La ricerca di materiale genetico si può attuare su una vasta gamma di campioni
biologici, anche su campioni fissati in formalina e inclusi in paraffina per un riscontro
genetico o un eventuale scambio di persona. In casi di violenza sessuale si può
attuare una microdissezione laser per ricercare spermatozoi, una ventina di questi
basta per fare una indagine molecolare. Tutte le tracce e i reperti vanno lasciati
asciugare a temperatura ambiente, le tracce secche vanno inumidite con un
tampone ed essiccate, come gli indumenti umidi che vanno lasciati essiccare a
temperatura ambiente; invece, i reperti istologici e i prelievi sotto le unghie è meglio
conservarli a -20°C. i tamponi utilizzati per repertare devono essere DNA free, i
tamponi di riferimento sono tamponi orali.
Per quanto riguarda l’estrazione e l’amplificazione del DNA per i campioni biologici
nell’ambito della medicina legale, vi sono diverse metodiche:
- Estrazione organica di DNA aggiungendo egual volume di fenolo e successiva
eliminazione del fenolo con cloroformio/alcol. Viene utilizzato un tris-NaCl-EDTA,
un tampone a pH fisiologico e inibente DNAsi. L’EDTA serve a chelare gli ioni
magnesio e il fenolo e la proteinasi K permettono l’eliminazione delle proteine.
- Chelex: resina chelante a scambio ionico, per sottrarre gli ioni magnesio, viene
incubato a circa 100°C per denaturare le proteine e aprire la doppia elica,
pronto poi per essere amplificato
- FTA Papers: carte assorbenti di cellulosa contenenti sostanze che denaturano le
proteine e imprigionano il DNA per l’analisi
- Solid Phase DNA Extraction: basato su un substrato contenete silice
Polimorfismi del DNA: SNPs e STRs
Indagine genetica ai fini identificativi per discriminare su base genetica ogni singolo
soggetto, per fare ciò è necessario individuare marcatori genetici che consentano
questa discriminazione; questi sono marcatori che variano nella popolazione, quindi
non hanno una sequenza identica. Ad esempio, il sistema AB0 del gruppo sanguigno.
Polimorfismi -> zone del DNA in cui è presente una variazione.
Più del 99,7% del genoma è identico per ogni individuo, le differenze sono confinate
nel 0,3% del genoma ed è qui che sono presenti le variazioni interindividuali ->
marcatori polimorfi
Polimorfismo: quando la variante più rara è rappresentata da almeno l’1% della
popolazione, se <1% si parla di variante rara.
SNP: single nucleotide polymorphism, è un polimorfismo di sito tendenzialmente
biallelico, con due forme, wild type e mutata. Due alleli possono assortire 3 differenti
genotipi: AA, AT, TT. Questo polimorfismo è molto diffuso nella popolazione,
rappresenta il 90% della variabilità del genoma ed è poco rappresentativo per l’analisi
genetica.
Esiste un’altra variabilità di sequenze ripetute concentrate in determinate regioni del
DNA, le più note sono le Alu, di circa 300 paia di basi.
VNTRs: Variable number of tandem repeats, sono variazioni nel numero di unità
ripetute in tandem, esempio quante volte la sequenza CAGT è ripetuta. L’unità
ripetuta identifica i minisatelliti, quantificabili tra 8 e 100 bp, o microsatelliti, più
piccoli ma più importanti -> STRs, short tandem repeats tra 100 e 350 bp, che
può essere binucleotidico, trinucleotidico, tetranucleotidico (quella che interessa) o
pentanucleotidico. Gli alleli di questi marcatori vengono chiamati in base al numero di
unità ripetute caratterizzanti.
Prima del DNA venivano utilizzato altri marcatori come:
- Sistemi gruppali eritrocitari: AB0, Rh, Duffy, Kidd
- Polimorfismi sierici: Hp, Gc, Tf
- Polimorfismi enzimatici eritrocitari: PGm, EsD, GLO
- Polimorfismi degli antigeni leucocitari: sistema HLA
Con l’introduzione dei marcatori del DNA è stato possibile analizzare ogni liquido
biologico costituito da cellule, prima si analizzava solo il sangue. Per ottenere un
risultato attendibile si necessita di poco materiale essendo la PCR molto sensibile, un
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milione di volte più sensibile rispetto a prima (10 ). Possono essere analizzati i cold
cases di vecchia date se presenti ancora reperti.
I primers utilizzati per la PCR amplificano solamente il DNA umano, devo analizzare
tanti marcatori contemporaneamente ed essere in grado di tipizzarli, questo viene
effettuato attraverso due criteri:
1. Seleziono i primers e posso scegliere dove inserirli, posso selezionare il range di
amplificazione di ogni singolo marcatore secondo il peso molecolare degli alleli
(es. 120-160 bp)
2. Ad ogni primer posso associare un fluorocromo differente, originando picchi di
colore specifici per ogni allele
Ottengo così un elettroferogramma contenente picchi separati per peso molecolare e
identificati con colorazioni specifiche tramite fluorocromi. Posso avere due alleli di
marcatori distinti con uguale peso molecolare ma identificati con colorazioni differenti.
Una volta estratto il DNA, tendenzialmente ad alto peso molecolare, può essere
degradato e quindi riesce a correre facilmente in un gel di agarosio poiché ha peso
molecolare ridotto
Per la separazione del DNA, essendo caricata negativamente in un campo elettrico
migra verso il polo positivo, esso si separa in base al peso molecolare in bp; dobbiamo
applicare un campo elettrico, le prime ad uscire sono le molecole a basso peso
molecolare, la separazione avviene tramite elettroforesi capillare. Nel capillare il DNA
passa tramite iniezione elettrocinetica legata al campo elettrico e al tempo; il
campione di DNA deve essere scarso di salinità poiché i Sali possono dare problemi
nella corsa capillare. Il capillare è tendenzialmente di vetro contenente silice, il DNA
migra in proporzione al suo peso molecolare, in corrispondenza dell’uscita è presente
un laser che eccita i fluorocromi legati ai marcatori, registrando il passaggio dei
marcatori e identificando i singoli picchi. L’unità di misura dell’elettroforesi capillare
genetica e 1 bp, devo discriminare sezioni differenti per 1 paio di basi. Iniezione,
separazione e identificazione sono automatizzati, generalmente le separazioni durano
20 minuti e i dati analitici sono conservati automaticamente e analizzati
successivamente.
Il peso molecolare degli alleli viene calcolato usando uno standard interno, una serie
di frammenti di DNA a peso molecolare noto che faccio migrare in elettroforesi
capillare, creando così una curva di regressione legata al tempo. È così possibile
identificare il peso molecolare di campioni ignoti in base al tempo di uscita
dall’elettroforesi.
Dopo il peso molecolare, utilizzo dei ladder allelici per attribuire un nome agli alleli
separati; i ladder allelici sono scale di marcatori già separati e identificati che
servono a confrontare alleli nuovi da identificare in base al peso molecolare.
I marcatori AMEL (amelogenina) attribuiscono il sesso dell’individuo che ha lasciato
una traccia, questi marcatori sono presenti sui cromosomi X e Y.
Il test del DNA è un esame comparativo, il profilo genetico determinato dalla traccia
deve essere confrontato con altri profili genetici, come gli indagati, con tracce
biologiche o una banca dati.
Per identificare un individuo tramite test del DNA comparativo, devo tenere conto della
presenza statistica di ogni variazione genetica, ogni marcatore è un evento
indipendente, posso quindi moltiplicare la frequenza sulla popolazione totale (0,05 x
-10
0,03…) per ottenere una statistica di 1,6632 x 10 -> un soggetto su 6 miliardi. Più
marcatori analizzo minore è la probabilità di trovare più soggetti con quelle
caratteristiche genetiche.
Questo test ha applicazione quali:
- Test di paternità
- Violenze sessuali
- Disastri di massa: 11 settembre, tsunami in asia del 2004. Ogni nazione ha un
organo di DVI: disaster victims identification. L’identificazione può essere
effettuata tramite materiali biologici molto piccoli oppure ossa/denti comparati
con oggetti delle persone scomparse o tramite un’analisi parentale.
Il profilo del DNA seve anche a scagionare individui innocenti, esiste il progetto
americano innocence project, in cui sono stati analizzati casi violenti in cui le persone
condannate non fossero realmente i colpevoli e quindi scagionate tramite l’analisi di
reperti. Una volta scagionate queste persone sono stati poi identificati i colpevoli dei
crimini in questione.
Indagini di paternità
La disciplina normativa è essenzialmente posta a tutela del figlio, la filiazione è il
rapporto intercorrente tra una determinata persona fisica e coloro che l’hanno
concepita e i soggetti del rapporto giudiziario, ovvero la relazione tra due o più
soggetti regolata dai diritti e doveri, sono il figlio e i genitori. In ambito giuridico tale
rapporto è stato aggettivato come filiazione legittima o naturale.
I presupposti per dichiarare un rapporto di filiazione legittimo sono il matrimonio dei
genitori e il parto della moglie e concepimento in costanza di matrimonio, anche se
tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico introdotto come responsabilità genitoriale.
L’azione di disconoscimento di paternità del figlio nato può essere esercitata dal
marito, dalla madre e dal figlio stesso; chi esercita l’azione è ammesso a provare che
non sussiste un rapporto di filiazione, la sola parola della madre non esclude la
paternità. La madre può disconoscere il figlio entro 6 mesi dalla nascita o dal momento
di avvenuta conoscenza dell’impotenza di generare del marito, il marito può
disconoscere il figlio nel termine di un anno o dal momento in cui è venuto a
conoscenza della nascita ma in ogni caso l’azione non può essere proposta oltre i 5
anni dal giorno della nascita. L’azione può essere poi proposta dal figlio che ha
raggiunto la maggiore età e l’azione esercitata dal figlio è imprescrittibile.
Le indagini genetiche sono attualmente ritenute il mezzo più importante per
dimostrare con obiettività il rapporto parentale in ambito giudiziario ed
extragiudiziario, le situazioni in cui la prova biologica è ammessa sono il
disconoscimento del figlio nato all’interno del matrimonio e la dichiarazione giudiziale
di paternità in ambito di filiazione al di fuori del matrimonio. Il prelievo del materiale
biologico è incoercibile (non rifiutabile), tuttavia il rifiuto può essere valutato dal
giudice per trarre elementi di prova contrari alla parte rifiutante.
Un accertamento parentale comprende ogni accertamento genetico mirato a
stabilire il grado di consanguineità dei soggetti analizzati.
Ogni genitore trasmette metà del suo patrimonio genetico alla