Estratto del documento

Problematiche

Una volta scelti i test e la frequenza di somministrazione c’è da tenere

conto di diverse complicanze e problematiche che scaturiscono dal loro

svolgimento ed analisi dei risultati.

Il primo problema è quello legato all’errore nella misurazione. Ci possono

essere due tipi di errori:

- Casuali, difficili da predire e controllare;

- Sistematici, legati ad aspetti controllabili.

Tra gli errori sistematici più comuni ci sono la calibrazione degli strumenti

di misura, presenza di fatica o stress, familiarizzazione che può portare ad

un aumento dei risultati non effettivamente legata ad un miglioramento

delle caratteristiche prestative.

Una volta che si hanno poi i dati misurati si deve essere in grado di

confrontarli con una scala di riferimento. L’analisi può essere

principalmente di due tipi: quantitativa e qualitativa; la prima è oggettiva

in base a dati rilevabili, mentre la seconda si basa sul giudizio tecnico e

sull’interpretazione.

Per un’analisi quantitativa ci può aiutare la statistica descrittiva, che

mettendo a confronto i dati misurati con una popolazione di riferimento

adeguata è in grado di fornire un’analisi rispetto allo standard.

La statistica però ha un limite intrinseco: modifiche molto piccole non

sono considerate statisticamente rilevanti e di conseguenza ignorate, ma

nella pratica anche le minime differenze sono importanti specialmente a

livelli molto alti. In questo caso è necessaria un’analisi qualitativa fatta

dall’allenatore che deve essere in grado di riconoscere l’importanza di

queste differenze marginali e tenerne conto.

Un metodo per dare all’allenatore uno strumento per facilitare un’analisi

più approfondita sono i grafici, in grado di fornire un feedback immediato

e facilmente interpretabile. Serve però scegliere una tipologia di grafico

più adatta a mostrare ciò a cui si è interessati.

Lezione 2 – Fattori Determinanti

la Performance di Resistenza

Quando si fa riferimento ad una disciplina specifica è difficile individuare

le capacità determinanti la resistenza. Si parla allora di fattori

determinanti della performance di resistenza in generale.

il modello fisiologico generale di una qualsiasi disciplina di resistenza si

basa su cinque fattori principali:

- Neuromuscolari, produzione della forza necessaria a produrre un

gesto motorio;

- Energetici, la re-sintesi di ATP attraverso le scorte endogene;

- Ventilatori, prelevazione di O2 ed espulsione di CO2;

- Circolatori, trasporto di gas attraverso il sangue ai muscoli;

- Termoregolatori, mantenimento della temperatura interna per

salvaguardare le funzioni vitali.

Mentre il modello prestativo di una qualsiasi disciplina di resistenza

comprende sempre il VO2max, la %VO2max utilizzabile, valore della

soglia lattacida ed economia del gesto.

I fattori determinanti la performance di resistenza sono allora:

- Massima potenza metabolica (Emax), data dal prodotto del VO2max

per la %Vo2max utilizzabile;

- Soglia lattacida;

- Economia del gesto.

E si può definire la massima velocità raggiungibile come il rapporto tra

Emax ed economia del gesto.

La massima potenza metabolica non è da sola sufficiente ad esprimere la

spesa durante uno sforzo di resistenza perché si deve tenere conto anche

di quanto si è efficienti ad utilizzarla durante la prestazione. Per arrivare

ad una migliore performance si deve essere più efficaci ed efficienti

possibile ad esprimere la propria Emax.

Ci sono poi ulteriori fattori che influenzano i tre fattori determinanti,

conoscerli e capire cosa li determina è fondamentale per gestire la

metodologia dell’allenamento.

Ci sono poi altri due fattori legati alla VO2max che si pensa abbiano

influenza sulla performance: la vVO2max e la vOBLA.

La vVO2max non è altro che la velocità (o potenza) alla quale viene

raggiunto il massimo consumo di ossigeno. Determinata dal valore del

VO2max e dall’economia del gesto.

La capacità di raggiungere il massimo consumo di ossigeno a velocità più

alte non è allora data solamente dalla componente aerobica, ma anche

dalla capacità di eseguire il gesto motorio in maniera efficiente.

La vOBLA rappresenta invece la velocità raggiunta al punto dove la

concentrazione di lattato ematico arriva alle 4mmol.

VO2max

Il VO2max è uno dei pilastri principali delle discipline di resistenza.

Il suo valore è determinato dalla legge di Fick come il prodotto tra la

concentrazione di O2 nel sangue e la massima gittata cardiaca.

Banalmente, rappresenta la capacità del sistema di fornire ossigeno ai

muscoli e la loro capacità di utilizzarlo.

Questi sono a loro volta influenzati da altri fattori fisiologici, come

l’ematocrito (concentrazione di globuli rossi), dimensioni delle camere

ventricolari o volume ematico. Le differenze di tutti questi adattamenti

sono ciò che va ad influenzare il VO2max.

Il VO2max è considerato il gold standard per la determinazione della

capacità aerobica di un soggetto. Può essere allenato, ma quanto dipende

principalmente da fattori genetici.

La determinazione del valore del VO2max è teoricamente semplice, in

quanto esiste una relazione pressoché lineare diretta tra intensità

dell’esercizio e consumo di ossigeno. Andando allora a proporre un test

incrementale si dovrebbe vedere che il consumo di ossigeno aumenta

gradualmente fino a raggiungere un plateau al quale anche aumentando

l’intensità dello sforzo non aumenta il consumo di ossigeno, ed il sistema

implementa i meccanismi anaerobici per fornire l’energia necessaria.

Il plateau viene definito come il punto dove aumentando il carico il VO2

non aumenta di più di 2mL/kg/min.

Nella realtà però è raro che durante un test si arrivi ad osservare il vero

plateau del consumo di ossigeno, perché è più comune che il test si

interrompa prima per affaticamento del soggetto.

In questi casi si utilizzano dei criteri secondari per valutare se il valore di

VO2 raggiunto è sufficientemente vicino al massimo teorico; sono:

- RPE > 15

- FC massima raggiunta > 85% della massima teorica

- QR ≥ 1.1

- Concentrazione massima di lattato ematico raggiunta > 8mmol

Se almeno tre di questi criteri sono rispettati, il valore di VO2 raggiunto è

considerato una buona approssimazione del vero VO2max del soggetto.

I fattori che principalmente influenzano il valore del VO2max sono la

concentrazione di emoglobina e la gittata sistolica, ed in maniera minore

dalla densità capillare e mitocondriale.

L’emoglobina è l’elemento che lega l’ossigeno per portarlo al muscolo,

mentre la gittata sistolica rappresenta il volume massimo di sangue

espulso dal cuore ad ogni contrazione.

Soglia lattacida

C’è però da considerare che la variabilità di valori di VO2max all’interno di

popolazioni di atleti di resistenza cala drasticamente, specialmente ad alti

livelli.

In questi contesti allora il valore del VO2max è considerato un fattore

“non” determinante la performance semplicemente perché tutti hanno

valori molto simili. Ciò che interessa maggiormente è la %VO2max che

l’atleta è in grado di sostenere durante la prestazione.

Tutto parte dal concetto fisiologico del crossover point, ossia il momento in

cui il meccanismo aerobico che si basa sulla lipolisi non è più in grado di

sostenere la richiesta energetica durante uno sforzo fisico.

Si può dire allora che il contributo energetico dei carboidrati aumenta

progressivamente al crescere dell’intensità dello sforzo, mentre quello dei

grassi diminuisce.

Esiste un punto dove il contributo energetico di grassi e carboidrati è

uguale, questo è il crossover point.

Con l’aumento del contributo energetico dei carboidrati attraverso la

glicolisi aumenta sempre di più la produzione di piruvato, che entro certi

limiti fisiologici riesce ad essere smaltito dai mitocondri, ma quando

diventa troppo viene trasformato in lattato e poi acido lattico e ioni H+,

portando ad un abbassamento del pH sistemico e conseguentemente una

diminuzione della capacità dei muscoli di contrarsi.

Soggetti più allenati sono in grado di sostenere esercizi a più alte

percentuali di VO2max per tempi più lunghi, ma in ogni caso

all’aumentare dell’intensità dell’esercizio c’è un aumento esponenziale

della concentrazione di lattato ematico.

Tutti questi fattori sono compresi nel concetto di soglia lattacida, che

identifica il punto dove la capacità ossidativa dei mitocondri non è più in

grado di fornire l’energia necessaria e si ha un aumento esponenziale

della concentrazione di lattato.

Rappresenta il punto di passaggio da un metabolismo principalmente

aerobico ad uno principalmente anaerobico.

Per la valutazione della soglia lattacida è importante individuare il test più

adatto al contesto e poi utilizzare sempre e solamente quello, in quanto

test diversi tendono a dare risultati differenti.

Il valore della soglia lattacida è più importante in atleti di resistenza

perché fornisce dati sulla fitness metabolica del soggetto, piuttosto che

quella cardiorespiratoria, e delle sue capacità di utilizzare le giuste vie e

meccanismi metabolici.

La %VO2max utilizzabile da atleti con una soglia lattacida più alta risulta

più alta, e allora a parità di VO2max saranno in grado di essere più

performanti e meno risentiranno della fatica.

Uno dei principali fattori legati alla soglia lattacida è la capacità ossidativa

dei mitocondri, ossia la capacità del soggetto di utilizzare grassi come

fonte energetica anche ad intensità maggiori. Aumentando la capacità

ossidativa o il numero di mitocondri si va a spostare il crossover point

verso destra, arrivando ad una maggiore %VO2max utilizzabile.

È allora importante valutare periodicamente il livello di lattato ematico

sotto sforzo per tre motivi principali:

- Valutazione dell’adattamento all’allenamento;

- Valutazione della performance di resistenza;

- Valutazione di stimoli ottimali per generare adattamento.

Per valutare ed interpretare i cambiamenti ci sono due metodi principali:

l’analisi oggettiva fatta tramite analisi statistiche, e l’analisi soggettiva

con la valutazione di grafici.

La seconda è quella maggiormente utilizzata in quanto in grado di fornire

feedback immediato e generalmente più veloce da utiliz

Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 20
Metodi di valutazione delle capacità motorie - modulo prof.Vernillo Pag. 1 Metodi di valutazione delle capacità motorie - modulo prof.Vernillo Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di valutazione delle capacità motorie - modulo prof.Vernillo Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di valutazione delle capacità motorie - modulo prof.Vernillo Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodi di valutazione delle capacità motorie - modulo prof.Vernillo Pag. 16
1 su 20
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Scarpa72 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi di valutazione delle capacità motorie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Vernillo Gianluca.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community