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RAZIONALITÀ ASSOLUTA

Si tratta di un modello di razionalità che suppone che l’individuo, nel prendere

decisioni, sia in grado di prevedere e controllare, in maniera esaustiva, tutte le

possibili variabili incidenti nel processo decisorio.

In tale processo decisorio l’unico soggetto rilevante è l’individuo che

nell’interazione con l’organizzazione opera secondo un principio di razionalità

che risponde al criterio efficientistico del minimo mezzo e trascura ogni altra

considerazione di tipo culturale, sociale, psicologico che possa interferire con

l’obiettivo della massimizzazione del risultato [Rullani].

Di conseguenza il soggetto economico (Impresa) è dotato di una conoscenza

totale dei fattori della produzione controllando di conseguenza tutti i costi della

produzione.

Tale ipotesi consente di affermare che l’impresa vivrà sempre, produrrà con

modalità certe, dunque, non dovrà mai decidere se assumere o licenziare

personale, se acquistare o vendere tecnologia se acquistare materie prime

innovative in relazione a quelle già utilizzate nella produzione. Siamo

nell’ipotesi della razionalità assoluta, è tutto chiaro e quindi le decisioni per le

diverse combinazioni dei fattori produttivi è un semplice esercizio contabile di

acquisti e vendite (A. Marino).

RAZIONALITÀ LIMITATA

Si tratta di un modello di razionalità che suppone che l’individuo, nel prendere

decisioni, non sia in grado di prevedere e controllare, in maniera esaustiva,

tutte le possibili variabili che incidono sul processo decisionale.

Tale teoria si focalizzano su un soggetto che è più “umano” e meno razionale di

quello della teoria economica.

Il concetto di razionalità limitata è introdotto da Herbert Simon, che prevede un

uomo dell’organizzazione che è solo intenzionalmente razionale, poiché ha dei

limiti cognitivi, computazionali e previsionali [March e Simon 1958; Simon

1982].

Due erano gli obiettivi che Simon voleva raggiungere:

1) sostituire il modello convenzionale della razionalità assoluta con una teoria

della razionalità limitata

2) usare questa teoria della razionalità limitata come costruzione di una teoria

generale dell’organizzazione.

L’organizzazione possiede conoscenze e informazioni limitate, pertanto le

decisioni e le azioni che conseguono, potrebbero presentare, una volta attuate,

una notevole distanza in termini di risultato desiderato e ottenuto: le decisioni,

dunque, non sono ottimizzanti ma soddisfacenti.

Fasi del processo decisionale:

1. L’analisi del problema

2. La ricerca delle possibili soluzioni

3. La valutazione è la scelta dell’alternativa migliore

4. L’attuazione della decisione

5. Il controllo sui risultati e l’eventuale modifica della scelta

Questo perché l’individuo non è dotato di tutte le informazioni necessarie,

quindi, sceglierà ciò che ritiene soddisfacente.

MECCANISMI DI COORDINAMENTO

Il coordinamento consiste:

- Nello svolgimento di un'attività in maniera corretta dalle persone giuste,

nel luogo giusto e nei tempi giusti.

- Regolare il lavoro svolto da più persone attraverso le interdipendenze

- Finalizzare i comportamenti verso gli obiettivi favorendone il loro

raggiungimento

L’obiettivo del coordinamento è di fare in modo che diverse persone o diverse

unità organizzative operino sinergicamente, cooperino e lavorino insieme per

raggiungere gli obiettivi comuni.

1) SUPERVISIONE DIRETTA

Forma di coordinamento che implica la direzione di un individuo

gerarchicamente superiore nei confronti di altro/i individuo/i gerarchicamente

inferiori, comunicando:

a) cosa deve essere fatto;

b) come deve essere fatto;

c) ed effettuando il controllo sulle azioni ed i comportamenti attuati.

La supervisione diretta consegue il coordinamento attraverso l’assunzione di un

livello di responsabilità per il lavoro di altri, emanando istruzioni e

controllandone le azioni (Tempo reale – feedback diretto).

2) STANDARDIZZAZIONE

Standardizzare significa ricondurre ad una procedura o un modello predefinito,

riducendo così la varietà e la variabilità delle azioni o comportamenti.

Con la standardizzazione il coordinamento delle parti è parte integrante di un

programma ben definito e pertanto si riduce notevolmente la necessità di una

continua comunicazione.

A) Dei processi di lavoro

La standardizzazione dei processi di lavoro implica la definizione e

l'implementazione di procedure, metodi e norme fisse per eseguire

specifiche attività lavorative. Ciò mira a garantire coerenza, efficienza e

qualità nelle operazioni aziendali. La standardizzazione facilita il controllo di

qualità, semplifica la formazione del personale e contribuisce a ottimizzare i

processi produttivi.

B) Degli output

Realizza il coordinamento specificando le caratteristiche del risultato che

deve essere raggiunto.Il coordinamento viene raggiunto se il risultato

conseguito da tutti gli attori interdipendenti soddisfa le caratteristiche

predeterminate.

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sav.lis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Pariso Paolo.
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