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IL BREVE PERIDO:
Costo totale = Costi fissi + Costi variabili --> è l'ammontare che l'impresa spende
Costo marginale = variazione del Costo totale, a seguito della variazione della quantità prodotta --
> il costo che l'impresa deve sostenere per produrre una quantità in più del bene. (graficamente:
inizialmente tende a decrescere per poi, dopo aver raggiunto una soglia minima, riprendere a salire,
formando una parabola convessa rispetto all'asse x)
OSS! La differenza tra Cf e Cv è valida solo nel breve periodo. Nel lungo periodo l'impresa può
modificare tutti gli input produttivi --> non esistono Cf, ma solo Cv --> Ctot parte da zero.
IL LUNGO PERIODO:
Costo totale di lungo periodo = è il costo minimo di produzione per tutte le quantità di produzione
(l'impresa per essere efficiente, nel lungo periodo sceglie un mix di fattori produttivi, che consenta
di produrre un determinato quantitativo, al costo minimo possibile
Costo marginale di lungo periodo = è la variazione del costo totale di lungo periodo, quando varia
la quantità prodotta (come varia la spesa totale, quando produco di più?)
Costo medio di lungo periodo = rapporto tra il Costo totale di lungo periodo e la quantità totale
prodotta
ECONOMIE di SCALA
Nelle (a sinistra di Q*) aumentare la produzione è sempre meno costoso -
-> conviene produrre di più
DISECONOMIE di SCALA
Nelle (a destra di Q*) incrementare la produzione diventa sempre più
costoso Cmg e Cm
RELAZIONE :
Fino a quando il costo marginale è inferiore al costo medio, questo si riduce
(produrre un'unità in più, costa meno di quanto è costato produrre le unità precedenti --> se la
produco quindi si abbassa anche il costo medio)
Quando il costo marginale diventa superiore, il costo medio torna a salire
L'intersezione tra i 2, avviene nel punto minimo del costo medio con il costo marginale che lo
interseca dal basso verso l'alto
L'IMPRESA, i RICAVI:
Ricavo totale = la somma che l'impresa ottiene dalla vendita di tutti i beni --> se prezzo è uguale
per tutte le unità vendute, P (prezzo) x Q (quantità venduta)
Ricavo marginale = ciò che l'impresa ottiene dalla vendita di un'unità in più --> variazione del
ricavo totale / variazione della quantità
Ricavo medio = somma che l'impresa ottiene mediamente dalla vendita di un bene (es.) vendo
bracciali: ne vendo 10 e ho ricavo totale di 100 euro --> ricavo medio è 10 euro (ma magari ne ho
venduto uno a 5, uno a 20 ecc.) --> Rtot / Q
La MASSIMIZZAZIONE del PROFITTO:
Profitto = Rtot - Ctot --> x massimizzarlo dobbiamo ottenere produzione che abbia distanza
massima tra queste 2 grandezze
La massimizzazione avviene quando si raggiunge l'uguaglianza Cmg = Rmg --> se Rmg > Cmg,
all'impresa converrebbe aumentare la produzione (aumentandola di un'unità, il costo della
produzione sarebbe inferiore al ricavo che ne otterrebbe). Se Cmg > Rmg, all'impresa conviene
ridurre la quantità (il costo per produrla è maggiore rispetto al ricavo) --> quando Rmg = Cmg,
l'impresa non ha convenienza a modificare il livello di produzione (si è raggiunto il profitto
massimo, sfruttando tutte le possibilità di ricavare + dei costi)
Per realizzare tale profitto, l'imprenditore ha il compito di organizzare e coordinare i fattori della
produzione:
Y (funzione di produzione) è la quantità massima producibile di Q, dati i fattori L (lavoro) e K
(capitale) --> Q = f (K, L)
NEL BREVE PERIODO uno o più fattori sono fissi --> K.
Alla lunga L diventa fattore di inefficienza (ad un certo punto si inverte il ritmo di crescita della
produzione): LEGGE dei RENDIMENTI DECRESCENTI
da 0 a x* c'è una situazione di efficienza produttiva: l'incremento dei lavoratori, porta a un prodotto
maggiore
da x* in poi gli ulteriori incrementi di forza lavoro portano ad una perdita di efficienza: la
produzione totale è incrementata a ritmi decrescenti (l'apporto degli ultimi operai porta ad un
incremento di produzione inferiore a quelli precedenti. L'output aumenta in modo men che
proporzionale rispetto all'input) --> COSA BISOGNA FARE?
L'imprenditore dovrebbe incrementare il sistema produttivo (es.) aumentare macchinari,
dimensione stabilimento --> varia anche K --> LUNGO PERIODO
Nel lungo periodo si hanno 3 variabili --> Q = n x K x L
variazione di lavoro L
variazione di capitale K
variazione dell'output prodotto Q
Per studiare la produzione nel lungo periodo (e l'allocazione delle risorse produttive), si usa
l'ISOQUANTO --> una curva che rappresenta tutte le combinazioni di fattori produttivi che
garantiscono lo stesso livello di prodotto (ci dice tutte le possibili combinazioni di K e L, che ci
danno uno stesso livello di output)
man mano che gli isoquanti si allontanano dall'origine, aumentano i livelli di produzione (per i quali
occorrono combinazioni di K e L quantitativamente maggiori)
Il SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA misura la quantità addizionale di un
fattore produttivo, necessaria per produrre la stessa quantità, a seguito della riduzione dell'altro
fattore. (rappresenta la la derivata della curva di isoquanto)
I RENDIMENTI DI SCALA :
sono applicabili solo al lungo periodo e si associano a variazioni proporzionali di tutti i fattori
produttivi contemporaneamente (come varia l'output quando variano sia K che L nella stessa
proporzione (es.) 1%
se l'incremento della produzione è > dell'1% (aumento più che proporzionale) --> la funzione
di produzione ha rendimenti di scala crescenti
se l'incremento della produzione è = 1% (esattamente proporzionale all'incremento dei fattori
produttivi) --> la funzione di produzione presenta rendimenti di scala costanti
se l'incremento della produzione < 1% (men che proporzionale rispetto all'incremento degli
input) -->rendimenti di scala decrescenti
L'ISOCOSTO :
è la retta che rappresenta tutte le combinazioni di K e L, che danno origine ad uno stesso costo
Profitto = Rtot - Ctot --> per massimizzare il profitto, devo minimizzare i costi
Ctot è dato dalla remunerazione dei fattori produttivi = r (costo del capitale) x K + W (costo del
lavoro) x L
Intersecando il grafico degli isoquanti con quello degli isocosti, ottengo per ogni livello di
produzione, la combinazione ottimale di K e L, che è rappresentata dal punto in cui l'isoquanto è
tangente all'isocosto. --> condizione di Equilibrio.
Qui il SMST è uguale al rapporto del prezzo dei fattori produttivi (W / r)
L’unione di tutti i punti di equilibrio crea la via dell’espansione dell’impresa nel lungo periodo
Le FORME di MERCATO:
Concorrenza perfetta: presenta un numero elevato di produttori (piccoli e tutti sullo stesso
livello), che producono un bene omogeneo (non appare riconducibile a un'impresa piuttosto
che a un'altra). Non è possibile applicare strategie (es.) se il prodotto è omogeneo, non posso
avviare una campagna di marketing, perchè ciò che dovrei pubblicizzare, è uguale a quello di
tutti gli altri. --> nessun produttore influenza l'equilibrio di mercato; tutte le imprese
"accettano" il prezzo definito dal mercato stesso (imprese price taker); tale prezzo di equilibrio
è il più basso tra tutte le forme di mercato, mentre la quantità scambiata è la più elevata tra
tutte le forme di mercato. (se impresa stabilisse prezzo più alto, verrebbe eliminata dal
mercato: tutti i consumatori andrebbero a comprare il bene, identico, da un altro produttore)
Concorrenza imperfetta: imprese che hanno la caratteristica di produrre un prodotto
differenziato (questa è la caratteristica che lo differenzia dalla concorrenza perfetta) tanto da
renderlo riconoscibile dal prodotto di un’altra impresa. Ciascuna impresa ha una certa quota
di mercato (i clienti fidelizzati) e per determinata parte l’impresa si comporta come se fosse in
monopolio, in realtà non opera in monopolio perché tutti i beni seppur differenziati possono
essere sostituiti l’uno con l’altro.
Oligopolio: numero limitato di produttori, che producono lo stesso bene. Tra i produttori
avviene interazione strategica, che influenza l'equilibrio di mercato --> in questo caso il
consumatore può pagare un prezzo superiore, rispetto al caso della concorrenza perfetta.
Duopolio: caso particolare dell'oligopolio, formato da due sole aziende in competizione.
Essendo solo due hanno una forza abbastanza importante sul mercato, che va a sfavorire il
consumatore
Monopolio: un solo produttore con forza assoluta sull'andamento del mercato (l'impresa è
grande quanto l'intero mercato e la domanda sarà rivolta interamente verso questa) --> può
stabilire liberamente il prezzo e le quantità prodotte, al fine di massimizzare il proprio profitto
(il consumatore pagherà sicuramente un prezzo più elevato rispetto alle altre forme)
La CONCORRENZA PERFETTA:
essendo tanti (e quindi piccoli) i produttori e consumatori presenti su questo mercato, nessuno di
essi può influenzare il prezzo di equilibrio, che è dato dall'incontro tra domanda e offerta
complessive --> P (prezzo di vendita) è dato e immutabile a prescindere dalla quantità che si andrà
a produrre
I prodotti sono omogenei, non possono essere modificati e l'informazione è trasparente e completa
(il consumatore è consapevole dell'uguaglianza, per cui se azienda modifica prezzo, lui va da altra
azienda).
Questo mercato non ha barriere di entrata / uscita (quindi non è possibile ridurre l'offerta, perchè
così facendo entrerebbero nuove aziende attratte dal prezzo cresciuto, andando a riequilibrare
naturalmente l'offerta) --> questo impedisce alle imprese di avere perdite o profitti.
Per sopravvivere, le imprese devono coprire almeno i costi variabili: prezzo di mercato > costo
variabile unitario
EQUILIBRIO dell'IMPRESA nel BREVE PERIODO:
L'impresa, che è in equilibrio quando Cmg = Rmg, può trovarsi in 4 situazioni:
produrre il bene e registrare profitti --> il prezzo, nel punto di contatto con il costo marginale,
è superiore ai costi medi totali: questa differenza determina i profitti (l'impresa ricava più di
ciò che spende)
produrre il bene e coprire tutti i costi (pareggio) --> il prezzo è uguale al costo medio totale
(ricavi = costi)
produrre il bene e coprire solo i costi variabili --> situazione al limite con la non produzione<