SCELTA TRA LAVORO E TEMPO LIBERO
Il consumatore oltre ad acquistare beni e servizi sul mercato, può vendere il proprio tempo ad un datore di
lavoro, ciò rappresenta l’offerta di lavoro cioè la disponibilità a vendere tempo alle imprese al cambio di un
salario. Un individuo desidera tempo libero e consumo, ma per consumare deve percepire un reddito e per
percepire un reddito deve lavorare, cioè rinunciare a del tempo libero.
Una variazione del tasso salariale influenza l’offerta di lavoro del consumatore, egli deve decidere quante ore
vuole dedicare al lavoro e quante al tempo libero. Quindi il problema decisionale dell’individuo è scegliere il
paniere tempo libero-consumo che preferisce (massimizza la sua utilità) all’interno di quelli possibili (sotto il
vincolo di bilancio). I panieri di consumo saranno ordinati tramite una funzione di utilità che rappresenta le
preferenze del consumatore.
Una volta trovati i livelli di tempo libero N e di consumo C, l’offerta di lavoro si trova come L=T-N.
Una variazione del salario renderebbe più ripida la retta di bilancio perchè migliora i termini a cui egli è in grado
di convertire il proprio tempo in tempo libero e consumo.
Per i salari più bassi la curva di domanda ha pendenza negativa, mentre per i salari più alti ha pendenza
positiva: con un salario più alto viene richiesto più tempo libero.
Inoltre, la curva di domanda di tempo libero ha pendenza positiva se il tempo libero è un bene normale e se
l’effetto di reddito di una variazione di salario è abbastanza rilevante.
Inizialmente il consumatore dispone di più tempo libero di quanto ne consuma, vende la sua differenza al
datore di lavoro! Questa distinzione inverte la direzione dell’effetto di reddito.
Per contro, quando il prezzo del tempo del consumatore aumenta, la sua condizione in qualità di venditore
migliora; perciò, se il tempo libero è un bene normale, egli domanda più tempo libero in conseguenza
dell’effetto di reddito.
Il vincolo di bilancio nel mercato del lavoro descrive com’è possibile trasformare il tempo libero in consumo. Si
assume che il mercato sia concorrenziale quindi:
1. Il salario è dato e costante
2. Il salario non dipende dal lavoratore
3. L'individuo può lavorare quanto desidera.
Il vincolo di bilancio è pC + wN ≤ wT + π.
Il problema di scelta
Il problema di scelta del consumatore/lavoratore nel mercato del lavoro consiste: nel selezionare il miglior
paniere di consumo e tempo libero tra quelli che può permettersi, data la sua disposizione di tempo e il
funzionamento del mercato del lavoro rappresentato dal vincolo di bilancio.
La soluzione del problema di scelta si trova nel punto di tangenza tra la retta di bilancio e la più alta curva di
indifferenza raggiungibile.
Variazione del salario
Un aumento del salario (da w a w’) aumenta la quantità di tempo libero che l’individuo domanda e diminuisce
la quantità di lavoro che egli offre e fa ruotare la retta di bilancio che diventa più ripida.
L’aumento del salario orario può essere pensato come un aumento del prezzo del tempo libero perché un
aumento del salario porta all’aumento del potere d’acquisto e quindi ad un maggior consumo di tempo libero.
/ ).
è il costo-opportunità di divertirsi (costo di una unità di espresso in termini di Ragionamento analogo
ma in senso contrario vale in caso di diminuzione del salario.
A seguito dell’aumento del salario un lavoratore può decidere di lavorare di più o di meno (diminuire o
aumentare il suo tempo libero):
• L’aumento del salario può essere vissuto come uno stimolo che fa lavorare di più (diminuisce N).
• Viceversa, il lavoratore può decidere di lavorare meno perché per mantenere il suo livello di consumo
sono necessarie meno ore di lavoro (aumenta N)
L’effetto sostituzione è legato al fatto che i prezzi relativi dei beni variano ed il consumatore scambia sempre
alcune unità del bene relativamente più costoso con l’altro. L’effetto sostituzione segue sempre la legge della
domanda e quindi, anche in questo caso:
•
Se aumenta diminuisce ( aumenta);
•
Se diminuisce aumenta ( diminuisce).
L’effetto reddito è l’effetto dovuto ad una variazione del potere d’acquisto del consumatore.
Qual è l’effetto di una variazione del salario sul potere d’acquisto del consumatore?
•
Se aumenta il consumatore è relativamente più ricco;
•
Se diminuisce il consumatore è relativamente più povero
.
Questo è l’opposto di quanto accade per un generico bene In quel caso, se aumenta (diminuisce) il
consumatore diventa relativamente più povero (ricco) e quindi:
• per i beni normali ER ha segno uguale a ES (i due effetti si rinforzano);
• per i beni inferiori ER ha segno opposto a ES (i due effetti su contrastano)
Invece, nel caso del tempo libero:
•
Se è un bene normale ER ha segno opposto a ES;
•
Se è un bene inferiore ER ha segno uguale a ES.
Quindi, nel caso della scelta tra lavoro e tempo libero:
•
Se è un bene normale, l’effetto complessivo è ambiguo, dipende dall’ammontare di ER e ES, perché i
due effetti si contrastano;
•
Se è un bene inferiore, quando aumenta (diminuisce) diminuisce (aumenta), perché i due effetti
operano nella stessa direzione.
Riassumendo, nel caso 3, un aumento del salario induce una riduzione dell’offerta di lavoro dovuta al
prevalere dell’effetto reddito: l’incremento del salario aumenta il potere d’acquisto del consumatore a parità
di ore lavorate e lui sceglie di aumentare il suo tempo libero.
In questo caso quindi l’offerta di lavoro (ovvero la domanda di tempo libero) NON segue la legge dell’offerta
(ovvero la legge della domanda) e si dice essere «backward bending» e cioè inclinata all’indietro.
E’ plausibile questa situazione? In genere: a livelli di reddito bassi un aumento del salario fa aumentare
l’offerta di lavoro (e diminuire la domanda di tempo libero); oppure a livelli di reddito alti, un aumento del
reddito fa ridurre l’offerta di lavoro (e aumentare la domanda di tempo libero).
SCELTE INTERTEMPORALI
Il problema che vogliamo studiare è come gli agenti decidono di risparmiare, se investire o come indebitarsi
per avere più reddito successivamente. Queste scelte si chiamano intertemporali perché si basano sul
consumo di oggi e di domani in funzione del reddito di oggi o domani.
Si ipotizza un consumatore che massimizza l’utilità e che ha accesso al mercato del credito, il quale permette
il trasferimento di una somma di ricchezza attraverso l’indebitamento.
A seguito della grande crisi finanziaria del 2008 si è diffusa l’idea che le istituzioni finanziarie danneggiano il
sistema economico, ma esse svolgono un ruolo fondamentale per aumentare il benessere dei cittadini perchè
riallocano il reddito. Se essi non esistessero, gli individui sarebbero obbligati a usare oggi il reddito di oggi e
domani il reddito domani e non ci sarebbero neanche meccanismi di redistribuzione come il sistema
pensionistico.
Lo studio si basa sul modello del ciclo vitale: le decisioni di risparmio/indebitamento vengono prese
considerando l’intero ciclo di vita tramite un processo di pianificazione, per esempio un individuo giovane
disporrà di un reddito basso che lo porterà all’indebitamento, un adulto disporrà di un reddito alto che verrà
risparmiato e infine da anziano si dispone di un reddito basso e utilizza i risparmi.
Nella realtà può accadere che l’individuo non spenda tutto il suo reddito in ogni periodo, questo accade
quando gli individui ricevono il reddito nel periodo che non corrisponde al flusso di consumo preferito.
In questo caso gli individui necessitano di ri-accomodare il flusso intertemporale del reddito tramite il
risparmio e l’indebitamento -> il modello ciclo vitale studia la pianificazione del consumo nel tempo.
Si considera la disponibilità temporale del bene, due beni identici vengono riconosciuti come differenti se
disponibili in istanti temporali diversi perchè li rende adatti a soddisfare bisogni diversi.
Tenendo a mente questo, è possibile riformulare il problema di ottimizzazione del consumatore in funzione del
consumo oggi e del consumo futuro.
Il modello del ciclo vitale -> ci sono due soli periodi, presente e futuro t= 0,1, l’oggetto della scelta è il livello di
consumo nei due periodi C0 e C1 che formano un paniere di consumo intertemporale (C0, C1).
Quanto costa un maggiore consumo di C0? L’individuo deve rinunciare a un’unità di risparmio oppure deve
aumentare di un'unità l’indebitamento. Un’unità in meno di risparmio costa 1+i (tasso di interesse) -> Prezzo
costo opportunità del consumo di oggi.
Le preferenze intertemporali sono rappresentate da una funzione di utilità U(C0,C1) che rappresenta le
preferenze per diverse combinazioni di bene x e bene y consumati nello stesso periodo. Il problema
dell’individuo è scegliere quanto consumare in ciascun periodo in modo da massimizzare la sua utilità.
Il mrs intertemporale rappresenta a quante unità di consumo futuro l’individuo è disposto a rinunciare per 1
unità in più di consumo di oggi, maggiore è questo rapporto maggiore è il consumo oggi. Si calcola come il
rapporto tra le utilità marginali del consumo di oggi e di domani.
La curva di indifferenza intertemporale -> rappresenta le preferenze del consumatore e hanno pendenza
negativa è necessario compensare una diminuzione di C0 con un aumento di C1, e mrs decrescente il
consumo è più importante quando è scarso. L'asse x consumo oggi asse y consumo domani.
La pendenza indica il grado di indifferenza tra consumo presente e futuro. Una curva più inclinata (arancione)
indica un consumatore più impaziente: per compensare una diminuzione di C0 è necessario un aumento di C1
maggiore rispetto a quello richiesto dal consumatore con le curve di indifferenza meno inclinate (blu). Il MRS è
maggiore per le curve più inclinate.
Ipotesi: ci sono due periodi in cui gli individui ottengono un reddito M0 nel periodo 0 e un reddito M1 nel
periodo 1, i livelli di consumo nei due periodi sono rispettivamente C0 e C1, inoltre il prezzo dei panieri è pari a
1 costante senza inflazione. È possi
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