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II PARTE
Riassunto
Tutto quello di cui abbiamo parlato bisogna inserirlo prima in un contesto fisiologico e poi
patologico. La fonte principale di produzione delle ROS sono i mitocondri, ma ci sono anche
altre sedi dove vengono sviluppate, abbiamo visto come nel passaggio degli elettroni lungo
la catena di trasporto degli elettroni dei mitocondri nella membrana interna c’è una perdita di
37
elettroni, per cui questi elettroni vengono associati all’ossigeno e l’ossigeno man mano ne
può legare fino a 4, e inizialmente viene convertito in anione superossido con forte potere
ossidante e sia nella membrana interna, nella matrice e nel citosol viene sequestrato
dall’azione della SOD (superossido dismutasi) sia manganese che rame-zinco, in stretta
dipendenza della localizzazione mitocondriale o intracellulare. La superossido dismutasi
dismuta l’anione superossido e lo converte in perossido d’idrogeno (specie non radicalica
con forte potere ossidante) e anche questo deve essere detossificato, per questo entrano in
gioco questi due enzimi: la glutatione perossidasi e la catalasi che convertono il perossido di
idrogeno in acqua, quindi neutralizzano completamente l’azione del perossido d’idrogeno.
Quindi la prima difesa che entra in gioco è una triade catalitica, di natura enzimatica
(superossido dismutasi, catalasi e glutatione perossidasi), che è la prima barriera
antiossidante utile per l’azione di detossificazione delle ROS.
La glutatione perossidasi
E’ una metalloproteina contenente selenio (cofattore), localizzata sia a livello della
membrana cellulare sia a livello extracellulare. Esistono due forme:
- Se - dipendente
- Se - indipendente
Fino ad oggi, sono state identificati negli umani otto differenti iso-forme di glutatione
perossidasi.
Essendo una rete enzimatica fondamentale, nello sportivo è quello di aumentare i livelli
dell’attività di questi enzimi e dell’espressione proteica. La glutatione perossidasi catalizza,
utilizzando il glutatione (GSH) come substrato e agente riducente, la riduzione di H2O2 ad
acqua. Il glutatione è un antiossidante che ha un ruolo cruciale ma è non di natura
enzimatica. In questa reazione il GSH nella forma inizialmente ridotta viene ossidato in
GSSG.
La maggioranza dei dati in letteratura concludono che l’attività di endurance (≥ 60 min/day)
promuovono incrementi nel range 20-177% dell’attività enzimatica della GPx in fibre
ossidative di tipo 1 e 2A
Catalasi
è un enzima presente principalmente nei perossisomi ma anche nella frazione citosolica
dove rimuove con efficienza H2O2
una molecola di catalasi può convertire 6 milioni di molecole di H2O2 in acqua e ossigeno al
minuto.
Tra le due la glutatione è quella che agisce prima per rimuovere la molecola di H2O2.
Quindi la glutatione perossidasi utilizza come cofattore il GSH, mentre la catalasi entra in
azione in maniera indipendente. 38
Triade catalitica rapidamente connessa, per cui l’uno dipende dall’altro. Perché se è
insufficiente l’attività della SOD la catalasi e la glutatione perossidasi fanno ben poco,
possono entrare in azione ma manca chi converte l’anione superossido in perossido di
idrogeno. Qualora avessimo un depauperamento di glutatione all’interno, la glutatione
perossidasi ha difficoltà ad entrare in azione, gli manca il substrato. È tutto connesso, infatti
si parla di barriera antiossidante perché entra in gioco in maniera sinergica, non ci sono
elementi indipendenti. Sono tutti dipendenti l’uno dall’altro (la triade).
Il perossido d’idrogeno è un potenziale substrato della reazione di Fenton. La
detossificazione del perossido di idrogeno è fondamentale perché è una specie ossidante
non radicalica. Le ROS in quantità elevata danneggiano proteine, lipidi e glucidi. Non solo il
perossido di idrogeno e l’anione superossido sono ossidanti, quindi in grado di aggredire le
fibre muscolari, ma compartecipano in altre reazioni che vanno a produrre il radicale
idrossilico, specie altamente tossica nella reazione di Fenton. L’attività fisica (endurance) è
in grado di aumentare i livelli di attività enzimatica di enzimi antiossidanti, specialmente nelle
fibre di tipo ossidativo e questo è un fenomeno importante, altrimenti lo sportivo
consumerebbe sé stesso da un punto di vista ossidativo. Appena noi consumiamo, con
l’attività fisica media, 10-15 volte l’ossigeno che consumiamo normalmente, nelle fibre
muscolari si consuma 200 volte più ossigeno rispetto alle altre cellule. Quindi abbiamo un
metabolismo molto ossidativo, di conseguenza il primo livello adattivo è l’espressione
dell’attività della glutatione perossidasi e degli altri enzimi antiossidanti.
Reazione di Fenton
E’ qualcosa che coinvolge lo
sportivo, avviene fisiologicamente
ma ancor di più avviene dopo e
durante l’esercizio fisico. Consiste
nel coinvolgimento dei metalli di
transizione, ha un carattere
generale, quando ci sono questi
metalli, in presenza di radicali liberi,
di specie reattive si forma questo
radicale idrossilico (OH-), che è la
specie più potente che il nostro
organismo genera, altamente
tossico. Ha un'emivita di 10 alla -9
secondi (0,000000009) un'emivita
bassissima, ma è altamento tossico
e quando viene generato subito
genera substrati. Se ci sono metalli di transizione, che sono nella fibra muscolare, nel
sangue, nei liquidi interstiziali, e nell’uomo il metallo di transizione è il ferro.
Nelle fibre muscolari e nel nostro organismo generiamo ROS, c’è una barriera detossificante
che entra in gioco perché le ROS ossidano substrati, ma entrano in gioco reazioni
secondarie con il ferro assolutamente dannose per la nostra salute, perché la reazione di
anione superossido con perossido d’idrogeno con il ferro determina la produzione del
radicale idrossilico con elevato potere ossidante. Questa reazione avviene nel sangue e
nelle fibre muscolari, e in tutti i nostri distretti perché il ferro è ovunque ma ci sono zone in
cui il ferro aumenta. 39
-
L’anione superossido(O2 ) va a interagire con ione ferrico Fe3+ e l’elettrone ha carica
negativa, quando riceve un elettrone dall’anione superossido e diventa ione ferroso Fe2+ e
l’ossigeno viene neutralizzato, da ione ferrico passa a ione ferroso, ma l’anione superossido
va quindi a produrre uno ione ferroso che entra nella reazione di Fenton. L’azione
dell’anione superossido è quella di andare a produrre ione ferroso (Fe2+) che reagisce con il
perossido d’idrogeno (H2O2), e se l’azione della catalasi, della glutatione perossidasi
scema, avviene la reazione di Fenton e alla fine viene prodotto il radicale idrossilico (OH)
che si può formare anche se mettiamo insieme l’anione superossido e il perossido
d’idrogeno , che interagiscono e formano radicale idrossilico che è altamente tossico.
Tra le ROS quella più tossica è l’OH, che si forma come abbiamo detto prima, questa
reazione è importante perché avviene anche nel sangue.
Questa reazione con il ferro nello stato di ossidazione particolare avviene con qualsiasi
perossido organico.
Perossido organico
Il perossido ( ha 2 molecole di ossigeno) organico (molecola con il carbonio), R vuol dire
qualsiasi substrato organico (ROOH) che reagisce con il ferro, il radicale alcossilico (ha solo
un ossigeno OH) mentre quello perossilico ha due ossigeno (OOH)
L’altra importante reazione coinvolge l’ossido nitrico (NO)
Quando siamo in condizioni di stress ossidativo, e le specie reattive vengono prodotte in
maniera importante, un'altra reazione produce perossinitrito. La reazione dell’ossido nitrico
(la sua emivita è brevissima di circa 4 secondi) con l’anione superossido porta a questa
formazione. Quindi l’anione superossido se non è prontamente detossificato produce
perossido d’idrogeno che partecipano alla reazione di Fenton e produce OH, l’anione
superossido può anche partecipare, in condizioni di stress ossidativo, anche all’interazione
con l’ossido nitrico, e produce perossinitrito che quando viene prodotto va a neutralizzare
tutte le molecole. Il senso di fatica dipende da accumulo di fosfato, acidosi, ma anche dal
fatto che abbiamo prodotto queste molecole. 40
Esercizio di endurance (maratona)
Il maratoneta va incontro all’anemia dello sportivo, anche se è ben allenato, ci sono
comunque sportivi di élite che affrontano attività fisica estremamente pesante per cui
andiamo in una fascia che riguarda attività fisica che risulta anche dannosa allo sportivo
perché i livelli adattativi dell’organismo sono superati, la barriera antiossidante non è più in
grado di sostenere al meglio. Quindi sicuramente gli atleti hanno una serie di livelli adattativi
che non ha un’altra persona che non fa attività, ma durante una gara o competizioni estreme
comunque ci sono dei danni. La prima cosa che si ha è la produzione di cataboliti acidi
(acidosi), nel sangue il Ph si abbassa, si va in acidosi perché abbiamo un accumulo di
prodotti di scarto da tutti i tessuti ma in maggior parte dal tessuto muscolare che lavora in
maniera estrema, quindi tutti i cataboliti vanno nel sangue che abbassano il Ph e si va in
acidosi. Questa condizione è molto dannosa, perché nel sangue ci sono gli eritrociti (globuli
rossi) e questa condizione determina l’emolisi cioè la rottura di questi. Ma l’emolisi determina
la liberazione di emoglobina, quindi: si rompono i globuli rossi, l’emoglobina viene rilasciata
nel sangue e l’emoglobina ha il ferro che si lega all’ossigeno. Quindi abbiamo un
riversamento di emoglobina nel sangue, poi abbiamo altre proteine che legano il ferro (la
transferrina), e il ferro è meglio che sia legato alle proteine. In una condizione di questo tipo,
del maratoneta, succede che andiamo in sideremia, ovvero rottura dei globuli rossi
(emolisi). I cataboliti acidi vanno nel sangue, si abbassa il pH e questo determina il rilascio
del ferro dall'emoglobina e dalla transferrina. Il 70% del ferro è contenuto nell’emoglobina,
un'elevata concentrazione di ferro viene rilasciata perché l’emoglobina che si trova in un
ambiente acido non riesce a tenere il legame con il ferro e viene rilasciato e, sappiamo che i
metalli di transizione liberi producono radicale idrossilico (reazione di Fenton). Quindi il
maratoneta va incontro a queste problematiche. Tutto questo determina danni alle molecole
e agli endoteli dei vasi sanguigni, perch&eac