Estratto del documento

CAPACITA’ COORDINATE

- : coordinazione permette di organizzare i vari

movimenti, sono funzionali al movimento in quanto consentono di

eseguire un gesto anche complesso in maniera armoniosa ed economica;

CAPACITA’ CONDIZIONALI

- : usano in un’azione motoria delle

caratteristiche biomediche, energetiche e morfologiche di un individuo,

sono resistenza, forza e velocità;

Le ABILITA’ MOTORIE definiscono tutte quelle azioni che tramite la ripetizione

del gesto vengono apprese in modo stabile da un individuo tanto da essere

ripetuto in automatico. Si identificano con la parte visibile del movimento e

rappresentano il risultato finale di un processo di apprendimento.

La MOBILITA’ è la capacità di muoversi liberamente nell’ambiente ed è

fondamentale per il mantenimento dell’autonomia e della salute.

AUTONOMIA

L’ è la capacità di un individuo di svolgere le attività di vita

quotidiana.

Qualsiasi restrizione o carenza delle capacità di svolgere un’attività nel modo o

nei limiti normali per un essere umano è definita DISABILITA’. Si riferisce alle

capacità funzionali della persona di espletare autonomamente, con ausili atti e

comportamenti che formano aspetti essenziali della vita di ogni giorno. Si

identificano 4 tipi di disabilità:

CONFINAMENTO INDIVIDUALE

- : costrizione a letto o in casa;

DISABILITA’ NELLE FUNZIONI

- : difficoltà a vestirsi, lavarsi, mangiare;

DISABILITA’ NEL MOVIMENTO

- : difficoltà a camminare, salire le scale,

chinarsi;

DISABILITA’ SENSORIALI

- : difficoltà a sentire, vedere o parlare;

Il LIVELLO DI DISABILITA’ + grave è rappresentato dal confinamento che

implica la costrizione permanente in un letto o su una carrozzina con livelli di

autonomia quasi nulli o il confinamento in casa per impedimento fisico o

psichico. RIPOSO A LETTO

L’IMMOBILITA’ contempla vari elementi: e

IMMOBILIZZAZIONE che vengono usate nell’assistenza infermieristica per

descrivere situazioni diverse. E’ una situazione di inattività muscolo scheletrica

ALLETTAMENTO

che viene definita come . Può essere inevitabile o prescritta.

Il RIPOSO A LETTO è un periodo di tempo limitato di riposo prescritto dal

medico o ritenuto necessario a causa di una malattia o intervento diagnostico-

terapeutico invasivo. Può essere:

ASSOLUTO

- : la persona non si alza;

PARZIALE

- : permette alla persona di alzarsi per compiere attività

quotidiane;

Si può verificare in modo acuto come conseguenza di un trauma o una

malattia.

L’IMMOBILIZZAZIONE è la restrizione del movimento di una parte o

dell’intero corpo tramite mezzi fisici o chimici quali analgesia, agenti

tranquillizzanti. L’attività fisica e motoria ha effetti positivi sugli apparati

corporei quindi vi è un’alterazione delle mobilità ogni apparato è a rischio di

alterazione. La gravità dell’alterazione dipende dallo stato di salute del

paziente, grado della durata dell’immobilità e dall’età.

EFFETTI NEGATIVI PRESTAZIONI COGNITIVE

All’APPARATO COGNITIVO vede che le

aumentano del tempo di reazione, mentre le funzioni esecutive come

DEPRIVAZIONE SENSORIALE

pianificazione, attenzione e problem solving. La

è la riduzione della stimolazione cinestetica, visiva, uditiva, tattile e sociale

provoca alterazioni della coscienza e della consapevolezza. DEBOLEZZA

All’ APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO provoca

MUSCOLARE e riduzione della resistenza muscolare come conseguenza della

riduzione della forza muscolare, dell’attività metabolica e delle conseguenze

cardiocircolatorie. La riduzione della resistenza causa un senso di fatica e

riduce la movimentazione del paziente ad alzarsi dal letto creando un circolo

ATROFIA

vizioso di maggiore inattività e ulteriore fatica. L’ si instaura dopo 10

giorni a letto in quanto vi è una riduzione della sintesi di proteine muscolari,

CONTRATTURA

della massa muscolare, e della forza. La è la perdita del

completo movimento conseguente ad una resistenza fissa per spasmo tonico

dei muscoli o fibrosi delle strutture peri articolari. L’articolazione perde la

completa escursione del movimento, limitano il posizionamento, l’esecuzione

delle cure igieniche e limitano i trasferimenti incrementando il rischio di lesioni

OSTEOPOROSI DA

da pressione e sono fonte di sintomatologia dolorosa. L’

INATTIVITA’ determinata dall’aumento del riassorbimento delle ossa per uno

squilibrio tra l’attività degli osteoblasti, osteociti e osteoclasti. Dal punto di

vista biochimico i marker di riassorbimento osseo aumentano mentre i marker

che stimolano la motrice ossea non subiscono sostanziali variazioni. FORZA

Gli effetti sulla FUNZIONE RESPIRATORIA sono riduzione della e

RESISTENZA MUSCOLARE coinvolge anche i muscoli respiratori

determinando un’insufficiente espansione toracica. La posizione supina riduce

il movimento della cassa toracica del 32%. La disfunzione dell’attività ciliare

nelle alte vie respiratorie con rischio di aumento delle infezioni. Predisposizione

insorgenza di atelettasia, polmonare cioè zone in cui si verifica disfunzione

della ventilazione. L’AUMENTO

Gli effetti sulla FUNZIONE GASTROINTESTINALE sono

DELL’ESCREZIONE DI BICARBONATO a livello gastrico che causa un

aumento dell’acidità con il rischio di ab ingestis e reflusso gastroesofageo,

riduzione dell’appetito e della capacità di percepire odori e sapori, problemi di

stipsi e fecalomi e imbarazzo e discomfort. AUMENTO DELLA

A livello della FUNZIONE URINARIA si innescano l’

FILTRAZIONE GLOMERULARE e perdita di elettroliti che può manifestarsi in

RIDUZIONE DELLO STIMOLO DI URINARE

iponatermia entro 3 giorni, dovuto

DEMINERALIZZAZIONE GRADUALE DEL TESSUTO OSSEO

alla posizione e .

RESISTENZA INSULINICA

L’effetto principale a livello METABOLICO è la che

si verifica quando le cellule diventano resistenti all’insulina in meno di 5 giorni

di allettamento negli adulti sani vi è un aumento significativo dell’insulina

circolante. IPOVOLEMIA

A livello CARDIOVASCOLARE provoca ovvero redistribuzione

dei liquidi dal circolo periferico a quello centrale con aumento della diuresi già

IPOTENSIONE

nelle prime 24h. un effetto secondario del rimodellamento dei

AUMENTO DELLA FREQUENZA CARIDACA

volumi plasmatici. + degli 80 per

RIDUZIONE DELLA RISERVA

l’aumento dell’attività del SNS. Si ha la

CARDIACA ovvero l’aumento della frequenza, la diminuzione del ritorno

venoso e la vasodilatazione.

IPOTENSIONE ORTOSTATICA

E’ la riduzione della pressione diastolica e sistolica maggiore dei 20 mmHg e 10

mmHg nei 3 minuti successivi all’assunzione attiva della posizione ortostatica.

I SINTOMI sono debolezza, sensazione di testa vuota, vertigini, confusione,

offuscamento della vista che si verificano in pochi minuti dall’assunzione della

stazione eretta e scompaiono rapidamente stando distesi. Alcuni pazienti

sperimentano cadute, sincope o convulsioni. Lo stress gravitazionale di

assumere la posizione eretta rapidamente crea ristagno di sangue nelle vene

degli arti inferiori. Nelle persone sane il SNA allo scopo di mantenere

un’adeguata pressione arteriosa compensa automaticamente con la caduta di

volume aumentando la frequenza e la forza di contrazione miocardica e

provocando vasocostrizione. L’inadeguata risposta compensatoria legata al

cambiamento di posizione determina l’ipotensione ortostatica.

RIPOSO PROLUNGATO A LETTO, IPOVOLEMIA,

Le CAUSE sono:

DISIDRATAZIONE, FARMACI PATOLOGIE

e . Anche l’ipotensione ortostatica

postprandiale è frequente. Può essere causata dalla risposta insulinica a pasti

ricchi di carboidrati e al sequestro di sangue nel tratto gastrointestinale che

peggiora col consumo di alcol. CADUTE ACCIDENTALI

L’ipotensione ortostatica determina il rischio di

dell’assistito. Se un paziente diventa sintomatico mentre è in posizione eretta

deve essere immediatamente riposizionato a letto. Valutare la pressione

arteriosa e la frequenza cardiaca sia in posizione eretta che supina.

TROMBOSI VENOSA

Il trombo è una formazione solida di componenti del sangue che si forma

all’interno di vasi sanguigni o cavità cardiache con aree di attacco + o – estese.

La trombosi venosa consiste nella formazione di trombi nel sistema venoso

profondo o superficiale che migrano dal punto di origine e possono causare

l’ostruzione di un vaso sanguigno. La trombosi venosa profonda può svilupparsi

dopo un importante intervento di chirurgia ortopedica, vascolare e

neurochirurgica.

La TRIADE DI VIRCHOW descrive le 3 grandi categorie di fattori di rischio che

si ritiene contribuiscano sinergicamente alla trombosi, sono:

PERDITA DELL’INTEGRITA’ DELLA PARETE VASALE

- : trauma a carico

del rivestimento venoso, le vene possono subire una lesione nel corso di

un intervento chirurgico, a causa di un trauma a un braccio o a una

gamba a causa di un iniezione di sostanze irritanti a causa di

un’infiammazione;

ALTERAZIONE DELLA COAGULABILITA’

- : alcune condizioni come i

tumori e certe patologie della coagulazione ereditarie, aumentata attività

piastrinica causano un processo di coagulazione quando non dovrebbe.

Anche alcuni farmaci e il fumo. Nella popolazione anziana, la

disidratazione causa un’accelerazione del processo coagulativo;

ANOMALIE DEL FLUSSO EMATICO

- : durante prolungati periodi di riposo

a letto e in altre occasioni in cui gli arti inferiori non svolgono la normale

attività motoria il flusso rallenta perché i muscoli del polpaccio non si

contraggono e non spingono il sangue al cuore. Anche i farmaci usati

durante l’anestesia e l’immobilizzazione intra e post operatoria;

Il riposo a letto prolungato aumenta il rischio di formazione di trombi e

incrementa di circa 2 volte il rischio di TVP rispetto ai pazienti non

immobilizzati. I SEGNI CLINICI + comuni sono: dolore, gonfiore, pallore,

cianosi, rossore e positività al segno di Homas (dolore al polpaccio provocato

da una flessione dorsale del piede). I FATTORI DI RISCHIO sono: età over 60,

obesità, tumori, traumi a livello pelvico, chirurgia pelvica, ortopedica, spinale,

copresenza di vene varicose o di pregressa TVP.

IMMOBILITÀ

L’ favorisce la stasi venosa quando i muscoli delle gambe inattivi

al ritorno venoso al cuore diminuisce inoltre col tempo l’effetto gravitazionale

della

Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 48
Metodologie generale  Pag. 1 Metodologie generale  Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie generale  Pag. 46
1 su 48
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valevr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Allegri Mario.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community