Il ribosoma possiede tre siti fondamentali:
● A (Acceptor): accoglienza nuovo tRNA aminoacilato
● P (Peptidyl): formazione del legame peptidico
● E (Exit): uscita del tRNA scarico
Più ribosomi possono tradurre lo stesso mRNA simultaneamente, formando polisomi,
ottimizzando la produzione proteica.
Antibiotici che agiscono sui ribosomi
Inibiscono la sintesi proteica, bloccando il ribosoma:
Subunità 30S
● Tetracicline: impediscono l’ingresso del tRNA nel sito A (batteriostatiche)
legame irreversibile → lettura errata dell’mRNA (battericidi)
● Aminoglicosidi:
distorce la subunità 30S → errori nella traduzione
● Streptomicina:
Subunità 50S
● Macrolidi (eritromicina): bloccano la traslocazione
● Cloramfenicolo: inibisce la peptidil-transferasi
● Lincosamidi: simile ai macrolidi, interferisce con l’allungamento della catena
La differenza strutturale tra ribosomi procariotici 70S ed eucariotici 80S spiega la selettività
di questi farmaci.
rRNA 16S e metodi genotipici
L’rRNA 16S è il miglior marker per studi evolutivi e identificazione dei batteri perché:
● è presente in tutti i batteri
● svolge funzioni essenziali e altamente conservate
● contiene regioni ipervariabili specifiche di specie o gruppi
Il sequenziamento 16S mediante PCR permette di:
● classificare microrganismi sconosciuti,
● seguire la filogenesi batterica,
● identificare specie cliniche.
Ipervariabilità
Le regioni V1-V9 mostrano differente capacità discriminante tra generi e specie.
Esempio: V6 distingue Bacillus anthracis da B. cereus (1 singola mutazione!).
≥97%
Due batteri sono considerati stessa specie se condividono di identità nella
sequenza 16S.
Inclusioni citoplasmatiche
I procarioti possiedono strutture di deposito o specializzazione, utili per sopravvivere in
ambienti variabili.
● Granuli lipidici (PHB)
Riserva di carbonio ed energia, spesso associati alla fase di sporulazione.
● Granuli di polifosfato (volutina)
Riserva di fosfato; appaiono metacromatici con colorazioni specifiche.
● Granuli di zolfo
Riserva energetica per batteri chemioautotrofi solfossidanti.
Vacuoli gassosi
Presenti in batteri acquatici, garantiscono galleggiamento e posizionamento nella colonna
d’acqua in base a:
● luce
● ossigeno
● nutrienti
Sono formati da proteine GvpA e GvpC, impermeabili all’acqua ma permeabili ai gas.
Magnetosomi ₃ ₄ ₃ ₄
Sono inclusioni di magnetite (Fe O ) o greigite (Fe S ).
Permettono la magnetotassi, cioè l’orientamento lungo il campo magnetico terrestre.
₂
Importanti per microrganismi microaerofili che ricercano zone a basso O .
Carbossisomi
Contengono RuBisCO, l’enzima chiave della fissazione del carbonio.
₂
Importanti nei batteri autotrofi che utilizzano CO come fonte di carbonio.
Clorosomi
Sono vescicole contenenti batterioclorofille C, D ed E, presenti nei batteri fotosintetici
verdi.
Consentono l’assorbimento di luce a bassa intensità.
Batteriorodopsina
Proteina della membrana di Halobacterium salinarum.
Funzione naturale
● È un sensore di luce
● Converte l’energia luminosa in gradiente protonico
● Produce ATP in assenza di fotosistemi complessi
Applicazioni biotecnologiche
● film sottili per cattura solare
● nano-dispositivi bioelettrici
● rivestimenti invisibili ai sensori infrarossi
→ utile in bio-difesa e materiali mimetici
La sua stabilità fuori membrana la rende un componente promettente in
bionanotecnologia.
2025.10.29 e 2025.11.4 Lex 7-8 Funghi e lieviti.pdf
Funghi miceliari e lieviti
Introduzione ai miceti
I miceti o funghi sono organismi eucarioti eterotrofi appartenenti al regno degli
Eumycota. Sono privi di clorofilla, dunque non fotosintetici, e ricavano l’energia
dall’assorbimento di sostanze organiche presenti nell’ambiente.
Si trovano ovunque in natura e svolgono un ruolo fondamentale come decompositori di
materiale organico, ma comprendono anche numerose specie parassite o commensali
dell’uomo, degli animali e delle piante.
Dal punto di vista metabolico, la maggior parte dei miceti è aerobia o anaerobia
facoltativa, mentre nessuna specie nota è anaerobia obbligata. Sono immobili, si nutrono
per assorbimento e possono essere unicellulari (lieviti) o pluricellulari (muffe).
I miceti si distinguono in tre grandi gruppi:
● Muffe, con struttura filamentosa e pluricellulare;
● Lieviti, unicellulari e spesso sferici o ovoidali;
● Funghi dimorfi, capaci di assumere sia la forma lievitiforme sia quella miceliare, a
seconda delle condizioni ambientali.
Caratteristiche generali e parete cellulare fungina
La cellula fungina è eucariotica, dotata di nucleo vero con membrana, mitocondri, reticolo
endoplasmatico e apparato del Golgi. Tuttavia, la caratteristica distintiva dei funghi è la
parete cellulare, solida ma flessibile, che conferisce forma e protezione.
La parete è composta principalmente da polisaccaridi complessi, con struttura stratificata:
● Strato interno: formato da chitina (polimero di NAG con legami β-1,4), che
costituisce l’impalcatura rigida della parete;
● Strato intermedio: contiene glucano (polimero del D-glucosio con legami β-1,3) e
talvolta cellulosa;
● Strato esterno: ricco di mannani (polimeri del D-mannosio con legami α-1,6 e α-1,2)
e proteine legate a lipidi.
In alcune specie, la parete contiene melanina, un pigmento nero con funzione protettiva
contro radiazioni ultraviolette e disidratazione. I funghi che la contengono sono detti
dematiacei.
Funghi miceliari
I funghi miceliari (o muffe) presentano un corpo vegetativo detto tallo, costituito da una
rete di filamenti tubolari chiamati ife.
Le ife si accrescono apicalmente, ramificandosi e intrecciandosi a formare il micelio, che
rappresenta l’unità morfologica e fisiologica del fungo.
Le ife possono essere di due tipi:
● Cenocitiche (non settate): continue, con molti nuclei distribuiti lungo il citoplasma;
● Settate: divise da setti trasversali che delimitano compartimenti contenenti uno o
più nuclei.
La crescita avviene prevalentemente all’apice, dove la parete è più plastica e sottile. La
pressione interna (fino a 6–7 atm) favorisce l’estensione, seguita da un graduale
irrigidimento del tratto neoformato.
Nei miceli più complessi, le ife possono differenziarsi in strutture specializzate con funzioni
particolari:
● Rizoidi, per l’ancoraggio e l’assorbimento dei nutrienti;
● Appressori, che aderiscono alla superficie dell’ospite nei funghi parassiti;
● Austori, che penetrano nelle cellule ospiti per assorbire nutrienti.
Strutture di supporto e adattamento
Durante la crescita, le ife possono andare incontro a danni o rotture. Per limitare la perdita di
citoplasma, i funghi hanno sviluppato sistemi di chiusura sofisticati.
Nei funghi inferiori, la fuoriuscita del protoplasma è limitata dalla formazione di un setto di
chiusura temporaneo.
Nei funghi superiori, esistono meccanismi più evoluti:
● Corpi di Woronin: piccole particelle sferiche (0,1–0,7 µm), racchiuse da doppia
membrana fosfolipidica, che si posizionano a sigillare i pori settali in caso di ferita;
non sono presenti in funghi aventi dolipori.
● Cristalli esagonali, con funzione simile e possibile ruolo di stoccaggio di proteine;
avvolti da singola membrana
● Setti complessi o dolipori, tipici dei Basidiomiceti; il setto ha una forma rigonfia che
ricorda una botte, con un poro centrale molto piccolo chiamato doliporo che regola il
passaggio di materiali tra compartimenti. Associati ad essi si trovano i parentisomi
del reticolo endoplasmatico che sigilla rapidamente il poro del doliporo in caso di
lesione o danno all'ifa. A differenza dei pori in altri gruppi di funghi (come gli
Ascomiceti), il poro centrale stretto dei dolipori impedisce il passaggio dei nuclei e
della maggior parte degli organuli da un compartimento all'altro
Queste soluzioni permettono di mantenere l’integrità strutturale del micelio e di isolare
rapidamente porzioni danneggiate.
Eterocariosi e organizzazione nucleare
Nei funghi, la distribuzione dei nuclei lungo le ife è ordinata e regolata. Generalmente, i
nuclei non si trovano nella punta in crescita ma nelle zone retrostanti, dove coordinano la
sintesi dei materiali parietali e citoplasmatici.
Molti funghi presentano eterocariosi, cioè la presenza di nuclei geneticamente diversi nello
stesso micelio.
L’eterocarion può derivare dalla fusione di ife di ceppi differenti o da mutazioni spontanee.
Questa condizione offre vantaggi genetici simili a quelli dei diploidi, consentendo
complementazione tra alleli e maggiore adattabilità.
Un micelio eterocariotico (che contiene nuclei geneticamente diversi) può potenzialmente
dare origine sia a porzioni (o strutture riproduttive) che producono nuclei omocariotici
(geneticamente identici) sia a prole eterocariotica.
Gli eterocariotipi possono produrre conidi (spore asessuate) che contengono un singolo
nucleo, il quale può essere di uno qualsiasi dei genotipi presenti nel micelio parentale.
L'eterocariosi (la fusione di ife e la coesistenza di nuclei diversi) si forma più facilmente, o è
stabile, solo tra ceppi che hanno un alto grado di similarità genetica (spesso appartenenti
alla stessa specie o gruppo compatibile).
Nei Deuteromycotina (noti anche come "funghi imperfetti", perché non mostrano
riproduzione sessuale), l'eterocariosi e il conseguente ciclo parasessuale fungono da
meccanismo alternativo per ottenere la variabilità genetica e la ricombinazione, sostituendo
in parte la riproduzione sessuale vera e propria.
Funghi dimorfi
I funghi dimorfi sono capaci di presentare due forme morfologiche distinte:
● Forma lievitiforme (Y): prevale a 37 °C, in ambienti ricchi di nutrienti o in condizioni
di parassitismo (es. nei tessuti umani);
● Forma miceliare (M): si manifesta a 25 °C, in condizioni ambientali povere o
esterne, con crescita filamentosa.
Y ↔ M
La transizione è detta transizione dimorfica ed è reversibile. È regolata da fattori
₂
ambientali come temperatura, disponibilità nutritiva, pressione di CO e potenziale
redox.
Questo adattamento morfologico rappresenta una strategia evolutiva per sopravvivere in
condizioni variabili e infettare l’ospite.
Pigmenti fungini
Le ife sono generalmente ialine (trasparenti), ma il colore delle muffe dipende dai pigmenti
presenti negli elementi riproduttivi o nelle spore.
I principali pigmenti sono carotenoidi, antrachinoni e melanine, talvolta fluoresc
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