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SNC.
Quando si hanno dei disturbi e il medico ci da un integratore a base di magnesio perché è
uno stabilizzatore di potenziale di membrana e se dovessimo togliere il magnesio andremo
incontro a crampi. 61
ESERCIZIO IN AMBIENTE IPERBARICO
Lezione 07/01/2022
In ambiente iperbarico ci riferiamo alla fisiologia delle immersioni che possono essere fatte
in due tecniche:
1) apnea
2) devices che assistono l’immersione/respirazione
Ricerche su grandi mammiferi marini
Ha delle limitazioni per quanto riguarda i meccanismi che consentono agli animali di
effettuare immersioni profonde in tempi più lunghi dell’uomo:
- elevato volume di sangue
- caratteristica anatomica ovvero i polmoni sono più collassati dell’uomo (si restringono
di più e questo previene la formazione di bolle di gas, in particolare dell’azoto)
- Hanno una caratteristica comune all’uomo: ridistribuzione del circolo periferico, in
particolare si concentra di più nella parte centrale del corpo.
- Hanno una reazione di bradicardia all’immersione che è molto più rilevante di quella
dell’uomo, e questo garantisce una continua distribuzione di sangue agli organi.
- Hanno una elevata tolleranza per bassi livelli di ossigeno e variazioni di pH del
sangue
- riduzione della perfusione dei muscoli però questi animali hanno alte concentrazione
di mioglobina e hanno buone riserve di ossigeno all’interno delle fibre muscolari
Tutto questo ci fa capire la risposta alle immersioni che caratterizza i mammiferi e che è da
considerarsi composta di tre meccanismi:
1) regolazione della respirazione
2) del ritmo cardiaco
3) della pressione arteriosa
Quello che avviene in questi tre sistemi si estende a tutte le categorie di mammiferi per il
mantenimento dell’omeostasi di quegli organismi aerobici.
Le fonti di ossigeno sono costituiti dall’emoglobina e mioglobina per quello che riguarda la
funzionalità muscolare, quando le fonti di ossigeno si esauriscono si raggiunge un limite
(limite aerobico di immersione), a questo corrisponde un’attivazione di metabolismo
lattacido (abbiamo una certa quantità di lattato nel sangue e questo aumenta nel momento
in cui vengono coinvolte fibre muscolari che utilizzano un altro tipo di metabolismo rispetto
all’aerobico). Conseguentemente a questo si attiva un riflesso barocettivo, oltre
all’attivazione dovuta all’immersione e che riduce la FC e questa è una distribuzione
intelligente delle risorse disponibili. Tutto questo è in compatibilità con la ridistribuzione
dell’ossigeno.
Il ratto
Hanno capacità che supera la nostra a svolgere immersioni abbastanza protratte, si vedono
variazioni della pressione arteriosa nel ratto e queste riguardano la pressione minima e
massima e mano mano che aumenta il tempo di immersione queste variazioni si fanno più 62
intense tra la pressione minima e la massima per poi diminuire man mano che si arriva ad
una fine del periodo in apnea e si ha una riduzione del ritmo cardiaco ben rappresentato da
queste oscillazioni tra massima e minima.
Si osserva come la percentuale di CO2 aumenta man mano che aumenta il periodo di apnea
per poi diminuire immediatamente e significativamente dopo l’apnea in cui il soggetto
ricomincia a respirare. Si ha una diminuzione della concentrazione di O2 e si osserva che il
metabolismo lattacido che si innesca durante il periodo di immersione, fa sì che il lattato non
aumenti durante l’immersione ma immediatamente dopo.
Caratteristiche mammiferi acquatici e terrestri
Andando a vedere i vari cambiamenti che si osservano nel corso degli adattamenti
all’esercizio in ambiente iperbarico per quanto riguarda la fisiologia delle immersioni:
esistono caratteristiche che cambiano tra mammiferi acquatici e mammiferi terrestri:
il volume del sangue, la concentrazione di emoglobina e controllo temperatura sono
costitutivi (soggetti ad un controllo omeostatico) nei mammiferi, degli altri sono condivisi:
● diminuzione della FC
● aumento della vasocostrizione periferica
● Capacità di rimanere in apnea
La bradicardia
Si sa che il discorso della bradicardia funziona sia nel caso della immersione completa,
esclusa la parte superiore del corpo (collo e testa) all’interno dell’acqua, sia molto di più nel
momento in cui il viso viene immerso in acqua. Questo è un riflesso che induce una
bradicardia. E’ qualcosa che succede nell’immersione volontaria.
I dati che si è riusciti ad estrarre da lavori sul ratto dimostrano che alcuni nervi che innervano
il naso e la cavità boccale sono dei nervi sensoriali di carattere misto che portano diverse
informazioni che sono legati al controllo della FC, questi stessi nervi sembra che abbiano
una determinata importanza per quanto riguarda la vasocostrizione ma anche la capacità di
modulare l’assenza di respiro che avviene nel caso di un’attività subacquea. Questo ha
bisogno di ulteriori ricerche ma comincia a delineare la modalità con cui uno stimolo
sensoriale come l’immersione del viso in acqua sia in grado di produrre quel riflesso che
prepara l’organismo ad effettuare un minore lavoro cardiaco e respiratorio per consentire
una certa efficienza nello svolgimento dell'attività in ambiente iperbarico.
La saturazione di ossigeno nel sangue e l’andamento della FC in immersione in una
attività di apnea volontaria
Prima dell’inizio dell’immersione abbiamo FC che è relativamente aumentata rispetto al
normale (si riferisce ad una preparazione particolare dell'immersione che è quella della
iperventilazione). L’iperventilazione non porta ad un sostanziale arricchimento dell’O2 ma
porta ad una riduzione della CO2 che è importante per il permanere di un attività fisica in
acqua ma ha una controindicazione ovvero che questa riduzione della CO2 potrebbe
inficiare la necessità di tornare a respirare. Quando facciamo esercizio e ci muoviamo in
acqua, consumiamo ossigeno e questo risulta secondo le regole del metabolismo aerobico
in una produzione di CO2 che è lo stimolo più potente che ci induce a respirare, per cui è
un'arma a doppio taglio.
Successivamente la bradicardia si instaura in maniera repentina, seguita da un ritorno a
livelli normali e addirittura tachicardici quando la concentrazione di O2 tende a diminuire e
aumenta la CO2. 63
Immersione accidentale in acqua
Temperatura dell’acqua distante dalla neutralità: dipende dalla nostra capacità di prepararci
ad una determinata situazione. (cadere in acqua in modo accidentale).
Fattori che regolano la capacità di eseguire esercizi in apnea
Il tempo di apnea è determinato dal punto di rottura respiratorio (nell’esercizio in aria si
parla dell’aumento di anidride carbonica dovuta all’esercizio fisico o qualcosa che ha a che
vedere con un aumento del lattato, quindi è legato alla soglia del lattato, quando in un
esercizio c’è un ritmo respiratorio superiore a quello a riposo, comunque tende a rimanere
costante. Oltre un certo livello, nonostante l’intensità non cambi, si può osservare un
aumento della frequenza respiratoria che è necessaria perché consente l’eliminazione di
CO2 e la regolazione del pH ematico.) il breakpoint respiratorio è uno degli elementi che può
determinare la durata dell’apnea ed è allenabile. Le durate delle immersioni in apnea
possono variare da soggetto a soggetto.
Iperventilazione
Questo favorisce un allungamento dell'intervallo di tempo in cui si instaura il punto di rottura
respiratorio, perchè se diminuisce CO2 nel sangue e può avvenire con l'iperventilazione, il
tempo di accumulo della CO2 che ci porta al punto di rottura respiratoria si allunga.
Si afferma che il limite di profondità a cui è possibile arrivare è determinato dal rapporto tra il
volume polmonare totale e il volume residuo e si dice che maggiore è quel rapporto,
maggiore è la capacità del soggetto di immergersi. Il nostro organismo è composto
prevalentemente di acqua, quindi come tale i nostri tessuti sono non comprimibili come lo
sono i liquidi, però nel nostro organismo ci sono una serie di cavità che contengono fluidi
compressibili e si pensa all’aria (sistema respiratorio) e possono essere interessate al
problema della pressione.
La legge di Boyle
Noi nell’esercizio in ambiente terrestre siamo soggetti ad una forza che è la pressione
atmosferica, ovvero la forza pesa della colonna d’aria che ci sovrasta e cambia a seconda
della quota. Se rimaniamo a livello del mare la pressione vale 760 mmHg , quando ci
immergiamo in acqua alla pressione atmosferica, si aggiunge la forza peso per unità di
superficie della colonna di acqua che ci sovrasta e quindi siamo in un ambiente iperbarico a
causa di questo (la pressione a cui siamo sottoposti aumenta in seguito all’acqua che ci
sovrasta) e questo ha una serie di effetti non tanto su organi non comprimibili ma sulle cavità
aeree, si illustra come i polmoni si riducono di volume (diminuisce il volume di aria che
occupa i polmoni), a temperatura costante pressione e volume sono inversamente
proporzionali tra loro, quindi se aumenta la pressione di un gas in un recipiente il volume del
gas diminuisce (legge di Boyle) e questo accade anche nel nostro corpo. La pressione si
esercita su tutto il corpo, la struttura ha delle capacità di ridurre l’effetto boyle ma non lo
riduce del tutto e può determinare il fatto che il volume polmonare totale comincia a
diminuire e quello residuo è quel volume di aria che occupa i polmoni e non partecipa in
modo attivo allo scambio che avviene con il sangue. Nei mammiferi marini c’è un ulteriore
meccanismo che si induce nel momento in cui questi animali si immergono. La milza è un
organo linfatico ed è molto vascolarizzato e se la estraiamo ha comunque un colore rosso
intenso, negli animali marini l’immersione e in particolare la pressione a cui l’organismo è
sottoposto, induca una contrazione della milza per cui libera una certa quantità di sangue e
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globuli rossi e contribuisce ad un aumento del volume di sangue e ad un aumento dei globuli
rossi e quindi aumenti di emoglobina e questo contribuisce a mantenere attive le funzioni
vitali.
Maschera e occhialini
Se apriamo gli occhi in acqua quello che vediamo non è esattamente quello che possiamo
vedere in superficie e questo è dovuto alle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua (indice
di rifrazione). Poiché l’acqua in qualche modo assorbe la luce, per garantire una visione
migliore si utilizzano maschere o occh