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IN RIFERIMENTO ALLA REGIONE DI ORIGINE:

1. Sensibilità somatica

2. Sensibilità viscerale

SENSIBILITA’ PROVENIENTE DAL NOSTRO APPARATO MUSCOLO-

SCHELETRICO: Sulla muscolatura scheletrica ci sono dei recettori che ci permettono

di capire la nostra posizione nello spazio. È la sensibilità somatica.

I neuroni esterocettivi e propriocettivi vengono detti neuroni somatosensitivi (SS),

rappresentati in blu. I neuroni viscerali vengono chiamati neuroni viscerosensitivi

(VS) e vengono rappresentati in verde: si rifanno al SNA. Accanto a questa

suddivisione, ne esiste un’altra, che riguarda il connotato emozionale della sensazione. Le

sensazioni possono essere o nette, precise, distinte, razionali (epicritica) o sensazioni

derivanti da sentimenti (protopatica): le sensazioni epicritiche sono sempre coscienti,

mentre quelle protopatiche possono e non possono. Il nostro sistema nervoso presenta

anche interneuroni, che permettono l’elaborazione ad alti livelli delle varie informazioni.

Fra i vari neuroni, però, sono presenti altri neuroni, detti neuroni associativi

intersegmentari, che associano segmenti vicini e che permettono ad ogni neurone di

conoscere ciò che accade dei neuroni vicini. Il punto in cui si raccolgono viene detto

centro: è il SNC. In periferia restano i prolungamenti dei neuroni sensitivi e dei neuroni

effettori, che costituiscono il SNP. Il neurone sensitivo trasporta l’informazione dalla

periferia al centro, mentre il neurone effettore trasporta l’informazione dal corpo alla

periferia. I primi neuroni sensitivi non sono multipolari, ma neuroni a T, in cui il dendrite

Il neurone sensitivo

prende il nome di fibra periferica, mentre l’assone fibra centrale.

non si trova nel centro, ma nel SNP: nel SNC troviamo l’interneurone, il neurone

effettore e i neuroni associativi intersegmentari, mentre nel periferico troviamo il

neurone sensitivo e l’assone dell’effettore; gli ammassi di questi neuroni sensitivi

vengono detti gangli sensitivi.

Questo neurone sensitivo passa l’informazione all’interneurone, che la capta; viene, per

questo motivo, chiamato anche secondo neurone sensitivo. Tutta questa organizzazione

finora analizzata è detta organizzazione metamerica; nel nostro midollo spinale questo è ben

evidente: esso è costituito da tutta una serie di

neuromeri, ognuno dei quali controlla un metamero.

Se viene lesionato, quindi, un neuromero, viene

completamente bloccato il rispettivo metamero.

Nelle corna anteriori della sostanza grigia del

midollo spinale, troviamo i neuroni effettori (i più

anteriori sono i neuroni somato-motori, mentre più

posteriormente troviamo i viscero-effettori); nelle

corna posteriori troviamo i neuroni sensitivi (più

posteriormente i somato-sensitivi, mentre più

anteriormente i viscero- sensitivi). Da questo emerge

un concetto fondamentale: se andiamo a vedere che

tipi funzionali di legamenti contiene un nervo

spinale, mi accorgo che ci sono tutte e 4 queste

componenti. Quindi, se lesioniamo un nervo spinale,

lesioniamo le afferenti e le efferenti di tutte e 4 le

componenti. Viceversa, le radici sono costituite

soltanto dalla componente sensitiva (nel caso della

radice posteriore), e dalla componente effettrice (nel

caso della radice anteriore). Per questa ragione, il

nervo spinale viene definito misto.

Organizzazione somatotopica

Prendiamo i neuroni somato-motori. Prendiamo, per esempio, l’arto superiore. Qui,

abbiamo muscoli estensori e muscoli flessori. Tutti i neuroni che controllano i muscoli

estensori si dispongono

tutti insieme, in una porzione del midollo spinale,

mentre quelli che controllano i muscoli flessori si

dispongono in un’altra porzione. Questo è

importantissimo, poiché se abbiamo una particolare

lesione in un punto, non si ha un blocco completo di

più tipi di muscoli, ma di un solo tipo. Inoltre, i

neuroni si organizzano anche per distretti corporei.

Questa organizzazione ha un nome ed è detta

organizzazione somatotopica.

Funzionalità del midollo spinale e centro soprasegmentario

Abbiamo uno stimolo, per esempio un dolore provocato da uno spillo. Questo dolore viene

recepito da un recettore periferico che, attraverso la fibra periferica del neurone a T,

raggiunge il ganglio sensitivo. Tramite il ganglio, con la fibra centrale, lo stimolo arriva sul

secondo neurone sensitivo. Questo passa l’informazione al motoneurone (neurone effettore,

che si trova nel corno anteriore). Il motoneurone, attraverso il suo assone, va a scaricare sui

muscoli del braccio e il risultato è

l’allontanamento della mano dallo

spillo. Questa organizzazione è

detta arcoriflesso orizzontale.

Nasce la necessità di creare un

centro che organizzi tutti i

neuromeri, chiamato centro

soprasegmentario. Questo centro

deve ricevere tutte le informazioni

in ingresso: da ciascun neuromero

devono partire informazioni dirette

a questo centro, il quale le analizza

e decide cosa fare. L’interneurone sensitivo, oltre a mandare il segnale al neurone effettore,

lo manda al centro soprasegmentario, il quale elabora la risposta e la invia al neurone

effettore. Questo, quindi, riceve due input; tuttavia, il neurone effettore si comporta solo in

seguito a ciò che ordina il centro soprasegmentario. Quando si mette in mezzo anche il

centro soprasegmentario, si hanno risposte elaborate, ragionate e inibitorie. Fra

l’interneurone e il centro soprasegmentario è presente un neurone, il neurone associativo

soprasegmentario, che elabora le informazioni dell’interneurone, prima di portarle al centro

soprasegmentario. Gli assoni dei neuroni associativi soprasegmentari vengono detti vie

proiettive ascendenti (di tipo sensitivo poiché segnali in entrata); al contrario, tutti gli assoni

che, dal centro, vanno verso l’ultimo neurone effettore, costituiscono le vie proiettive

discendenti. Non sempre gli assoni ce la fanno ad arrivare alla corteccia, dal midollo

spinale, o viceversa; per questo, gli assoni si fermano ogni tanto a fare delle tappe, dette

nuclei propri. Nel midollo spinale si trovano solo neuroni a significato segmentario, mentre

nell’encefalo troviamo sia neuroni a significato segmentario (nel tronco encefalico) sia

nuclei propri, ossia a significato soprasegmentario. Nel cervelletto e nel cervello troviamo

solo nuclei propri. Di solito, i neuroni segmentari occupano una porzione più posteriore:

questa parte viene chiamata callotta. I neuroni dei nuclei propri vanno, invece, ad occupare

la porzione ventrale del tronco encefalico, che prende il nome di piede.

L’elaborazione degli stimoli da parte dei centri soprasegmentari, uniti ai neuroni segmentari,

viene detta arcoriflesso verticale, soprattutto di tipo inibitorio.

Il SNA (Sistema Nervoso Autonomo) o vegetativo o simpatico

I neuroni, nel SNA, si comportano in maniera un po’ diversa dai motoneuroni. Cosa succede,

infatti? Abbiamo il primo neurone viscerosensitivo che, grazie alla sua fibra centrale, entra

nell’ambito del midollo spinale, dove trova il suo secondo neurone. Da qui

parte un assone, che scarica sul neurone

visceroeffettore, dal quale parte l’assone,

che costituisce la radice anteriore ed

entra nel nervo spinale. Qui, questo

assone fa una tappa: entra in un ganglio,

dove si unisce ad un neurone diverso. Il

ganglio viene chiamato ganglio

autonomo o simpatico. Avremo, quindi,

una fibra che sta prima del ganglio (fibra

pregangliare) e una che sta dopo il

ganglio (fibra postgangliare). Questi

gangli fanno parte del SNP. Alcuni di

questi però stanno molto vicini al midollo spinale. Quindi, in questi casi, la fibra pregangliare

sarà molto breve: il SNP con gangli molto vicini alla colonna, si chiama sistema nervoso

ortosimpatico. Viceversa, sistema nervoso parasimpatico. Quando la pregangliare percorre

la parte prima del ganglio, è mielinizzata: per questo prende il nome di ramo comunicante

bianco; la postgangliare ramo comunicante grigio. L’ortosimpatico e il parasimpatico hanno

diverse funzioni: il primo è attivante, il secondo è inibente. Dal neurone visceroeffettore

spinale al ganglio, sia nell’orto che nel parasimpatico, viene sempre utilizzato come

neurotrasmettitore l’acetilcolina. La differenza, invece, sta nel tratto fra il ganglio e l’organo

bersaglio: la fibra postgangliare del sistema ortosimpatico, infatti, quando scarica sull’organo

bersaglio, utilizza noradrenalina, mentre il sistema parasimpatico utilizza sempre

l’acetilcolina. Tutti i visceri, comunque, ricevono sempre sia l’innervazione orto che para.

Questi due sistemi differiscono anche nella loro localizzazione nel SNC. Il sistema

ortosimpatico ha i propri neuroni solo nel midollo spinale. La componente parasimpatica, si

trova solo nel tronco encefalico, eccetto che negli ultimi neuromeri del midollo spinale (in

quelli che innervano i visceri della piccola pelvi). Per questo motivo, esiste un solo nervo

che, dal tronco encefalico, raggiunge i vari organi, detto nervo vago.

I nervi spinali

I nervi spinali sono 33 paia: 8 cervicali, 12 toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 3 coccigei. La

prima cosa che fa, quando esce dal midollo spinale, è quella di biforcarsi: un ramo, detto

ramo dorsale, si porta alle strutture posteriori, mentre un ramo ventrale si porta alle

strutture anteriori. I rami dorsali si mantengono indipendenti. Dai rami ventrali si originano

delle strutture, dette plessi.

Il plesso cervicale

È formato dai rami ventrali dei nervi spinali C1-C5. Innerva i muscoli e la cute del COLLO

e della PORZIONE SUPERIORE DEL TORACE. Il nervo più grosso è il NERVO

FRENICO destinato al DIAFRAMMA.

Il plesso brachiale

Formato dai rami ventrali dei nervi spinali C5-T1. Innerva i muscoli e la cute del CINGOLO

SCAPOLARE e dell’ARTO SUPERIORE. I nervi più importanti sono il NERVO RADIALE

e il NERVO ULNARE.

I nervi intercostali

Formato dai rami ventrali dei nervi spinali T1-T11. Innerva i muscoli e la cute del TORACE

con distribuzione metamerica.

Il plesso lombare

Formato dai rami ventrali dei nervi spinali T12-L4. Innerva i muscoli e la cute del

CINGOLO PELVICO e dell’ARTO INFERIORE anteriormente. Il ramo più importante è il

NERVO FEMORALE.

Il plesso sacro-coccigeo

Formato dai rami ventrali dei nervi spinali L4-S4. Innerva i muscoli e la cute del

CINGOLO PELVICO e dell’ARTO INFERIORE posteriormente. Il ramo più importante è

il NERVO SCIATICO (ISCHIATICO).

I nervi cranici

Sono 12 paia. Si classificano in base alla posizione che hanno nell’encefalo.

Il numero 1 è quello telencefalico. Ma quali differenze hanno? I gangli

sensitivi, nel midollo spinale, posseggono sia neuroni somatosensitivi, che

viscerosensi

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
22 pagine
SSD Scienze mediche MED/26 Neurologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ClarenceWabi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuroanatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pacini Alessandra.