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A=TA T C=C T
dove , , , .
Questo sistema dinamico è equivalente a quello descritto dalle equazioni
( )= ( )+ )
x́ t Ax t Bu(t
( )=Cx ( ) +
y t t Du(t) ^ ^ =T
x x x x
( )
u t , t ≥ t ,
in quanto per un ingresso e due stati iniziali e legati dalla condizione i
t t t t
0 0 0 0 0
( )=Tx
^ (t)
T x t
movimenti dello stato dei due sistemi sono legati dalla matrice e dalla relazione , mentre i
movimenti delle uscite sono identici. (^ ^
^ ^
( A , B , C , D) )
A, B , C , D
Dunque le due quadruple di matrici e sono semplicemente due descrizioni
differenti di un medesimo oggetto fisico. ^ .
A A
Inoltre le matrici della dinamica e sono simili e, di conseguenza, i loro autovalori sono identici
Autovalori e modi
Matrice A scalare (sistema LTI di ordine n=1) x
n=1 A=a
Nel caso l’ordine sia , e quindi è scalare, i movimenti liberi dello stato e dell’uscita ( e
l
y at
e
) dipendono dalla funzione esponenziale (con una costante di tempo pari al valore reciproco dello
l a
scalare ): a>0
di tipo crescente per a<0
di tipo decrescente per a=0
movimento costante per =0
t
Matrice A diagonalizzabile (n autovalori distinti del sistema LTI con )
0
s ,i=1, 2, … , n ,
Nel caso in cui gli autovalori della matrice A sono tra loro distinti, esiste una matrice di
i
T
trasformazione che rende A diagonale
D
^ ^
=T =diag{s }
T → A= A , s , … , s
D D 1 2 n
per cui il movimento libero dello stato risulta
(^ k
∞ )
A t
∑
^
A t D
( )=e
^ ^ = ^
x t x x
D
l 0 0
k!
k=0
{ }
k k k
∞ ∞ ∞
(s ( (s )
t) s t) t
∑ ∑ ∑
1 2 n
¿ ^
diag , , … , x 0
k ! k ! k!
=0
k=0 k=0 k
{ }
s t s t s t ^
¿ diag e , e , … , e x
1 2 n 0
I movimenti liberi dello stato e dell’uscita sono dunque { }
−1 −1 s t s t s t
^
( )=T ( ) =T
x t x t diag e , e , … , e T x
1 2 n
l D l D D 0
{ }
−1 s t s t s t
( )=C
y t T diag e , e , … , e T x
1 2 n
l D D 0 s t
e ,
I movimenti liberi dello stato e dell’uscita sono combinazioni lineari di termini esponenziali i
i=1, 2,… , n detti modi del sistema. =σ + =σ −
s j ω ś j ω
Le coppie di autovalori complessi coniugati , generano dei termini
i i i i i i
σ t φ
(ω )
e sin t+φ
del tipo , dove è una fase opportuna.
i i
i i =0
t
Matrice A non diagonalizzabile (n autovalori multipli del sistema LTI con )
0 s ,i=1, 2, … , n
Quando la matrice A possiede autovalori multipli, cioè quando non tutti gli autovalori , sono
i
distinti tra loro, può risultare impossibile renderla diagonale mediante un’opportuna trasformazione. In questo caso
=T
T
esiste comunque una matrice di trasformazione capace di trasformare A nella cosiddetta forma di
J
^ ^
A A
Jordan . La matrice ha una struttura “quasi diagonale”, cioè i suoi soli elementi non nulli sono
J J
quelli sulla diagonale principale (coincidenti con gli autovalori), insieme ad alcuni, di valore unitario, posti sulla
η−1 s t
t e
sopradiagonale. I modi che costituiscono i movimenti liberi dello stato e dell’uscita sono della forma i
η−1 σ t =σ +
s s j ω η
)
t e sin(ω t+φ
se è reale e se è complesso, dove è un qualunque intero
i
i i i i
i i s , φ
compreso tra 1 e la massima dimensione dei miniblocchi di Jordan associati a e è una fase
i i
opportuna. STATI E USCITE DI EQUILIBRIO
Equilibrio ( )= ( )+ ( )=Cx ( )
) + (t)
x́ t Ax t Bu(t y t t Du
Si vogliano ora analizzare le caratteristiche del sistema e per
quanto riguarda le condizioni di equilibrio.
ú x́
Assumendo costante e pari a l’ingresso del sistema, si può affermare che gli stati di equilibrio sono le
soluzioni dell’equazione algebrica
A x́+ B ú=0
Ad ogni stato di equilibrio corrisponde l’uscita di equilibrio
+
ý=C x́ D ú ( )≠
→ det A 0
Matrice A non singolare (invertibile)
A x́+ B ú=0
L’equazione ammette una e una sola soluzione, per cui lo stato di equilibrio è
unico e risulta
−1
x́=−A B ú
−1
ý=(−C A B+ D) ú −1 pxm
∈
La matrice rappresenta il guadagno statico del sistema.
D−C A B R ( ) =0
→ de t A
Matrice A singolare (non invertibile)
A x́+ B ú=0
L’equazione può ammettere infinite soluzioni o anche nessuna, a seconda anche del valore
di ú
ingresso . Vi sono allora infiniti stati di equilibrio, oppure nessuno.
STABILITÀ
Per un sistema lineare e stazionario a tempo continuo, le proprietà di stabilità sono relative all’intero sistema e
dipendono dal solo movimento libero.
Teorema
Un movimento (o uno stato di equilibrio) di un sistema lineare stazionario è stabile, asintoticamente stabile o instabile
se e solo se tutti i movimenti (o gli stati di equilibrio) del sistema sono rispettivamente stabili, asintoticamente stabili o
instabili.
TEOREMA – Stabilità e movimento libero
Un sistema lineare e stazionario è STABILE se e solo se tutti i movimenti liberi dello stato sono limitati,
t → ∞
ASINTOTICAMENTE STABILE se e solo se tutti i movimenti dello stato tendono a zero per e
INSTABILE se e solo se almeno un movimento libero dello stato non è limitato.
TEOREMA – Stabilità e autovalori
Un sistema lineare e stazionario è ASINTOTICAMENTE STABILE se e solo se tutti i suoi autovalori hanno parte reale
→
negativa [i punti del piano complesso con parte reale negativa costituiscono la regione di asintotica stabilità]
COND. NECESSARIA E SUFFICIENTE →
INSTABILE se almeno 1 dei suoi autovalori ha parte reale positiva COND. SUFFICIENTE →
Se il sistema possiede autovalori con parte reale nulla insieme ad altri eventuali con parte reale negativa si
esclude l’asintotica stabilità e quindi può essere sia STABILE che INSTABILE.
TEOREMA – Stabilità e polinomio caratteristico
( )=0]
[φ s
Si consideri l’equazione caratteristica , ottenuta uguagliando a zero il polinomio caratteristico
n n−1 n−2
( )=φ + + + +φ
φ s s φ s φ s …+ φ s , con φ ≠ 0
0 1 2 n−1 n 0
[è una equazione polinomiale di grado n, la cui soluzione si può determinare in modo semplice
fino a n=2] →
CONDIZIONE NECESSARIA E anche SUFFICIENTE solo per sistemi di ordine n=1 e n=2 un
sistema lineare e stazionario è asintoticamente stabile se il suo polinomio caratteristico ha
φ , i=1 … n
coefficienti non nulli e tutti concordi in segno.
i
CRITERIO DI ROUTH (per una nuova condizione necessaria e sufficiente di asintotica stabilità)
La tabella di Routh è costruita a partire dai coefficienti del polinomio caratteristico, ha n+1 righe ed ha una struttura
triangolare in quanto ogni 2 righe, con l’esclusione della prima se n è pari, il numero degli elementi diminuisce di uno:
φ φ φ . . . ..
0 2 4
φ φ φ . .. . .
1 3 5
. .. . .. .
. .. . .. . h h h . . .
1 2 3
k k k .. .
1 2 3
l l l . .
1 2 3
. .. . .
. .. .
. .. .
h , k l
Se si indicano con e gli elementi di tre generiche righe consecutive, si ha
i i i
([ ])
( ) h k
−1 h h +1
1 i
= =h −
l det +1
1 i
i i+1
k k
k k
1 1
1 i+1
→
TEOREMA Un sistema lineare e stazionario è asintoticamente stabile se e solo se la tabella di Routh relativa al
suo polinomio caratteristico è ben definita e tutti gli elementi della sua prima colonna hanno lo stesso segno.
LINEARIZZAZIONE E STABILITÀ DI SISTEMI NON LINEARI
I risultati ottenuti fin qui possono essere utilizzati anche per lo studio di sistemi non lineari e stazionari. Si consideri un
sistema non lineare, in generale MIMO, stazionario e proprio, descritto da
( )=f ( ) ( ))
(x
x́ t t ,u t
( )=g ( ) ( ))
(
y t x t , u t ( ) =ú x́
u t
soggetto ad un ingresso costante . Si consideri poi un suo stato di equilibrio e una sua corrispondente
ý
uscita di equilibrio , detti nominali, che soddisfano le equazioni
x́ ¿=0
ú
,
¿
f x́ ¿
ú
,
¿
ý=g
LINEARIZZAZIONE
Il procedimento della linearizzazione consiste nel descrivere il comportamento di un sistema non lineare attorno
→
all’equilibrio nominale mediante un particolare sistema lineare sistema linearizzato [approssimazione del
sistema originario]. ( ) ( ) ( ) ú , x́
δu t , δx t δy t
Se si introducono le variazioni e delle variabili di ingresso, stato e uscita rispetto a
δ x
ý x́
e e dello stato iniziale ancora rispetto a , cioè ponendo
t 0 ( ) ( )
=ú+δu
u t t
( )=x́ ( )
+δx
x t t
( )= ( )
y t ý+ δy t
=x́ +δ
x x
t t
0 0
( )=f ( ) ( )) ( )=g ( ) ( ))
(x (
x́ t t ,u t y t x t , u t
Le equazioni e diventano
´ ( )
( )=f ( ) ( )
x́+δ x́ t x́+ δx t , ú+δu t
( )=g( ( ) ( ))
+δy +δx
ý t x́ t , ú+ δu t
con la condizione iniziale
( ) =x́ +δ
x́+ δx t x
0 t 0 f g x
Supponendo poi che le funzioni e siano regolari, sono sviluppabili in serie di Taylor rispetto a e
u x=x́
in e
u=ú . Sostituendo questo sviluppo, considerato fino ai termini del primo ordine, nelle due relazioni precedenti e
x́
ricordando che non dipende dal tempo, si ottiene
| |
( (
∂ f x ,u) ∂ f x ,u)
( )=f ( ) ( ) ( )
+ +
δ x́ t x́ , ú δx t δu t
∂x ∂u
x= x́ ,u= ú x=x́ ,u= ú
| |
(x
∂ g , u) ∂ g( x ,u)
( )=g ( ) ( )+ ( )
+δy +
ý t x́ , ú δx t δu t
∂x ∂u
=ú
x=x́ ,u x= x́ ,u=ú
Da queste ultime equazioni e dalle relazioni x́ ¿=0
ú
,
¿
f x́ ¿
ú
,
¿
ý=g
( ) =x́ +δ
x́+ δx t x
0 t 0
si ha infine ( )= ( ) ( )
+
δ x́ t A δx t B δu t
( )=Cδx ( ) (