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MEZZI DISPERSIVI
Mezzi materiali per cui l'effetto in un certo punto e in un certo istante di tempo dipende
dalla causa in tutti gli altri punti e negli istanti di tempo precedenti sono MEZZI DISPERSIVI
SIA NELLO SPAZIO CHE NEL TEMPO.
Oppure con riferimento allo spazio si dice che il MEZZO È NON LOCALE se l'effetto in un
punto non dipende solo dalla causa in quello stesso punto ma dipende anche dalla causa
negli altri punti dello spazio.
Per quanto riguarda la dispersività nel tempo si parla anche di MEZZO NON ISTANTANEO (o
MEZZO CON MEMORIA) se l'effetto in un certo istante di tempo t non dipende solo dalla
causa in quello stesso istante di tempo ma dipende anche dalla causa negli istanti di tempo
precedenti.
In generale i mezzi sono dispersivi cioè sono non locali e non istantanei quindi con
memoria.
Esistono dei MEZZI NON DISPERSIVI SPAZIALMENTE (LOCALI) se l'effetto del campo
induzione elettrica d in un punto r dello spazio dipende solo dalla causa in quello stesso
punto dello spazio .
Ora la relazione costitutiva se l'uscita in r deve dipendere solo dall'ingresso in quello stesso
→G
punto diventa
ε
In questo modo l’integrale triplo su r’ scompare per le proprietà di campionamento della
delta. nel dominio di integrazione dovrei scrivere t-|r-r’|
ma r=r’
Ho la dipendenza di d da e nell’istante r per questo
scrivo e(r,t’) e non e(r’,t’)
MEZZO ISTANTANEO (mezzo non dispersivo temporalmente o mezzo senza memoria).
Quando l'uscita ,cioè il campo di induzione elettrica d, nell'istante di tempo t dipende
solo dal valore del campo elettrico e in quello stesso istante di tempo.
Se un mezzo è istantaneo vuol dire che l’uscita in un certo istante di tempo t dipende da ciò
che fa l'ingresso in quello stesso istante di tempo t ma se stiamo valutando l'uscita in un
punto r diverso da r’ in cui è stato messo l'ingresso è chiaro che deve passare un certo
tempo da quando è stato attivato l'ingresso nel punto r, perché bisogna dare il tempo alla
perturbazione prodotta dall'ingresso di arrivare nel punto in cui stiamo valutando l’uscita e
quindi d in (r,t) non potrà dipendere da e in r’ e nello stesso tempo t.
QUINDI SE UN MEZZO È ISTANTANEO (NON DISPERSIVO TEMPORALMENTE)
NECESSARIAMENTE DEVE ESSERE ANCHE LOCALE (NON DISPERSIVO SPAZIALMENTE).
Ma non è vero il contrario: se il mezzo non è istantaneo può essere tranquillamente locale.
Ora nella relazione costitutiva deve scomparire anche l'integrale rispetto al tempo,quindi
vuol dire che G sarà:
ε (ho delta per una funzione)
E quindi quando sostituiamo,l'integrale scompare e otteniamo
MEZZI OMOGENEI E NON OMOGENEI.
Si può parlare di omogeneità spaziale (detta semplicemente omogeneità) e omogeneità
temporale (detta anche stazionarietà).
Un MEZZO sì dice OMOGENEO SPAZIALMENTE se ad una traslazione dell'ingresso
corrisponde la stessa traslazione dell'uscita qualunque sia l'ingresso e qualunque sia
l'entità della traslazione.
Per ogni campo elettrico e per ogni traslazione (che è un vettore perché la traslazione di
una certa lunghezza è in una certa direzione e in un certo verso), se ad e(r,t) corrisponde
d(r,t) allora all'ingresso e(r-r ,t) corrisponderà d(r-r ,t).
0 0
Nella relazione costitutiva G non dipende separatamente da r ed r’ ma dipende dalla
ε
loro differenza (nell’argomento di G ε
abbiamo r-r’ )
(DIMOSTRAZIONE RIMANDATA DAL PROF)
SOTTOCASI
Se combiniamo insieme l'omogeneità spaziale e anche la non dispersività spaziale cioè se il
→
MEZZO è sia NON DISPERSIVO IN R CHE OMOGENEO IN R ,essendo locale
G dovrebbe dipendere separatamente da r,t,t’ ma se il mezzo è omogeneo non può
ε
dipendere separatamente da r e r’ ma dalla loro differenza e quindi vuol dire che la
dipendenza da r non ci può stare .
Quindi nella relazione costitutiva non solo scompare l'integrale triplo spaziale ,perché il
mezzo è non dispersivo spazialmente cioè locale ,ma nella G scompare anche la
ε
dipendenza da r perché il mezzo è omogeneo .
Per un mezzo locale e omogeneo
Per un MEZZO LOCALE E OMOGENEO E in più ISTANTANEO essendo non dispersivo sia
spazialmente che temporalmente si ha un legame algebrico:
Se il MEZZO è OMOGENEO , ε non può dipendere da r ma al massimo può dipendere dalla
differenza r-r’ ,e quindi ε è in funzione solo di t.
MEZZO OMOGENEO TEMPORALMENTE (STAZIONARIO o TEMPO-INVARIANTE)
UN MEZZO È OMOGENEO TEMPORALMENTE (ovvero stazionario o anche tempo
invariante) QUALUNQUE SIA L'INGRESSO (campo elettrico e) E QUALUNQUE SIA IL
τ
RITARDO (tau) AD UN RITARDO TEMPORALE DELL'INGRESSO CORRISPONDE LO STESSO
RITARDO TEMPORALE IN USCITA:
Quindi avremo che:
Abbiamo la dipendenza dalla differenza di (t-t’)
Ora
Potremmo scrivere l’integrale tra ±∞ purchè G (t,t’)=0 per t’>t ovvero t-t’<0
ε
Se
Avremo che
Scompare l’integrale in dt’ e ho dipendenza da t-t’.
Se poi è anche omogeneo spazialmente scompare anche la dipendenza da r
NOTA sull’integrale di convoluzione:se il mezzo è locale e stazionario
Se facciamo la trasformata di fourier o la trasformata fasoriale ( i campi sono sinusoidali),e
ricordando la definizione di convoluzione avremo:
La trasformata di fourier di G (r,t) la chiamiamo ε.
ε
In questo caso L’INTEGRALE DI CONVOLUZIONE DIVENTA UN PRODOTTO.
Invece NEL DOMINIO DEI FASORI NON ABBIAMO LA DIPENDENZA DA ω (perché è un
parametro),quindi
NOTA BENE (min 30):
Affinché nel dominio dei fasori /della frequenza il legame tra d ed e sia algebrico senza che
compaiano integrali basta che il mezzo sia lineare , continuo ,locale e stazionario.
Mentre nel dominio del tempo per avere una relazione algebrica bisogna avere un MEZZO
LOCALE ed ISTANTANEO (ovvero non dispersivo sia spazialmente che temporalmente).
MEZZO ISOTROPO (INVARIANZA RISPETTO ALLA ROTAZIONE)
UN MEZZO SI DICE ISOTROPO QUANDO QUALUNQUE SIA L'INGRESSO E QUALUNQUE SIA
LA ROTAZIONE (ovvero per una rotazione intorno a un'asse qualsiasi e di un angolo
qualsiasi) ALLA ROTAZIONE DELL'INGRESSO CORRISPONDE LA STESSA ROTAZIONE
DELL'USCITA.
SE IL MEZZO OLTRE A ESSERE ISOTROPO È ANCHE LOCALE E ISTANTANEO (CIOÈ È NON
DISPERSIVO SIA SPAZIALMENTE CHE TEMPORALMENTE) ALLORA LA PROPRIETÀ DI
ISOTROPIA IMPLICA CHE INGRESSO E USCITA SIANO ALLINEATI ,quindi sono legati da un
coefficiente di proporzionalità scalare (questo vuol dire che due vettori sono paralleli se
uno è pari a uno scalare moltiplicato per l'altro).
Si ha ε (che è uno scalare) per la matrice identità in modo che quando si va moltiplicare per
e ,la matrice identità I scompare.
DIMOSTRAZIONE
Dimostriamo per assurdo che se il mezzo è locale, istantaneo ed è pure isotropo allora
ingresso e uscita devono essere necessariamente allineati.
Ipotesi:
Il mezzo è locale ed istantaneo quindi l'uscita d in un
punto dello spazio e in un certo istante dipende solo
dall'ingresso e in quello stesso punto dello spazio e
quello stesso istante di t.
Dimostriamo per assurdo.
Supponiamo pure che il mezzo sia isotropo cioè che a
ogni rotazione dell'ingresso corrisponde la stessa
variazione dell'uscita qualunque sia la rotazione
considerata e ipotizziamo per assurdo che e ed d non
siano allineati (hanno direzioni diverse )
Allora la proprietà di isotropia dice che se effettuiamo una qualunque rotazione del campo
elettrico e ,a questa rotazione del campo elettrico corrisponde un'uguale rotazione del
campo di induzione elettrica d e questo deve valere qualunque sia la rotazione (qualunque
sia l'asse di rotazione e qualunque sia l'angolo).
Allora immaginiamo di fare questa rotazione dell'ingresso cioè ruotiamo l'ingresso intorno a
un'asse che coincide proprio con la direzione di e ,ruotiamo di un angolo di pigreco .
Il vettore e rimane uguale a se stesso,per isotropia d deve ruotare di 180 ° intorno all'asse
e quindi otteniamo che al nuovo ingresso ruotato corrisponde un altro valore dell’uscita
→ deriviamo l'assurdo che allo stesso ingresso corrispondono due diverse uscite.
Per un mezzo locale ed isotropo ma non istantaneo
la funzione di green non è più una matrice perché produrrà la matrice identità.
MEZZI NORMALI
TUTTI I MEZZI SONO CAUSALI E VALGONO QUESTE PROPRIETÀ:
IL MEZZO È
• LINEARE E CONTINUO
• LOCALE (QUINDI NON DISPERSIVO SPAZIALMENTE)
• STAZIONARIO (OMOGENEO TEMPORALMENTE)
• ISOTROPO
MEZZI CHE HANNO QUESTE PROPRIETÀ SONO MEZZI NORMALI.
Nei mezzi normali la relazione costitutiva è data da
Il legame tra d ed e, è tipo integrale perché il mezzo è lineare e continuo però non ci sono
gli integrali in dr’ (integrale triplo spaziale) perché il mezzo è non dispersivo spazialmente ,
la G non è una matrice ma è uno scalare perché il mezzo è isotropo e inoltre la dipendenza
ε
è data da t-t’ perché il mezzo è omogeneo temporalmente.
In realtà l’integrale lo posso scrivere da - ∞ a + ∞ tenendo presente però che
quando t-t’ è negativo (t-t’<0)→G =0.
ε
Nel dominio trasformato per la proprietà della trasformata di furier/fasoriale dove alla
convoluzione del tempo corrisponde il prodotto tra le trasformate nel dominio trasformato
avremo (legame algebrico di ε scalare per E)
Dove ε è la trasformata di furier della funzione della risposta
impulsiva G (r,t).
ε
tenendo presente che per la causalità G (r,t)=0 per t<0 .
ε
ε è una quantità complessa perché la trasformata di furier di una funzione reale è in
generale complessa.
L'unico caso di G in cui una trasformata di furier è reale, è quando la funzione nel dominio
ε
del tempo è reale e pari .
Nel nostro caso G non può essere pari perché dovrebbe valere 0 anche per t>0 (per la
ε
proprietà di una f pari).
Quindi
Ora G è reale e pari quando è un impulso posto nell’origine in modo t