.

La prima evidenza empirica a supporto di questa affermazione avvenne qualche decennio dop

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
126 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice03-- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Di Tella Sonia.