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SPRAR

dal Ministero dell’interno all’ANCI, Associazione nazionale comuni italiani (

costituito dalla rete degli Enti

). A livello territoriale gli Enti locali, con il supporto del terzo settore, garantiscono interventi di

locali

accoglienza integrata che prevedono misure di informazione, accompagnamento, assistenza e

orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socioeconomico.

Inoltre, i servizi locali sono impegnati ad attuare interventi tesi a favorire i processi di integrazione

sociale degli immigrati: mediazione interculturale e tutte le attività connesse all’interlocuzione con le

associazioni delle comunità straniere del territorio per la presa in carico di situazioni complesse e

l’attivazione di progetti per favorire processi di inclusione e contaminazione, con un focus sul

benessere psico sociale.

Altro settore di competenza dei servizi comunali è quello relativo alle popolazioni Rom, sinti e

camminanti e in particolare l’attività relativa alla realizzazione e conduzione dei villaggi attrezzati per il

miglioramento delle condizioni di vita e dell’integrazione sociale, favorendo il lavoro in rete con i

servizi.

Altra area è quella relativa alle azioni in favore delle persone detenute ed ex detenute e alle loro

famiglie. L’Ente locale gestisce interventi relativi all’accoglienza e promuove progetti socio culturali

volti all’inclusione sociale e alla qualità della vita detentiva ed è importante il coordinamento di azioni

integrate con i servizi per la salute mentale, i servizi per la dipendenza, il circuito umanitario e le

associazioni di volontariato.

Mediatore interculturale: gli stranieri sul territorio hanno spesso bisogno di qualcuno che favorisca i

rapporti con le istituzioni e faciliti l’accesso ai servizi territoriali e il mediatore, infatti, deve conoscere

cultura e condizioni socioeconomiche delle società cui fa da tramite, deve avere capacità

comunicative e relazionali per dare voce alle richieste dell’utenza e per saper chiarire i problemi degli

operatori spiegando il funzionamento dei servizi.

LEGGI E RIFORME

Innovazioni della riforma sanitaria: con la legge 833 è stato istituito nel 1978 il SSN e con esso le

USL, si supera la strutturazione basata sugli Enti e sulla settorializzazione delle competenze e delle

prestazioni al cittadino. Si costituisce un'organizzazione unitaria ed universalistica finalizzata alla

tutela della salute. I principi che caratterizzano la riforma sanitaria riguardano: l’eguaglianza dei

cittadini, l’universalità di accesso, la globalità delle prestazioni, il rispetto della dignità e della libertà

della persona. Viene valorizzata la partecipazione dei cittadini all’attuazione e al controllo del servizio

sanitario. La riforma prevede una gestione unitaria delle prestazioni sia sociali che sanitarie

collegandosi al precedente dPR.616/1977 che prevedeva che le Regioni determinassero gli ambiti

territoriali adeguati alla gestione integrata dei servizi sociali e sanitari. La riforma non si limita al

decentramento delle competenze ai Comuni, ma cala la tutela della salute in ambiti territoriali definiti.

Strumenti sono le USL che si devono articolare in distretti di base, cioè strutture tecnico-funzionali per

l’erogazione dei servizi di I livello e pronto intervento.

Integrazione, USSL e Craxi: negli anni ’70, in molte regioni, vennero sperimentate le USSL

( ) ma fallì perché non ci fu il supporto politico. Nel 1985 il DPCM “decreto

integrazione sociosanitaria

Craxi” separò le prestazioni sociosanitarie da quelle socio assistenziali e i relativi finanziamenti e fu

un segnale di arresto rispetto allo sviluppo dell’integrazione. L’obiettivo fu di trasferire ai comuni il

costo di una parte delle prestazioni prevedendo altri risparmi nel bilancio statale attraverso la

compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini. Questo ha messo in pericolo le fasce deboli

perché per le prestazioni socioassistenziali, a differenza di quelle sanitarie, non vi è l’obbligo di

esigibilità.

Riforma bis e ter: dopo la riforma 833 ci fu un dibattito politico sulle USL e sui compiti e ruoli dei

comitati di gestione delle USL e questo dibattito fu alimentato dagli scandali e gestioni clientelari di

lottizzazione politica che coinvolsero le USL e alla fine, prevalse la tesi di separare le funzioni di

indirizzo e programmazione da quelle di gestione ed amministrazione. Con l’approvazione della

riforma bis le USL escono dalla gestione dei comuni diventando aziende ( ) autonome a livello

ASL

gestionale e amministrativo, con un patrimonio e una contabilità. Il controllo delle ASL viene

assegnato alle regioni che assumono il potere di nomina e revoca dei direttori generali, che devono

attenersi alle linee di indirizzo e programmazione regionali per cinque anni.

- TER → norme per la razionalizzazione del SSN, conosciuto anche come “decreto Bindi” viene

riconfermata la scelta di garantire le prestazioni ai cittadini nei territori dove vivono, attraverso un

rilancio dei distretti sanitari di base. Nel decreto viene prevista l’incompatibilità, per i medici, tra il

lavoro nel servizio pubblico e il lavoro privato esterno alle ASL che aveva creato delle contraddizioni

nella gestione del servizio pubblico.

Nello stesso decreto e nei successivi DPCM vengono riconfermate le prestazioni sociosanitarie

erogate nelle ASL e vengono individuati i LEA.

Ottica di rete: lavoro di rete considerato una metodologia ed una prestazione professionale

dell’assistente sociale. Idea di rete coniata dall'antropologo Barnes: impiegò questa parola

nell’analizzare le relazioni intercorrenti tra le persone che facevano parte di una comunità

parrocchiale/pescatori in Norvegia. Barnes afferma che la rete è un insieme di punti, (persone)

collegati da linee (interazioni). Dal punto di vista metodologico ci sono due approcci:

della Ferrario: inserisce la rete nel modello unitario centrato sul compito.

➢ di Folgheraiter: usa le teorie della rete per costruire un modello relazionale con metodologie

➢ specifiche e valorizza le reti naturali del soggetto dando importanza all’empowerment, infatti,

l’operatore ha un ruolo di guida relazionale e facilita i processi verso l’autonomia.

Le reti sono immerse nel territorio.

Quindi il riferimento alla rete indica i legami che connettono le persone nella loro vita quotidiana. Da

quando Barnes introdusse questo concetto, numeroso fu il suo utilizzo e l’impiego in diverse

discipline, tanto da divenire oggetto di molteplici studi e ricerche. Attualmente è utilizzato nel campo

dell’analisi matematica, della network analysis[1], della psicologia e psicoterapia e della sociologia.

[1] La network analysis, è soprattutto un metodo, ed è «essenzialmente un’impresa interdisciplinare». Gli studiosi

di tale metodo concentrano il loro studio sulle variabili analitiche che riguardano la rete come: ampiezza,

densità, interconnessione e settorialità. Inoltre, si studiano le variabili dei singoli legami come: reciprocità,

intensità. Per le citazioni e i relativi approfondimenti Cfr. folgheraiter, Teoria e metodologia del servizio

sociale…, pp. 250-258.

IN CAMPO SOCIALE:

− si adotta il termine rete per indicare: l’insieme delle opportunità sociali

− un’equipe di lavoro che opera per far crescere i legami che connettono i soggetti

− un sistema di servizi di aiuto al singolo e alla comunità

− gruppi di volontariato che creano un serie di supporti finalizzati all’aiuto.

La rete dinamica: la rete, perciò, richiama a qualcosa non di statico, di fisso o immodificabile, ma a

qualcosa di incredibilmente dinamico, modificabile e suscettibile di continui cambiamenti,

aggiustamenti, uscite ed entrate di nuovi componenti che la formano. Come ricorda franca ferrario: la

rete ha valenze e funzioni diverse, vuoi culturali, in quanto conferisce il senso di identità sociale

attraverso lo sviluppo dell’appartenenza, vuoi strutturali e funzionali, poiché può fornire aiuti e

sostegni per il fronteggiamento di diversi bisogni.

Il valore delle reti: le reti possono allargare gli orizzonti relazionali dell’individuo, offrirgli risorse e

possibilità, che da solo altrimenti non avrebbe, ma al tempo stesso possono portare ad ingabbiarlo,

rinchiuderlo in una cerchia stretta di legami, che anziché arricchire l’individuo, finiscono per

impoverirlo.

SISTEMA DI SUPPORTO: la rete può divenire un vero e proprio sistema di supporto sociale per

l’individuo, offrendogli aiuto, sostegno emotivo, aiuto strumentali, consigli e istruzioni. In tal senso

potremmo distinguere una rete dai legami deboli più orientata a fornire sostegno strumentale e una

rete dai forti legami dove preponderante è la componente rivolta al supporto emotivo e

all’attaccamento affettivo. Una possibile definizione di supporto sociale è quella che lo intende come

«insieme di risorse o beni in gran parte non intenzionali o automatici, (

tra i quali calore affettivo, vicinanza,

) che arrivano al soggetto per il semplice fatto di ritrovarsi collocato in

senso di appartenenza, di sicurezza

una data rete di relazioni sociali».

Reti primarie e secondarie: una differenza, tra reti primarie, che costituiscono un'unità relazionale e si

caratterizzano per l’avere come contenuto delle interazioni intercorrenti affetto e/o affinità, e reti

secondarie, che si distinguono in formali e informali e si riferiscono a delle istituzioni o dei gruppi che

forniscono un supporto all’individuo di diversa natura.

NEL LAVORO SOCIALE: il termine rete è stato molto utilizzato, soprattutto in relazione al lavoro con

gli utenti, i gruppi, le comunità e all’interno dei servizi. Nei servizi sociali, si riferisce all’insieme delle

metodologie e delle tecniche di servizio sociale professionale, che possono essere riconducibili a

diverse esigenze dell’operatore sociale nella pratica del suo lavoro.

NEI SERVIZI SOCIALI: il lavoro di rete risponde alla necessità di intervenire nell’ambiente e nel

contesto di vita della persona, in modo da comprenderne sia i significati che essi rivestono per il

soggetto, sia per definire il loro ruolo nella richiesta d’aiuto presentata. Conoscere infatti il mondo

relazionale e ambientale del soggetto, il suo contesto di appartenenza diviene fondamentale per

l’andamento dell’intero processo di aiuto.

IN, PER E CON LA RETE: intervenire in, per e con la rete diviene l’ambito privilegiato di operatività in

quanto si parte dalla consapevolezza che l’individuo è un essere relazionale e che ogni «problema» è

sempre di natura e o

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
29 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MaraCentraa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marchetti Paolo.