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CELLULA
PROCARIOTICA
L'evoluzione è il processo per il quale i cambiamenti che intervengono sulla linea dei discendenti
portano alla formazione di nuove varietà ed eventualmente di nuove specie. Le relazioni evolutive
tra gli organismi sono e sono state oggetto di studio della filogenesi. Nel 1990 Carl Woese
suddivise i viventi in 3 domini studiando le differenze dell'RNA ribosomiale tra i vari tipi di
organismi. Questi studi hanno condotto alla divisione in batteri, archea ed eucarioti.
Si suppone che questi tre domini derivino da un progenitore universale, che si è differenziato
precocemente nelle prime fasi di evoluzione della vita sulla terra. I primi due domini sono
procariotici, anche se tuttavia gli archea hanno seguito la “strada” degli eucarioti, stabilendo
simbiosi con esso, suddividendosi e differenziandosi poi per dare origine a quelli che sono gli
organismi attualmente facenti parte degli archea.
Più generalmente, possiamo dire che tutte le cellule possiedono delle caratteristiche comuni: ad
esempio, sono compartimentate da una membrana plasmatica che divide l’ambiente cellulare
dall'ambiente esterno, possiedono un citoplasma e dei ribosomi.
Studiando più in dettaglio la struttura cellulare, si possono evidenziare due livelli di organizzazione:
1. Cellula procariote, struttura cellulare semplice priva di organelli con DNA che risiede nel
citoplasma, che non è separato da esso mediante una membrana nucleare. Replicazione,
trascrizione e traduzione avvengono nello stesso luogo.
2. Cellula eucariote, maggiori dimensioni, presenza di svariati organuli, presenza di un nucleo
delimitato da membrana che racchiude il DNA. Replicazione, trascrizione e traduzione sono
compartimentate (replicazione e trascrizione nel nucleo, traduzione nel citoplasma)
1. Classificazione dei procarioti
I procarioti, secondo la suddivisione di Carl Woese, si suddividono in due
gruppi: 1. ARCHAEA, che rappresentano i procarioti più antichi, i batteri primitivi
2. BATTERI, che rappresentano la componente più numerosa e diversificata di procarioti
attualmente presenti sulla Terra.
1.1 Archeobatteri
Gli archeobatteri, pur mantenendo le caratteristiche dei procarioti, quindi l'assenza di nucleo
distinto e di organuli con membrana citoplasmatica, non vengono uccisi dall'ossigeno e
possiedono enzimi che gli eubatteri non possiedono. Hanno una parete cellulare priva di
peptidoglicani, composta da proteine e polisaccaridi e molecole di pseudopeptidoglicani. Per
quanto riguarda la membrana plasmatica, è composta da glicerolo legato con legami etere a due
isoprenoidi.
Questi archeobatteri vivono in condizioni ed ambienti estremi, possono sopravvivere ad alte
temperature e pressioni, così come alle basse temperature; infatti, è possibile trovarli in prossimità
dei vulcani o sui fondali oceanici, ma anche in condizioni più ospitali come nel plancton (insieme di
organismi acquatici galleggianti in cui troviamo alcuni archeobatteri)
Si dividono in 3 phyla:
• Metanobatteri (convertono idrogeno e CO in metano)
2
• Alofili (ambiente con alte concentrazioni saline)
• Termoacidofili (alte temperature e bassi pH, <2)
1
1.2 Eubatteri
Sono i procarioti più numerosi, più diversificati e più complessi.
La forma dei batteri è una condizione fissa, geneticamente determinata ed è conferita dalla parete
cellulare. Sulla forma si basa la più semplice classificazione degli eubatteri: batteri di forma sferica
(cocchi), batteri di forma cilindrica (bacilli o bastoncelli), batteri spiraliformi (spirilli) o batteri a forma
di virgola (vibrioni). Dopo la divisione cellulare, invece di isolarsi, molti batteri possono rimanere
associati agli altri in catenelle (streptococchi) o grappoli (stafilococchi). Perciò anche il loro
comportamento dopo la divisione permette ulteriormente di classificarli.
2. Cellula procariote
Nella cellula procariote vi sono strutture che sono presenti universalmente in tutti i batteri, ed altre
che sono facoltative (speciali) e determinanti della virulenza o di altre caratteristiche di una
determinata specie.
Le componenti fondamentali, partendo dall'interno, sono:
• il nucleoide, ovvero la struttura che comprende il materiale genetico (non delimitato)
• i ribosomi, dispersi nel citosol
• la membrana plasmatica
• la parete cellulare
2.1 Nucleoide
Il materiale genetico all'interno della cellula procariote è formato da un unico cromosoma di forma
circolare, raggomitolato su sé stesso, associato a proteine iston-simili che svolgono una funzione
strutturale e regolatrice. Questo complesso DNA-proteine è chiamato nucleoide. Il DNA è inoltre
associato a poliammide, che serve a neutralizzare la sua acidità e a proteggerlo da variazioni di
temperatura. Può essere presente anche materiale genetico extra-cromosomico, chiamato
plasmide, che è in grado di replicarsi autonomamente e non contiene informazioni essenziali per
la vita della cellula, venendo considerati come strutture accessorie.
2.2 Citoplasma
All'interno della membrana plasmatica si trova il citoplasma, che è composto per l'80% di acqua e
per la restante parte di macromolecole a diversi stati di aggregazione. Sono ovviamente presenti in
esso gli acidi nucleici, ioni e sostanza di riserva (glicogeno, amidi, fosfati sotto forma di inclusioni
granulari polimeriche o granuli metacromatici, lipidi).
Le proteine costituiscono il 50% del peso secco di una cellula, perciò anche la presenza di
ribosomi è un punto fondamentale per la cellula procariotica. Riguardo al numero, in base
all'attività metabolica, ve ne sono fino a 15.000 in una cellula, e si differenziano dai ribosomi
eucariotici per il loro coefficiente di sedimentazione (70S).
Questo punto è fondamentale perché costituisce un punto di attacco da parte degli
antibiotici. 2.3 Membrana plasmatica
Per sopravvivere e mantenere la sua identità la cellula deve mantenere la sua
compartimentazione. Questa divisione del citoplasma dall'ambiente esterno è operata dalla
membrana cellulare o membrana citoplasmatica. Il danneggiamento della membrana o la sua
assenza porterebbe a morte cellulare.
La struttura della membrana è molto simile a quella eucariotica, ossia è formata da un doppio
strato fosfolipidico; la maggiore differenza è l'assenza di steroli, che vengono sostituiti da molecole
dette 2
opanoidi, che hanno la funzione di rendere la membrana più solida.
I fosfolipidi del doppio strato fosfolipidico sono formati da acidi fosfatidici, fosfatidilgliceroli e
fosfatidilserina.
Le proteine che, invece, si estendono sopra e attraverso lo strato fosfolipidico, internamente ed
esternamente, vengono indicate come proteine di transmembrana.
La caratteristica peculiare della membrana citoplasmatica è la fluidità, che viene conferita dai
fosfolipidi e dalle proteine di membrana (modello a mosaico fluido) e che conferisce importanti
proprietà alla membrana.
A livello della membrana si svolgono molte funzioni che normalmente in una cellula eucariote
sarebbero svolti dagli organelli specializzati. Tra queste troviamo la ritenzione, il trasporto di
molecole all'esterno e all'interno, la funzione di barriera osmotica tra l'ambiente interno e l'ambiente
esterno, la secrezione di enzimi extracellulari, la respirazione (molti processi biosintetici avvengono
a ridosso della membrana), la regolazione della riproduzione e della sintesi della parete cellulare.
Sono presenti delle invaginazioni di forma irregolare a livello della membrana, chiamate
mesosomi, che svolgono diverse funzioni, tra cui la regolazione l'ancoraggio del DNA durante la
divisione cellulare (produzione del setto traverso). Vi è una maggiore presenza dei mesosomi nei
batteri Gram+, che presentano un nucleoide più distante, e una maggiore capacità di divisione
cellulare (apporto energetico al nucleoide dal mesosoma), a differenza dei Gram-, che hanno un
nucleoide più espanso verso la membrana cellulare.
Esistono anche i mesosomi respiratori, legati a proteine cellulari, specie quelle coinvolte nella
catena respiratoria (apporto di glucosio, aminoacidi e altri substrati); i mesosomi biosintetici,
coinvolti nella sintesi delle componenti della parete cellulare; i mesosomi fotosintetici, che sono
tipici dei batteri che fanno fotosintesi; i mesosomi sporali, coinvolti nella sintesi dell'endospora.
2.4 Parete cellulare
La parete cellulare è lo strato più esterno che racchiude la cellula procariotica. Ha una struttura
rigida, quindi è l'elemento che condiziona la forma della cellula. Questo involucro è presente in
quasi tutti i batteri, ad eccezione dei micoplasmi, e possiede uno spessore variabile di specie in
specie. Le sue funzioni principali sono:
• impedire che le cellule si rompano per effetto della pressione osmotica (impedisce l'entrata o
l'usicta di acqua),
• protezione della membrana plasmatica (dall'attacco di tossine, proteasi o nucleasi) e
controllo dei trasporti cellulari in entrata;
• sede di processi biosintetici;
• responsabile della colorazione Gram.
La parete cellulare, data la responsabilità della colorazione Gram, consente di classificare i batteri
in Gram- e Gram+. Questo evidenzia una differenza chimica e morfologica tra i due diversi tipi di
parete cellulare, responsabili delle proprietà tintoriali di ciascuno dei due tipi. Esclusi sono i
micoplasmi, sprovvisti di parete cellulare, e i micobatteri che presentano una parete cellulare con
un sottile strato di peptidoglicani, componente principale di tutte le pareti batteriche, ed una serie
di molecole (arabinogalattani, acidi micolici, glicolipidi fenolici) che conferiscono caratteristiche
peculiari alla loro parete.
La parete cellulare ha ruoli anche nell'infezione, interferendo con i processi di fagocitosi,
costituendo un elemento immunitario e di virulenza.
introdotto precedentemente, la parete batterica è costituita da peptidoglicani. È composto da
Come
lunghe catene formate da due unità monomeriche principali: il N-acetil-D-glucosammina (NAG) e
l'acido N-acetilmuramico (NAM). Sono uniti per mezzo di un legame 1,4-beta glucosidico, a
formare un disaccaride. Il NAM è legato
mediante precursori attraverso la membrana
un ponte ossigeno all’acido lattico, cui a plasmatica, mediante il bactoprenolo, che
sua volta sono legati 4 amminoacidi trasporta il disaccaride verso l'esterno
(alanina, acido glutammico, lisina, 3. inserimento dei disaccaridi nella parete
alanina). Nei Gram- vi è una enzimi esterni quali
cellulare, mediato da
modificazione di questa breve catena PBP e transpeptidasi.
peptidica.
È importante sapere che il lisozima
pr