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Approccio problematicista

Baldacci si avvale di un procedere antinomico (le antinomie metodologiche sono l'espressione di un'esigenza antidogmatica della ragione). Bisogna usare la ragione per cogliere la problematicità della conoscenza della realtà.

Orientamenti pedagogici:

  • Personalistico→ ritiene che vi sia un collegamento tra pedagogia ed educazione e tra teoria e pratica. Teorizza sull'homo educandus, ponendo a proprio fondamento la persona e concepisce l'educazione come un processo di umanizzazione. Giuseppe Flores d'Arcais è uno dei massimi esponenti del personalismo. L'educazione si colloca su un piano assiologico, vi è una trasmissione dei valori universali perché provengono da Dio. Ricerca i fondamenti dell'educazione come processo di umanizzazione, quali: responsabilità, reciprocità, possibilità ed intenzionalità.
  • Fenomenologico→ teorizza sull'esperienza
educativa ponendo a proprio fondamento educativo la relazione. Non teorizza sull'educazione perché fa riferimento all'esperienza e non a qualcosa di astratto. L'esperienza viene letta sulla base di una serie di principi di carattere gnoseologico. Per la fenomenologia la conoscenza umana e l'esperienza coincidono. La fenomenologia parla di "insopprimibilità della relazione io-mondo", cioè della insopprimibilità della relazione fra un soggetto (che si manifesta come tale nella misura in cui da intenzione al mondo) e il mondo (il quale si manifesta nella misura in cui è intenzionato). La relazione io-mondo può essere colta nella sua originalità andando alla ricerca delle costanti, delle essenze che percorrono l'esperienza facendo epoche, sospendendo il giudizio. Fare epoche significa mettere tra parentesi le proprie gerarchie e i propri vissuti senza eliminarle ma sospendendole. ➢ Problematicismo → nascedopo la fenomenologia da Banfi, il quale teorizza sull'esperienza educativa (esperienza=conoscenza). L'esperienza si fonda sul principio dell'insopprimibilità del rapporto io-mondo. Il mondo nel suo essere in sé sfugge alle possibilità conoscitive umane; si manifesta nella misura in cui l'uomo lo intenziona, cioè gli dà un senso ed un valore. Per il problematicismo tra l'io e il mondo c'è un margine di opacità, cioè la problematicità dell'esperienza. La conoscenza consiste in una tensione all'integrazione io-mondo. Il padre del problematicismo pedagogico è Giovanni Maria Bertin. Egli teorizza sull'esperienza educativa ponendo a proprio fondamento l'esperienza come rapporto di tensione all'integrazione io-mondo. Viene utilizzato il procedimento antinomico, il quale utilizza la ragione. Secondo Antonio Banfi la struttura della ragione è data dalla
  1. Momento dialettico: la ragione si pone come negativa verso una determinata posizione concettuale (negativa nel senso che la ragione attiva contro una determinata posizione concettuale una posizione antinomica) creando così un rapporto oppositivo fra due concetti (approccio antidogmatico). ES. in educazione si oppone un'esigenza egocentrica tesa a potenziare l'io individuale nei vari ambiti dell'esperienza ad una esigenza eterocentrica volta a far adeguare il soggetto al mondo socio-culturale in cui vive.
  2. Momento eidetico: la negatività assume un carattere positivo attraverso l'idea trascendentale in cui si ha la sintesi antinomica dei due momenti antitetici. Una sintesi in cui l'idea trascendentale mantiene l'opposizione fra i due poli e non si risolve. L'idea trascendentale realizza una sintesi antinomica perché si limita a porre un'esigenza razionale di conciliazione che
si concretizza in una pluralità di forme empiriche sempre parziali. ES. l'idea trascendentale è nella proposta di Baldacci quella di personalità multilaterale, una personalità che sfugge all'unilateralità dell'esperienza educativa sia essa in direzione egocentrica o eterocentrica. 3. Momento fenomenologico → gli elementi dell'esperienza si connettono e si ordinano secondo il principio unitario espresso dall'idea trascendentale e dalle sue polarità antinomiche. Le singole posizioni empiriche perdono ogni dimensione di assolutezza e chiusura, l'ordinamento dell'esperienza che si verifica in questo momento resta intrinsecamente aperto e incompleto. Nel momento fenomenologico si vanno a considerare e ordinare le singole manifestazioni educative cioè i vari modi in cui si fa educazione, in cui si ha il prevalere prima di un'esigenza e poi dell'altra. LA PROPOSTA DI BALDACCI Per attivare ilmomento dialettico occorre individuare le antinomie metodologiche, Baldacciipotizza che tali antinomie possano essere stabilite ai vari livelli della nazione della metodologiadella ricerca pedagogica integrandoli con u ulteriore livello concernente gli scopi della ricerca.I possibili significati dell'espressione "metodologia della ricerca" sono:
  • logica della ricerca → antinomia metodologica presente (induzione, deduzione);
  • metodi della ricerca → antinomia metodologica presente (ricerca teorica ed empirica);
  • tecniche d'indagine → antinomia metodologica presente (qualità-quantità);
  • scopi della ricerca → antinomia metodologica presente (ricerca orientata alle decisioni e alla conoscenza).
Per attivare il momento eidetico occorre individuare l'idea di fondo, l'idea essenziale della metodologia della ricerca, l'idea regolativa, tale idea è il rigore metodologico. Baldacci paragonale

Le pratiche di ricerca scientifica sono simili a un gioco linguistico, in quanto sono regolate da specifiche regole culturali. Il concetto di rigore può essere interpretato in due modi:

  1. Scrupolosità: è una forma di rigore che richiama l'attenzione alla conformità alle regole del gioco. Ogni gioco ha le sue regole e le mosse compiute devono rispettarle. Nella ricerca scientifica, la scrupolosità metodologica implica il rispetto delle regole specifiche del metodo di ricerca seguito.
  2. Severità: si riferisce al rigore relativo al gioco stesso. Alcuni metodi di ricerca hanno regole più rigide di altri. Ad esempio, il metodo sperimentale richiede il rispetto delle seguenti fasi: identificazione del problema, pianificazione del disegno di ricerca, osservazione, interpretazione e comunicazione.

adeguatezza→ i metodi che si utilizzano devono essere adeguati ai tipi di problemi che si affrontano. Baldacci sostiene che il metodo non è a priori logico ma va scelto in funzione al problema, in base alla definizione del problema si sceglie il metodo più adeguato. Attivare il momento fenomenologico significa costruire un sistema delle forme del campo dell’esperienza della metodologia della ricerca pedagogica mediante la costruzione di una mappa. L’integrazione io-mondo è un’idea limite, un obbiettivo che si persegue ma che non si raggiunge mai pienamente e quindi la conoscenza è sempre parziale. Baldacci si chiede se le pratiche di ricerca intese come giochi linguistici presentino delle modalità procedurali ricorrenti, si rifà alle tappe di John Dewey, secondo il quale il pensiero, dal momento in cui si pone un problema fino alla chiarificazione dello stesso, passa attraverso 5 tappe: 1) suggestioni→ circa i possibili modi

di risolvere il problema, poi le confronta tra di loro e sceglie quella più adeguata; il pensiero non è consapevole e cosciente, il soggetto si muove in base alle intuizioni che scaturiscono dall'osservazione della situazione; 2) intellettualizzazione → il soggetto effettua l'osservazione con maggiore attenzione e formula con chiarezza il problema; 3) idea come guida o ipotesi → le suggestioni diventano ipotesi; 4) ragionamento → le ipotesi si trasformano in ragionamento e il soggetto considera tutte le implicazioni delle ipotesi; 5) controllo delle ipotesi mediante l'azione → alla fine del ragionamento il soggetto passa all'azione e verifica se ha formulato una congettura esatta. Questo modo di procedere, secondo Dewey, vale sia in riferimento a questioni pratiche sia in riferimento alla ricerca scientifica, che sia teorica o empirica. Queste fasi non si succedono in ordine ma si intrecciano. Mentre Baldacci pone la ricerca azione al polo.

Opposto della ricerca sperimentale, Diega Orlando sostiene che la ricerca azione rimane dentro la stessa logica del metodo sperimentale che è quella descrittiva. La ricerca azione si apre anche agli aspetti non cognitivi delle relazioni interpersonali. La ricerca azione muta l'ipotesi in corso d'opera, si avvale di una pluralità di strumenti e include anche il ricercatore.

METODO AUTOBIOGRAFICO
È nato fra il '20 ed il '30 in America dove è stato utilizzato per studiare problematiche legate allamarginalità urbana. Diega Orlando fa riferimento alle ricerche condotte da Thomas e Znanieck, i quali miravano a preparare dei progetti di integrazione socio-culturale di questi contadini basati su indagini quantitative relative ai bisogni degli immigrati. Hanno analizzato le autobiografie e le prospettive che hanno contribuito al consolidarsi di questo metodo sono state:

  • il costruzionismo sociale → focalizza l'attenzione

Sulla realtà sociale come viene collettivamente definita e costruita a partire dalle interazioni sociali, alle origini delle quali c'è un bisogno di ordine e significato; i gruppi sociali sarebbero costantemente impegnati nella costruzione della realtà sociale attraverso un processo di integrazione, di confronto, di negoziazione dei diversi punti di vista soggettivi;

il simbolismo organizzativo → si tratta di una prospettiva che focalizza l'attenzione sui diversi modi in cui noi diamo forma ai significati e li esprimiamo, sia a livello individuale che al livello collettivo.

Nell'approccio autobiografico il qualitativo assume una connotazione specifica. Viene usato soprattutto con gli adulti ma anche con i bambini.

Il metodo autobiografico in ambito pedagogico educativo-formativo ha come scopo quello di far leva nella soluzione dei problemi sulla capacità di ciascun essere umano di costruire personalmente la propria umanità.

Attraverso la narrazione della vita di ciascun individuo si riesce a far emergere i propri sentimenti, emozioni e pensieri più profondi. La storia personale di ognuno di noi è unica e preziosa, e attraverso la scrittura possiamo condividere con gli altri le nostre esperienze e le nostre riflessioni. La narrazione ci permette di esprimere la nostra identità e di dare voce alle nostre esperienze. Attraverso le parole possiamo raccontare le nostre gioie e le nostre sofferenze, le nostre vittorie e le nostre sconfitte. La scrittura ci permette di esplorare il nostro mondo interiore e di condividere con gli altri ciò che siamo. La narrazione della vita di ciascun individuo può essere un potente strumento di connessione e di comprensione reciproca. Attraverso la lettura delle storie degli altri possiamo immedesimarci nelle loro esperienze e ampliare la nostra visione del mondo. La narrazione ci permette di superare le barriere dell'individualità e di creare un senso di comunità e di appartenenza. La scrittura è un modo per dare forma alle nostre esperienze e per esplorare il significato della nostra esistenza. Attraverso la narrazione possiamo dare un senso alle nostre vite e trovare un equilibrio tra il passato, il presente e il futuro. La scrittura ci permette di riflettere sulle nostre scelte e sulle nostre azioni, e di imparare da esse. In conclusione, la narrazione della vita di ciascun individuo è un modo per esprimere la propria identità e per condividere con gli altri le proprie esperienze. La scrittura ci permette di esplorare il nostro mondo interiore e di creare connessioni significative con gli altri.
Dettagli
A.A. 2022-2023
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Greta_Margaret95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca pedagogica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Emma Gasperi.