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CAPITOLO 7: COSTI DI PRODUZIONE
Argomento di passaggio dalla tecnologia di produzione ai costi di produzione.
Teoria della Produzione: i building blocks della scelta dell’impresa
Il costo di produzione mette in relazione il livello di output Q, realizzato dalla singola
impresa, con il costo di produzione stesso. È quindi necessario sintetizzare gli input per
stabilire quanto output si produce e tradurlo in un costo.
Costi totali di produzione
Il costo totale rappresenta la minima spesa richiesta per produrre una data quantità di
output, nel modo più economico possibile → costo necessario per produrre ‘q’ quando
impresa è su frontiera efficiente di produzione. .
Sono definiti rispetto a orizzonti temporali e rispetto al target di output (no rispetto a input
impiegati) C(Q) = c(Q)
- Q = obiettivo di produzione da realizzare
Il costo di produzione mette in relazione l’output Q con il costo totale; è ovvio che per
produrre Q ho bisogno di lavoro e capitale, i due input del processo produttivo, ma la
funzione del costo totale non dipende dal L e K direttamente ma indirettamente poiché
appunto il costo di produzione mette in relazione Q con il costo totale.
L’output viene prodotto utilizzando input fissi e input variabili.
Il costo totale di produzione pertanto può essere analizzato come somma di due
componenti di costo:
1. Costi fissi (originati da input fissi) FC (fixed cost)
I costi fissi sono quantificati come la spesa necessaria al fine di comprare gli input fissi nel
processo produttivo, l’input fisso non è legato alla produzione, ma alla capacità produttiva
dell’impianto. 90
Non variano al variare di output che produco, per cui sono costanti, a meno che l’impresa li
eviti decidendo di non produrre alcunché.
Non possono essere modificati nel breve periodo (tipicamente K).
Costi Fissi vs. Costi Irrecuperabili
Un costo fisso è evitabile se l’impresa non deve sostenerlo se non produce alcun output.
I costi fissi sono costi pagati da un'impresa per il solo fatto di essere in affari, nella
condizione di produrre, anche se la produzione è zero
Invece, un costo fisso che deve essere sostenuto anche in caso di mancata produzione è un
costo irrecuperabile o detto anche costo affondato (sunk cost), che per
definizione non è recuperabile, quando l’impresa decide di cessare la propria attività
economica.
Es. - Spese per R&S in un comparto a elevata tecnologia o per attività di marketing
I costi di marketing o di sviluppo sono per loro natura irrecuperabili
- L’acquisto di un capannone commerciale o di un’autovettura non sono costi
irrecuperabili perché alienabili → quando vendo un macchinario nel mercato
secondario, il valore a cui lo vendo determina la parte recuperabile e la parte no.
A volte il valore sul mercato dell’usato è del tutto irrecuperabile
- Asimmetria tra aziende già operanti in un settore e altre esterne a esso, creando
barriere all’uscita o all’entrata → entrare in un mercato che richiede di sostenere
elevati costi fissi rende difficile operare generando profitto positivo
2. Costi variabili (originati da input variabili - tipicamente L) VC (Q)
I costi variabili sono pari alla spesa necessaria per acquistare gli input variabili nel processo
produttivo.
Tipicamente, nell’esempio di lavoro (variabile) e capitale (costante), per espandere la
produzione nel breve periodo, si assumono più lavoratori, per estendere l’output.
I costi variabili variano con il livello dell’output: VC(Q) crescono al crescere di Q (in quanto
sono necessarie unità aggiuntive dell’input variabile al crescere di Q) → > input, > VC.
Questi costi sono generati da fattori produttivi che posso variare nel breve periodo
● Il costo totale di produzione (C) è la somma di costi fissi (FC) e costi variabili (VC):
C = FC + VC(Q) - C → costo di produzione totale
- FC → costo fisso
- VC → costo variabile che dipende da Q
- Q → target di output che voglio
produrre
Costi economici
In microeconomia non consideriamo solo costi che comportano esborso monetario ma
consideriamo nozione di costo generale, che include i cosiddetti costi sommersi e costi
opportunità.
L’obiettivo della teoria economica è guardare la corretta allocazione delle risorse.
91
Alcuni costi sono sommersi: si pensi, per esempio, alle opportunità perse di impiegare gli
input in modo alternativo.
- Un costo opportunità rappresenta il costo associato alla rinuncia, all’opportunità di
guadagno di impiegare una risorsa nel suo miglior uso alternativo.
Tuttavia, non comportano un esborso monetario, ma sono considerati ai fini del calcolo del
profitto economico e non fiscale (non rilevati in bilancio).
Un esempio è il valore dell’attività di management da parte dell’imprenditore, che rinuncia
allo stipendio che avrebbe preso come manager di un’azienda non sua, rinuncia allo
stipendio, per lanciarsi in un’impresa e ricevere gli utili e le perdite ma non lo stipendio.
Questo costo non è riportabile a fini fiscali, però va incluso perché tutti gli input devono
essere inclusi nel calcolo dei profitti economici, definiti secondo l’allocazione di tutte le
risorse in azienda.
Un altro esempio è avere un locale di famiglia che lo si sfrutta per un proprio ristorante, a
livello contabile questo non comporterà un costo pur tuttavia, si sta rinunciando ad una
rendita che si sarebbe ottenuta affittando quel locale a terzi, la rinuncia a quel canone
d’affitto, un costo opportunità, cioè il mancato guadagno legato all’impiego di una risorsa di
proprietà all’interno del ristorante.
17/04/2023 Funzione di costo di produzione totale, di breve periodo.
Nozione di Isocosto. Relazione tra curve di costo e produttività dei fattori.
Andamento delle curve di costo medio e marginale.
Relazione tra curve di costo di breve periodo e di lungo periodo. Inviluppo della funzione di costo totale di
produzione di lungo periodo.
Rendimenti di scala e costi di produzione. Riferimenti bibliografici: Cap. 7 B&W, Slide 8
I Costi di Produzione di Breve Periodo
Un’impresa utilizza due input (K e L) nella produzione di un bene: nel breve periodo il
capitale K è fisso e il lavoro L è variabile.
Per determinare la funzione di costo di breve periodo con un solo input variabile:
1. Individuare il metodo efficiente per produrre un certo livello di output nel breve periodo.
Trovare la min quantità di L che mi consente di produrre un dato livello di Q
2. Trovare la quantità da utilizzare dell’input variabile per produrre un livello di output Q
4. Costi variabili = costo dell’input variabile per produrre un livello di output Q
5. Il costo totale di produzione è la somma di costi fissi (costo di acquisto di capitale
-macchinari ad esempio- che non posso variare nel breve periodo) e costi variabili.
Esempio numerico:
La funzione di produzione Cobb-Douglas è:
- Nel breve periodo, il capitale è pari a K = 16
- Il salario è w = 2 e il costo del capitale è r = 5 ‘r’, costo del capitale, comprende:
- Tasso di debito, che rappresenta il costo del capitale nel caso di finanziamento
- Tasso di obsolescenza, valore del capitale fisico che uso nel tempo e che si usura
-
92
Per calcolare la funzione di costo totale di produzione di breve periodo:
1. Ricavare la domanda efficiente di L in funzione di Q
Quando mi muovo sulla funzione di produzione sono sulla frontiera del mio insieme di
possibilità produttive che mi dice quanto produrre quando L è variabile ma K costante.
Valuto la mia funzione Cobb-Douglus nel breve periodo:
2. Occorre ricavare la domanda di lavoro in funzione di Q, cioè L(Q)
Trovato il metodo di produzione efficiente, la mia funzione di produzione di breve periodo, mi
dice quanto produco di Q in funzione di L
(relazione tra Q e L unica, se L aumenta → Q aumenta).
A me interessa, l’impiego di L che mi consente di avere Q → inverto la funzione di
produzione per avere L come funzione di Q (voglio sapere min quantità di L necessaria per
produrre un determinato livello di output)
3. Calcolare la funzione di Costo Totale
La funzione di costo totale di produzione di breve periodo è pari alla spesa necessaria
per comprare gli inputs L e K nel breve periodo.
- Sostituendo w=2, r=5, e K=16
- Sostituendo la domanda ottimale , la funzione di costo totale è (4.):
Le curve di costo In ascissa l’output e in ordinata il costo. Il costo variabile,
che in questo caso è una parabola centrata sull’origine
degli assi, è il costo che cresce con la produzione ad un
tasso che indicherà qualcosa rispetto ai rendimenti
crescenti o decrescenti.
Il costo fisso è il costo che non varia al variare dell’output;
quindi, graficamente è una retta orizzontale che non varia
sulle ordinate.
Geometricamente il Costo Totale è la
traslazione verso l'alto della curva di costo
variabile, traslata del costo fisso.
93
La combinazione di inputs di minimo costo di produzione nel lungo periodo
Nel lungo periodo, tutti gli input dell’impresa sono variabili → avrà a disposizione diversi
metodi efficienti per produrre un dato quantitativo di output - ciascuno corrispondente a
diverse combinazioni di input.
Date tutte le combinazioni di L e K l’obiettivo è trovare quella che mi da min costo quando mi
pongo obiettivo in termini di Q → Minimizzazione dei Costi con due Input Variabili
L’efficienza economica non coincide con efficienza tecnologica.
Ipotesi
• Un’impresa ha una funzione di produzione con due input variabili (K e L)
• Input e output sono perfettamente divisibili
• Prezzo del lavoro: w = Saggio di salario
• Prezzo del capitale: r = tasso di deprezzamento (tasso di obsolescenza dovuto all’usura) +
tasso di interesse (costo opportunità sul capitale proprio o il tasso debitore se devo
chiedere un finanziamento alla banca)
→ Curva di isocosto
Il vincolo di bilancio, nel caso delle imprese, è chiamata curva di isocosto che implica che
C (costo di produzione) sia dato dal costo di acquisto del lavoro + il costo del capitale.
- Equazione della curva di isocosto: C = wL + rK
La nozione di curva di isocosto indica tutte quelle combinazioni di lavoro e capitale tale per
cui il costo di produzione è costante.
L’isocosto è quindi il “luogo” di tutte le combinazioni di L e K che possono essere acquistate
con lo stesso costo di produzione complessivo.
L’isocosto separa i paniere che costano men