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MODELLI ORGANIZZATIVI

Le organizzazioni sanitarie sono delle burocrazie professionali, cioè sono delle organizzazioni in cui lavorano dei professionisti, dei professionisti laureati, specializzati nell'ambito delle professioni sanitarie, dal medico in giù diciamo. Solitamente le burocrazie professionali sono articolate secondo un tipo di struttura predefinita, cioè tutte le burocrazie professionali hanno:

  • un top management che è quello che ha rilevanza strategica, che prende le decisioni;
  • un middle management cioè quel ruolo di mezzo, nel caso per esempio delle organizzazioni sanitarie è rappresentato dai direttori di dipartimento, dai direttori di unità operative complesse;
  • le operations cioè dove sostanzialmente avviene la produzione, dove lavorano medici, infermieri e tutto il personale sanitario.

Questa è un po' la struttura, la catena di comando che disciplina il funzionamento delle burocrazie professionali come

le organizzazioni sanitarie. Poi il tutto è supportato da due funzioni: da un lato la tecnostruttura e dall'altro lo staff di supporto, lo staff di supporto è quello che si occupa di mettere la parte delle operations nelle condizioni di poter lavorare, quindi chi si occupa delle pulizie, chi si occupa della mensa, chi si occupa delle manutenzioni, sono tutti staff di supporto sostanzialmente all'organizzazione. La tecnostruttura invece è quella parte dell'organizzazione che è a supporto del management nella definizione delle strategie, quindi pensate agli ingegneri biomedici, pensate agli igienisti, a tutta la direzione sanitaria, a tutti i vari specialisti, che si occupano di monitorare, di presidiare il contesto per cercare se ci sono delle innovazioni che bisogna immettere all'interno delle organizzazioni sanitarie. Esistono degli indicatori che sono tipicamente gli indicatori di personale, che servono per esprimere quanto

Un'organizzazione sta funzionando bene. Ad esempio in un'azienda ospedaliera, per quanto riguarda le persone che lavorano e che ci sono dentro questa organizzazione, mi aspetterei un capo, quindi il direttore generale magari coadiuvato da un direttore sanitario, direttore amministrativo. Poi mi aspetterei diverse posizioni nei livelli intermedi, ma non troppi. Poi mi aspetterei diversi direttori di unità operativa complessa, ma anche in questo caso non tantissimi e poi via via tutto il resto.

Allora, se in un ospedale 3 dipendenti su 10 sono amministrativi, c'è qualcosa che non va, perché questa non è un'azienda che si occupa di gestione dei servizi amministrativi, dovrebbe essere un ospedale quindi il core, l'attività principale, dovrebbe essere rappresentata dal personale sanitario. Andando a studiare l'organizzazione sanitaria rispetto a questi elementi potete in maniera facile e intuitiva capire se c'è qualcosa.

che non sta funzionando dentro l'organizzazione. Allora nella scelta del modello organizzativo, i modelli, le soluzioni che si possono presentare, possono essere diversi. Quando si risponde al problema della progettazione di un'organizzazione in un contesto sanitario, sono due gli estremi del range all'interno del quale ci si può muovere: da una parte possiamo adottare un criterio di organizzazione, incentrato sull'operatore, sul professionista e quindi vado a creare delle strutture dove raggruppo tra di loro il personale, rispetto alla funzione comune, omogenea che le persone svolgono e quindi tipico di questo approccio, può essere un approccio in cui metto da una parte tutti i chirurghi, dall'altra tutti i medici, dall'altra tutti gli internisti, quindi aggrego tra di loro persone, rispetto alla laurea, rispetto alla specializzazione che hanno conseguito. In questo caso quindi l'organizzazione è incentrata sul professionista, è

Il professionista che guida il criterio con cui io vado a organizzare il lavoro sarà invece il paziente che, se ha bisogno di diversi professionisti, dovrà andare lui con le sue gambe e le sue cartelline sanitarie negli studi dei vari medici, per cercare di ricostruirsi l'assistenza sanitaria.

All'opposto di questa organizzazione incentrata sul professionista e sulle caratteristiche del professionista, ci può essere un criterio di progettazione delle azioni sanitarie che sono invece incentrate sul paziente, ecco l'approccio sul paziente è esattamente l'opposto dell'approccio basato sul professionista. L'approccio sul paziente mette il paziente al centro e i diversi professionisti che collaborano tra di loro attorno al paziente. Cioè adottare un approccio alla progettazione di organizzazioni, in cui sostanzialmente il paziente sta lì, non è più il paziente a doversi ricostruire l'assistenza sanitaria.

ma bensì saranno i medici ad alternarsi attorno al paziente, rispetto al problema di salute che quest'ultimo sta manifestando. Allora questi sono i due approcci estremi che potremmo riscontrare, storicamente l'organizzazione sanitaria è stata incentrata sul professionista, quindi sull'offerta e quindi sono stati creati i raggruppamenti dentro l'organizzazioni secondo una logica funzionale, mettendo vicini tra di loro quelli che facevano cose simili e quindi i chirurghi da una parte i medici dall'altra, i medici di laboratorio da un'altra ancora e così via andando a raggrupparli tra di loro rispetto la specializzazione. Al contrario invece ci sono modelli organizzativi, che mettono al centro il paziente e vedono la cura del paziente attraverso dei team, delle forme di organizzazione dove ci sono diversi professionisti che collaborano tra di loro sulla cura del paziente. Questa organizzazione centrata sul paziente, esiste, ci sono ospedali che stanno

Sperimentando questo tipo di forme organizzative, una delle più famose si chiama il Tumor Board che è una forma organizzativa, è un team, per la cura di determinate patologie, dove i medici non appartengono più a delle unità operative, non appartengono più a un reparto ma appartengono a un team multidisciplinare costituito da professionisti, con specializzazioni differenti ma complementari. Per esempio, esiste il team per la cura dei tumori del retto colon, dove questo team è composto da un radiologo, un chirurgo, un anatomopatologo e sono loro a curare quella categoria omogenea di pazienti che presenta quel tipo di problema.

Questi medici la mattina, quando vado in ospedale, non vanno all'interno di un reparto che ha un nome, ma vanno nei locali che sono destinati al team a cui appartengono e come colleghi, come compagni di stanza, non hanno persone che hanno la stessa specializzazione ma hanno persone che hanno competenze complementari.

Rispetto al tipo di bisogno di salute espresso dal paziente. Sono forme che si stanno rivelando molto efficaci per la cura di determinate patologie e si stanno diffondendo sempre di più.

IL MODELLO DIPARTIMENTALE

Il modello organizzativo più diffuso in assoluto in ambito sanitario, anche perché è un modello organizzativo che è imposto dalla legge, si chiama modello dipartimentale.

Allora il modello dipartimentale più o meno è fatto in questo modo, cioè c'è un direttore generale con i relativi organi di staff, c'è un direttore sanitario e un direttore amministrativo, poi iniziano i vari dipartimenti: dipartimento A, dipartimento B, dipartimento C.

Per esprimere il concetto di modello dipartimentale si possono usare diverse metafore, uno degli esempi più appropriati che si possa utilizzare è che dovete immaginare il dipartimento come un grande contenitore, una scatola molto grande, anzi all'interno.

Di un'azienda sanitaria voi avete a disposizione più scatole, che sono i vari dipartimenti in cui andrete ad articolare la struttura organizzativa. Al tempo stesso avete degli altri contenitori più piccoli, che sono rappresentati dalle unità operative che ci sono dentro quell'organizzazione, i cosiddetti reparti. La sfida nella formazione dei dipartimenti, sarà andare a trovare un modo per attribuire le unità operative ai diversi dipartimenti, cioè andare a mettere queste scatole più piccole all'interno di questi contenitori più grandi.

Il criterio, il metodo che vi darete per aggregare tra di loro o mettere nella stessa scatola tra di loro oggetti diversi, rappresenterà il criterio di dipartimentalizzazione. Sarà chi progetta l'organizzazione ad andare a definire quello che sarà il criterio attraverso il quale verranno formati i cosiddetti dipartimenti. Allora queste scatole, questi contenitori che

andremo a costruire e che saranno riempiti dalle unità operative prevedono dunquel'aggregazione tra di loro delle diverse unità operative all'interno di questi contenitori che sono i dipartimenti. Ci sono differenti criteri per aggregare tra di loro le unità operative, le unità operative sono quelle che conoscete tutti la chirurgia, l'ortopedia, la medicina interna, la dermatologia ecc.. Tutti i tipici reparti che potete trovare all'interno di un'organizzazione sanitaria oppure nello specifico di un ospedale. Il dipartimento evidentemente deve essere formato, cercando di mettere insieme unità operative che centrino qualcosa l'una con l'altra. Il concetto chiave alla base della formazione del dipartimento è il concetto di condivisione. Cioè il dipartimento nasce perché deve garantire alle diverse unità operative che mette insieme, che aggrega tra di loro una qualche condivisione. I differenti

con cui vado a formare i dipartimenti ne sono almeno 6, cioè:

  1. Area specialistica
  2. Intensità di cura
  3. Classe di età
  4. Per organo-apparato
  5. Area nosologica
  6. Servizi di diagnosi e cura

Uno dei criteri di dipartimentalizzazione è rappresentato dall'area specialistica, cioè vado a costruire un dipartimento, aggregando tra loro le unità operative, rispetto alle caratteristiche degli operatori (per esempio creo il dipartimento di chirurgia, dove metto la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la chirurgia generale, la chirurgia oncologica, tutto ciò che inizia per chirurgia sta là dentro, così entro là dentro e so che trovo solamente chirurghi. Oppure posso fare un dipartimento medico, dove metto tutte le medicine: medicina del lavoro, medicina legale, medicina interna, ecc). Quindi il primo criterio per la formazione del dipartimento è l'area specialistica, cioè significa costruire un dipartimento attorno

seguente: - Utilizzare il tag
    per creare una lista non ordinata. - Utilizzare il tag
  • per ogni elemento della lista. - Utilizzare il tag per evidenziare il testo "caratteristiche degli operatori". - Utilizzare il tag per evidenziare il testo "operatori che hanno caratteristiche simili". - Utilizzare il tag per evidenziare il testo "secondo criterio per formare il dipartimento".
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
10 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aledc0033 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Di Vincenzo Fausto.