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4. ASSENZA DI ALTRI DISTURBI
5. PROGRESSIVA E RAPIDA EVOLUZIONE
Anche sulla base di dati ANATOMO-PATOLOGICI chiama tale patologia SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
Pochi anni prima (1858) DUCHENNE descrive la PARALISI BULBARE PROGRESSIVA
E qualche anno dopo, insieme ad ARAN, la ATROFIA MUSCOLARE PROGRESSIVA
Interpretata erroneamente come patologia muscolare
1875 ERB descrive la SCLEROSI LATERALE PRIMARIA
1880 STRUMPELL descrive una patologia con:
1. DEBOLEZZA MUSCOLARE ARTI INFERIORI
2. PARAPARESI SPASTICA
3. FAMILIARITA’ DEL DISTURBO
4. LENTA EVOLUZIONE
Egli definisce tale patologia PARAPARESI SPASTICA EREDITARIA
Da allora descritti numerosi quadri clinici con esclusivo e prevalente coinvolgimento dei motoneuroni
1962 BRAIN propone di raccogliere tali patologie sotto l’eponimo di MALATTIE DEL MOTONEURONE (MND)
Col termine di MALATTIE del MOTONEURONE indichiamo quindi tutte quelle patologie caratterizzate
esclusivamente da un’alterazione morfologica e funzionale di I° neurone di moto (UMN) e/o II° neurone di
moto (LMN) del MIDOLLO SPINALE, del TRONCO e della CORTECCIA CEREBRALE
Sono patologie caratterizzate:
ANATOMO-PATOLOGICAMENTE da: - degenerazione dei pirenofori degli UMN e dei LMN
CLINICAMENTE da: - decorso progressivo
- assenza di associate alterazioni di altri distretti funzionali neurologici
Da queste vanno differenziate:
- Forme che mimano clinicamente MND, ma interessanti altri distretti neurologici
- Forme nelle quali oltre a coinvolgimento dei MN sono interessate altre funzioni neurologiche
IMPORTANZA DI UN CORRETTO INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO DELLE MND
Tra le MND vi sono patologie a prognosi diversa
Esistono disturbi dei motoneuroni
- associati a disturbi in altri distretti neurologici e non
- ad eziologia nota
- per i quali a volte sono disponibili terapie
Varie altre patologie assomigliano ad una MND, ma ne differiscono
- nell’obiettività neurologica
- negli accertamenti strumentali
- nell’ezio-patogenesi
- nella prognosi
- nella terapia
LESIONE DEL I° MOTONEURONE (UMN)
- riduzione di forza
- ipertono spastico
- accentuazione dei ROT, cloni
- segni di liberazione piramidale (Babinski, Hoffman, etc)
Coinvolgono vie motorie di tronco cerebrale e midollo spinale
A livello di tronco:
✓ DIFFICOLTA’ MASTICATORIE con rifl. masseterino
✓ DISTURBI RESPIRATORI
✓ DISTURBI MOTILITA’ FACCIALE di tipo centra
✓ TENDENZA ALLA CADUTA del CAPO senza atrofia dello S.C.M
✓ DISARTRIA e DISFAGIA
✓ TROFISMO LINGUALE NORMALE
Elettrofisiologia: POTENZIALI EVOCATI MOTORI
SOGLIA MOTORIA (MT): corteccia motoria meno eccitabile, necessaria maggiore energia di stimolo
TEMPO CONDUZIONE MOTORIA CENTRALE (CMCT): rallentata la conduzione lungo la via motoria cortico-
spinale
AMPIEZZA o inelicitabilità del PEM: perdità o ridotta attivabilità di neuroni motori centrali
LESIONE DEL II° MOTONEURONE (LMN)
- riduzione di forza
- atrofia muscolare generalmente distale
- ipotono muscolare
- riduzione o assenza dei ROT
- crampi e fascicolazioni (ipersensibilità da denervazione)
A livello del tronco encefalo:
✓ ATROFIA MM MASTICATORI E con rifl. masseterino
✓ PARALISI PERIFERICA DEL FACCIALE
✓ ATROFIA, PARESI E FASCICOLAZIONI LINGUAL
✓ DISARTRIA, DISFAGIA
✓ ATROFIA S.C.M. CON CADUTA DEL CAPO
✓ DISTURBI RESPIRATORI
Elettrofisiologia: ELETTROMIOGRAFIA
A RIPOSO attività d’inserzione
1. Pot. Fibrillazione (singola fibra muscolare)
2. Onde lente positive (singola fibra muscolare)
3. Pot. Fascicolazione (1 UM)
1 3
2
CALASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE DEI MOTONEURONI IN BASE ALL’ETÀ D’INSORGENZA
• Forme ad esordio infanto-giovanile (<= 20 anni)
• Forme ad esordio in età evolutiva (> 20 anni)
ESORDIO INFANTO-GIOVANILE
• Spinal Muscular Atrophy (SMA) I
• SMA II
• SMA III
• SMA IV
• Progressive Bulbar Palsy dell’infanzia
• Progressive Ponto-bulbar Palsy dell’infanzia
• DD MIOPATIE INFANTILI
ESORDIO IN ETÀ ADULTA
• MND propriamente detta
• MND con disturbi in altri distretti
• Patologie che mimano clinicamente MND
MND PROPRIAMENTE DETTA
Quadri clinici sporadici o familiari, caratterizzati da interessamento di I e/o II motoneurone spinale e/o
bulbare. ESORDIO
ETÀ 50-70 aa
DISTRETTO Bulbare / Spinale
TIPO UMN / LMN / LMN + UMN
• EPIDEMIOLOGIA
Incidenza: 1-2 / 100.000 / anno
Prevalenza: 2-6 / 100.000
SLA (M/F): 1,4:1 PMA (M/F): 3,6:1
Picco esordio: 55-75 anni
Omogenea per: AREA GEOGRAFICA, RAZZA, CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE
Sporadica 90%
Familiare 5-10% (M.F 1:1, AD, Esordio 40-50 aa)
ALS-PD-DEMENTIA complex (Nuova Guinea)
Incidenza 147/100.000/anno
riduzione negli anni
Forse secondaria a tossina alimentare
• ETIOPATOGENESI
Malattia multifattoriale
o Ipotesi ECCITOTOSSICA
o Ipotesi IMMUNOLOGICA
o Epidemiologia analitica
• PROGNOSI
2-4 anni
20-30% sono vivi dopo 5 anni
Circa il 10% è vivo dopo 20 anni
• CLINICA
ESORDIO: 60% debolezza generalmente focale o asimmetrica
33% arti superiori
33% arti inferiori
20% bulbare
RARI: crampi muscolari
fascicolazioni
debolezza di tronco e collo
difficoltà respiratorie
perdita di peso MND: ITER DIAGNOSTICO
ESAMI CHE ESCLUDONO LA DIAGNOSI
• RMN cervicale (spondilosi, mielopatia compressiva)
• CPK,
• Ormoni tiroidei, Ca, P, PTH, B12
• VDRL, Ig anti Borrelia Burdorferi
• Anti-GM1
• Esosamidasi A
• VLCFA (Adrenoleucodistrofia)
• Test genetico per malattia di Kennedy
• Analisi del CSF (carcinomatosi, linfomi, SM)
• Biopsia nervo surale (AMN, CIDP)
• Biopsia muscolo (miopatia a corpi inclusi)
• Biopsia midollo osseo (patologia linfoprolierativa)
MND: TERAPIE
• FARMACOLOGICHE
o Eziologiche
1995 RILUZOLO, antiglutamatergico
Prolunga sopravvivenza di circa 3 mesi
Prolunga il tempo alla tracheostomia
50 mgr due volte al giorno
EC: Astenia, Nausea, Vertigini
Rari: diarrea, vomito, anosmia, aumento transaminasi, leucopenia
o Sintomatiche
• NON FARMACOLOGICHE EPILESSIE
DEFINIZIONI un’attività̀
Una convulsione o crisi epilettica è un fenomeno parossistico originato a seguito di normale,
può̀
eccessiva e sincronica di un gruppo di neuroni del SNC che presentarsi clinicamente secondo diverse
forme.
L’epilessia è definita dalla presenza di crisi epilettiche ricorrenti dovute ad un processo cronico sottostante.
L’esistenza di una convulsione isolata o di crisi ricorrenti dovute a fattori correggibili o evitabili, non è
necessariamente un’epilessia.
Una sindrome epilettica è un’epilessia con un insieme di sintomi e segni che normalmente si presentano
contemporaneamente, evidenziando un meccanismo sottostante comune.
più̀
Si parla di stato epilettico quando una crisi dura di 30 minuti o quando esistono crisi ripetute, tra le quali
il paziente non recupera conoscenza
CLASSIFICAZIONI l’attività̀
Le convulsioni parziali (focali) sono quelle in cui elettrica rimane circoscritta ad un’area concreta
della corteccia cerebrale, con la caratteristica che durante la crisi la coscienza rimane conservata (parziale
dipenderà̀
semplice) o alterata (parziale complessa). La sintomatologia con la quale si presenta la crisi
dall’area corticale dove si situano i neuroni responsabili della stessa.
Le crisi parziali semplici possono produrre sintomi motori, sensitivi, autonomi (sudorazione, piloerezione),
visivi (allucinazioni semplici o complesse), uditivi (suoni semplici o elaborati), olfattivi (odori intensi o poco
abituali) o psichici (paura, depersonalizzazione, déjà vu). Le crisi motorie possono cominciare in un’area
molto ristretta ed estendersi gradualmente (in secondi o minuti) ad un’area emicorporale più estesa
(progressione jacksoniana). A volte, dopo una crisi motoria, può persistere una debolezza dell’area colpita
(paralisi di Todd), limitata a minuti o ore.
Durante le crisi parziali complesse, il paziente mostra difficoltà nel mantenere un contatto normale con
l’ambiente, unito ad alterazioni del comportamento che possono andare dall’immobilità o automatismi
basici (suzione, deglutizione), a comportamenti più elaborati; dopo la crisi, si presenta caratteristicamente
un periodo di confusione
Le crisi generalizzate originano simultaneamente in entrambi gli emisferi, anche se è difficile scartare
completamente l’esistenza di un’attività focale iniziale che si propaghi con rapidità e che, occasionalmente, è
riconoscibile per l’esistenza di sintomi focali precedenti alla perdita di conoscenza (aura).
Le assenze (piccoli mali) si comportano come brevi episodi di perdita brusca del livello di coscienza, senza
alterazione del controllo posturale; caratteristicamente, durano secondi e possono ripetersi molte volte al
giorno, di solito si accompagnano da piccoli segni motori bilaterali (battito di ciglia, masticazione) e si
recupera la coscienza in modo altrettanto brusco, senza confusione successiva né ricordo dell’episodio
L’età d’inizio di solito si situa tra i 4 anni ed il principio dell’adolescenza, essendo la causa più frequente di
crisi epilettiche crisi in questo periodo; non si accompagnano ad altri problemi neurologici, rispondono
positivamente al trattamento farmacologico ed in un 60-70% dei casi si attenuano durante l’adolescenza. I
risultati mostrati nell’EEG sono tipicamente delle scariche generalizzate e simmetriche con una punta-onda
a 3 Hz che coincide con la crisi, anche se nell’EEG intercritico esistono più periodi di attività anormale che
quelli visibili clinicamente. L’iperventilazione aumenta la frequenza del tracciato anomalo.
ASSENZE VS CRISI PARZIALI COMPLESSE
Le convulsioni tonico-cloniche (grandi mali) di solito cominciano bruscamente, senza un avviso previo,
anche se alcuni pazienti riferiscono sintomi poco definiti nelle ore precedenti, che non devono essere
confusi con le auree causate da un’origine focale della crisi. La fase inizia- le è una contrazione tonica
generalizzata, accompagnata da cianosi, aumento di frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, e
midriasi. In 10-20 secondi normalmente incomincia la fase clonica, con durata variabile. Nel postcritico,
esiste un’assenza di risposta agli stimoli esterni, flaccidità muscolare ed ipersalivazione che può
compromettere le vie aeree, seguita da una fase di lento recupero del livello di coscienza (minuti-ore)
accompagnata