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LE AGNOSIE

L’agnosia visiva è un disturbo del riconoscimento degli oggetti, per essere definita “agnosia” il

disturbo deve essere limitato a un solo canale sensoriale, quindi se lo vede non lo riconosce ma se

lo tocca o se sente il rumore invece lo riconosce. Non spiegabile con: disturbi periferici, disordini

dell’oculomozione, compromissioni dell’attenzione, alterazioni afasiche del linguaggio,

deterioramento mentale. Via del “what” e via del “where”. Lissauer distingue tra agnosie

appercettive e agnosie associative. Lo stadio appercettivo corrisponde all’elaborazione online di

quell’oggetto. Il secondo stadio invece ha a che vedere con le memorie che io ho dello stimolo, ha

accesso alle caratteristiche fisiche e funzionali dello stimolo.

Il passaggio dal “percetto” non c’è, quindi non si può arrivare ai passaggi successivi. Si parla di

agnosia appercettiva quando un paziente con adeguata acuità visiva non riesce a comporre i dati

sensoriali in unità percettive. Il paziente non è in grado di: riconoscere forme e oggetti, accoppiare

figure identiche, copiare disegni, discriminare forme (Test di Efron), separare una figura dallo

sfondo. Però può essere in grado di discriminare lunghezze d’onda, percepire il movimento di un

oggetto, dire quale di due oggetti è più grande o più piccolo. Possibilità di dissociazioni: capacità di

utilizzare in modo automatico le informazioni visive per guidare i movimenti della mano. Le cellule

di V1 (corteccia visiva primaria) sono integre e connesse normalmente ai centri di guida visuo-

motoria ma non coi centri che analizzano le forme in modo consapevole. Ci sono alcuni oggetti che

necessitano di avere sia il riconoscimento della forma sia il riconoscimento semantico (passaggio

delle conoscenze).

Agnosia associativa: non riconoscono forme e oggetti ma discriminano forme, accoppiano

immagini identiche e copiano disegni.

Afasia ottica: sanno che cos’è ma non sanno dargli il nome.

Critiche della Warrington. Caso della pseudo-agnosia. Nuovi criteri per considerare i pazienti

agnosici.

Modello di Humpreys e Riddoch=agnosia appercettiva divisa in: agnosia per la forma (non si

ricostruisce in modo coerente il percetto degli oggetti che abbiamo di fronte), agnosia integrativa

(non riescono a integrare in un’unità percettiva i dettagli interni dell’oggetto, riconoscono meglio

oggetti ambigui di cui si vede solo la silhouette, senza dettagli), agnosia trasformazionale (quella

descritta dalla Warrington, difficoltà a manipolare l’oggetto per riportarlo nella proiezione tipica con

cui lo si riconosce) e agnosia da compromissione della rappresentazione interna (lesione al

magazzino pre-semantico, gli oggetti che conosco del mondo sono divisi in categorie). Agnosia per

la forma=agnosia classica. Agnosia integrativa=difficoltà con oggetti ricchi di dettagli. Agnosia

trasformazionale=la rappresentazione viene confrontata con le memorie, due casi--->

Se c’è disordine di accesso del magazzino pre-semantico (a) il paziente mantiene intatte le

conoscenze semantiche su stimolo verbale, ad es. “chi è il re della giungla?” “Il leone”. No test

figure irreali ma sanno disegnare a memoria e dare una descrizione strutturale dell’oggetto perché

hanno intatto il magazzino pre-semantico. In caso ci sia un disordine per degrado del magazzino

(b) no disegno a memoria, no test figure irreali, no descrizione strutturale di un oggetto. Agnosia da

compromissione della rappresentazione interna=lesione al magazzino pre-semantico. Problemi al

settore magazzino delle conoscenze--->test di denominazione con omissioni, errori semantici,

errori visivi. No disegno a memoria. Evocazione d’uso di oggetti, descrizione della funzione di un

oggetto presentato VISIVAMENTE, valutazione della conoscenza di attributi semantici (è un

animale? è pericoloso?).

Prosopoagnosia--->due forme, una per volti sconosciuti (prosopoagnosia appercettiva=non si sa

dire se due volti sconosciuti sono uguali o diversi) e una per volti conosciuti.

24/10/2017

Modello per il riconoscimento dei volti:

1-codifica strutturale dello stimolo

2-unità di riconoscimento

3-nodo d’identità personale (magazzino che conserva le conoscenze su una determinata persona)

4-modulo per il nome, due tipi--->a) un paziente che non recupera il nome in nessuna modalità di

presentazione (anomia per i nomi propri); b) un paziente che non recupera il nome solo su

presentazione visiva (prosopoanomia)

Dissociazione tra elaborazione consapevole del volto ed elaborazione inconsapevole. Fenomeni di

priming. Metodo di risposta cutanea galvanica, la traspirazione aumenta con l’arousal, in condizioni

normali la presentazione di un volto noto provoca un aumento di risposta, lo stesso avviene con un

paziente prosopoagnosico. Interpretazione: via dorsale VS via ventrale (vedi slide). Questo però

non spiega il priming, interpretazione alternativa: no danno completo ma danno parziale sufficiente

per il riconoscimento non consapevole ma insufficiente per il riconoscimento consapevole. Ma non

spiega la risposta cutaneo-galvanica.

SINDROME DI CAPGRAS

Il soggetto riconosce la moglie (o un’altra persona) ma è convinta che in realtà sia un sosia, non la

persona vera. Questa sindrome non è limitata alle persone, può coinvolgere gli animali e oggetti

inanimati. Colpisce il 30% delle persone con Alzheimer. Il delirio riguarda solo una persona, non

tutti i volti. All’inizio l’ipotesi era psicodinamica, poi si scopre che le sedi lesionali più frequenti sono

il lobo frontale e il lobo temporale, nel caso dell’Alzheimer c’è atrofia e lesione focale dell’emisfero

destro. Paramnesia reduplicativa=il delirio è verso i luoghi e non verso le persone, è associato a

lesione dell’emisfero non-dominante, lesioni frontali e del talamo. Ipotesi neuropsicologiche: 1-

disconnessione tra le memorie già depositate e un sistema che fa l’update di quei volti e di quelle

memorie, quindi le due memorie non coincidono (perché riconoscono come vera moglie le foto

della moglie, non dicono che è un sosia; 2-disturbo nell’analisi dei volti (relazione con la

prosopoagnosia, è una sorta di doppia dissociazione), usando la risposta cutaneo-galvanica non

dovrebbe esserci risposta differenziale tra volto noto e non noto perché non attribuendo una

valenza affettiva, la misconosce, è il contrario di quello che succede nella prosopoagnosia.

Modello riassuntivo: tutto quello che riguarda i volti è nella parte ventrale che però ha dei sistemi di

memoria molto differenti per quanto riguarda da un lato la percezione e dall’altro il riconoscimento

affettivo. C’è poi un’altra via che permette l’attivazione delle risposte vegetative.

Queste due analisi devono essere integrate per permettere il riconoscimento della persona. Non ci

sarebbe una connessione diretta tra nodo dell’identità personale e nodo della risposta affettiva.

Come si spiega il priming? La via del nodo dell’identità della persona non è totalmente

danneggiata ma solo parzialmente. Come spiego pazienti senza risposta autonomica, CON

riconoscimento percettivo e NON Capgras? Perché la lesione è nel COLLEGAMENTO tra il

riconoscimento affettivo e la risposta vegetativa. MA bisogna ricordare che il Capgras è solo verso

una persona.

Video del paziente che non riconosce persone, oggetti e colori.

25/10/2017

IL LINGUAGGIO

È un sistema di comunicazione che permette di trasmettere informazioni (significati) da un

individuo all’altro attraverso una serie complessa di comportamenti (segnali). Sia colui che

trasmette che colui che riceve devono essere dotati di: sistemi in grado di produrre e comprendere

il segnale. L’afasia è un disturbo di questi sistemi preposti alla comprensione e alla formulazione

dovuta al danno di specifiche regioni dell’encefalo. Quando parliamo traduciamo in segnali

linguistici un pensiero che non è verbale, in un paziente con lesione che compromette il linguaggio

questo procedimento di trasformazione del pensiero o, viceversa, di traduzione in immagine

mentale del parlato, non funziona. L’afasia non può essere ricondotto ad un problema percettivo---

>1-soggetti affetti da sordità non hanno alcun problema a comprendere il materiale verbale per

altre vie; 2-è possibile dimostrare che gli afasici rispondono in modo normale allo stimolo uditivo.

Non c’è nemmeno un problema motorio: non è un disordine dell’articolazione del linguaggio

(disartria), nei pazienti con disartria la scelta dei fonemi e la sequenza in cui vengono prodotti è

corretta. Approccio localizzazionista e approccio associazionista. Afasia motoria (di Broca), afasia

sensoriale (di Wernicke), afasia di conduzione (per lesione del fascicolo arcuato). Lichtheim

aggiunge un aspetto che complica il modello. Aggiunge un centro dei concetti. Ogni parola per

essere capita o prodotta deve essere lì.

Lesione in M=afasia di Broca (non produco parole e non so ripetere bene)

Lesione in A=afasia di Wernicke

Lesione tra A e M=afasia di conduzione

Lesione in 4=afasia transcorticale motoria (sì comprensione e ripetizione, no linguaggio

spontaneo)

Lesione in 6=afasia transcorticale sensoriale (sì ripetizione, sente le parole e le capirebbe ma non

può inviare il suono al centro dei concetti quindi le parole non hanno senso per lui, però può

produrre linguaggio spontaneo)

Lesione in 5=afasia subcorticale motoria (non riesce a parlare perché non riesce a mandare le

informazioni all’area 4 per essere prodotta, è colpita anche la ripetizione però capisce molto bene

e riesce a scrivere perché l’effettore motorio è diverso, va alla mano non alla bocca)

Lesione in 7=afasia subcorticale sensoriale (il paziente non è sordo ma non capisce le parole

perché l’informazione non può arrivare ai centri della comprensione, no ripetizione però riesce a

produrre linguaggio spontaneo).

Vantaggi rispetto ai modelli precedenti: 1-più cognitivo, 2-prevede forme di afasia di effettivo

riscontro clinico.

Difetti: 1-non è mai stata dimostrata l’esistenza di un centro dei concetti localizzato e di un disturbo

concettuale specifico per lesione localizzata; 2-non sembrano esserci disturbi solo motori o solo

sensoriali del linguaggio.

Boca anche disturbi in comprensione

Wernicke anche disturbi in produzione.

Cenni di psicolinguistica

Fonologia/fonetica: Fonologia=studio dei suoni di una lingua (fonemi) e valuta le combinazioni tra

di essi. La selezione dei fonemi si basa su regole specifiche per quella lingua, a

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorsky di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Berti Anna.