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STEP-DOWN:
Obbligazioni che offrono tassi di interesse fissi prestabiliti in maniera decrescente:
MIRROR:
Obbligazione che unisce un’obbligazione STEP-UP e una STEP-DOWN consecutive;
spesso coprono una scadenza molto prolungata e prevedono periodi senza cedole
OBBLIGAZIONI INDICIZZATE:
Obbligazioni il cui tasso di interesse è variabile e indicizzato ad un parametro di
riferimento.
Per le obbligazioni private l’indicizzazione può essere di qualsiasi natura, che viene
decisa dall’emittente:
10. obbligazioni indicizzate alla dinamica del prezzo dell'oro;
11. obbligazioni indicizzate alla dinamica del Pil di un Paese;
12. obbligazioni indicizzate ad un indice azionario;
13. obbligazioni indicizzate ad un paniere di titoli.
Alcune obbligazioni indicizzate, se l’emittente lo desidera possono essere emesse con
clausola DROP LOCK, quindi si parla di OBBLIGAZIONI DROP-LOCK.
In queste obbligazioni a tasso variabile viene inserita una clausola, la quale impone
che se il tasso variabile di queste obbligazioni dovesse scendere al di sotto di un libello
minimo prestabilito (TRIGGER RATE) l’obbligazione blocca la caduta e l’obbligazione
paga comunque il tasso minimo.
Se poi il tasso di interesse dovesse risalire, l’investitore continuerà a ricevere il tasso
minimo in quanto è scattata la clausola DROP-LOCK.
OBBLIGAZIONI REVERSE FLOATER:
Sono titoli di durata medio-lunga, a tasso prefissato solo per le prime cedole, in
seguito le cedole pagano un tasso variabile con indicizzazione inversa rispetto al tasso
di mercato.
Ma il fatto che un titolo cambi il suo tasso non identifica una REVERSE FLOATER, in
quanto la REVERSE FLOATER viene identificata perché il tasso variabile del secondo
periodo, deve essere inversamente proporzionale ad un parametro oggettivo di
riferimento.
T i
1^periodo 8%
2^periodo 8%
3^periodo 8%
Dal 4^periodo in 4% che risulta da
poi -2*Euribor
Potremmo avere un titolo con le seguenti
caratteristiche:
14. Durata 10 anni;
15. Cedole annue posticipate;
16. Prime 2 cedole:13%;
17. In seguito CED
=max(0;13%-2*Euribor)
OBBLIGAZIONE REVERSE CONVERTIBLE:
Un’obbligazione che ha una durata massima di 18 mesi che paga un tasso di interesse
fisso molto più alto rispetto alla media del mercato, per cui ha un rischio maggiore.
Il rischio risiede nel fatto che l’emittente, al verificarsi di determinate condizioni, a
scadenza può decidere di rimborsare l’obbligazione con denaro oppure consegnando
dei titoli obbligazionari.
Nel prospetto informativo, l’emittente identifica un titolo azionario che sarà monitorato
per tutta la durata dell’obbligazione.
All’interno del prospetto è inserita una clausola di KNOCK-IN ovvero, se il presso
del titolo azionario, durante il periodo di osservazione, dovesse scendere al di sotto di
una percentuale prestabilita (30%), allora l’emittente a scadenza potrà decidere come
rimborsare l’obbligazione.
Esempio: la signora Maria aveva sul conto corrente 300.000€ e le vinee proposta
un’obbligazione Reverse Convertible, durata 12 mesi e tasso di interesse 18%, con
titoli di riferimento Olivetti.
La signora Maria, accetta la proposta, ma la clausola KNOCK-IN fissava la percentuale
al -30%.
Quando la signora ha sottoscritto, Olivetti era pari a 100€ ogni azione, per cui poteva
comprare 1.000 azioni Olivetti, ma l’emittente non lo comunica alla Signora Maria.
Gli scenari che possono presentarsi
sono:
1. L’emittente paga alla signora gli
interessi e rimborsare il capitale
(caso in cui la clausola non viene
toccata);
2. Per il fatto che viene toccata la
clausola, l’emittente può decidere
come pagare il titolo alla scadenza (qui conveniva pagare il capitale egli
interessi):
3. Viene toccata la clausola, e a scadenza l’emittente decide come rimborsare (qui
è più conveniente rimborsare con le azioni Olivetti.
Alla scadenza la signora Maria va in banca per ritirare il suo capitale con gli interessi
dell’obbligazione. Invece le viene accreditata la cedola del 18%, ma al posto del
300.000€ si trova aperto un Dossier con 1000 titoli che in quel momento valevano
70.000€.
BULL AND BEAR:
Obbligazioni che prevedono che l’entità del capitale rimborsato a scadenza sia
correlato ad un indice azionario.
Viene emessa principalmente dalle banche, ma non hanno avuto molto successo (in
Italia è stata emessa solo una volta).
I due termini si riferiscono al mercato borsistico:
18. Mercato Bull mercato azionario in crescita;
19. Mercato Bear mercato azionario in discesa.
Queste obbligazioni prevedono che il sottoscrittore, dopo avere investito al capitale,
debba decidere quanta parte del capitale ancorare alla componente Bull e quanto ala
componente Bear.
Chi sottoscrive quindi deve fare una scommessa sull’andamento del mercato; per cui,
la cedola sarà pagata solo dove viene “azzeccata” la previsione di crescita o discesa
del mercato azionario.
Sono obbligazioni che richiedono una presa di posizione da parte del sottoscrittore, ma
non vengono più emesse perché nessuno è in grado di fare previsioni certe
sull’andamento del mercato e poi perché l’unica emessa in Italia prevedeva un 50% su
ogni mercato.
COLLABLE: sono delle clausole che possiamo trovare all’interno del prospetto
informativo delle obbligazioni ordinarie, sono facoltative e frequenti.
La clausola Collable permette all’emittente dell’obbligazione di rimborsarla
anticipatamente rispetto alla sua scadenza naturale.
Esempio: Banca Intesa aveva emesso un’obbligazione che pagava un tasso di
interesse del 7% annuo, poi i tassi in interesse hanno iniziato a scendere, quindi i
sottoscrittori erano molto contenti. Era diventata però poco convenite per la banca,
ma avendo all’interno la clausola Collable, quindi Banca Intesa, dopo 3 anni
dall’emissione decide di rimborsare a V.N. 100 tutti i possessori di questa obbligazione
(che perdono le cedole degli anni futuri).
PUTTABLE: sono delle clausole che permettono al cliente di richiedere il rimborso
dell’obbligazione anticipatamente (sono poco frequenti).
OBBLIGAZIONI SUBORDINATE:
Sono obbligazioni facoltative e si tratta di obbligazioni che pagano un tasso di
interesse più alto rispetto alla media del mercato c’è un rischio potenzialmente
superiore a quello delle normali obbligazioni.
Il rischio di queste obbligazioni lo abbiamo in caso di default dell’emittente, infatti,
queste obbligazioni vengono rimborsate solo dopo che sono stati rimborsati tutti gli
altri creditori.
ASSET BACKED SECURITIES (ABS):
Obbligazioni che nascono da un processo di cartolarizzazione, ovvero rendere
liquido un credito illiquido.
È nata alla fine degli anni 70, in Inghilterra da due Banche inglesi specializzate
nell’erogazione di crediti (La Abbey National e la Northtel Rock).
Queste due banche hanno pensato che sarebbe stato bello se, una volta concesso il
credito, potessero riavere subito il denaro concesso (il mutuo per la banca è un credito
illiquido). 1. Si inzia da una segmentazione
dei mutui prendendo in
considerazione:
a. La durata del
mutuo
b. La bontà del
debitore
Le banche hanno voluto liquidare
prima i mutui meno sicuri (mutui
subprime).
2. Quindi si costituisce una SPV (special purpose vehicle) società che per le
legge può fare solo cartolarizzazione.
3. Quindi la banca trasferisce i mutui alla SPV che concede denaro alla banca, che
però non possiede.
Emette quindi delle obbligazioni ABS con dietro degli attivi per recuperare il
denaro da dare alle banche.
4. Il mercato sottoscrive le obbligazioni ABS, la SPV si trattiene il suo compenso
(circa il 20% del totale dell’ammontare cartolarizzato9 e con differenza liquida la
banca.
5. Quindi sul mercato ci sono delle obbligazioni e chi ha sottoscritto le obbligazioni
riceverà gli interessi e il V.N. da parte delle SPV, che però non detengono
denaro,
Quindi quando il debitore paga la rata del mutuo alla banca, la banca gira
l’ammontare della rata alle SPV, che utilizzano il denaro per rimborsare i
sottoscrittori.
Questo meccanismo delle cartolarizzazioni è stata una delle principali cause
della crisi del 2007-2008.
partendo dal fatto che i debitori potrebbero non pagare alla banca le rate del mutuo
che loro hanno già reso illiquido, la legge sulla cartolarizzazione prevede che si
possano cartolarizzare anche crediti non ancora esistenti. È infatti sufficiente che il
credito sia identificato nel genere per cartolarizzarlo.
Esempio: ad inizio anno il manager mette a bilancio 1000 mutui e chiede la
cartolarizzazione dei mutui alla SPV, la quale non è tenuta alla verifica dell’esistenza
del mutuo.
Quindi la SPV cartolarizza un controvalore dei mutui, quindi se a fine anno la banca
riesce ad erogare 100 o più mutui tutto torna in equilibrio.
Ma se la banca non riesce ad erogare 1000 mutui ma solo 800, sul mercato c’è un
vuoto di 200 mutui; se i manager fossero corretti, avrebbero dovuto ammettere
l’errore e correggerlo l’anno successivo, invece hanno messo a budget più mutui che
hanno cartolarizzato.
Però se quell’anno non raggiungo i mutui sufficienti aumento i vuoti sul mercato.
Quando arriva a scadenza l’obbligazione ABS, fatte sulle emissioni fantasma, la SPV
non ha i soldi per rimborsare il sottoscrittore se un mutuo dura 30 anni: 1977+30 =
2007.
IL RATING
È un giudizio sulla bontà del debitore principale, ovvero dell’emittente del titolo.
viene espresso da parte delle Società di Rating:
- Standard & Poors;
- Moody’s;
- Fitch.
Sono le Società di rating più importanti e sono chiamate le “TRE SORELLE”, infatti
non si contraddicono mai e questa situazione non è piaciuta al legislatore europeo che
vuole incentivare la concorrenza.
Quindi in Europa ha creato l’albo delle società di rating, al quale possono chiedere di
essere iscritte le società di rating proveniente da tutto il mondo (oggi 37 ca.).
Se da un lato la concorrenza è positiva, dall’altro è negativa, in quanto aumento
l’incertezza.
Esempio: per le tre sorelle gli USA hanno un rating nuovo, ma nell’albo c’è una società
cinese per la quale gli USAS hanno un rating molto basso; per cui un invertitore non sa
chi ascoltare.
Il rating viene calcolato sulla base di analisi STORICO-STATISTICHE, quindi non ha
nessun valore predittivo/previsivo, &egr