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S
I O N E D E
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I E G N
A L
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T O
R I
C'è una caratteristica nella conoscenza neurologica che è stata
parzialmente smantellata, ossia la '
TRASMISSIONE DELL IMPULSO
e la . Generalmente
NERVOSO COLLOCAZIONE DEL MESSAGGIO NERVOSO
l'impulso nervoso arriva nel tramite i (ossia la parte afferente), si propaga nell'
SOMA DENTRITI ASSONE
"saltando" attraverso i R (punti in cui manca la guaina mielinica), arriva al e
NODI DI ANVIER BOTTONE SINAPTICO
con la variazione di 70mV trasmette elettricamente, chimicamente o elettrochimicamente questo
messaggio al neurone successivo. Le conoscenze consolidate ritengono che la maggior parte delle
informazioni che si traducono nella differenza di potenziale di 70 mV, è allocata nel soma ed è trasmessa
secondo questo processo. Questa descrizione è giustificata dal fatto che si ritiene che la trasmissione
dell'impulso sia , teoria giustificata da una serie di evidenze scientifiche. Tuttavia, non è
UNIDIREZIONALE
sempre così: studiando i si è scoperta l'esistenza di una minoranza di evidenze scientifiche
MIRROR NEURONS
che dimostrano che l'impulso nervoso può viaggiare anche in , cioè dal bottone sinaptico
DIREZIONE OPPOSTA
al soma. Ovviamente il numero di spiegazioni su questo tipo di evidenze scientifiche è sbilanciato rispetto a
quelle che affermano l'unidirezionalità dell'impulso nervoso e una buona parte di queste osservazioni
prevede anche la sua . Se non c'è bidirezionalità è facile immaginare come viene allocata la
BIDIREZIONALITÀ
conoscenza, in questo caso l'impulso motorio, in quanto la parte fondamentale è la conoscenza delle
, le reti neurali, e le relative equazioni differenziali all'ennesimo grado (si riuscirebbe, così, a
NEURAL NETWORK
comprendere questo modello matematico estremamente complesso ma finito, con un numero di
combinazioni altissimo ma definito, anche se difficile da calcolare). Ogni neurone è depositario di un tipo di
messaggio. Per esempio le afferenze sensitive: ci sono neuroni che traducono l'impulso visivo della retina in
messaggio elettrico, che poi arriva attraverso il chiasma ottico e altre vie, alla regione occipitale, che
rielabora i dati e decodifica il messaggio elettrico. Si ritiene che la vista, così ottenuta, sia allocata nel soma:
se questo è vero ogni neurone è deputato a una sola funzione, in questo caso la vista. Funzionano in modo
simile anche i , riguardo ai quali ci sono anche altre evidenze scientifiche, statisticamente
NEURONI CANONICI
meno significative, sulla unidirezionalità e unimoduralità della funzione neurale, che affermano che lo
stesso neurone potrebbe trasmettere l'impulso nervoso in modo differente e quindi anche la funzione del
neurone potrebbe essere non più unimodale ma bimodale. Inoltre, si è scoperto che gli stessi neuroni
hanno più funzioni allocate (visive, olfattive, tattili, cinestesiche) e si ritiene che questa sia il
MULTIMODALITÀ
frutto dell'evoluzione darwiniana. A seconda di come viene sollecitato, il soggetto si modella
nell'interazione con l'ambiente e si ritiene che, con il passare del tempo, si possano avere profondi
cambiamenti a livello cerebrale, soprattutto nella attraverso sensazioni e percezioni, e
DECODIFICA DEI SEGNALI
nella , con la produzione di messaggi. È necessario comprendere nell'intimo il meccanismo per
CODIFICA
poter apprendere come il bambino apprende. Queste funzioni sono molto sviluppate nei soggetti in
evoluzione: l' ' va da 0 a 13-14 anni. Dopo è necessario sollecitare e ottimizzare
ETÀ D ORO DEL CERVELLO
l'esistente. Il patrimonio cerebrale ha mediamente , che si ritiene possano
DIECI MILIARDI DI CELLULE NERVOSE
essere già complete intorno agli 8-9 anni d'età. Quello che è importante non è tanto il NUMERO DI CELLULE
ma i , sia in modalità di dei segnali che vengono
NERVOSE COLLEGAMENTI TRA QUESTE CELLULE DECODIFICA
dall'esterno (o anche dall'interno) del corpo, sia in modalità di dei segnali, e quindi negli atti
CODIFICA
esecutivi motori concreti. Tanto più c'è collegamento tanto più si ottimizza il patrimonio cerebrale. Se
diciamo ai bambini esattamente ciò che devono fare (comando) e come devono farlo (ordine), senza
lasciargli alcuna possibilità di espansione e di ottimizzazione dei collegamenti, ma teniamo sempre accesi i
pattern neurali per la massima efficienza solo di quel tipo di collegamento, evitando che il soggetto abbia
alternative creative ( ), non gli permettiamo di crescere secondo il modello agostiniano
PENSIERO LATERALE
(educere = portare fuori ciò che è dentro in modo naturale).
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(
Un gruppo di studenti concorre al raggiungimento di un risultato
indipendentemente dal contributo del singolo e dall'efficacia del
E risultato del singolo, perché quello che conta è il risultato del gruppo.
S E C
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Z I O N E R
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A Pertanto chi è più bravo e più attivo in una determinata attività,
(
La ripetizione del movimento è una delle modalità più diffuse trascina il meno bravo e il meno attivo, cosa che il docente deve sempre
)
nell'apprendimento di nuove abilità )
sollecitare
Nel caso in cui ci sia una scarsa motivazione da parte di uno dei bambini, che
si sente represso da questa tecnica, bisogna attuare un'altra modalità
esecutiva, come il brain storming, la pear education, o la tutorship.
C
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T A N E L L O S P
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Z I O E N E L T
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O (stile alcolisti anonimi)
(
riduzione dei parametri, singolarmente o in combinazione, con Tutti parlano con un contingente di tempo uguale per tutti e con un
)
l'intervento di parametri indiretti quali velocità e accelerazione regista che scandisce i "turni"
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Z I O N E A
N D O M R O
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(
ripetizione non del singolo atto motorio, ma dell'intero movimento, ( Gioco di ruolo: i bambini si organizzano in modo dinamico, per
prendendo qualche variabile della situazione reale; es. palleggiare, esempio in una partita di pallavolo ognuno ha un ruolo, c'è chi fa la
muoversi e tirare a canestro, con poche variabili che influenzano il )
parte dell'insegnante, chi la parte dell'arbitro, chi fa l'allenatore, ecc
)
tiro
M T
E N T
A
L R
A
I N I N G
(
L'allenamento mentale non è l'anticipazione del movimento che
dobbiamo eseguire o la decodifica dell'anticipazione del movimento
che esegue una terza persona. Questa tecnica di esercitazione è
eseguita "mentalmente a secco" fatto dal tuffatore, dal ginnasta, da
colui che sta cercando di fare un'attività, si ferma e la elabora prima
mentalmente, non è un'attività naturale ma imposta, quindi
prescrittiva: si pensa di fare la schiacciata ad occhi chiusi. Spesso B S
R A I
N T O
R M
I
N G
anche esperti di questi processi apprenditivi confondono (Il bambino per il quale attuiamo il brain storming, si sfoga
l'apprendimento mentale con la motor imagery in quanto attraverso tale tecnica, che letteralmente vuol dire "tempesta
concettualmente vicini, perché probabilmente hanno immagazzinato del cervello")
una quantità di dati e non sanno organizzarla. Confondere questi due
concetti implica un danno poiché il mental training non può essere
applicato con i bambini, invece la motor imagery si, e inoltre alcuni
docenti potrebbero praticare l'allenamento mentale, convinti di agire
nell'ambito dell'approccio ecologico-dinamico e quindi stimolando la
creatività, ma in realtà è esattamente l'opposto, infatti questo errore
finisce per comprimere la naturale espansione delle capacità motorie
)
degli studenti P E o T
F E
A R D U C A T I
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N U T O
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P
E E D B
A
C
K Il bambino più bravo guida il meno motivato e stimola la risoluzione
(
(
Le esercitazioni vengono realizzate tenendo conto dell'informazione di una eventuale carenza di motivazione e di creatività all'interno del
di ritorno e dell'errore che viene fuori nella comparazione tra la gruppo, senza l'intervento diretto del docente )
)
traccia percettiva e la traccia mnestica, per poi non ripeterlo. P S
R O
B L
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R – A
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R C A Z
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(
Modalità usata anche in ricerca secondo cui l'insegnante è valutatore
A G )
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L E e attivatore dell'attività e si trova all'interno del processo
(Generalmente ogni esercitazione inizia con una fase di Attivazione F G
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C U S R O
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Generale, volgarmente detta "riscaldamento") (
Questa tecnica si pone come via di mezzo tra brain storming e circle
time: è individuato un argomento da porre al centro della discussione
del gruppo e sul quale ognuno interviene, senza un ordine preciso e
)
senza una divisione specifica dei tempi.
Le tecniche esecutive dell'approccio cognitivo e, dunque, le esercitazioni sono applicate, giustamente, nelle
, ma non a scuola. Il nome "esercitazioni" dà, di per sé, l'idea di una pedissequità e di
SOCIETÀ SPORTIVE
un'obbligatorietà nel seguire, mentre "prassi educative" comprende l'idea che una prassi non è un obbligo,
ma un'azione che avviene in modo costante nel tempo. Ovviamente, nelle prassi educative si usa la
, mentre nelle esercitazioni si usa il . All'interno dell' il docente dice
CONSEGNA COMANDO APPROCCIO COGNITIVO
tutto, ordina, corregge, registra e valuta, con una posizione talmente invasiva da annullare le DINAMICHE
, che si configurano come . Non si spiegano, non si suggeriscono e non si analizzano le
RELAZIONALI COERCIZIONI
. N