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Prendere parte dei sentimenti altrui, sentirli in parte come propri

- Nessun percorso di aiuto/accompagnamento può essere definito buono se non ha come presupposto il coinvolgimento delle persone

- Oltre la tecnica c'è l'esistenza delle persone che, oltre a chiedere un aiuto ad affrontare i loro problemi, chiedono aiuto a tutti noi per trovare senso e significato alla loro esistenza (non si può raggiungere senza la prospettiva della partecipazione)

- È questa la vera sfida che dobbiamo affrontare nel campo dell'aiuto e la prospettiva della partecipazione ci viene in soccorso

- Come possiamo pensare di costruire un percorso di accompagnamento che sia capace di cambiamenti/trasformazioni positivi sul piano della vita (oltre il problema tecnico) se non teniamo in considerazione quello che le persone pensano, sentono, vorrebbero?

Altri aspetti che dobbiamo tenere in considerazione oltre alla partecipazione:

- Prospettiva dei diritti: di base la persona

ha dei diritti che vanno tenuti in conto nella partecipazione di un'intervento. Aspetti giuridici: intesi come quegli aspetti del diritto che tutelano determinate categorie (es. diritto del disabile a sapere cosa si sta facendo e il diritto a poter decidere per se stesso laddove possibile). Questioni metodologiche: alcune definizioni: - Hart definisce la partecipazione come il processo di condivisione delle decisioni che incidono sulla vita di un singolo e sulla sua comunità di appartenenza e sottolinea la dimensione attiva della partecipazione e la possibilità di orientare le decisioni da prendere. (quindi non solo l'operatore che prende decisioni). - Per Archer la partecipazione consiste nella possibilità per le persone di esprimere la propria agency. → attenzione alla tendenza ad addomesticare il concetto di partecipazione come altri che hanno per oggetto la ridefinizione del potere professionale. - Belotti illustra che tendenzialmente per gli operatori la partecipazione è vista come un'opportunità per coinvolgere i destinatari dei servizi nella progettazione e nella valutazione delle attività.

La pratica della partecipazione “si esaurisce in un agire intenzionale dell’operatore teso a raccogliere informazioni per avere una visione più approfondita della situazione”

Partecipazione non è:

  1. Consultare su una determinata questione o fenomeno per poi non tenere in considerazione il punto di vista espresso e continuare sulla propria strada
  2. Chiedere l’opinione altrui come contributo a un’idea progettuale da sviluppare per farne un uso discrezionale (che va dal decidere di utilizzarla o meno oppure di modificarla o di utilizzarla solo parzialmente)
  3. Condividere con altri un progetto già definito (magari rigidamente) nelle sue finalità obiettivi e azioni per ottenere l’adesione dell’interlocutore che ho di fronte, indipendentemente dalla sua reale opinione in merito
  4. Manipolare le persone per ottenere il loro consenso a partecipare a un progetto o a un corso di azione che dal mio punto di vista di operatore è
l'unico possibile perché secondo me le mie categorie interpretative è quello giusto

LA PARTECIPAZIONE è UN DIRITTO E NON DIPENDE DAL PROCESSO TERAPEUTICO.

Alcune riflessioni sulla partecipazione:

  • le famiglie hanno il diritto di partecipare alle decisioni che le riguardano ed è il punto dove sono in pericolo le libertà dei singoli e della famiglia e la libertà di scelta che lo Stato deve fare il massimo corso per assicurare autentica partecipazione e coinvolgimento
  • i social workers devono promuovere il pieno coinvolgimento e la partecipazione delle persone utilizzando i servizi in modo da favorire il loro empowerment in tutti gli aspetti delle decisioni le azioni che impattano sulla loro vita

I livelli della partecipazione:

  • Being Control: Rispetta la capacità delle persone che accedono ai servizi di (esercizio della propria decisionalità) prendere le decisioni per sé.
  • Being a partner: Si
raggiunge un accordo attraverso il dialogo e la negoziazione con (decisionalità condivisa) le persone che accedono ai servizi- Being Consulted Le opinioni delle persone che accedono ai servizi sono considerate, (essere consultati) ma la decisione è assunta dai professionisti. Non c'è il principio di partecipazione- Being Told La decisione viene presa dai professionisti e le persone che (essere informati) accedono ai servizi sono informate. Non c'è il principio di partecipazione. Il coinvolgimento autentico di genitori, bambini e delle altre relazioni significative è requisito fondamentale per la buona riuscita dell'intervento di aiuto che, se non trova radici salde nel piano della vita con percorsi sostenibili e realistici, rischia di non produrre gli esiti sperati e anzi potrebbe avere effetti controproducenti. LORO SONO ESPERTI DELLA LORO VITA. Le ricerche la pratica ci dicono che gli interventi (sociali, psicologici, educativi) rivolti alle

Le famiglie sono efficaci quando sono:

  • Tempestive
  • Integrate
  • Multidimensionali
  • E favoriscono la partecipazione

Per entrare nell'ottica della partecipazione deve essere anche l'operatore stesso a rivedere le proprie modalità di lavoro. Ciò richiede nuove forme di organizzazione e una nuova visione dei ruoli e dei compiti dei professionisti, nonché un nuovo paradigma e nuove competenze per favorire il passaggio da relazioni di potere sbilanciate a favorire dei professionisti in ottica di partnership.

Il concetto di partecipazione fa riferimento al coinvolgimento delle persone nel processo decisionale, nella realizzazione dell'intervento e in ogni aspetto del servizio. È strettamente connesso all'empowerment:

  • L'empowerment della persona può accrescere attraverso la partecipazione
  • La persona per partecipare ha bisogno di un certo grado di empowerment iniziale

La prospettiva della partecipazione ci può aiutare ad affrontare alcuni aspetti

come diritto delle famiglie- la partecipazione come processo di condivisione delle decisioni- la partecipazione come strumento per l'autonomia delle famiglie- la partecipazione come valore fondamentale per la qualità dell'intervento- la partecipazione come opportunità di apprendimento reciproco tra operatori e famiglie- la partecipazione come antidoto all'esclusione e alla marginalizzazione delle famiglie- la partecipazione come strumento per la costruzione di reti di sostegno e di solidarietà tra famiglie- la partecipazione come elemento chiave per la sostenibilità degli interventi a lungo termine. La ricerca ha evidenziato la necessità di promuovere una cultura della partecipazione all'interno dei servizi per le famiglie in difficoltà, affinché essa diventi una pratica quotidiana e non solo un'idea teorica. Gli operatori intervistati hanno sottolineato l'importanza di creare spazi di ascolto e di confronto con le famiglie, in cui esse possano esprimere le proprie esigenze, le proprie risorse e le proprie opinioni. Inoltre, è emersa la necessità di superare la visione paternalistica e assistenzialista nei confronti delle famiglie, per favorire un approccio basato sulla reciprocità e sulla valorizzazione delle competenze familiari. La ricerca ha anche evidenziato alcune criticità e sfide legate alla promozione della partecipazione. Ad esempio, la presenza di vincoli normativi e burocratici che limitano la flessibilità degli interventi e la possibilità di coinvolgere attivamente le famiglie. Inoltre, è emersa la necessità di formare gli operatori affinché siano in grado di favorire la partecipazione delle famiglie in modo efficace e rispettoso. In conclusione, la ricerca ha sottolineato l'importanza di promuovere una cultura della partecipazione all'interno dei servizi per le famiglie in difficoltà, affinché essa diventi una pratica quotidiana e non solo un'idea teorica. Solo attraverso un coinvolgimento attivo delle famiglie sarà possibile costruire interventi efficaci e sostenibili nel tempo.

come ascolto e dar voce dei bambini e dei ragazzi- la partecipazione come ascolto dei genitori- coinvolgimento a collaborare e condividere- tenere in considerazione i bisogni desideri e opinioni per personalizzare l'intervento e per decidere insieme- partecipazione come contributo realizzare l'intervento- partecipazione come responsabilizzazione delle famiglie- informare, dare sostegno e sviluppare una relazione di fiducia- una partecipazione condizionata- il diritto di partecipare: un grande assente- la reciprocità della partecipazione della medesima finalità, rappresentato dal best interest di bambini e ragazzi. la prospettiva della partecipazione ci consente di:

  • spostare il focus dell'intervento dalla tecnica alla relazione. È la narrazione di una storia comune.
  • valorizzare la matrice sociale dell'aiuto
  • dare valore alla vulnerabilità come esperienza umana comune
  • promuovere un dialogo polifonico
  • valorizzare il sapere esperienziale
considerare l'intervento di aiuto come l'esito dell'incrocio di saperi e un'esperienza di apprendimento reciproco. La prospettiva della partecipazione... vantaggi: - è dimostrato che quando bambini, ragazzi e famiglie sono messi nella condizione di una partecipazione autentica, vengono ascoltati e se si tiene conto della loro opinione, gli interventi che ne conseguono sono maggiormente rispondenti ai bisogni e accettati (efficaci, sostenibili e realistici) - lavorare in senso relazionale con le famiglie promuovendo la loro partecipazione: - favorisce un processo di ricostruzione e potenziamento delle loro capacità di cura, riconoscendo le loro competenze esperienziali - consente agli operatori di farsi aiutare dalle famiglie a trovare le modalità di lavoro più adeguate alla specificità della loro situazione di difficoltà (empowerment relazionale) Oltre alla burocratizzazione: scongiurare rischio di irrigidire il proprio agire in

Regole che non tengono conto delle eccezioni in pratiche codificate che nel tempo si standardizzano, si burocratizzano e non rispondono alle...

Da una ricerca condotta sul significato attribuito alla partecipazione delle persone nel lavoro di equipe emergono 7 diverse accezioni:

  1. Partecipazione come coinvolgimento in attività e in eventi di socializzazione (partecipazione come addomesticamento)
  2. Partecipazione come acquisizione di operazioni orientamenti da parte degli operatori (partecipazione come addomesticamento)
  3. Partecipazione come negoziazione di adattamenti
  4. Partecipazione come assunzione di una...

Le cornici dei servizi professionali sono troppo strette oggi. Come operatori sociali dobbiamo tornare a lavorare dentro le comunità locali, perché se miriamo all'emancipazione delle persone, questa non si costruisce solo nei servizi... Allora è tempo per sconfinare, tornando ad una lettura politica delle pratiche dei servizi.

consapevole responsabilità personale (partecipazione consapevole) 5. Partecipazione come qualcosa di connesso al contesto entro il quale ha luogo. (partecipazione come addomesticamento) 30 La doppia faccia della partecipazione tra empowerment (parte attiva) e paternalismo (addomesticamento). Esigenze vive e sempre in trasformazione delle famiglie e della comunità, non seguono né incoraggiano le loro evoluzioni, rischiando così di istituzionalizzarsi… Alcuni elementi strettamente connessi al discorso sulla partecipazione sono:

  • potere (e linguaggio)
  • complessità
  • collaborazione
  • capacitazione

IL POTERE:

  • per il loro posizionamento professionale/istituzionale gli operatori dell'aiuto gestiscono potere; più potere delle persone che incontriamo
  • è un dato di fatto del quale è necessario assumere consapevolezza e siamo chiamati a gestire con responsabilità
  • cosa ci aiuta a riequilibrare il potere?
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
76 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher barbaragh__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Maci Francesca.