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Le diverse definizioni e interpretazioni sulla natura del pensiero rispondono

ai differenti orientamenti teorici delle scuole psicologiche e filosofiche ed

alle svariate metodologie di ricerca adottate. L’associazionismo ha preso in

considerazione i processi elementari del pensiero, focalizzando il momento

associativo e il momento dell'attenzione su ciò che passa per la mente. I

Corso di Psicologia del Pensiero – Dott.ssa Bruna Dante

risultati raggiunti da Galton con i suoi esperimenti psicometrici approdano

a tre categorie di associazioni, dove l'immagine mentale è legata:

a) ai suoni delle parole;

b) alle impressioni sensoriali;

c) alla componente immaginaria.

Le conclusioni raggiunte sono state criticate poiché erano le uniche che si

potevano raggiungere a partire dal metodo adottato con risultanze

significative in ambito quantitativo, ma insufficienti a spiegare la variante

qualitativa dei processi di pensiero. Diversamente dall’associazionismo,

l’introspezionismo, inaugurato da Wundt e da Titchener, fu in seguito

ripreso dal cognitivismo, con il metodo dell'introspezione connesso ai

protocolli verbali (problema) in cui il soggetto è invitato a descrivere i

processi di pensiero che segue nella risoluzione di problemi proposti. I limiti

di questo metodo d'indagine sono da ricondurre al fatto che l'atto

d'osservazione modifica il processo, e che la comprensione della descrizione

introspettiva viene “filtrata” dal mondo esperienziale dell’osservatore.

Diversamente dall’introspezionismo, il comportamentismo ha rinunciato ad

avvalersi dei dati di coscienza, perché sperimentalmente inindagabili, con

conseguente ricollocamento del pensiero a quel presupposto verificabile che

è il linguaggio. Il cognitivismo ha rielaborato in modo particolarmente

significativo le teorie tradizionali, nate in ambito filosofico, relative alle

procedure di astrazione, la verifica delle ipotesi, i processi deduttivi e

induttivi attraverso cui il pensiero trova la sua articolazione. Partendo dal

presupposto che la mente non si limita a registrare informazioni, ma le filtra,

le organizza e le elabora intervenendo in modo attivo, il cognitivismo ha

rilevato alcuni aspetti centrali nell’analisi dei processi cognitivi della mente

umana:

a) I concetti non sono il prodotto dell'astrazione, che consente di raccogliere

in una denominazione comune i tratti identici degli oggetti separandoli da

quelli peculiari, ma l'espressione del modo con cui l'esperienza è stata

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organizzata, per cui i concetti sono “predittivi”, nel senso che consentono di

trattare gli eventi futuri, se il soggetto li organizza con lo stesso stile

d'esperienza.

b) L'esperienza prende le mosse da un costrutto personale che funziona o

da schema chiuso che impedisce l'arricchirsi dell'esperienza stessa, o da

schema aperto che riduce la sua componente schematica mano a mano che

accoglie i contenuti empirici che richiedono una continua ristrutturazione del

modo di fare esperienza.

c) L'effetto “atmosfera” agisce sulle procedure logiche per cui, nell'esempio

sillogistico, una premessa universale e una premessa particolare producono

un'atmosfera particolare. Una premessa affermativa con una premessa

negativa creano un'atmosfera negativa, un'ipotesi aggiuntiva crea

un'atmosfera di cautela, intesa ad accettare conclusioni deboli e prudenti.

d) Nella comunicazione il messaggio può essere alterato dal contesto

comunicativo con conseguenti fraintendimenti e misconoscimenti che

possono sfuggire a qualsiasi processo logico- razionale, analitico e sintetico.

La psicologia del pensiero cerca di individuare i processi mentali che

sottostanno alla genesi, alla valutazione e all’approvazione delle idee con

cui entriamo in contatto e sulla base delle quali formuliamo i nostri giudizi

e le nostre previsioni, costruiamo la nostra rappresentazione della realtà,

sviluppiamo i nostri ragionamenti, cerchiamo di risolvere i problemi con i

quali ci imbattiamo giornalmente e proviamo ad immaginare come le cose

potrebbero andare diversamente. Proveremo a presentare una panoramica

dei principali temi affrontati nell’ambito della psicologia del pensiero,

cercando di conoscere alcuni dei più noti fenomeni che sono stati messi in

evidenza dalla ricerca incontrando alcune prospettive teoriche che si sono

sviluppate in questo settore della psicologia. Esamineremo una visione

secondo la quale la mente dispone di tre modalità di pensiero, ciascuna

contraddistinta da specifici punti di forza e di debolezza andando ad

esplorare le diverse tipologie di situazioni che richiedono l’attivazione dei

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processi di pensiero. Si presenta il caso in cui ci troviamo a dover valutare

le informazioni che ci vengono fornite per esempio dovendo stabilire il loro

valore focalizzando come questo dipenda dai punti di riferimento ce

assumiamo per attribuire le nostre stime. In altri casi ci troviamo a valutare,

non singole informazioni, ma complesse argomentazioni formate da

informazioni interdipendenti che ci permettono di estendere la conoscenza

iniziale di cui disponiamo, generalizzazioni che vengono compiute a partire

da quanto si osserva e connessioni che vengono stabilite tra fenomeni

diversi: ragionamento deduttivo e induttivo, categorizzazione, analogia,

sono i concetti che rientrano in questo ambito. E’ pure vero che molte volte

non abbiamo a disposizione dati certi così da dover azzardare delle

previsioni verso ciò che ci sembra più verosimile possa accadere: è il caso

del ragionamento probabilistico che sta alla base degli atteggiamenti che

sviluppiamo nei confronti del rischio e dell’interpretazione delle ipotetiche

intenzioni altrui. I risultati delle nostre elaborazioni mentali devono poi

tramutarsi in comportamenti e occorre dunque scegliere la tipologia di

azioni che si ritiene opportuno adottare trovandoci quindi a decidere. Una

specifica tipologia di situazioni che richiedono di individuare con il pensiero

quale sia la strada migliore da prendere è il problem-solving; in questo caso,

talvolta, è possibile procedere con una cauta pianificazione dei passi da

seguire per il raggiungimento della soluzione, altre volte occorre modificare

la rappresentazione mentale del problema in modo da riuscire ad

interpretarlo in maniera proficua per arrivare ad una via d’uscita. Tuttavia

il nostro pensiero non ha l’unico scopo di aiutarci a comprendere la realtà

attuale e capire qual è il comportamento adeguato per affrontarla, ma può

prefigurare situazioni non ancora esistenti ma attuabili generando così

nuove visioni e nuovi artefatti: è questo il campo della creatività e della

fantasticheria. Se il pensiero si avvale di tre tipi di processi come è possibile

individuare di volta in volta quale è il meccanismo pertinente? Occorre che

l’individuo sia consapevole delle caratteristiche di ciascuna modalità di

pensiero e sappia controllare il suo funzionamento al fine di adottare

l’approccio più adeguato. In altre parole si tratta di possedere una

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competenza metacognitiva e la capacità di autoregolazione. Un notevole

apporto è stato dato dalle neuroscienze al cui riguardo si registra oggi un

elevato interesse relativamente allo studio dei processi di pensiero.

Il Pensiero è la facoltà di conoscere e comprendere gli aspetti generali e

universali delle cose, senza dipendere immediatamente, e di volta in volta,

dalle singole cose e dagli aspetti isolati con cui esse ci appaiono. Si tratta

cioè della capacità di cogliere il reale per "astrazione". Ad es. con la parola

"mela" possono essere comprese e identificate tutte le mele del mondo,

anche se ogni mela può essere diversa dall'altra. Inoltre col concetto di

"mela" s'intende un vasto complesso di elementi strettamente integrati:

forma, colore, volume, peso, ecc.

II) Il pensiero è presente in ogni fenomeno cosciente: è l'attività che

percepisce, elabora ricordi, coordina immagini, astrae, compara, giudica,

ragiona. Abbiamo un pensiero percettivo che ci mette in contatto con gli

avvenimenti che accadono in noi e nel mondo esterno; un pensiero

immaginativo che ci rappresenta i dati percepiti o evocati dal passato; un

pensiero associativo che stabilisce un certo ordine tra i vari fenomeni

psichici; un pensiero affettivo che elabora le manifestazioni della nostra

affettività; un pensiero volitivo che presiede ad ogni azione volontaria.

III) Il pensiero si eleva al di sopra del mondo delle percezioni per formare

schemi generali che sono i concetti; esso afferra relazioni e trasforma il

materiale fornito dai ricettori sensoriali in un sistema di giudizi, attraverso

un processo di analisi e sintesi (ragionamenti).

2.3 - La formazione dei concetti. Presupposto necessario la creazione

del ragionamento è il concetto: termine con cui ci si riferisce ad un simbolo

astratto e generale che racchiude tutte le caratteristiche più rilevanti,

comuni a un gruppo determinato di oggetti o eventi. I concetti si formano

perché il nostro pensiero separa nella realtà quello che è utile o essenziale

da ciò che è superfluo, ovvero le caratteristiche costanti da quelle variabili.

Noi riconosciamo e classifichiamo gli oggetti sulla base dei concetti. Questo

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processo di schematizzazione dei dati percettivi rappresenta una grande

economia di energia e di pensiero. Se dovessimo affrontare ogni oggetto o

situazione come se fossero unici e irripetibili, saremmo sopraffatti dalla

realtà. I due processi fondamentali per giungere alla formazione di un

concetto sono quindi l'astrazione e la generalizzazione.

2.3.1 - Il pensiero come giudizio. Si parla di giudizio esplicito quando

dalla percezione (che di per sé può anche costituire un giudizio implicito) si

passa ad una riflessione cosciente, espressa verbalmente o per iscritto o in

maniera gestuale. L'attività giudicativa consiste nel riunire due percezioni o

due immagini o due concetti, stabilendo tra loro un rapporto. Giudicare

significa congiungere due termini con una affermazione, o separarli con una

negazione. Ad es. il viso di una persona incontrata ci fa venire in mente

quello di un'altra persona: questa associazione per somiglianza, per

diventare giudizio, richiede che il pensiero decida la verità o la falsità

dell'asserzione. Il giudizio presume sempre una qualche certezza, o in

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Publisher
A.A. 2023-2024
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rjo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del pensiero e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Dante Bruna.