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CIRILLO E METODIO:
Cirillo (826/827-869) e Metodio (815-885) sono gli inventori del primo alfabeto slavo chiamato “Glagolitico” (da
glagol= verbo). Nell’antico slavo (lingua parlata nel nono secolo) significava parola. Cirillo e Metodi diedero una
parola, permisero agli slavi di acculturarsi. Prima infatti non avevano una lingua scritta, avevano solo tradizione
orale. Sono stati nominati compatroni dell’Europa insieme a San Benedetto (vengono quindi riconosciute come
figure molto importanti per l’Europa).
I due fratelli tradussero testi in slavo antico. Cirillo disse che l’alfabeto gli viene donato in sogno da Dio.
Cirillo (il vero nome di Cirillo era in realtà Costantino; prese il nome Cirillo a Roma quando divenne monaco) e
Metodio sono in realtà di origine greca, nascono a Tessalonica (odierna Salonicco, parte dell’impero Bizantino). In
quella città vi erano molte tribù slave, era infatti una zona che si trovava al confine dell’impero. Gli slavi abitavano
in tribù, parlavano dialetti reciprocamente intellegibili. In questa fase gli storici parlano di “slavo comune”.
Tessalonica era una città ricca di scambi commerciali. Molti storici ritengono che i loro cittadini conoscessero la
lingua slava.
La famiglia di Cirillo e Metodio era una famiglia altolocata: il padre era una drungario, ossia una persona che
ricopre una carica altolocato nell’impero bizantino, aveva compiti militari e amministrativi, era alle dipendenze
dello stratega (ovvero chi governava le province). Cirillo ricevette un’educazione domestica, mostra nel tempo
inclinazione alla letteratura e inizia a comporre versi. Era molto dedito allo studio.
A 7 anni Cirillo sognò che lo stratega radunò tutte le fanciulle della città e gli disse di scegliere una donna come
compagna, egli scelse una ragazza di nome Sofia (ossia sapienza).
Cirillo continuò i suoi studi presso il Grande Palazzo di Costantinopoli, dove vi era l’Accademia Imperiale. Ebbe i
migliori maestri dell’epoca e venne chiamato Costantino il filosofo. Egli sintetizzò la filosofia antica e il pensiero
giudaico nel tentativo di definire l’utilità della filosofia.
Trascorse la sua vita pre-monastica studiando filosofia. Le conoscenze filosofiche e linguistiche erano talmente
elevate che l’imperatore lo inviò in missioni diplomatiche con altri popoli. La prima missione la compì a 24 anni in
Medio Oriente. Egli si confrontava spesso con i musulmani, si concentrava sull’interpretazione della bibbia e del
Corano. A Baghdad, i cristiani dovevano pagare un tributo speciale (tributo all’Islam per godere della sua
protezione) da cui erano esentati i convertiti all’islam. Le comunità cristiane venivano soffocate e perseguitate. I
rappresentanti del califfo dissero che anche Gesù al suo tempo aveva pagato il tributo alle autorità; Costantino
rispose che i Cristiano non pagavano il califfo, ma l’imperatore romano che risiedeva a Costantinopoli. Andò poi a
vivere nel monastero in cui stava il fratello, conversando solo i libri e pregando Dio.
Un’altra missione fu presso i Cazari (dal Volga al Mar Nero), che avevano contatti con i bizantini e con gli islamici.
Influenzavano le tribù degli slavi orientali. Erano dominati da un’aristocrazia di origine turca. La classe dirigente si
era parzialmente convertita all’ebraismo. Il khanato cazaro era importante per l’impero bizantino poiché
controllava le vie commerciali verso l’oriente. Costantino fu accompagnato dal fratello Metodio in questo viaggio.
Giunsero nella città di Cherson, l’ultima città prima del mondo greco. Qui era stato esiliato papa Clemente, di cui
Costantino, aiutato dal vescovo locale, trovò le reliquie. Arrivò a Derbent per la sua missione. Discutendo con
queste persone, Costantino mostrò grande fiducia nella ragione umana. La missione si concluse con un successo
moderato: furono liberati i prigionieri greci.
Cirillo avrebbe potuto una carriera all’interno della burocrazia imperiale, godeva anche del sostegno del logoteca
(cancelliere), ma preferì la filosofia. Per sfuggire alla carriera politica si rifugiò il un monastero. Fu poi convinto a
tornare e a insegnare filosofia all’Accademia. Conosceva numerose lingue: ebraico, aramaico/siriaco, arabo, greco,
latino, lingua slava.
Tra i compiti del filosofo c’era anche quello di partecipare alle dispute dottrinali. Egli si confronto con Giovanni VII
il Grammatico che sosteneva l’iconoclasmo.
Al ritorno dalla seconda missione decise di vivere nel silenzio, pregando Dio nella chiesa dei Santi Apostoli.
Metodio (815-885): terminati gli studi fu avviato alla carriera politica, entrò a far parte della burocrazia imperiale.
Ricevette l’incarico di una guida di arcontato (regione), non si sa quale, si sa che era una regione in cui c’erano
molti slavi, probabilmente in Macedonia, dove gli imperatori avevano trasferito in passato le popolazioni slave più
turbolente. Questa esperienza gli permise di conoscere meglio queste popolazioni.
Per i bizantini era importante la conoscenza della teologia. Costantino compì missioni presso gli arabi, gli salvi, ecc.
la conoscenza era lo studio della parola, della scrittura. Fu inviato presso vari popoli con cui discusse anche a
livello teologico. Cercava di interessare i popoli alla religione e alla cultura cristiana che era intrinseca all’impero
bizantino. Gli arabi ne rimanevano spesso sorpresi.
La terza missione ci fu nel 862, quando l’imperatore Michele III ricevette una lettera dal principe Ratislav, principe
della Grande Moravia. Questa era la prima forma di organizzazione stabile guidata da slavi. Si sa poco sulle origini
di questa realtà politica. Appare all’inizio del IX secolo e scompare all’inizio del X secolo con i Magiari (antenati
degli ungheresi).
La grande moravia comprendeva Cechia, Slovacchia, Pannonia, parte della Romania. Impero moravo= termine non
condivido da Tachiaus, ritiene non sia un impero, ma uno stato. Studi più recenti la calcolano tra Ungheria e
Romania.
Rastislav era alla guida di uno stato emergente minacciato a Occidente dall’impero Carolingio. Rastislav chiede di
inviare un maestro per educare il popolo alla cristianità, attraverso la loro lingua, ossia la lingua slava. Michele III
convoca i due fratelli e li informa della richiesta di Rastislav. Voleva essere protetto dall’impero bizantino ed
imporsi sulla scena internazionale. Richiese un vescovo e un maestro. Avendo una gerarchia ecclesiastica poteva
essere considerato una potenza. Essendo nell’alto medioevo, le questioni religiose avevano una grande
importanza.
La questione era però complicata, infatti l’impero bizantino era in stretti rapporti con l’impero carolingio. Inviare
quindi dei missionari avrebbe sancito la rottura definitiva dei rapporti con Roma. La corte imperiale decise di
parlare con Roma e di organizzare una missione con un basso profilo diplomatico. La Chiesa avrebbe quindi dovuto
accettare una missione bizantina nel proprio territorio. Inoltre c’era anche l’ostilità del clero germanico.
Costantino aveva portato con sé, dalla missione presso i cazari, le reliquie di papa Clemente. Costantino le avrebbe
portate con sé riconoscendo così la giurisdizione romana.
Michele III invoca Costantino e gli dice che deve andare là (aveva già fatto missioni diplomatiche). Lui rispose che
anche se è stanco e malato è felice di andare là, purché abbiano un alfabeto per la loro lingua. È rischioso
compiere una missione verso di loro, poiché rischia di essere frainteso e guadagnarsi la fama di eretico. È
importante avere un alfabeto, il re gli rispose che se chiede a Dio, questo glielo darà. Nella risposta di Costantino
c’è un eco di Catullo (carme 70. Scrivere sull’acqua= ciò che non è inciso può essere dimenticato o frainteso).
Cirillo si mise quindi a lavorare con i suoi collaboratori. Nell’863 partì per la missione per la Grande Moravia. Viene
difficile da pensare che in poco tempo abbia inventato un alfabeto, tradurre dei testi. Alcuni studiosi hanno
ipotizzato che l’imperatore fosse interessato alla questione slava e avesse inventato greci e slavi che cooperassero
per dare una scrittura e tradurre versi slavi nella lingua slava.
La chiesa che si creò in Moravia era sì, dipendente dal papato, ma sarebbe stata libera dalle ingerenze della
Germania. Rastislav instaurò rapporti con Bisanzio, ottenendo protezione politica.
Metodio si ritirò nel monastero di Polycron, una regione dell’Asia minore. Gli storici hanno individuato qui un
laboratorio di ricerca in cui lavorò al progetto slavo che mirava alla creazione di un alfabeto e alla traduzione di
testi sacri.
L’alfabeto glagolitico permise di dare una parola che rimanesse, di acculturare i popoli slavi.
Nella chiesa di San Clemente a Roma c’è un affresco del IX secolo raffigurante Cirillo. È l’immagine più antica che
abbiamo. Si fece monaco a Roma poco prima di morire.
L’alfabeto glagolitico è composto da 38 lettere: 24 grafemi e fonemi già esistenti in greco, 14 lettere create per
riprodurre suoni della lingua salva. Alcuni ritengono che si sia ispirato ai simboli criptografici dell’alchimia; altri, di
epoca più recente, ritengono che si sia ispirato alle lingue che conosceva (ebraico, siriaco e arabo). La discussione
è ancora aperta.
L’alfabeto è strumento si acculturazione. Per poter dar ciò si devono tradurre i testi sacri. È stato utilizzato tra
l’862 e l’863 per tradurre il Lezionario, ossia un insieme di testi tratti dal Vangelo. Testi letti durante la messa.
Arrivati alla Grande Moravia organizzarono una scuola di traduzione. Testi utili per celebrare la liturgia in lingua
slava (slavo ecclesiastico→paleoslavo).
Il clero franco accusa di eresia Cirillo e Metodio perché celebravano la messa in altre lingue oltre all’ebraico, al
greco e al latino (lingue in cui fu scritta la sentenza di Gesù. Si riteneva che fossero le lingue adatte alla
celebrazione della liturgia). Nel testo proglascio viene detto che ogni popolo ha diritto e dovere di pregare Dio
nella propria lingua. Questo testo deve preservare il significato, traduce i concetti.
Nel nono secolo non c’era ancora stata la divisione tra cattolici e ortodossi. Vesely dice che i due fratelli volevano
l’approvazione del papa, Tachiaos no. Si interrogavano sul perché i due sono andati a Roma.
Non si sa chi siano stati i collaboratori dei due fratelli, ma c’è la certezza che ci fosse qualcuno. Oltre all’alfabeto
hanno creato una lingua letteraria utile a rendere stili, concetti elevati delle Sacre Scritture.
Lingua paleo-slava creata quasi a tavolino. Ap