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TECNOLOGIE DELLA CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA E RIGENERATIVA – TURRI ZANONI
Cavità nasale formata da:
- Tetto: lamina cribrosa dell'osso etmoide
- Pavimento: palato duro (formato dai processi palatini del mascellare e dalle lamine
orizzontali delle ossa palatine).
- Setto nasale:
parte dura: lamina perpendicolare dell'osso etmoide + vomere + cartilagine settale
Parte molle: cartilagini alari
- Parete laterale: turbinate superiore e turbinate medio: appartenenti all'osso etmoide +
Turbinate inferiore: osso indipendente
Seno frontale: deriva dalla pneumatizzazione dell'osso frontale e presenta una morfologia e
dimensioni variabili. Ha una parete anteriore e una posteriore composte da tessuto osseo
compatto di pochi millimetri di spessore. Comunica con il meato medio attraverso il dotto
naso-frontale, che continua nel recesso frontale.
Seno mascellare, è composto da 4 pareti:
- Parete facciale: sottile, leggermente concava, in cui si apre il canale infraorbitale,
attraversato dal nervo mascellare.
- Parete orbitaria: costituisce il pavimento triangolare dell'orbita, attraversato dal
canale infraorbitale.
- Parete nasale: contiene l'ostio del seno mascellare, che continua verso l'alto
nell'infundibolo mascellare, quest'ultimo si apre nel meato medio e nella fessura
semilunare.
- Parete infratemporale: la più sottile e fragile, delimita le fosse infratemporale e
pterigopalatina.
Seno etmoidale:
- lamina orizzontale (lamina cribrosa): parte del pavimento della fossa cranica
anteriore, attraversata da numerosi piccoli fori per il passaggio dei filamenti olfattivi.
- lamina ossea sagittale mediana: la porzione situata sopra la lamina cribrosa (crista
galli) serve come punto di inserzione per la falce cerebrale. La parte inferiore (lamina
perpendicolare) contribuisce alla formazione del setto nasale.
- Le due masse laterali formano il labirinto etmoidale, situato ai due lati della lamina
cribrosa. Su di esse si inseriscono i turbinati superiore e medio, ed è composto da
cellule pneumatizzate (in numero variabile da 3 a 18 per lato), separate tra loro da
sottili lamine ossee. La faccia laterale del labirinto forma la parete mediale dell'orbita
(lamina papiracea). Le cellule etmoidali anteriori e medie comunicano con il meato
medio attraverso la bolla etmoidale. Le cellule etmoidali posteriori, invece, si aprono
nel meato superiore tramite il recesso sfenoetmoidale.
Seno sfenoidale: pneumatizza il corpo dell'osso sfenoide ed è separato dalla cavità
controlaterale da un setto sagittale, spesso non perfettamente mediano. Ha relazioni
topografiche con importanti strutture anatomiche: fessura orbitale superiore, canale ottico,
seno cavernoso, arteria carotide interna, volta dell'epifaringe, ghiandola pituitaria (ipofisi).
Comunica con il meato superiore tramite il recesso sfenoetmoidale.
Istologia delle cavità nasali: epitelio respiratorio pseudostratificato cigliato con cellule
caliciformi
I tumori naso-sinusali sono strettamente legati alla infiammazione cronica: la fagocitosi della
polvere organica inalata, delle fibre minerali o delle spore fungine induce l'attivazione dei
macrofagi alveolari. Questo comporta la secrezione di citochine che a loro volta causano
l’attivazione del fattore trascrizionale NFkB implicato nella tumorigenesi.
Le cellule staminali normali nell'epitelio olfattivo hanno attirato l'attenzione dei ricercatori di
cellule staminali, specialmente per quanto riguarda la capacità di queste cellule di formare
nuovi neuroni olfattivi dopo un danno tissutale subito durante l'età adulta. Anche se l'ONB
(olfactory neuroblastoma) è l'unico tipo di tumore sinonasale dimostrato derivare dall'epitelio
olfattivo, si ipotizza che anche ITAC (tumore a cellule caliciformi), SCC (carcinoma
squamoso) e altri tumori possano originarsi dalla fessura olfattiva, suggerendo che le CSCs
(cellule staminali cancrone) siano in grado di subire differenziazione in vari tipi cellulari.
La diagnosi dei tumori si esegue a vari livelli:
1. Anamnesi
2. Endoscopia
3. Imaging: risonanza magnetica
4. Biopsia: analisi biomolecolari
1. SCC (carcinoma spinocellulare)
CHERATINIZZANTE
Epidemiologia: SCC meno frequente, colpisce popolazione tra 60 e 70 anni
• Eziologia: differenziazione maligna di un tumore benigno (es. Papilloma senonasale)
• Localizzazione: seno mascellare (principalmente colpito), cavità nasale, seno
• etmoidale
Istologia: cresce formando piccoli nidi di cellule neoplastiche con numerose perle
• cheratinizzate all'interno di uno stroma desmoplastico
NON CHERATINIZZANTE
Epidemiologia: 10/20% degli SCC
• Eziologia: legato al papilloma virus umano (HPV)
•
HPV causa la sovraespressione di p16 (generalmente soppressore del tumore) e
l’inattivazione di pRb causando la sopravvivenza delle cellule tumorali
Localizzazione: seno mascellare (maggiormente), cavità nasali
• Istologia: cresce sotto forma di nidi espansivi o nastri anastomizzati di cellule nella
• sottomucosa, con un'interfaccia stromale liscia e un margine spingente che provoca
minima o assente desmoplasia.
Diagnosi: lo scopo è determinare se c’è la presenza di HPV
• Metodo diretto: PCR o FISH
•
FISH (ibridazione in situ con sonda fluorescente)= tecnica per la visualizzazione di specifiche
sequenze di DNA o RNA all’interno delle cellule di interesse, grazie all’utilizzo di una sonda
PCR= tecnica di amplificazione di una regione specifica di DNA in vitro; per rilevare i prodotti
amplificati si esegue: elettroforesi su gel, sequenziamento del frammento amplificato o
Southern blot
Vantaggi di queste tecniche: sono le tecniche di riferimento
Svantaggi d queste tecniche: alto costo, richedono centri specializzati
Metodo indiretto: immunoistochimica= combina tecniche istologiche, immunologiche
• e biochimiche per l'identificazione di specifici componenti tissutali attraverso una
reazione specifica antigene/anticorpo marcata con un'etichetta visibile. Possiamo
targhettare: citoplasma, nucleo, membrana cellulare, lipidi e proteine
Vantaggi di questa tecnica: basso costo e tecnica validata
Svantaggi d questa tecnica: rischio di falsi positivi
Terapia:
• chirurgia + radioterapia
o Chirurgia= lo scopo è la resezione completa del tumore:
•
-rimozione totale del tumore: escissione completa della massa neoplastica visibile, compresi
i margini di tessuto sano per garantire una resezione radicale
-Margini chirurgici negativi: confermati dall'analisi istopatologica intraoperatoria o
postoperatoria, per ridurre il rischio di recidiva locale
-Dissezione linfonodale (se necessario): per rimuovere eventuali linfonodi coinvolti
-Minimizzazione del danno funzionale: proteggendo strutture vitali adiacenti per mantenere la
funzionalità del tessuto o dell'organo interessato
L'approccio chirurgico deve essere selezionato in base all’estensione del tumore che
determina l’entità della resezione
Radioterapia= a rimozione del tumore è seguita da radioterapia ad intensità modulata
• (IMRT) adiuvante. I traget del trattamento sono l’area di inserzione originale del tumore
e i margini microscopicamente coinvolti e le aree ad alto rischio di invasione
microscopica del tumore.
In alcuni casi alla IMRT si può affiancare la chemioterapia:
Margini chirurgici positivi o ravvicinati: se i margini di resezione chirurgica risultano
• positivi o troppo vicini, la radioterapia adiuvante è indicata per ridurre il rischio di
recidiva locale
Lesioni ad alto grado: tumori ad alto grado di malignità che presentano un rischio
• maggiore di recidiva e metastasi
Estensione intracraniale: quando il tumore si estende nel cranio o coinvolge strutture
• cerebrali
I tumori alla testa e il collo spesso coinvolgono i linfonodi cervicali, quindi prima di procedere
con la terapia bisogna fare un’analisi di tutto il corpo. Se otteniamo un risultato cN+ si deve
procedere con la dissezione del collo
Chemioterapia neoadiuvante: chemioterapia + chirurgia
o
Lo scopo è quello di ridurre il rischio di recidiva locale e metastasi a distanza + migliorare il
controllo del tumore e preservare l’orbita
1. Il regime di terapia di induzione è basato su una combinazione di platino, 5-
fluorouracile, ifosfamide, e taxano
2. Chirurgia + chemioterapia adiuvante
Target therapy: tipo di trattamento per il cancro che si concentra su proteine che
o controllano come le cellule tumorali crescono, si dividono e si diffondono
Farmaci composti da piccole molecole: sono piccoli e quindi possono entrare
• facilmente nelle cellule, quindi vengono utilizzati come target che si trovano all’interno
di cellule
Anticorpi monoclonali: sono proteine prodotte in laboratorio. Alcune sono progettate
• per attaccarsi a target specifici presenti sulle cellule tumorali marcandole in modo che
possano più facilmente individuate e distrutte dal sistema immunitario; altre agiscono
direttamente per fermare la crescita delle cellule tumorali o causarne l’auto-
distruzione
L'espressione della proteina EGFR è stata associata alla sopravvivenza complessiva e senza
malattia significativamente più breve in una serie di 70 carcinomi spinocellulari sinonasali.
Neratinib, l'inibitore irreversibile di EGFR inibisce il segnale di EGFR e le sue molecole a valle
Mek e Akt in una linea cellulare di carcinoma spinocellulare sinonasale.
Immunoterapia: il recettore PD-1è espresso su cellule T attivate, cellule B, macrofagi,
o cellule Treg e cellule NK. Il legame del PD-1 con i suoi ligandi della famiglia B7 porta
alla soppressione della proliferazione e della risposta immunitaria delle cellule T.
L'attivazione della segnalazione PD-1/PD-L1 rappresenta un meccanismo principale
attraverso il quale i tumori evitano le risposte immunologiche T-cellule specifiche per
l'antigene -> Il blocco degli anticorpi contro PD-1 o PD-L1 inverte questo processo e
potenzia l'attività immunitaria antitumorale.
2. SNUC (carcinoma senonasale indifferenziato)
Epidemiologia: 3-5% dei carcinomi naso-sinusali, può sopraggiungere ad ogni età, i
• maschi tra i 40 e i 70 anni sono i più colpiti
Eziologia: sconosciuta ma recentemente, è stato descritto un sottotipo di SNUC
• (carcinoma a cellule squamose sinonasale) caratterizzato da mutazioni degli enzimi
metabolici IDH2, coinvolti nel ciclo di Krebs. Le mutazioni IDH2 R172X sono state
trovate nel 55% dei casi di SNUC; altre mutazioni nello stesso codone (R172S, R172T e
R172M) sono state descritte, con una frequenza che raggiunge fino al 82% dei casi. La
mutazione di IDH1 o IDH2 conferisce un'attività enzimatica neomorfica sugli