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Estratto del documento

POSSIBILI PERCORSI DI RIFLESSIONE / AUTOVALUTAZIONE

● confronto tra colleghi → attività a carattere «estemporaneo»,realizzata al bisogno

● intervisione → attività di sostegno tra pari, in una logica di mutua riflessività auto-organizzata e

autogestita (richiede un tempo/spazio specifico)

● altervisione → metodologia specifica, elaborata e sperimentata in anni recenti da L. Gui e

gruppo di Trieste

● supervisione professionale LA SUPERVISIONE

un «sistema di pensiero-meta sull’azione professionale, uno spazio e un tempo di sospensione,

➔ dove ritrovare, attraverso la riflessione guidata da un esperto, una distanza equilibrata

dall’azione» (E. Allegri,Supervisione e lavoro sociale)

uno spazio di auto-riflessione e di autovalutazione (singolo o di gruppo/equipe)

➔ la possibilità di rileggere ed imparare dai propri errori, e anche attraverso quelli altrui

➔ LA SUPERVISIONE PROFESSIONALE

● all’equipe/servizio ( aspetti organizzativi; «di chi» ci occupiamo, «come» lavora il gruppo)

● sui casi: all’equipe multiprofessionale o di servizio sociale

2. Le professioni di aiuto … errare per migliorare?

ERRORE Con danno Senza danno

es. allontanare un minore dal es. al Segretariato Sociale, dare

Con apprendimento nucleo familiare ritenuto a l’indirizzo di un Servizio con un

rischio, ma che poi si scopre numero civico sbagliato

(anche grazie a processi di

riflessività) essere idoneo e

sicuro

es. come sopra, ma senza es. sbagliare il nome della

Senza apprendimento attivare processi di riflessività persona che viene a colloquio e

che conosco da molti anni

POSSIBILI CAUSE DI ERRORE

tempo

● il :

○ perché è una risorsa scarsa, soprattutto in relazione alla mole di lavoro

○ perché non sempre si riesce a trovare il tempo/momento giusto

dimensione relazionale

● la :

○ eccessivo coinvolgimento/Vs./eccessivo distacco emotivo

○ difficoltà/incapacità di ascolto/comprensione di ciò che l’altro dice

○ qualità dei rapporti con i colleghi e necessità di coordinare l’agire professionale

insieme delle componenti di efficacia personale

● l’ :

○ la gestione delle emozioni (proprie e altrui)

○ la gestione dei processi cognitivi / disattenzione

POSSIBILI CONSEGUENZE DEGLI ERRORI

1. fallimento del progetto per inadeguatezza / inefficacia / inefficienza dell’intervento

2. danno relazionale con l’utente (sfiducia / fuga / insoddisfazione ecc.)

3. danno generico all’utente

4. valutazione errata nella stesura di una relazione

5. burnout degli operatori

6. errore “banale”

7. “errore a catena”

8. crescita professionale

9. ritardi nell’intervento

10. percorso di vita compromesso (nel caso di un minore)

TRA INTUITO E RAZIONALITÀ

«modello dei 2 sistemi»

Kahnemann e il

I PROCESSI

INTUITO (e percezione): veloci, paralleli (più processi contemporaneamente), automatici, privi di sforzo,

associativi, lenti nell’apprendimento

RAGIONAMENTO : lenti, seriali (un processo alla volta), controllati, richiedono sforzo, governati da

regole, flessibili I CONTENUTI

PERCEZIONE: percezioni derivanti da stimoli sensoriali, relativi al presente, limitati allo stimolo

INTUITO E RAGIONAMENTO

: rappresentazioni di concetti, relativi a passato/presente/futuro,

possono essere evocati dal linguaggio

L’intuito può portare a grossolani errori (da cui si può imparare), ma anche suggerire ipotesi, soluzioni,

strade alternative lì dove «c’è qualcosa che non mi torna/non mi quadra…» o «c’è un particolare che mi

sfugge …». L’intuito sembra emergere come elemento fondamentale per entrare in empatia con la

persona e cogliere così quelle caratteristiche che non sarebbero percepibili attraverso il solo

intelligenza emotiva

ragionamento → necessità di utilizzare l’ (D. Goleman), l'intreccio tra facoltà

emotiva e pensiero razionale, in maniera consapevole, ovvero sviluppando la nostra capacità di

riconoscere e divenire consapevoli degli errori fatti e di quelli che potremmo fare.

3. Sbagliando, si impara?

IL CICLO DELLA RIFLESSIVITÀ DI GIBBS

descrizione

1. (cosa è successo?)

sensazioni

2. (che cosa ho pensato e sentito?)

valutazione

3. (positivo e negativo dell’esperienza)

analisi

4. (che senso posso dare all’esperienza e alla situazione che si è creata?)

conclusioni

5. (che cos’altro avrei potuto fare?)

piano d’azione

6. (se la situazione si presentasse di nuovo cosa farei?)

4. E se a sbagliare è un/a collega?

«Glielo dico oppure no?» → SI: per tutelare la persona / utente, per aiutare il collega che attraversa un

momento di difficoltà, per un apprendimento condiviso

MA: molto dipende dal tipo di rapporto che si ha con il collega; verificare prima se è un errore, e da chi è

commesso; cercare di capire se chi ha sbagliato si sia già reso conto dell’errore commesso

Come dirlo? No alla critica, rispetto dell’altro, approccio costruttivo, improntato al dialogo, valutare pro e

contro, aiutare il collega a trovare strade alternative, piuttosto che suggerirgliele (o, peggio, indicargliele)

Quando dirlo? «in camera caritatis» o in momenti (strutturati) di gruppo LEZIONE 9 DICEMBRE

DECIDERE NEL SERVIZIO SOCIALE

da «de-caedere»

● porre fine ad una situazione problematica, pronunciando un giudizio conclusivo

● stabilire/fissare (… una data … un appuntamento …)

● determinare qualcosa (l’esito di una riunione …)

● risolvere e comporre una controversia

● operare una scelta tra diverse alternative [è su questo che si concentra il libro]

elementi della decisione

Gli sono:

SCELTA

- la

INCERTEZZA

- l’ RISCHIO

- il

DECISIONI NEL SERVIZIO SOCIALE

Quali ?

accompagnare le decisioni delle persone (

➔ sostenere la loro autodeterminazione, costruire una )

relazione che metta le persone in grado di leggere le diverse opzioni ed esercitare la capacità di scelta

decidere sull’elegibilità dei servizi (

➔ come utilizzare il proprio grado di discrezionalità nel proporre o

?)

meno l’attivazione di servizi/risorse

decidere rispetto ai piani di intervento (

➔ individuare gli interventi più opportuni, gli strumenti più utili,

)

in scienza e coscienza

decidere sulla protezione delle persone che non sono in grado di farlo da sole (

➔ minori,

)

anziani, persone con disabilità intellettive

LA CORNICE DELLE DECISIONI

LA CONOSCENZA

intreccio tra saperi teorici e saperi pratici (

➔ la teoria e/o la ricerca che guidano la pratica / i saperi che

)

vengono dall’esperienza riflettuta

sapere plurimo

un (

➔ secondo la definizione internazionale, il servizio sociale è «sostenuto dalle teorie

)

del servizio sociale, delle scienze sociali, umanistiche e dai saperi indigeni»

contesto

l’influenza del (

➔ macro → rapporto tra l’individuo e la specifica società in cui vive; meso→ le

)

«aree di competenza» dei diversi servizi; micro → lo specifico contesto locale di «quel servizio»

LA CORNICE ETICA DI RIFERIMENTO

● l’etica deontologica ci dice cosa si deve/non si deve fare, cosa è giusto o sbagliato, in base a

principi preesistenti all’azione

● l’etica teleologica, anche definita «etica del bene», suggerisce un modello di condotta finalizzato

al raggiungimento del bene (e dunque un’azione eticamente corretta quando «produce bene»)

Le due etiche «della giustizia» e «del bene» sono entrambe presenti nel servizio sociale, ma secondo

molti non sono adottabili contemporaneamente, così come nell’immagine a fianco si può vedere o il

coniglio o l’anatra

un tentativo di superamento di questa polarizzazione avviene attraverso l’etica della responsabilità.

➔ In questa prospettiva, i principi a carattere generale si coniugano attraverso la responsabilità,

coniugata all’interno di un rapporto interpersonale – non RESPONSABILITÀ ASSOLUTA quindi, ma

che trova un preciso limite nella responsabilità degli altri e nel confronto con quella specifica realtà.

PER UNA BUONA DECISIONE

ampliare, aggiornare, integrare le nostre conoscenze e informazioni, e quelle della persona che

➔ attraverso il processo di aiuto deve decidere

essere consapevoli di quale cornice etica di riferimento tendo ad utilizzare in generale, e di quella

➔ che sto utilizzando in quella specifica situazione

COME GIUNGERE AD UNA BUONA DECISIONE

Fase 1: la definizione del campo decisionale

corrisponde orientativamente alla fase di «analisi e valutazione della situazione», all’inizio del

➔ processo di aiuto, e prevede un’analisi della realtà attraverso l'esame dei dati più significativi

MA ATTENZIONE:

- ogni persona utilizza le proprie cornici interpretative della realtà

- le diverse forme di conoscenza compongono le cornici interpretative

● si tratta di mettere in atto un vero e proprio percorso/disegno di valutazione, utilizzando possibilmente

sia processi di tipo razionale/analitico sia processi di tipo intuitivo, al termine del quale poter avere un

quadro in cui sono delineati gli elementi di criticità e i punti di forza di quella persona, in quella

situazione, in relazione a quello specifico problema.

Fase 2: analisi delle opzioni e valutazione dei rischi

Sofia ha 15 anni, è in affido familiare da 8 anni e da qualche tempo ha cominciato a essere

particolarmente ribelle e incontenibile. Resta fuori casa fino a tardi, ha interrotto la scuola, beve alcolici,

litiga con tutti, è stata fermata per risse in strada. Non vuole più stare con la famiglia affidataria e ha

chiesto di tornare con sua madre. La madre, a sua volta, ha confidato all’assistente sociale che avrebbe

alcuna difficoltà a riprendere la figlia con sé. Tra la madre e la famiglia affidataria esiste un buon

rapporto. Sono tutti molto preoccupati.

Fase 3: scelta e decisione

Qual è la migliore sistemazione per Sofia?

Nella famiglia affidataria + -

Con la madre + -

In comunità + -

LEZIONE 16 DICEMBRE

EMOZIONI E SERVIZIO SOCIALE

Gli studi di Ekman sul tema individuano 5 emozioni primarie, alle quali vengono ricondotte tutte le altre:

● rabbia

● paura

● disgusto

● tristezza

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
19 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MaraCentraa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tilli Cristina.