FOCUS SU ALCUNE FILIERE NAZIONALI
• Carta • Frazione organica da raccolta differenziata • Vetro • Acciaio • Alluminio • Legno • Plas9ca
• Costruzioni • Chimica • Conciaria • Agroalimentare → I so2oprodo@ alimentari rappresentano il
2/3% dei prodo@ “secchi” e 7–10% degli “umidi”. → U<lizza< per: alimen<, mangimi (90 mln t/anno),
cosme<ca, farmaceu<ca, chimica, fer<lizzan< e bioenergie. → L’industria alimentare usa i 2/3 degli
imballaggi. → Riduzioni negli ul<mi 10 anni: plas<ca -30/40%, alluminio -30%, vetro -60%. → Il cartone
raggiunge il 73% di materiale rinnovabile e riciclato (3,7 milioni t di CO₂eq).
LA STRATEGIA ITALIANA PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
L’Italia parte da una posizione di vantaggio grazie alla storica scarsità di materie prime. Si prevede un
piano di monitoraggio con strumen< e indicatori, per valutare i progressi. Oltre agli interven< tradizionali
(PMI, aree industriali, ci2à, ci2adini), si aggiungono:
• Ecodesign dei prodoX • EcoprogeWazione • Blue economy • Bioeconomia • Materie prime cri9che
NUOVI STRUMENTI
1. RESPONSABILITÀ ESTESA DEL PRODUTTORE (EPR) Strategia comunitaria per favorire raccolta, recupero
e riciclo tramite la responsabilizzazione dei produ2ori. Obie@vo: prevenzione dei rifiu<, riciclo e
reinserimento dei materiali. Responsabilità del produ2ore nella fase di fine vita del prodo2o (raccolta
differenziata, cernita, tra2amento).
2. CAMBIAMENTO DEI MODELLI DI CONSUMO
Occorre elaborare un “Piano nazionale di educazione e comunicazione ambientale”:
• Coinvolgere scuole e famiglie • Formare ci2adini cri<ci, consapevoli e informa< • Incidere con le scelte
sui meccanismi economico-produ@vi
Promuovere:
• Condivisione e possesso anziché proprietà • Consumi calibra9 sui reali bisogni • Riparazione dei
prodo@
Contrastare:
• Pubblicità ingannevole • Diffondere i marchi ambientali • Incen<vare riparazione e condivisione (anche
fiscalmente)
3. RENTRI – REGISTRO ELETTRONICO NAZIONALE TRACCIABILITÀ RIFIUTI
Sistema informa<vo ges<to dal Ministero della Transizione Ecologica con Albo Gestori Ambientali.
Digitalizza i documen< di movimentazione rifiu< (formulari, registri, MUD).
→ REcer (DM 21 aprile 2020): registro autorizzazioni tra2amento rifiu<, criteri End of Waste nazionali,
regionali.
4. GPP – GREEN PUBLIC PROCUREMENT
Strumento per s<molare la domanda pubblica di prodo@ e servizi a basso impa2o ambientale. Favorisce:
• Razionalizzazione degli acquis< • Qualità ambientale delle forniture • A2uazione delle strategie UE (uso
efficiente risorse, economia circolare)
→ Con il nuovo Codice Appal9 (DLgs n. 56/2017): Obbligo per tu@ gli affidamen< (di qualunque importo)
di applicare:
• Specifiche tecniche • Clausole contraWuali contenute nei CAM (Criteri Ambientali Minimi), con
revisione e ampliamento in corso.
CICLO DI VITA ED ECOPROGETTAZIONE L'eco-design viene generalmente implementato a livello
industriale, con la creazione e l'adozione di specifiche ecocompa<bili per ciascun se2ore, che sono
sviluppate e applicate con successo per garan<re le prestazioni ambientali del prodo2o.
• Per i produWori (aziende): miglioramento nella mappatura delle risorse, incremento del valore
aggiunto e possibilità per le PMI di competere con la grande industria nel mercato dei prodo@
innova<vi eco-proge2a<.
• Per i ciWadini (consumatori): sensibilizzazione e educazione, e<che2atura ecologica, valore sociale
a2raverso il coinvolgimento dei ci2adini in inizia<ve di eco-design.
PNRR, RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA
MISSIONE 2: RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA, ObieXvi generali:
• Rendere il sistema italiano sostenibile nel lungo termine e garan<rne la compe<<vità.
• Rendere l’Italia resiliente agli inevitabili cambiamen< clima<ci, rafforzando le infrastru2ure e la
capacità previsionale sui fenomeni naturali e i loro impa@.
• Sviluppare una leadership internazionale industriale e tecnologica nelle principali filiere della
transizione ecologica.
• Assicurare una transizione inclusiva ed equa, massimizzando i livelli occupazionali e riducendo il
divario tra le Regioni.
• Aumentare la consapevolezza e la cultura riguardo alle sfide ambientali e di sostenibilità.
M2C1: ECONOMIA CIRCOLARE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE, ObieXvi generali:
• Migliorare la capacità di ges<one efficiente e sostenibile dei rifiu<, avanzando nel paradigma
dell’economia circolare.
• Sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando le prestazioni ambientali e la
compe<<vità delle aziende agricole.
• Sviluppare proge@ integra< (circolarità, mobilità, rinnovabili) su isole e comunità.
Questa componente si ar<cola in tre linee proge2uali, che comprendono sia riforme che inves<men<:
Miglioramento della capacità di ges9one efficiente e sostenibile dei rifiu9 e del paradigma dell’economia
circolare:
Riforma 1.1: Strategia nazionale per l'economia circolare.
Riforma 1.2: Programma nazionale per la ges<one dei rifiu<.
Riforma 1.3: Supporto tecnico alle autorità locali.
Inves9mento 1.1: Realizzazione nuovi impian< di ges<one dei rifiu< e ammodernamento di impian<
esisten<.
Inves9mento 1.2: Proge@ “faro” di economia circolare.
M2C1: ECONOMIA CIRCOLARE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE
Riforma 1.1: Strategia nazionale per l'economia circolare
• Ado2ata entro giugno 2022, integrerà ecodesign, ecoprodo@, blue economy, bioeconomia e
materie prime cri<che.
• Si focalizzerà su strumen<, indicatori e sistemi di monitoraggio per valutare i progressi nel
raggiungimento degli obie@vi.
• Introdurrà un nuovo sistema di tracciabilità per supportare il controllo e la prevenzione.
Riforma 1.2: Programma nazionale per la ges9one dei rifiu9
• Colmerà le lacune impian<s<che e ges<onali, migliorando i da< medi nazionali e raggiungendo gli
obie@vi della nuova norma<va europea e nazionale.
Riforma 1.3: Supporto tecnico alle autorità locali
• Superare la durata delle procedure di autorizzazione e le gare d'appalto grazie al supporto tecnico
alle amministrazioni locali.
• Il MITE sviluppa piani d'azione per aiutare gli en< locali nell'applicazione dei Criteri Ambientali
Minimi (CAM) nelle gare d'appalto.
Migliorare la capacità di ges9one efficiente e sostenibile dei rifiu9 e il paradigma dell’economia circolare
Inves9mento 1.1: Realizzazione nuovi impian9 di ges9one dei rifiu9 e ammodernamento di impian9
esisten9:
• Potenziamento della rete di raccolta differenziata dei rifiu< urbani, con la costruzione di impian<
per il tra2amento di rifiu< organici, mul<materiale, vetro, carta, e impian< innova<vi per flussi
par<colari.
• Colmare le disparità impian<s<che tra le diverse regioni.
• Il 60% dei proge@ si concentrerà nelle regioni del Centro-Sud Italia.
Inves9mento 1.2: ProgeX “faro” di economia circolare
• Potenziamento della rete di raccolta differenziata e degli impian< di tra2amento/riciclo.
• Target di riciclo: 55% per i rifiu< ele2ronici, 85% per carta e cartone, 65% per plas<ca, e 100% per il
se2ore tessile.
• Sistema di monitoraggio nazionale per affrontare temi come gli scarichi illegali a2raverso
tecnologie avanzate.
PNRR - PUBBLICAZIONE DECRETI ECONOMIA CIRCOLARE – 28/09/2021
I decre< rela<vi all’approvazione dei criteri di selezione dei proge@, con un inves<mento di un miliardo e
mezzo di euro per i nuovi impian< e il miglioramento di quelli esisten<, e 600 milioni di euro per i proge@
faro di economia circolare. Tali criteri di selezione riguardano la raccolta differenziata, impian< di riciclo, e
inizia<ve per filiere industriali strategiche.
• D.M. 396 del 28/09/2021.
• D.M. 397 del 28/09/2021: approvazione del piano opera<vo per il sistema avanzato di monitoraggio
e previsione.
• D.M. 398 del 29/09/2021.
DECRETO MINISTERIALE 397 del 28/09/2021
Le risorse finanziarie previste per l'a2uazione dell'Inves<mento 1.2 (600 milioni di euro) saranno assegnate
tramite pubbliche procedure di evidenza, con un avviso ufficiale disponibile sul sito del MITE. Le risorse
sono des<nate a proge@ nelle seguen< aree tema<che:
Linea A: Impian< per il riciclo dei rifiu< ele2ronici, comprese turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.
Linea B: Rifiu< in carta e cartone.
Linea C: Nuovi impian< di riciclo dei rifiu< plas<ci, inclusi quelli marini.
Linea D: Impian< per il riciclo tessile.
Finanziamen9 per il DistreWo Tessile & Abbigliamento
• Finanziamen< per la ricerca e sviluppo e connessioni con is<tu< di ricerca nazionali per l'u<lizzo di
scar< tessili in nuove produzioni.
• Incen<vi economici per i prodo@ tessili realizza< con fibre da riuso, ad esempio abba@mento IVA.
• Costruzione di un tavolo di coordinamento per opportunità di finanziamento nell’ambito dei fondi
EU (Green Deal, Recovery).
Valorizzazione del ciclo dei rifiu9
• Incen<vi per la produzione di materiali per costruzioni da materie prime seconde, con riduzioni
fiscali.
• Finanziamento di studi sull’impa2o sociale del sistema distre2uale e sulla resilienza sociale.
• Contribu< per proge@ di economia circolare e Life Cycle Assessment (LCA) su specifiche famiglie di
prodo@. TESSILI
MERCEOLOGIA TESSILE: CAPITOLO 2_FIBRE
FIBRA TESSILE: Stru2ura mono- o pluricellulare, allungata e filamentosa, di origine naturale o ar<ficiale,
susce@bile di essere trasformata in filato e quindi in tessuto.
Tu2e le fibre sono POLIMERI (dal greco: "che ha molte par<"). Ciascuna parte si chiama MONOMERO e
rappresenta l’unità più piccola della fibra. I monomeri sono dispos< in fila, formando una lunga catena.
Forma e composizione chimica influiscono sulle cara2eris<che della fibra.
LA FIBRA: La legge prevede che i prodo@ tessili di qualsiasi marca debbano indicare le fibre presen< in
quan<tà superiore al 5%, specificandone il nome. Tu2e le fibre componen< il tessuto devono essere citate
in ordine decrescente secondo le percentuali presen<. Per standardizzare questa procedura, si è creata
una suddivisione delle fibre in base alla natura chimica.
Le fibre vegetali derivano da piante diverse. Due sono le più importan<: cotone e lino.
COTONE: La fibra di cotone cresce nel fru2o a capsula della
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