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4. Teoria del momento angolare
4.1 Rotazioni e relazioni di commutazione del momento angolare
Rotazioni attorno allo stesso asse commutano, mentre attorno ad assi diversi non commutano.
Una rotazione in ℝ3 si esprime tramite una matrice 3x3 ortogonale (lascia la lunghezza invariata).
Infatti:
v' = ( vx' ) = R ( vx ) ( vy' ) ( vy ) ( vz' ) ( vz )
v'2 = (vx vy vz) RT R (vx vy vz) = v2 RTR = 1
La rotazione non è l'unica operazione espressa da una matrice ortogonale, ma c'è anche la riflessione, quindi poiché det R = ±1 (da det(ATA) = 1 = det2A det R = (detR)1) allora det R = 1 è una rotazione, det R = -1 è una riflessione.
Rotazione intorno all'asse z di un angolo φ: Rz(φ) = ( cosφ -sinφ 0 ) ( sinφ cosφ 0 ) ( 0 0 1 )
Rotazione intorno all'asse x di un angolo φ: Rx(φ) = ( 1 0 0 ) ( 0 cosφ -sinφ ) ( 0 sinφ cosφ )
Rotazione intorno all'asse y di un angolo φ: Ry(φ) = ( cosφ 0 sinφ ) ( 0 1 0 ) ( -sinφ 0 cosφ )
Nella forma infinitesima:
Rx(ε) = ( 1 0 0 ) ( 0 1 -ε ) ( 0 ε 1 ) , Ry(ε) = ( 1 -.ε2/2 ε ) ( 0 1 0 ) ( -ε 0 1-ε2/2 ) , Rz(ε) = ( 1 -ε 0 ) ( ε 1 0 ) ( 0 0 1 )
Rx(ε)Ry(ε)-Ry(ε)Rx(ε) = ( -.ε2 ) ( 0 0 ) ( 0 0 )
Le matrici di rotazione formano un gruppo in ℝ3 che è il gruppo SO(3).
Rotazioni infinitesime in meccanica quantistica
|α⟩ ⟶ |α⟩R = Ô(R)|α⟩
Ô(R) deve essere unitario, isometrico (invertibile) e per ψ=0 deve ridursi a Î.
Ô(Ĵ, s ψ) = Î - i ε Ĵ.
Con Ĵ un momento angolare scelto in maniera opportuna, in base alla rotazione che si vuole produrre.
Rotazioni finite in meccanica quantistica
Ô(n,φ) = exp[-i/ħ n Ĵφ]
Ô(n,φ) deve avere le stesse proprietà al gruppo delle rotazioni nello spazio ordinario:
- R1 = 1 => Ô(R1 = 1) = Ĥ
- R2 => Ô(R2-1) = Ô(R2)-1
- R3 = R2R1 => Ô(R3) = Ô(R2)Ô(R1)
Ô deve riprodurre le commutazioni:
Ô(x,ε)ĵ Ô(y,ε)ĵ - Ô(y,ε)ĵ Ô(x,ε)ĵ = Ôδ(z,ε) Ĥ, infatti:
[ -i - Ĵx ε/ħ + (iĴy ε)2/2ħ , i Ĵy ε/ħ + (iĴy ε)2/2ħ] = Ĥ - i Ĵx ε/ħ ε2 - Ĥ
(-i/ħ)ε2[Ĵx, Ĵy] = -i Ĵx Ĵy ε2
Quindi:
- [Ĵx, Ĵy] = iħ Ĵz
- [Ĵy, Ĵz] = iħ Ĵx
- [Ĵz, Ĵx] = iħ Ĵy
Se un momento angolare Ĵ ha queste proprietà, allora genera rotazioni nello spazio quantistico che hanno le stesse proprietà delle rotazioni nello spazio ordinario.
Le relazioni del commutatore sono riassunte in: [Ĵi, Ĵĵ] = iħ εijk Ĵk , i,j,k = 1,2,3
La matrice rappresentativa di (n̂,φ) ha la forma:
Ogni elemento è del tipo: <j',m'| (n̂,φ)|j,m> = <j',m'|exp(-iĴ•n̂φ) |j,m>
Considero Ĵ2(n̂,φ)|j,m> = (n̂,φ)Ĵ2|j,m>= (n̂,φ) ħ2 j (j+1) |j,m> =
= ħ2 j (j+1) (n̂,φ) |j,m>
⇒ (n̂,φ) |j,m> è autoket di Ĵ2 con autovalore ħ2 j (j+1)
Quindi: (n̂,φ) |j,m> = Σm'=-jjCmm' |j,m'>
, i Cm' dipendono dal tipo di rotazione
Per cui scrivo: <j',m'|(n̂,φ)|j,m> = Σm'=-jjCmm' δjj'
Quindi per avere elementi di matrice diversi da zero bisogna incontrare indici di riga e di colonna con lo stesso j, per questo la matrice è a blocchi.
Ciò significa che ruotando uno stato con definiti j si manda questo in un altro stato con lo stesso definito j, quindi il modulo del momento angolare rimane invariato.
4.4 Momento angolare orbitale
É definito come L̂̅ = r̅̂ x p̅̂. Le componenti sono:
- L̂x = ŷ̂ p̂z - ẑ̂ p̂y
- L̂y = ẑ̂ p̂x - x̂̂ p̂z
- L̂z = x̂̂ p̂y - ŷ̂ p̂x
Per verificare che sia un momento angolare, e quindi che generi rotazioni, controlliamo i commutatori:
[L̂x, L̂y] = [ŷ̂ p̂z - ẑ̂ p̂y, ẑ̂ p̂x - x̂̂ p̂z] = [ŷ̂ p̂z, ẑ̂ p̂x] - [ŷ̂ p̂z, x̂̂ p̂z] - [ẑ̂ p̂y, ẑ̂ p̂x] + [ẑ̂ p̂y, x̂̂ p̂z] = ŷ̂ [p̂z, ẑ̂ p̂x] + x̂̂ [ẑ̂, p̂z] ŷ̂ = iħ L̂z
Cerchiamo di capire che tipo di rotazione genera:
Ô(Ŝ, i L̂2 δφ) = i/ħ i L̂2 δφ = -i+/ħ i L̂2 δφ
Lo facciamo agire su uno stato di posizione definita:
(-i/ħ δφ
x', y', z'| = (-i/ħ Ş δφ + i ให้ ℕพ̧/ħφ)x', y', z'| = (-i/ħ xφ + i świet/ħφ)ŷ
= - (ili m/ňiď gzó)Ụſfŵเดี x', y', z'| = l
x'* y'*i, y*, z'|x
Anche gli stati di momento definito vengono ruotati.
Si ottiene una rotazione degli stati di moto di una particella.
̅
- x x́ sin φ, o
̅(x', ο, ο
)
Valutiamo l’effetto di L̂z sulla funzione d’onda.
x’, y’, z’ | L̂z | x = x’ | ŷ̂ p̂z - ŷ̂ p̂z |x = -iħ( d/dy' - ŷp/dx)φx(x)
Quelli dello span sono già autostati di ̂:
̂ |1/2⟩1 |1/2⟩2 = (̂1 + ̂2) |1/2⟩1 |1/2⟩2 = ħ |1/2⟩1 |1/2⟩2 = > m=1
̂ |1/2⟩1 | -1/2⟩2 = (̂1 + ̂2) |1/2⟩1 | -1/2⟩2 = 0 = > m=0
otteniamo così lo spettro di ̂.
Non sono, invece, autostati di ̂2 (solo 1° e 4° lo sono)
Definiamo: ̂2+ = ̂ + î , ̂2- = ̂ - î
̂2 = ̂+2 + ̂-2
̂+2 |1/2⟩1 | -1/2⟩2 = 0
Quindi |1/2⟩1 |1/2⟩2 ho m=1, e ̂+2 lo annichila quindi s=1 (solo così sappiamo che m ha raggiunto il valore massimo possibile).
Quindi ̂2 su questo stato farà 2ħ2.
|1/2⟩1 |1/2⟩2 = | s=1, m=1, s1 = 1/2, s2 = 1/2 ⟩ = |s=1, m=1⟩
Per trovare gli altri autostati simultanei ai ̂2 e ̂ applico ̂- a quello trovato:
̂- |s=1, m=1> = (̂+1 ̂-2+̂-1 ̂+2) |1/2⟩1 |1/2⟩2 =√2ħ |1/2⟩1 |-1/2⟩2
= > |s=1, m=0⟩ = 1/√2 [|1/2⟩1 |-1/2⟩2 + | -1/2⟩1 |1/2⟩2 ]
⇒|s=1, m=0⟩ = 1/√2 [|1/2⟩1 |-1/2⟩2 + | -1/2⟩1 |1/2⟩2 ]
̂ |s=1, m=0⟩ = 0, 2ħ2 |s=1, m=0 ⟩
Quindi, partendo dallo base dei autostati simultanei di ̂21,̂22, ̂1, ̂2 : {|s1, m⟩ |s2, m⟩}, passo alla base degli autostati simultanei di ̂2, ̂2, ̂ , ̂ : {|s, m⟩, s1, s2⟩ }
Ho trovato 3 stati di questa nuova base:
|1/2, 1⟩ = |1/2⟩1 |1/2⟩2 = |+⟩1 |+⟩2
|1/2, 0⟩ = 1/√2 [|1/2⟩1 |-1/2⟩2 + | -1/2⟩1 |1/2⟩2 ] = 1/√2 [|-⟩1 |+⟩2 + |+⟩1 |-⟩2 ]
|1/2, -1⟩ = |-1/2⟩1 |-1/2⟩2 = |-⟩1 |-⟩2
Questi sono detti stati del singoletto.
La base di partenza ha 4 elementi, quindi ne manca uno alla nuova base.
Questo avrà sicuramente m=0 e sarà dato da una combinazione lineare dei ket con m=0 della vecchia base, ortogonale a quella già utilizzata.