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MATERIA VS. OGGETTO DELLA LINGUISTICA
Ancora una volta, si distacca dal generativismo perché tende a generalizzare pur di non includere le
.
varietà della lingua individuali e comunitarie
L’osservazione
L’osservazione è un metodo, ma è meglio osservare o osservarsi?
Analisi linguistica o flessione metalinguistica
(dati autentici) (esempi a tavolino, giudizi di
grammaticalità)?
paradosso dell’osservatore
Il è, secondo Labov, lo scopo della ricerca linguistica su una comunità di
parlanti. È scoprire come la gente parla quando non è sottoposta ad una osservazione sistematica; ma
osservazione
solo con una osservazione sistematica possiamo raccogliere questi dati. Si parla di
occulta, che non si fa notare attraverso la registrazione spontanea. Labov ad esempio utilizzava il
sondaggio rapido: poneva una domanda che produce una risposta rapida. Questo dato è confrontabile,
non importa il contesto emotivo e personale perché a parità di un’informazione geografica, non vi è
legame personale.
l’osservazione partecipante
Invece, è un metodo in cui si entra a far parte del sistema che voglio
osservare: se si vuole osservare il modo in cui una lingua viene utilizzata in contesti particolari, è
necessario partecipare. L’unico modo per studiarlo e ottenere materiale, è entrare a far parte in modo
temporaneo di quella realtà.
Il raccoglitore e il campione
raccoglitore,
Il deve possedere determinate competenze:
Raccoglitore e/o ricercatore
- possono essere la stessa persona, ma si può avere un assistente
che raccolga il materiale;
Le competenze tecniche:
- bisogna essere in grado di adattarsi, di riuscire a mantenere un
rapporto quotidiano per avere maggiori informazioni, e riuscire a comunicare con il soggetto;
Le competenze socio-comunicative
- sono fondamentali perché creano la situazione adatta per
l’intervista stessa. Riuscire a includere nella conversazione l’oggetto di ricerca, non renderlo ex-
abrupto, ma farlo entrare in modo naturale e spontaneo. Bisogna cercare di capire come
approcciare il soggetto nel modo più naturale possibile. Il dato si costruisce, e si co-costruisce
nelle varie situazioni.
campione qualitativamente
Il deve essere bilanciato scegliendo i soggetti in modo vario e ampio, e
quantitativamente, avendo un numero abbastanza vario per includere più varietà possibili. Il campione
si deve basare su quello che si cerca.
L’intervista in sociolinguistica
La tecnica dell’intervista faccia a faccia ha vantaggi e svantaggi in termini di tipologia di situazione
comunicativa in quanto asimmetrica e non naturale, annullando la confrontabilità del dato. Questi
problemi possono essere parzialmente risolti attraverso le capacità socio-comunicative; si può creare
un’intervista che rende a proprio agio il soggetto, non condizionandolo dal fatto di essere giudicato.
Esistono tre tipi di intervista:
Interviste non strutturate:
1. non vi è il bisogno di fare domande, basta semplicemente parlare e
mantenerla libera;
Interviste semi-strutturare:
2. includere l’argomento spontaneamente senza far accorgere al
soggetto che si tratta di un’intervista o che si mira a un determinato argomento. Questo tipo di
intervista presenta dati non confrontabili;
Interviste strutturate e questionari:
3. si arriva dritto al punto perché la spontaneità non è un
fattore rilevante, arrivando ad un’intervista superficiale e diretta. Questo tipo di intervista dona
dati confrontabili.
I vantaggi e gli svantaggi dei tre tipi sono: spontaneità e confrontabilità. Per scegliere il dato migliore
bisogna capire bene il tema della ricerca.
Registrazione e trascrizione
Registrare è uno strumento di ricerca, ma è svantaggioso nell’invasività durante la fase di
raccolta del dato. È fondamentale per elaborare il dato e riorganizzarlo nella fase di analisi. La
registrazione serve principalmente ad annotare elementi che potrebbero apparire
inaspettatamente;
La trascrizione del parlato è una pratica interpretativa in quanto nel fissare il dato linguistico,
si devono compiere delle scelte su cosa trascrivere e come trascriverlo. Le caratteristiche
fondamentali della trascrizione sono la chiarezza, la riproducibilità, la leggibilità, la specificità e
la flessibilità. Esistono tre tipi di trascrizione:
Ortografica: viene trascritto il parlato secondo le norme dell’italiano;
Conversazionale: la modalità di trascrizione è uguale per tutte le lingue, pertanto
chiunque abbia una trascrizione conversazionale davanti, sarà in grado di riconoscerla.
Nella prima colonna sono indicate le righe, nella seconda i partecipanti alla
conversazione. Le parti sottolineate indicano l’intensità; le frecce su e giù indicano
l’altezza e la bassezza del tono.
Fonetica: nella trascrizione fonetica è possibile vedere i fenomeni fonemici che
permettono di comprendere da dove proviene una persona. Il tratto fonetico è una
variabile sociolinguistica Laboviana in quanto il parlante produce fonemi, ma sotto
controllo li riprodurrà seguendo la norma standard (es: se dovessi parlare palermitano
dirò “paista o funnu”, ma se dovessi dirlo senza autocontrollo, non seguirei la regola).
Nella fonetica, in ambito consonantico sono importanti il modo di articolazione, il luogo
di articolazione e sordo/sonoro.
Per la vocali invece, il suono viene modulato grazie alla posizione della lingua nella
cavità orale.
L’esempio del software ELAN: il software mi permette di taggare e annotare nei diversi layer
le informazioni che mi interessano in corrispondenza del video e della traccia sonora.
I corpus (corpora) sono le risorse informatiche che permettono di raccogliere e interrogare
una quantità di testi. Il problema delle ricerche è che i dati su cui si lavora sono tanti e per
questo è necessario che la provenienza del dato finale sia accessibile a tutti in modo tale che
possa essere evidente il fatto che esso non sia stato inventato. Il corpus quindi, risolve il
problema scientifico dando accesso comune agli stessi valori evitando che essi possano essere
messi in discussione.
Il corpus per lo scritto è più accessibile perché chiunque sia registrato al sito può guardare i
dati. Più complicato fare il corpus di parlato come dato linguistico orale.
La situazione sociolinguistica dell’Italia contemporanea
Il repertorio linguistico italiano
In Italia noi abbiamo un bilinguismo endogeno, a bassa distanza strutturale con Dilalia:
Bilinguismo endogeno:
- è connaturato nel repertorio stesso (l’italiano e una delle tante lingue
sorelle latine tra cui si è sviluppato un certo tipo di equilibrio);
A bassa distanza strutturale:
- sono due codici diversi ma non troppo;
Con Dilalia:
- non c’è compartizione netta tra le lingue, ma una sovrapposizione parziale (i
domini bassi sono invasi dalla varietà alta, pertanto la sovrapposizione non è totale. Nei domini
bassi si sovrappongono le due varietà del repertorio, ma nei domini alti rimane la varietà alta).
Il bidialettismo fa riferimento alla presenza di due lingue non strutturalmente distanti tra di loro in
seguito alla minima distanza geografica. Possiamo fare riferimento al toscano o al romano: Roma dal
punto di vista del sistema linguistico è stata la prima megalopoli del mondo in cui, grazie allo stato
pontificio ha ottenuto la sua transnazionalità. Roma, nelle classi dirigenti è sempre stata ritenuta di gran
prestigio, mentre in quelle popolari vi sono sempre stati moltissimi flussi migratori. Quando nel ‘500 il
toscano diventa la lingua per tutti, Roma inizia ad utilizzare questa lingua in quanto riesce a mettere
d’accordo la transnazionalità delle classi dirigenti e di quelle popolari, permettendo al toscano di essere
implementato nel romano.
I dialetti d’Italia, o italoromanzi
Quando parliamo di dialetti bisogna evitare di dire “dialetti italiani”
in quanto, in questo modo confondiamo il concetto di dialetto
primario e secondario; è pertanto necessario chiamarli “dialetti
italo-romanzi” d’Italia”,
o “dialetti i quali sono tutte le lingue
sorelle subordinate all’italiano.
Dialetto primario:
a) tra tutte le lingue sorelle ve n’è una che
comanda;
Dialetto secondario:
b) c’è una lingua che si diffonde
permettendo alle altre di differenziarsi;
Dialetto terziario:
c) la lingua che si diffonde nel territorio
viene chiamata lingua standard, differenziandosi a sua volta
in dialetti terziari.
Il concetto di ISOGLOSSA è uno strumento che permette di segnare i confini e
identificare le grandi aree dialettali:
Per stabilire i dialetti vengono prima eseguiti alcuni questionari nei quali vengono analizzati i
fenomeni nelle diverse aree geografiche. I questionari vengono raccolti tutti in un territorio,
questo permette di vedere il punto in cui certi fenomeni accadono, finiscono e ne iniziano
diversi; in questo modo si stabiliscono i confini dialettali. Un fenomeno preso singolarmente non
ha alcuna importanza in quanto essa viene definita dal fascio di fenomeni che creano i confini.
Le minoranze linguistiche e l’alloglossia
All’interno delle altre lingue presenti in Italia vi sono anche le minoranze linguistiche, le quali
norma del 1999.
sono quelle storiche che hanno avuto riconoscimento e tutela con una Nel
Friuli Venezia-Giulia Sardegna
momento in cui la legge venne emanata, il e la possedevano
un’identità culturale molto forte che gli permise di ottenere il riconoscimento della loro alta
identità come minoranze linguistiche. Tale riconoscimento è molto incoerente perché
dialetticamente sono tutti dialetti italo-romanzi più o meno distanti dall’italiano e, pertanto, non
è corretto pensare che siano sistemi più distanti dall’Italiano rispetto agli altri.
gallo-italici,
Nell’area dei dialetti a causa delle migrazioni e delle occupazioni, si utilizza il
pronome soggetto clitico (come ad esempio quando in francese per rafforzare il pronome
personale viene utilizzato “moi, je…”), ma nonostante ciò, al contrario del Friuli e della
non sono riconosciute come minoranze linguistiche.
Sardegna, tali aree Ciò permette di
comprendere come, il concetto di minoranza linguistica e per come esso sia riconosciuto in
concetto molto impreciso.
Italia, sia un
L’alloglossia è la presenza o l’uso di una lingua diversa nell’