SO₂
• Sorbato
• Mosti concentrati
•
→ possono essere contaminati durante l’imbottigliamento da lieviti resistenti ai conservanti:
Z. bailii, S. cerevisiae, S. ludwigii
L’uso di conservanti in dosi subletali favorisce la selezione di specie altamente resistenti.
Punti critici della linea di imbottigliamento:
Superfici esterne dei filtri
• Riempitori
• Tappi
• Ganci
• Sterilizzatori
• Collo della bottiglia
• Aria interna delle bottiglie
•
I materiali d’imballaggio (bottiglie, tappi) non sono generalmente una fonte significativa, perché i
microrganismi eventualmente presenti non sopravvivono nel vino.
Tuttavia, l’introduzione di ossigeno durante l’imbottigliamento può stimolare la crescita di Z.
bailii.
Ecologia delle uve danneggiate
Le uve danneggiate favoriscono lo sviluppo di specie produttrici di 4-etil-fenolo:
• Dekkera/Brettanomyces spp.
• → presenza possibile anche già nel vigneto al momento della raccolta, non solo in
cantina.
Pichia guilliermondii
•
Proliferano anche:
• Hanseniaspora uvarum (anamorfa: Kloeckera apiculata)
• Candida stellata
• Metschnikowia pulcherrima
• Candida krusei
• Pichia membranifaciens
• Saccharomycopsis vini
• Saccharomycopsis crataegensis
• Candida steatolytica
• Zygosaccharomyces spp. (solo occasionalmente)
•
Presenza di acido acetico e acetato di etile:
• Prodotti da batteri acetici: Gluconobacter spp., Acetobacter spp.
• Secondo altri autori, anche da lieviti.
•
Botrytis cinerea
Può manifestarsi come:
• Muffa nobile: usata in produzioni particolari (es. Sauternes, Tokay Aszù)
• Muffa grigia: associata a danno economico
•
Effetti comuni (muffa nobile e grigia)
Variazione della composizione chimica dell’uva
• Produzione di composti ad azione antibiotica
•
In presenza di muffa nobile:
↑ Zuccheri (oltre 300 g/L)
• ↑ pH (circa +0,3 unità)
• ↑ Acido gluconico (da ossidazione del glucosio)
• → può inibire l’attività metabolica di alcuni microrganismi, creando problemi fermentativi
↑ Acido acetico (tollerato in produzioni particolari)
•
In presenza di muffa grigia:
↑ Glicerolo
• ↑ Acido gluconico
• → può creare problemi fermentativi
↑↑ Acido acetico (prodotto dai batteri acetici)
• Risultato: vini di scarsa qualità
•
Brettanomyces spp.
Forma asessuata di Dekkera
• È resistente all’etanolo, può completare la fermentazione, anche se lentamente
• Origine esterna: arriva in cantina da:
• Uve in cattive condizioni sanitarie
• Mosti/vini da altre cantine
• Botti di legno usate (attenzione alla loro storia tecnologica!)
•
Controllo dello sviluppo: lavaggi frequenti e 0,8 mg/L di SO₂ molecolare
•
Impatto sensoriale nei vini fermentati da Saccharomyces:
Odori caratteristici:
• Stalla
• Cavallo
• Animale bagnato
• Pelle
• Terra
• Medicinale
•
Produzione di composti indesiderati:
Acidità volatile:
• Acido acetico
• Acido butirrico
•
Off-odors principali:
• 4-etilfenolo
• 4-etilguaiacolo
• Derivano da acido p-cumarico e acido ferulico
• (presenti nel mosto e nel legno)
Enzimi chiave coinvolti:
• Cinnamato decarbossilasi
• Vinil fenolo reduttasi
• → presenti anche in Saccharomyces, ma inibiti dai tannini
Monitoraggio e prevenzione
Soglia critica:
• 10² cellule/ml → già sufficiente per produrre off-flavors, anche se la
concentrazione sembra bassa.
Il lievito può essere vitale nel vino ma non svilupparsi su terreni di coltura → meglio
• ricorrere ad analisi molecolari.
Strategie di controllo:
Conta in piastra con terreni specifici
• Analisi molecolare
• Analisi degli etilfenoli prodotti
• Ripetere le analisi dopo 1 o 2 mesi → se i livelli di etilfenoli aumentano, agire per
bloccare la crescita di Brettanomyces.
Metabolismo microbico degli acidi cinnamici e formazione dei fenoli
volatili
L'immagine analizzata rappresenta due tappe chiave nel metabolismo degli acidi cinnamici (p-
cumarico, caffeico, ferulico) da parte dei microrganismi. Questo processo è rilevante in
microbiologia enologica poiché conduce alla formazione di fenoli volatili, composti responsabili di
difetti organolettici nei vini.
1. Processo metabolico
Fase 1 – Decarbossilazione degli acidi cinnamici
Enzima coinvolto: cinnamato-decarbossilasi
• Trasformazione:
• → gli acidi cinnamici vengono convertiti in vinilfenoli
→ es: acido p-cumarico → 4-vinilfenolo
Microrganismi coinvolti:
• Saccharomyces cerevisiae (alcuni ceppi)
• Brettanomyces
• Batteri lattici: Lactobacillus plantarum, Oenococcus oeni
•
Fase 2 – Riduzione dei vinilfenoli
Enzima coinvolto: vinilfenolo-reduttasi
• Trasformazione:
• → i vinilfenoli vengono ridotti a etilfenoli
→ es: 4-vinilfenolo → 4-etilfenolo
Microrganismi coinvolti:
• Brettanomyces
• Lactobacillus plantarum (in alcune condizioni)
•
2. Implicazioni enologiche
Produzione di fenoli volatili
Composti principali:
• 4-etilfenolo
• 4-etilguaiacolo
•
Odori associati:
• Medicinale, stallatico, altri off-flavors
•
La produzione dipende da:
• Presenza di precursori (acidi cinnamici liberi) nel mosto
• Attività microbica durante:
• Fermentazione alcolica
• Fermentazione malolattica
•
Ruolo dei microrganismi
Saccharomyces cerevisiae:
• → in grado solo della decarbossilazione
Brettanomyces:
• → completano entrambe le tappe → principali responsabili della formazione di etilfenoli
nei vini
Batteri lattici (es. Lactobacillus plantarum):
• → possiedono entrambe le attività (decarbossilasica e reduttasica)
→ possono contribuire alla formazione di fenoli volatili in condizioni specifiche
Prevenzione
Riduzione dei precursori nel mosto (acidi p-cumarico e ferulico)
• Utilizzo di:
• Ceppi selezionati di lieviti e batteri lattici non produttori di precursori
• Ceppi incapaci di completare il metabolismo → prevenzione dei difetti
• organolettici
3. Soglie critiche e gestione del rischio
Carichi microbici critici
100–1000 cellule/mL → da considerare soglia d’allarme per rischio di alterazione
•
Tuttavia, esperimenti di laboratorio con carichi >1000 cellule/mL non hanno sempre
portato all’alterazione → è quindi necessario approfondire lo studio dello sviluppo di
Brettanomyces e del reale legame con l’insorgenza dell’alterazione.
4. Strategie di controllo
Sanificazione frequente
• Contenitori in acciaio (più facili da sanificare)
• Anidride solforosa (SO₂)
•
Botti in legno: punto critico
Sanificazione delle botti praticamente impossibile
• Botti nuove più suscettibili a infezioni microbiche rispetto a quelle vecchie
• (vale anche per l’attività dei batteri lattici nella fermentazione malolattica)
5. Considerazioni sulla fermentazione malolattica
Coinoculo di batteri lattici specifici subito dopo la pigiatura → fermentazione malolattica in
• contemporanea alla fermentazione alcolica
Solfitazione al termine di entrambe le fermentazioni
• Risultato:
• Estrazione più abbondante di composti fenolici
•
Via fermentativa di Brettanomyces
(Metabolismo, effetto Custer e implicazioni enologiche)
1. Spiegazione microbiologica enologica
Brettanomyces è un lievito noto in enologia per la sua capacità di alterare il profilo sensoriale dei
vini, producendo note aromatiche indesiderate descritte come “stallatico” o “medicinale”.
La via fermentativa di Brettanomyces presenta caratteristiche peculiari rispetto ai lieviti
convenzionali come Saccharomyces cerevisiae.
2. Effetto Custer
Definizione:
• L’effetto Custer si manifesta quando l’ossigeno stimola la fermentazione anziché inibirla,
in contrasto con l’effetto Pasteur tipico di Saccharomyces cerevisiae.
Conseguenza enologica:
• → Brettanomyces mantiene la produzione di metaboliti fermentativi anche in condizioni
aerobiche, contribuendo alla sua persistenza nei vini.
3. Metabolismo fermentativo di Brettanomyces
Fase 1 – Metabolismo del glucosio
Il glucosio è metabolizzato attraverso la glicolisi, con produzione di:
• Piruvato
•
Fase 2 – Destino del piruvato
→ Il piruvato viene convertito in acetaldeide, che rappresenta un intermedio chiave.
Fase 3 – Destino dell'acetaldeide
Ossidazione ad acido acetico
• Reazione: Acetaldeide + NADH → Acido acetico + NAD⁺
•
Riduzione a etanolo
• Reazione: Acetaldeide + NADH → Etanolo + NAD⁺
•
Entrambe le reazioni comportano il consumo di NADH e la rigenerazione di NAD⁺, essenziale per
la sostenibilità metabolica.
4. Ossidazione non-specifica delle aldeidi
Brettanomyces è in grado di ossidare aldeidi diverse dall’acetaldeide.
• Questo comporta la produzione di altri acidi organici, come:
• Acido butirrico
•
Tale flessibilità metabolica amplia il profilo aromatico dei composti secondari generati.
•
5. Importanza della rigenerazione del NAD⁺
La capacità del lievito di rigenerare NAD⁺ è cruciale per mantenere attive le reazioni di:
• Ossidazione (produzione di acidi)
• Riduzione (produzione di etanolo)
•
Il bilancio tra acido acetico ed etanolo dipende direttamente dalla disponibilità di NAD⁺.
6. Sviluppo di Brettanomyces in presenza di glucosio residuo
Quantità minime di glucosio residuo (anche 1–2 g/L) sono sufficienti a:
• Stimolare la crescita di Brettanomyces
• *Attivare la sua via metabolica fermentativa
•
Ciò rende Brettanomyces particolarmente problematico nei vini con zuccheri residui, anche in
tracce.
7. Implicazioni enologiche
Alterazione del profilo sensoriale dei vini:
• Odori sgradevoli: derivanti da aldeidi ossidate e acidi organici secondari
•
Produzione di acido acetico:
• Contribuisce all’acidità volatile
•<
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