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ISPEZIONE
L’ispezione tiene conto di una serie di aspetti:
→ il decubito: la posizione assunta da un soggetto a letto. Esso può essere laterale destro, laterale
sinistro, obbligato in clinostatismo in posizione supina o in posizione prona;
→ la facies: che permette di avere informazioni rapide riguardo la patologia del paziente;
→ il sensorio: un paziente potrebbe avere uno stato di coscienza alterato, che risulta azzerato nello stato
di coma;
→ la frequenza degli atti respiratori: i respiri patologici che si vedevano un tempo, e che ad oggi non si
riscontrano più, sono molto importanti perché possono darci un’intuizione su ciò che potrebbe avere
il paziente. Ad esempio, il respiro di Cheyne Stokes è caratterizzato da atti inspiratori ed espiratori di
frequenza sempre maggiore fino al raggiungimento di un’acme, seguito poi da un decremento fino
ad una pausa apnoica. Questo respiro anomalo è caratterizzato da una strana fisiopatologia: il paziente
inizialmente va in iperventilazione, quindi l’anidride carbonica, a differenza dell’ossigeno, tende a
calare. Successivamente, però, c’è la necessita di recuperare CO2; infatti, la frequenza respiratoria
tende a diminuire fino a quando il paziente va in apnea. In tal modo si ottiene un accumulo di CO2
che innesca il centro respiratorio a livello bulbare e il paziente torna a respirare. Questo tipo di
respirazione si verifica maggiormente in pazienti con patologie neurologiche o con gravi alterazioni
cardiache o traumatiche o ancora nel paziente neoplastico terminale. Un altro esempio di respiro
patologico è il respiro di Kussmaul (“respiro rumoroso”), tipico di un paziente in chetoacidosi
diabetica, nonché una delle complicanze più temibili del diabete di tipo I (insulino-dipendente) in cui
il soggetto spesso vomita e si alimenta poco, per cui si attivano meccanismi metabolici che
bypassano il ciclo di Krebs arrivando ad ottenere acidi deboli che hanno un’influenza notevole sul pH.
Quest’ultimo risulta fortemente alterato e questo si riversa nel respiro.
PERCUSSIONE
Si valuta la struttura, la densità e il contenuto corporeo. Normalmente si esegue la percussione
dell’addome, la percussione toracica e quella cardiaca.
PALPAZIONE
Si può effettuare palpazione della cute; toccare la fronte per sentire la temperatura del paziente; si
possono sentire le strutture superficiali; si può percepire lo stato di idratazione del paziente attraverso il
sollevamento della cute in pliche (cute elastica e idratata o anelastica e ipoidratata); infine si possono
sentire i polsi arteriosi (radiale, carotideo, dell’arteria temporale, brachiale, femorale, popliteo, tibiale,
pedidio…).
AUSCULTAZIONE
Riguarda il movimento dei gas e dei liquidi, così come dell’aria nei polmoni. Si possono inoltre sentire i
toni e soffi cardiaci, gli sfregamenti pleurici e pericardici.
Tutti questi sono segni patognomonici, caratteristici e aspecifici.
Sono aspecifici perché si può riscontrare, ad esempio, una patologia ad interessamento polmonare
senza che ci sia un’alterazione del polmone di per sé ma può trattarsi di una conseguenza di una patologia
cardiaca.
L’esame obiettivo speciale avviene tramite:
Ispezione
• Percussione: classica o digito-angolare
• Palpazione: mono- o bi-manuale, tramite manovre, oppure palpazione “a morsa” (per distretti
• particolari, come il rene)
Auscultazione: immediata (tramite orecchio) oppure mediata (tramite
• stetoscopio/fonendoscopio)
Facies
Esempi:
• Ipotiroidismo: si ha ipofunzionamento della ghiandola tiroide. Il paziente è
bradipsichico, ha una particolare conformazione della cavità orale, la lingua si presta
ad una macroglossia tanto da vedere le impronte delle arcate dentali sul contorno
della lingua o da avere edemi periorbitali. Si verifica quindi mixedema.
Ad oggi si riesce ad anticipare di molto la diagnosi; quindi, difficilmente
o si raggiungono segni così evidenti di ipotiroidismo, nonostante
possano presentarsi dei casi.
• Ipertiroidismo: il paziente è caratterizzato da esoftalmo bilaterale, ovvero si ha
protrusione di entrambi i globi oculari (diverso dall’esoftalmo monolaterale, che non
è associato ad ipertiroidismo). La regione retro-orbitale, che ha una componente di
tessuto lipidico, esprime una grande affinità per determinati recettori che vengono
colpiti dall’autoattivazione della ghiandola tiroide in corso di malattia di Basedow o
tireotossicosi. L’ipertiroidismo colpisce principalmente il sesso femminile.
• Acromegalia: patologia caratterizzata da iperproduzione dell’ormone GH, che
se iperprodotto durante la vita adulta determina i classici tratti acromegalici,
mentre prima dei 18 anni gigantismo. Il GH determina iperplasia e ipertrofia
delle cellule cartilaginee, dando luogo a un’azione fortemente accrescitiva,
principalmente delle estremità quindi mani, piedi e alcuni aspetti del volto. Si
può presentare, ad esempio, una prominenza della parte cartilaginea del naso
o una prominenza a livello della mandibola, come evidente in figura.
• Sindrome di Cushing: caratterizzata da un tumore cortico-surrenalico che produce
ormoni glucocorticoidi e mineralcorticoidi. I pazienti presentano la classica triade,
caratterizzata da iperglicemia, ipertensione e fragilità capillare,
contestualmente a una anomala distribuzione del grasso
corporeo (localizzazione del grasso a “gobba di bufalo”).
Quindi si ha un’alterazione della componente adiposa che
nell’uomo, così come nella donna, si caratterizza con un
voluminoso addensamento addominale con conseguenti strie
rubre che sono il danno microvascolare dovuto all’eccesso di
ormoni steroidi prodotti dal tumore. A completare il quadro, può verificarsi
anche elevata produzione di ACTH.
• Morbo di Addison: determinato da ipofunzionamento della corteccia surrenali. Mentre nel Cushing si
ha un incremento pressorio, nella forma di Addison si ha ipotensione e alterazioni dovute al mancato
recupero del sodio per la mancanza di mineralcorticoidi (ormoni surrenalici in difetto). Il paziente
affetto presenta un colorito anomalo dovuto al fatto che l’ipofisi va a stimolare la corteccia surrenalica,
producendo molto ormone melanocitostimolante: si tratta di una forma di morbo
bronzino. • Poliglobulia
• Lupus erimatoso sistemico (LES): caratterizzato da eritema
a farfalla.
• Parkinson: i pazienti affetti da Parkinson presentano facies amimica, tremore a
riposo, rigidità muscolare.
Esame obiettivo di cute e annessi
ISPEZIONE: si osserva il colorito del paziente, per cercare una discromia. Può
presentare ittero o subittero, macule o papule, o ancora delle soffusioni emorragiche come le petecchie,
la porpora o ematomi (presentano accumuli di stravaso emorragico). L’ematoma si forma se si
subiscono traumi ad alta energia, altrimenti se si tratta di traumi a bassa energia, il paziente potrebbe
soffrire di una sindrome emofilica. Esistono anche i cosiddetti “ematomi riforniti” che sono sempre attivi;
quindi, il sangue continua ad accumularsi e l’emoglobina tende ad abbassarsi. Quindi se un paziente ha
l’emofilia o ha un trauma maggiore o un ematoma rifornito allora la situazione diventa pericolosa e si
dovrà ricorrere ad un intervento di chirurgia o di radiodiagnostica interventiva per fermare l’emorragia.
PALPAZIONE: si sente se la cute è elastica o anelastica, sollevabile in pliche o non deformabile. Una cute
non deformabile è classica di pazienti con tanta fibrosi cutanea, quindi pazienti sclerodermici. La
sclerodermia è una malattia infiammatoria del tessuto connettivo immuno-mediata con facies amimica.
Ittero
L’immagine a fianco mostra una forma di subittero, in cui la bilirubina
presenta valori al di sotto dei 3 mg/dl. In questo caso la bilirubina si
accumula a livello delle sclere e delle mucose, a livello della lingua e del
cavo orale, ma non è visibile a livello cutaneo.
In questo caso, invece, si può cogliere un inizio di ittero, che può diventare
ingravescente, e che quindi può diventare un franco ittero, per cui il paziente
cambia completamente il colorito cutaneo, diventa completamente giallo. In questi
casi la bilirubina presenta valori superiori a 3 mg/dl.
Se l’ittero non è accompagnato da dolore si parla di ittero nudo che potrebbe
indicare un colangiocarcinoma. Nel caso di ittero del bambino, che si può
presentare già alla nascita, il bambino viene
sottoposto a luce ultravioletta, perchè la bilirubina non coniugata,
altamente lipofila, è fotosensibile.
Dalle sbobine dell’anno scorso viene ripreso
il percorso di produzione della bilirubina, non
ben trattato dal professore in aula:
“La bilirubina è pericolosa perché deriva dal
catabolismo dell’eme che ha come destino
quello di essere portata dall’albumina al
fegato, dove si sgancia dall’albumina per poi
venire coniugata all’interno degli epatociti
con l’acido glucuronico per renderla
idrosolubile. Fino ad ora, infatti la bilirubina è
liposolubile e se vogliamo che esca dal
nostro organismo deve diventare
idrosolubile.
La bilirubina non coniugata, o indiretta, che è liposolubile, può passare la barriera ematoencefalica del
bambino ed essere pericolosa perché ha una forte attività a livello dei gangli della base e si attua il
kernicterus, ossia la degenerazione neurologica di queste manifestazioni che derivano dall’azione della
bilirubina non coniugata. Nell’adulto, invece la bilirubina fa più fatica ad oltrepassare la barriera.
La bilirubina, poi, si stacca dall’eme, viene metabolizzata nei reticolociti in posizione istiocitaria del
sistema reticoloistocitario. Ad esempio, nella milza, dove avviene una potente eritrocateresi,
dall’eliminazione dei globuli rossi vecchi viene recuperata questa componente di ferro, l’eme, che non
viene eliminata e subisce la trasformazione verso la bilirubina. Quest’ultima viene poi portata in circolo
dall’albumina e va al fegato, dove si stacca dall’albumina e viene convertita tramite il processo di
glucolonazione in bilirubina coniugata. A questo punto può passare attraverso la bile e qui avviene un
processo di trasformazione in urobilinogeno, e poi successivamente a livello intestinale si avrà lo
stercobilinogeno, che è la parte di urobilinogeno che viene perso con le feci. Un’altra parte di
urobilinogeno a livello intestinale viene recuperata, riportata al fegato, deconiugata, poi riconiugata e
riportata di nuovo alla bile (circolo enteroepatico).”
Possiamo distinguere: