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APP. CARDIACO:
- aumento FC
- aumento Q (portata cardiaca)
APP. EMOPIETICO
- aumento globuli rossi (contrazione milza)
- aumento eritropoiesi (settimane)
Capacità anaerobica
In ipossia acuta la massima capacità di accumulo ematico di LA e la massima potenza anaerobica
lattacida non cambiano.
Dopo adattamento esse diminuiscono, pur in assenza di aumento di riserva alcalina (per
l’iperventilazione): “paradosso del lattato”, fenomeno forse transitorio.
La conseguente acidosi intracellulare deprime la forza muscolare.
Popolazioni residenti in altitudine
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- Risposta ventilatoria all’ipossia meno intensa rispetto ai residenti s.l.m. acclimatati (aumento
PACO2)
- Maggiore riduzione resistenza vie aeree
- Dimensioni polmonari (ampia super cie scambio alveolo-capillare)
- Ipertro a ventricolare dx dovuta a ipertensione polmonare (non per i tibetani)
- Aumento Hb (non per i tibetani)
I Tibetani, anche emigrati e viventi a quote basse, sviluppano in quota un V’O2max simile a quello
ottenuto dai caucasici s.l.m.
Gli stessi sembrano essere protetti dai danni indotti dai radicali liberi dell’ossigeno sul tessuto
muscolare e possedere quindi speci ci adattamenti metabolici.
I Tibetani hanno una miglior risposta ventilatoria ipossica e ipercapnica, polmoni più grandi e più
e cienti e maggior capacità di di usione polmonare; sono anche più protetti dall’ipertensione
polmonare
E etti dell’ipossia
Perdita di peso per :
•diminuito introito calorico (- 35, - 57 %)
•più rapida sensazione di sazietà (adattamento al freddo)
•perdita iniziale di acqua
•perdita di massa grassa (cibi grassi meno graditi)
•deterioramento muscolare (ipossia)
E cacia delle diete da carico di glicogeno e degli antiossidanti
1- ipossia ipobarica —> diminuito introito calorico per diminuito appetito (pochi alimenti freschi,
perdita di comfort e abitudini) —> ipotalamo
2- discrepanza fra introito calorico e consumi energetici (aumento di attività sica e del
metabolismo basale per aumento della risposta ortosimpatica, freddo, brivido)
3- perdita di acqua per diminuito introito di liquidi, aumento della pærspiratio insensibilis e della
ventilazione, variazioni nel metabolismo idrico
4- cattivo assorbimento intestinale dei nutrienti
5- perdita di massa muscolare (diminuzione forzata di attività ed e etto diretto dell’ipossia)
Acclimatazione
Gli e etti dell’acclimatazione sono il risultato della complessa interazione fra meccanismi nervosi
periferici, centrali ed endocrini e si concretano nella risalita della PaO2 a livelli più elevati.
Si può osservare una ridistribuzione dei volumi polmonari statici, con aumento del volume residuo
e della capacità funzionale residua, spiegabile sulla base di un aumento del volume alveolare che
fa riscontro a un letto capillare permanentemente vasodilatato.
Il meccanismo principale che sostiene l’acclimatazione è la policitemia.
Ipossia – eritropoietina renale – midollo osseo – aumento produzione globuli rossi
La frequenza cardiaca inizialmente aumenta, poi si riduce parzialmente Così l’iperventilazione
Esercizio sico/sportivo in quota
Fino a 1800 m
Pb 760 mm Hg - 611 mm Hg
PiO2 159 mm Hg - 128 mm Hg
Iperventilazione da esercizio.
V’O2 max (massima potenza aerobica) secondo alcuni autori non mostra variazioni signi cative,
secondo altri vi è già una lieve riduzione; in ogni caso possono essere svolte tutte le attività
sportive senza particolari e etti negativi.
Fino a 3000 m
Pb 611 mm Hg - 526 mm Hg
PiO2 128 mm Hg - 110 mm Hg
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Iperventilazione, aumento della frequenza cardiaca, riduzione della gittata sistolica e aumento
dell‘ematocrito.
Oltre i 2000 m di quota si veri ca una riduzione del V’O2max direttamente proporzionale
all'aumento dell'altitudine, che in uenza negativamente gli sport di endurance.
Gli sport di velocità e di potenza (salti e lanci) risultano favoriti dalla minore forza di gravità e dalla
minore densità dell'aria.
Da 3000 a 5500 m
Pb 526 mm Hg - 379 mm Hg
PiO2 110 mm Hg - 79 mm Hg
L'attività sica non può essere tollerata a lungo senza adeguati processi di acclimatazione e di
allenamento;
si ha perdita di peso e di liquidi;
grande diminuzione della capacità aerobica e aumento della produzione di acido lattico, a parità
di sforzo.
Allenamento
L’allenamento per la quota viene e ettuato a livello del mare e ha lo scopo di creare i presupposti
per il raggiungimento dell’obiettivo. Tale allenamento coincide con la fase di preparazione e
dovrebbe essere e ettuato almeno due volte alla settimana, per un minimo di 50-60 minuti ogni
volta, in regime completamente aerobico. Durante tale allenamento è necessario collaudare
l’attrezzatura ed in particolare le calzature ed è necessario dedicare qualche attenzione alla
discesa, che di solito è assai trascurata. Inoltre si dovrà ottenere una riduzione del sovrappeso e
della percentuale di tessuto adiposo, e si dovrà acquisire una forma sica compatibile con
l’obiettivo.
L’allenamento in quota è necessario per tutti coloro che intendono e ettuare competizioni o
prestazioni particolarmente impegnative in quota.
Questo allenamento prevede una fase di preparazione, una fase di acclimatazione e fasi di carico
e di scarico durante il soggiorno in quota. Il soggiorno a quote superiori a 1500- 1800 m infatti,
implica la possibilità di comparsa della sintomatologia tipica del mal di montagna acuto, il che
indica una non perfetta acclimatazione (tachicardia, tachipnea, ipertensione, cefalea, nausea,
insonnia, ecc…).
Per ogni allenamento in quota è necessario e ettuare un periodo di acclimatazione, che per quote
attorno a 2000 m è compreso tra uno e tre giorni, mentre per quote attorno a 5000 metri non può
essere mai inferiore a cinque - sette giorni. Durante la fase di acclimatazione si dovrà rispettare la
sintomatologia, ridurre i carichi di lavoro, curare l’alimentazione e soprattutto l’idratazione.
Bisogna ricordare la caduta della massima potenza aerobica e l’aumento di produzione di lattato.
A LIVELLO DEL MARE
- 50-60 min aerobico due volte alla settimana
- Attenzione alla discesa
- Controllo attrezzatura
- Riduzione sovrappeso e massa grassa
IN QUOTA
- Preparazione, acclimatazione
- Acclimatazione: 2000 m 1-3 giorni
5000 m 5-7 giorni
Nell’alimentazione, cibi e bevande hanno un peso non indi erente nello zaino. Bisogna scegliere
accuratamente gli alimenti, oltre che per l'appetibilità, la digeribilità e il potere energetico, anche
per il loro peso.
In ultima analisi è da preferire una dieta ricca di carboidrati, meglio utilizzati dall'organismo
durante l'attività sica, nella proporzione di 4:1:1 rispetto alle proteine e ai grassi.
Nei giorni o nel giorno precedenti l'attività sica in montagna può essere utile aumentare le
proprie riserve energetiche con un’alimentazione più ricca, ad esempio in grassi se si va al freddo
in zuccheri se si prevede di consumarne molti. Durante l’attività l’alimentazione va distribuita in
modo più regolare possibile, la colazione è molto importante.
L’ossigeno, senza cui l’uomo non sopravvive, è stato oggetto di ricerca dapprima per evitarne la
carenza (alta quota), poi per evitarne l’eccesso (subacquea) e in ne per ottenere miglioramenti
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nella prestazione sica simulando l’una o l’altra di queste due situazioni. È stato utilizzato anche
per minatori e aviatori.
Ci sono vari problemi per chi rimane in quote elevate per molto tempo, come insonnia, respiro
periodico conseguente al cattivo controllo della ventilazione (anche apnee), alterazioni
dell’appetito, maggiore impegno e tempi più lunghi per operazioni complesse e accurate, sonno
leggero e boemi oculari.
mal di montagna acuto
Il comprende vari sintomi, tra cui la cefalea, stordimento, nausea,
stitichezza, vomito, riduzione dirisi, disturbi visivi, insonnia, debolezza generale, soppressione
appetito, riduzione FM e FFM, attività sica anche lieve insostenibile.
Questi sintomi dipendono dalla velocità di ascesa, dopo 4–12 ore in uova, oltre i 3000m,
scompaiono dopo alcuni giorni, il mal di montagna acuto è una patologia benigna; interrompere la
salita e riposare sono spesso su cienti a diminuire la sintomatologia.
polmonare,
L’edema l’ipossia genera costrizione nell’arteria polmonare; a partire dai 3000m di
quota essa può generare diversi gradi di edema polmonare, con peggioramento dell’ipossiemia e
creazione così di un circolo vizioso, che si spezza solo con il ritorno a quote più basse.
L’ipertensione polmonare in quota si instaura tanto più presto quanto più elevata è l’intensità
dell’esercizio che si compie.
L’uso di NO (eventualmente insieme con O2) sembra avere un ruolo terapeutico.
cerebrale
L’edema è uno stadio terminale dell’AMS, provoca atassia, alterazioni dello stato di
coscienza, conseguenza dell’edema polmonare d’altitudine, la vasodilatazione cerebrale aumenta
se aumenta la velocità di ascesa.
Prevenzione e terapia possono essere salire lentamente no a 3000m, oltre ancora più
lentamente e non più di 500m al giorno, ridurre il lavoro. È utile non fare sforzi e a aticamenti
durante l’acclimatazione (50% anche se in forma). Dormire più in basso della quota massima
raggiunta, una notte sotto i 3000m, ogni 100m due notti nella stessa quota. Escursioni leggere a
quote superiori e ritorno al punto di partenza nel giorno di riposo. Respirazione lenta e profonda,
dieta ricca in CHO e bere regolarmente anche se non se ne sente il bisogno.
Non fare ascese ulteriori no alla scomparsa totale dei sintomi, trasferire a quote inferiori i
soggetti colpiti se non hanno risposto a terapia farmacologica, trasferire a quote inferiori tutti
soggetti con sintomi di edema polmonare. Discesa e somministrazione di O2 o camera iperbarica,
terapia farmacologica solo sussidiaria.
l’edema polmonare
Per bisogna somministrare O2, uso di camere iperbariche gon abili, terapia
farmacologica solo sussidiaria (nifedipina) e acetazolamide preventivo (Diamox).
Ambiente iperbarico
Il 71% della super cie terrestre è occupata dall’acqua, di questa il 97% è acqua salata.
Abbiamo vari tipi di immersione:
• Immersione commerciali: pesca, corallo, perle, spugne, porp