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Prezzi

Il produttore può essere in grado di influenzare nel modo a lui più favorevole la concorrenza e l'equilibrio di mercato determinato dalle scelte dei distributori disegnando in modo adeguato i contratti che legano produttore e distributore. Alcune tipologie di restrizioni verticali che possono essere usate in modo strategico: - Prezzi non lineari: aumentano prezzi all'ingrosso (W), un produttore farà incrementare il prezzo finale del bene e del mercato finale, questo induce i distributori rivali ad aumentare i prezzi. Prezzo non lineare (io mi metto d'accordo con distributore e faccio pagare tariffa fissa, più un prezzo all'ingrosso per la quantità venduta). Se voglio far aumentare prezzo finale al distributore mi conviene aumentare W, in tal modo aumento i suoi costi marginali (i quali influenzano tantissimo i prezzi) e in tal modo dovrà anche lui aumentare i prezzi, cioè il prezzo all'ingrosso che è variabile. - Territori esclusivi: si eliminaconcorrenza intramarca, ottenendo prezzi più elevati. Con questo elemento possiamo raggiungere accordo collusivo con altro produttore (ci mettiamo d'accordo tra produttori per dividerci le zone), però in tal modo non si migliora efficienza e si possono osservare meglio i commitment. Si limita anche la concorrenza tra produttori. RPM e rappresentanza comune: aumentiamo possibilità di colludere. Se fissiamo i prezzi finali vogliamo evitare guerra di prezzo con rivale, in tal modo si migliora la visione dei prezzi, evitando di farci guerra di prezzo limitando i nostri profitti. La rappresentanza comune è quando ci affidiamo a stesso rappresentante che vende i prodotti a entrambi distributori; quindi, lui ha incentivo a vendere a prezzi alti per tenerci dentro accordo collusivo, e non farci competere tra di noi, siccome tanto vende i beni di entrambi. EFFETTI ANTICOMPETITIVI: FORECLOSURE Se un'impresa a monte gode di un elevato potere di mercato (posizione dominante) tramiterestrizioni verticali o espandendosi a valle nella filiera possono impedire l'accesso al mercato alle imprese rivali o renderlo più costoso. Acquisendo la catena di distribuzione si controlla un input fondamentale. Scuola di Chicago -> Scettica nei confronti del foreclosure. Impossibile mantenere il commitment, incentivo a deviare sufficiente a garantire un mercato efficiente, se un'impresa più efficiente prova ad entrare, l'incumbent non può evitarlo. Scuola post Chicago -> rivaluta gli effetti del foreclosure sotto determinate condizioni. Se esistono esternalità, gli accordi possono funzionare: - Sussidi incrociati - L'introduzione di penali - Costi fissi più mancanza di coordinamento degli acquirenti Se siamo un grande produttore che si estende a valle, abbiamo il pericolo che oltre alla produzione controlliamo anche la distribuzione e si può generare il problema del foreclosure. Quando controlliamo la distribuzione, andiamo a limitare in maniera forte la.capacità competitiva di altri produttori, li escludiamo dal mercato.

PER CONCLUDERE

Le fusioni/restrizioni verticali possono portare guadagni di efficienza. Risolvono problemi di doppia marginalizzazione (essere molto competitivo = togliere doppia marginalizzazione). Possono generare effetti anti-competitivi: più probabili quando esistono posizioni dominanti rilevanti. Abbiamo una perdita dal punto di vista della competizione. → uso della rule of reason per bilanciare i due aspetti

PRATICHE ESCLUDENTI O CONDOTTE PREDATORIE

Per pratiche escludenti intendiamo tutti quei comportamenti messi in atto da un'impresa dominante con l'obiettivo di scoraggiare l'ingresso sul mercato alle imprese rivali o di causarne l'uscita.

Piano monopolizzante → USA

Abuso di posizione dominante → UE

Identificare le pratiche che rientrano in questa fattispecie non è semplice, abbiamo differenti requisiti che vanno sostenuti e provati. In quanto molte volte lo stesso tipo di pratiche

Deriva da dinamiche naturali di mercato e comportano dei benefici per i consumatori (es. guerra di prezzo).

Spesso dopo la liberalizzazione di un settore si può osservare come gli incumbent (ex monopolisti) tendano a mettere in atto pratiche che scoraggiano o danneggiano i concorrenti.

Cercheremo di analizzare diverse tipologie di pratiche:

Pratiche di prezzo: sono comportamenti tipo prezzi predatori dove l'impresa pratica prezzi molto bassi per escludere gli altri dal mercato per non farli entrare oppure per farli uscire. L'impresa dominante fissa i prezzi in modo da escludere altri operatori. Abbiamo un vantaggio competitivo per tagliare fuori altri operatori, offriamo un prezzo che non permette concorrenza (gli altri non riescono a coprire i loro costi se applicano i miei prezzi, quindi non entrano sul mercato o non continuano, inoltre prezzi bassi possono scoraggiare perché si prevedono profitti bassi).

Pratiche non di prezzo: sono un tipo di comportamento scorretto (ad esempio.

predatori può comportare vantaggi nel breve periodo, come l'acquisizione di nuovi clienti e un miglioramento della situazione attuale. Tuttavia, ciò può causare danni futuri. Un'azienda può praticare prezzi inferiori ai suoi costi marginali per cercare di attirare clienti. È importante distinguere tra comportamenti competitivi normali e la pratica dei prezzi predatori. Più i prezzi si avvicinano ai costi, maggiori saranno i benefici per i consumatori. Anche se i prezzi bassi sono praticati per limitare la concorrenza, ciò può migliorare il benessere dei consumatori nel breve periodo. Tuttavia, è importante valutare attentamente le decisioni di compatibilità, gli investimenti strategici e le vendite condizionate al fine di evitare di favorire un'azienda a discapito di altre.

«troppo bassi» (difficile definire un prezzo basso), anche se praticati nell'ottica di limitare la concorrenza, migliora il benessere dei consumatori→ Beneficio nel breve periodo, siccome spendono poco, poi ai consumatori non interessa se ci sono 4, 5 o una sola impresa. Interessa solo il fatto di risparmiare.

Però attenzione, io non pratico i prezzi bassi perché sono troppo efficiente (come caso di efficent offence, che se mi fondo con altre aziende raggiungo troppa efficienza e sbaraglio la concorrenza, sono troppo efficiente nessuno riesce a battermi per quanto riguarda abbattere i costi), ma pratico prezzi bassi perché ho tanto potere, magari sono l'unica multinazionale contro tante imprese piccole, quindi vengono tutti da me e posso sbaragliare il piccolo imprenditore. Per un breve periodo sono disposto a rinunciare a delle perdite, io non metto prezzi bassi perché sono efficienti (infatti prezzi bassi possono derivare anche da efficienza).

elevata come efficent offence), ma lo faccio perché ho tanto potere e per poco tempo posso permettermi prezzi bassi (quindi non ho meriti strutturali, ma sfrutto la mia posizione a mio vantaggio). Ma questo apre la strada ad un possibile monopolio con consecutiva perdita di benessere, inoltre l'esclusione dei competitors può intaccare anche la qualità del servizio o bene venduto nel mercato → Peggioramento nel medio/lungo periodo, questo tipo di pratica può essere utile oggi ma nel lungo periodo può portare ad un peggioramento. Però nel caso in cui resterà una sola impresa, essa potrà praticare dei prezzi da monopolio distruggendo l'efficienza del mercato e limitando il benessere dei consumatori e il benessere sociale. Il prezzo predatorio è collegato molto alla posizione dominante, perché se pratico prezzi bassi si va incontro anche a grandi perdite inizialmente, perché lo faccio per breve tempo? Per poter far uscire altri dal mercato. Poimagari pratico prezzi bassi per poter riprendere i clienti che avevo perso, magari inizialmente avevo perso dei clienti perché altri avevano fatto offerte vantaggiose, quando posso permettermelo abbasso i prezzi così la gente ritorna da me (caso di quando compagnie telefoniche (VODAFONE, TIM...) dovei consumatori passavano da operatore digitale (ILIAD) e tornavano da loro quando facevano grandi sconti). Problema distinguere i comportamenti dovuti ad una normale dinamica competitiva (che può comprendere anche prezzi promozionali molto "bassi") da pratiche predatorie. Speso è messa in discussione la possibilità di praticare prezzi predatori, per esempio McGlee già nel 1958 affermava che: - Con grandi quote di mercato praticare prezzi predatori è molto costoso (se ho elevati costi di mercato avrò perdite maggiori rispetto alle piccole imprese) - Non necessariamente vero se si può discriminare (se i prezzi sono bassi perché sono efficiente non sonoodicità e scoraggiare la concorrenza. In questo modo, gli altri imprenditori capiscono che non conviene sfidarci e preferiscono evitare di entrare in competizione con noi. - Modelli di discriminazione: utilizziamo prezzi predatori per discriminare i clienti o i fornitori che non ci interessano. Ad esempio, possiamo abbassare i prezzi solo per i clienti che ci sono fedeli o per i fornitori che ci offrono condizioni vantaggiose. In questo modo, creiamo una sorta di selezione naturale che ci permette di mantenere solo le relazioni più convenienti. - Modelli di penetrazione: utilizziamo prezzi predatori per penetrare in nuovi mercati o settori. Abbassiamo i prezzi inizialmente per attirare clienti e conquistare una fetta di mercato. Una volta che siamo ben posizionati, possiamo gradualmente aumentare i prezzi e ottenere maggiori profitti. Tuttavia, è importante sottolineare che l'utilizzo di prezzi predatori è considerato una pratica sleale e anticoncorrenziale. Molte legislazioni nazionali e internazionali vietano o limitano l'utilizzo di tali strategie. Inoltre, le autorità di regolamentazione e le autorità antitrust possono infliggere sanzioni e multe alle imprese che si impegnano in tali pratiche. In conclusione, i prezzi predatori sono una strategia utilizzata dalle imprese per eliminare o scoraggiare la concorrenza. Tuttavia, questa pratica può danneggiare l'ecosistema economico e limitare l'accesso alle fonti di finanziamento per le PMI. È importante che le autorità di regolamentazione e le autorità antitrust vigilino attentamente su tali pratiche e le sanzionino adeguatamente.
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Publisher
A.A. 2022-2023
145 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher f.p.unicatt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Mercato, concorrenza e regolamentazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Oglio Livia.