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MODULO 1. MISURE E CALCOLI
La Chimica spiega i «perché» e i «come» della vita di tutti i giorni, attraverso
un suo linguaggio specifico, secondo il quale, per esempio, atomi, ioni e
molecole sono le unità fondamentali delle sostanze presenti in natura.
Atomi, ioni e molecole sono entità piccolissime, tanto da non essere visibili
neppure con il più potente microscopio ottico; per ovviare a questo
inconveniente, la Chimica costruisce modelli con cui rappresentarli e utilizza
simboli per sintetizzarne la descrizione.
Per esempio, se osserviamo un bicchiere d’acqua ciò che vediamo con gli occhi
a livello macroscopico è l’acqua, ciò che immaginiamo a livello sub-
microscopico sono le molecole di cui è costituita, ciò che utilizziamo per
descriverle sono la formula (linguaggio formale) e il modello molecolare
(linguaggio visivo).
La Chimica è una scienza sperimentale, cioè è basata sull’osservazione e
sull’esperimento: osserva la materia studiandone la composizione, la struttura,
le proprietà e le trasformazioni. Per prima cosa, quindi, la Chimica descrive la
materia così come viene percepita dai nostri sensi, la interpreta
poi utilizzando modelli e formulando ipotesi, e infine sottopone tali ipotesi a
verifica sperimentale.
La materia è tutto ciò che possiede una massa e ha un volume.
GRANDEZZE E SISTEMA INTERNAZIONALE (SI) DELLE UNITA’ DI MISURA
Quando si effettua l’osservazione di una qualsiasi porzione di materia, per
esempio di una mela, si possono raccogliere informazioni qualitative, quali il
colore o la levigatezza della sua superficie, oppure quantitative, come la
lunghezza della sua circonferenza o la sua massa. Un’osservazione quantitativa
si chiama misura.
Per effettuarla, è necessario scegliere un’unità di misura e stabilire quante
volte l’unità di misura è contenuta nella grandezza da misurare; per esprimerla,
si scrive il valore ottenuto seguito dal simbolo dell’unità di misura. Se, per
esempio, si sceglie il grammo, g, come unità di misura della massa della mela,
e si determina che la massa è 150 volte più grande di tale unità, la misura è
«150 g». Il risultato di una misura non è mai un numero puro, ma è sempre
accompagnato dall’unità di misura scelta per effettuarla. Le proprietà della
materia che si possono misurare sono dette grandezze.
In ogni sistema di misura si scelgono alcune grandezze come fondamentali e se
ne definisce l’unità di misura. Ogni altra grandezza di quel sistema di misura è
derivata ed è legata a una o più grandezze fondamentali da una relazione,
detta formula dimensionale.
La comunità scientifica internazionale ha adottato il Sistema Internazionale
delle unità di misura, indicato brevemente con l’acronimo SI. Nel SI le
grandezze fondamentali sono sette ne è un esempio la lunghezza, la cui unità
di misura è il metro (m).
Il volume, invece, è un esempio di grandezza derivata e la sua formula
dimensionale caratteristica è: volume = lunghezza × lunghezza × lunghezza.
L’unità di misura del volume, conseguentemente, è il metro cubo: m3 = m × m
× m.
Quando l’unità di misura SI è troppo grande o troppo piccola per esprimere il
valore di una grandezza in un certo ambito, si usano multipli o sottomultipli
dell’unità di misura. Per esempio, la pressione atmosferica è generalmente
espressa in ettopascal, il valore energetico degli alimenti in kilojoule e la
dimensione di un batterio in micrometri.
Grandezze estensive e grandezze intensive
Le grandezze che descrivono le proprietà della materia sono di due tipi: le
grandezze estensive e le grandezze intensive. Sono estensive le proprietà
fisiche di un corpo materiale che dipendono dalla dimensione del campione: la
massa, il peso, la lunghezza, il volume, l’energia. Sono intensive le proprietà
fisiche del materiale che non dipendono dalla dimensione del campione. Esse,
infatti, sono tipiche di quel materiale o di quella sostanza (per esempio, la
densità, la temperatura di ebollizione).
La massa
La massa (m) è la resistenza che un corpo oppone a qualsiasi variazione del
suo stato di quiete o di moto.
La massa di un corpo è una proprietà intrinseca del corpo, ovvero è una
quantità invariante, che resta sempre la stessa indipendentemente dallo stato
di quiete o di moto del corpo.
L’unità di misura della massa nel Sistema Internazionale è il kilogrammo (kg);
nell’attività di laboratorio sono molto usati i suoi sottomultipli, il grammo (g) e il
milligrammo (mg):
1 kg= 1000 g
La misura della massa si effettua con la bilancia a due piatti.
Contrariamente a quanto si dice, quando poniamo un oggetto sul piatto della
bilancia non determiniamo il suo peso, ma misuriamo la sua massa.
Il peso
Il peso di un corpo sulla Terra è una misura dell’effetto della gravità terrestre
sul corpo stesso.
Il peso (P) è la forza con cui la Terra attira la massa di un corpo.
Poiché F = m x a, il peso e la massa di un corpo sono legati dalla relazione
P = m x g
dove g è il simbolo dell’accelerazione di gravità, che sulla Terra ha un valore
medio di 9,8 m/s
Mentre la misura della massa si effettua con la bilancia, la misura del peso si
effettua con il dinamometro.
Il valore di g diminuisce al crescere della distanza dal centro della Terra e varia
da un pianeta all’altro. Sulla Luna, per esempio, il valore dell’accelerazione di
gravità è sei volte minore di quello della Terra, per cui anche il peso di un corpo
è circa un sesto del valore che misuriamo sulla Terra.
Due corpi di uguale massa m sono attratti dalla Terra con la stessa forza e
hanno quindi lo stesso peso; ponendoli separatamente sui due piatti di una
bilancia a bracci uguali, la bilancia rimane in equilibrio, cioè i due piatti si
dispongono allo stesso livello. Se si vuole determinare la massa di un oggetto,
basta porlo sul piatto di una bilancia a bracci uguali e «bilanciarlo» ponendo
masse note sull’altro piatto.
Una bilancia a bracci è quindi uno strumento con cui si confrontano le masse. Il
suo funzionamento è lo stesso sulla Terra, sulla Luna o su Giove: se la bilancia è
in equilibrio, lo sarà ovunque.
Il volume
Le misure di volume sono molto frequenti nel laboratorio di chimica e nella vita
quotidiana (per lo più si tratta di misure di liquidi). Il volume è una grandezza
derivata dalla lunghezza (elevata al cubo) e la sua unità di misura nel SI è il
metro cubo, m3 . Inoltre, il volume si può esprimere anche in decimetri cubi o
in litri: 1 litro = 1 L = 1 dm3 = 10 cm ∙ 10 cm ∙ 10 cm = 1000 cm3 = 10−3 m3
L’equivalenza mostra che il cm3 (centimetro cubo, a volte indicato anche con
«cc») è la millesima parte del litro, pertanto viene anche detto millilitro. Il
simbolo del millilitro è mL. Quindi 1 cm3 = 1 mL
la densità
Provate a farvi questa domanda: quale materiale è più denso, l’acqua o l’olio?
Di solito si risponde, sbagliando, l’olio. I fatti ci dimostrano il contrario: l’olio,
proprio perché è meno denso, galleggia sull’acqua e non affonda. Ogni
materiale ha una densità caratteristica, che esprime la massa di un volume
unitario del materiale, ossia la compattezza di quel materiale. La densità si può
ricavare perciò dal rapporto tra la massa e il volume di un campione di tale
materiale. La densità è una proprietà intensiva della materia e varia al variare
della temperatura del campione. Per quasi tutti i materiali, l’aumento di
temperatura fa diminuire la densità, perché aumenta il volume. Soltanto
l’acqua liquida tra 0 e 3,98 °C e poche altre sostanze fanno eccezione a questa
regola. Secondo il SI la densità assoluta si misura in kg/m3:
d= m/V
La densità dipende, quindi, dal materiale, dalla sua temperatura e dalla sua
pressione (specialmente per i gas).
ENERGIA
L’energia è la capacità di un corpo di eseguire lavoro e di trasferire calore. Il
lavoro fatto da una forza costante, applicata a un oggetto che si sposta nella
stessa direzione e nello stesso verso della forza, è definito dal prodotto della
forza per lo spostamento dell’oggetto:
Energia e lavoro, nel SI, hanno la stessa unità di misura: il joule (J).
In biochimica è anche molto usata la caloria (cal), definita come la quantità di
calore necessaria per riscaldare 1 g d’acqua da 14,5 a 15,5 °C; la caloria non fa
parte del Sistema Internazionale. La caloria e il joule sono fra loro legati dalla
seguente equivalenza: 1 cal = 4,184 J
L’energia cinetica
Qualsiasi oggetto in movimento è capace di produrre lavoro. Chiamiamo
energia cinetica l’energia dovuta al movimento dei corpi. L’energia cinetica di
un oggetto la cui velocità sia molto più piccola di quella della luce si calcola con
la formula:
L’energia potenziale
L’energia chimica contenuta nei combustibili e nei cibi è energia potenziale;
tale energia è trasformabile in calore, o in altra forma di energia, mediante
reazioni chimiche. Analogamente, un corpo di massa m sollevato a un’altezza h
dal suolo possiede un’energia potenziale gravitazionale Ep = m ∙ g ∙ h, che
viene restituita quando scende a livello del suolo. Anche una batteria carica e
una molla compressa sono esempi validi di energia potenziale. L’energia
potenziale è energia che può essere resa disponibile da un sistema che ha la
possibilità di passare a uno stato più stabile. Questa forma di energia si può
dunque considerare energia immagazzinata, che può essere trasformata in
energia cinetica e in lavoro. L’uomo sfrutta l’energia potenziale contenuta nei
cibi per la sua sopravvivenza. Nelle sue cellule, infatti, avvengono reazioni di
demolizione degli alimenti la cui energia potenziale viene trasformata in altre
forme di energia, necessarie alla vita, e in calore.
La temperatura
La temperatura è una grandezza intensiva che ci fornisce una misura di quanto
un corpo è caldo o freddo. Non bisogna perciò confonderla con il calore che,
come vedremo più avanti, è un modo di trasferire energia. Lo strumento
utilizzato per misurare la temperatura è il termometro, che si basa sulla
capacità che hanno i