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POLITICHE CHE DEFINISCONO I CRITERI PER LA
SPECIFICAZIONE DELLE RICHIESTE DI ACQUISTO, IL
SISTEMA DELLA DISTRIBUZIONE DEL POTERE
NELL’ISTITUZIONE, I MECCANISMI OPERATIVI DI
INFORMAZIONE.
FATTTORI INTERPERSONALI IL PROCESSO DI ACQUISTO, COME GIÀ DETTO,
COINVOLGE PIÙ MEMBRI. ESSI INTERAGISCONO TRA
LORO IN FUNZIONE DEL RUOLO DA ESSI
IMPERSONATO: INFLUENZATORI, UTILIZZATORI DEL
PRODOTTO, DECISORI, ADDETTI ALLA FUNZIONE
ACQUISTI O AL CONTROLLO.
FATTORI INDIVIDUALI CIASCUN MEMBRO COINVOLTO NEL PROCESSO,
ESPRIME UN INSIEME DI OBIETTIVI INDIVIDUALI, DI
BISOGNI, COMPORTAMENTI, ESPERIENZE,
INFORMAZIONI, ATTEGGIAMENTI. FATTORI
INDIVIDUALI SONO: ETÀ, REDDITO, EDUCAZIONE,
CULTURA PROFESSIONALE. BENCHÈ L’INDIVIDUO
ABBIA OBIETTIVI PERSONALI, È NECESSARIO CHE
SENTA GLI OBIETTIVI DELL’ISTITUZIONE QUALI
PROPRI, COSÌ DA CONVINCERSI CHE L’ISTITUZIONE
RAPPRESENTI LA MIGLIORE OPPORTUNITÀ PER
SODDISFARE I PROPRI BISOGNI.
FATTORI SITUAZIONALI LE TRE SITUAZIONI DI ACQUISTO CHE ABBIAMO
D’ACQUISTO VISTO PRECEDENTEMENTE (PRIMO ACQUISTO,
RIACQUISTO MODIFICATO, RIACQUISTO INVARIATO)
PORTANO A TRE DIVERSI PROCESSI, CHE
DIFFERISCONO TRA LORO PER FABBISOGNO
INFORMATIVO, LIVELLO DI RISCHIO, PROPENSIONE
DELLA RICERCA DI NUOVI FATTORI.
3.11 Il ruolo del centro d’acquisto
Tutti i membri che interagiscono nel processo decisionale di
acquisito di un bene industriale formano un “gruppo organizzato”
informale ma dinamico che è definito “centro di acquisto”. I membri
che costituiscono un centro d’acquisto ne evidenziano bisogni e
comportamenti differenziati in relazione al ruolo che
impersonificano. Ciascuno dei membri del “centro” esercita infatti
una autorità diversamente graduata nelle varie fasi del processo di
acquisto. I punti di vista (il cd “sistema di referenze”) maturati dai
diversi componenti del “centro di acquisto” guidano il loro
comportamento e determinano l’interpretazione del ruolo assunto
dai vari membri.
Il sistema di referenze individuabili:
a. determina i criteri che ciascun membro utilizzerà per valutare
le diverse alternative di acquisto;
b. influenza i suoi atteggiamenti verso gli altri componenti del
centro di acquisto;
c. consolida le sue aspettative verso il venditore;
d. espone in formule diverse alle fonti informative e agli stimoli di
marketing.
È di fondamentale importanza identificare i membri che
compongono ciascun “centro di acquisto” al fine di conoscere i
rispettivi ruoli nei processi decisionali.
3.12 La segmentazione in base alle situazioni di acquisto
Un acquisto nel mercato dei beni industriali può essere
riclassificato, in relazione al livello di “familiarità” acquisito in
quell’incarico dai membri dell’istituzione, in tre distinte situazioni
organizzative:
a. primo acquisto o nuovo incarico di acquisto: definisce una
situazione non familiare;
b. acquisto di sostituzione o riacquisto invariato: implica il
semplice riordino di quanto è stato già acquistato in
precedenza;
c. riacquisto modificato: rappresenta situazioni intermedie nelle
quali si decide di apportare delle nuove specifiche alle
richieste di fornitura e si rivaluta la qualificazione dei fornitori.
Nelle diverse fasi del processo di acquisto, infatti, sia i membri del
centro coinvolti nelle tre situazioni, sia l’orientamento dei loro
processi decisionali variano in misura rilevante nella fonte che
stimola il riconoscimento di uno stato di bisogno o di un problema,
nella formazione e dimensione del centro di acquisto, nella ricerca e
nella qualificazione dei fornitori, nella valutazione delle offerte e
nella negoziazione delle forniture. Le diverse situazioni di acquisto
possono essere esaminate in riferimento alla tipologia dei problemi
che l’utilizzazione del prodotto acquistato pone all’azienda
acquirente. In relazione a questi problemi, i prodotti possono essere
riclassificati in quattro specifici aggregati:
PRODOTTI DI ROUTINE PRODOTTI ACQUISTATI E UTILIZZATI
FREQUENTEMENTE
PRODOTTI CHE PROVOCANO PROBLEMI BENI CHE CREANO ALL’ACQUIRENTE
PROCEDURALI PROBLEMI ORGANIZZATIVI QUANDO
VENGONO ADOTTATI
PRODOTTI CHE PROVOCANO PROBLEMI IN PARTICOLARE, DI NATURA TECNICA;
DI “PERFORMANCE” QUANDO L’AZIENDA ACQUIRENTE NON È
CAPACE DI VALUTARE
OGGETTIVAMENTE LA RISPONDENZA
DEL PRODOTTO ALLE SUE ESIGENZE
PRODOTTI CHE PROVOCANO PROBLEMI PRODOTTI CHE POSSONO INFLUENZARE
“POLITICI” O MODIFICARE SOSTANZIALMENTE LA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
DELL’ACQUIRENTE
Le classificazioni di acquisto ora esaminate possiedono una validità
non solo normativa; l’effettiva conoscenza del prodotto consente al
venditore una migliore definizione delle politiche di marketing. Per
uno specifico prodotto, infatti, la conoscenza dei diversi membri del
centro di acquisto coinvolti nelle varie situazioni, suggerisce al
venditore “chi e come” deve essere contattato durante
l’effettuazione delle diverse fasi del processo di acquisto.
3.13 Diverse modalità di segmentazione situazionale
In alcune aziende, il “centro di acquisto” è dominato da un
orientamento alla funzione tecnologica e a volte alla soluzione di
problemi produttivi. Può risultare quindi prevalente l’autorità ed il
ruolo di certe funzioni o di certi membri dell’istituzione rispetto a
quelli di aziende in cui si predilige essenzialmente l’acquisizione
degli input produttivi a costi più bassi. In altre aziende, invece, si
rileva una maggiore propensione al rischio e all’innovazione, con
conseguente maggiore disponibilità al cambiamento, all’adozione di
nuovi prodotti e di nuove tecnologie. Dalle discontinuità citate,
emergono gruppi di clienti omogenei che richiedono all’azienda la
definizione di strategie di vendita altamente differenziate tra loro.
L’acquisto di un bene industriale espone i membri del centro di
acquisto ad un rischio misurabile dalla possibilità di una probabile
perdita pari al costo del prodotto. Alcune perdite, pur non essendo
di natura monetaria, vengono comunque percepite dai membri del
centro come altamente rischiose per i danni di prestigio e di
immagine personale e interpersonale derivabili da un acquisto
ritenuto insoddisfacente. Altra dimensione utile per definire uno
stato di rischio percepito in una situazione di acquisto è il grado di
incertezza connesso ai risultati derivabili all’istituzione.
INCERTEZZA NEL BISOGNO SI RISCONTRA IN SITUAZIONI DI PRIMO
ACQUISTO. LA DEFINIZIONE DELLE
SPECIFICHE DEL PRODOTTO O DEI
BISOGNI DA SODDISFARE NON È
CHIARA.
INCERTEZZA TECNOLOGICA SI GENERA QUANDO UN PRODOTTO
NON È RITENUTO ADATTO DAL CENTRO
DI ACQUISTO PERCHÉ TROPPO
INNOVATIVO E RIVOLUZIONARIO
RISPETTO ALLA CAPACITÀ
DELL’AZIENDA
INCERTEZZA DI MERCATO È DOVUTA AL SENSO DI ETEROGENEITÀ
PERCEPITA DALL’ACQUIRENTE TRA I
PRODUTTORI
INCERTEZZA DI ACCETTAZIONE INCAPACITÀ DEI MEMBRI DEL CENTRO
DI RAGGIUNGERE UN ACCORDO
SULL’APPROPRIATEZZA DELLA FONTE DI
FORNITURA O DEL PRODOTTO
INCERTEZZA SUI TERMINI DI CONSEGNA INCERTEZZA ASSOCIATA ALLE
MODALITÀ DI PAGAMENTO E AL
RISPETTO DEI TERMINI DI CONSEGNA
3.14 Altre variabili situazionali
Le variabili situazionali sono sottoposte a un continuo processo
evolutivo strettamente legato ai mutamenti in atto nell’ambiente
interno dell’impresa/cliente e all’influenza dei cambiamenti in atto
nel suo ambiente/mercato esterno. Le variabili situazionali sono
definita da:
a. urgenza e tempestività richiesta a soddisfare la domanda:
alcune imprese hanno trovato nell’urgenza del bisogno della
clientela un mezzo alternativo per segmentare il mercato e
selezionare degli insiemi di clienti disposti a pagare un
premium price per questo beneficio.
b. tipo e dimensione dell’ordine di acquisto: variabili quali la
dimensione degli ordini, la loro urgenza o il loro mix
rappresentano quindi delle variabili utili per la segmentazione
e la selezione di specifici gruppi da gestire con specifiche
politiche commerciali.
3.15 La microsegmentazione dei clienti rispetto alla loro
importanza strategica e alla difficoltà di gestione negoziale
Un produttore può segmentare i propri clienti rispetto alla loro
importanza strategica allorché i valori di acquisto, attuali o
potenziali, di alcuni clienti siano più rilevanti di quelli effettuati da
altri clienti. Alcuni fattori rendono difficile la gestione negoziale ed è
possibile ricondurre tali fattori alle seguenti categorie:
similarità tra acquirente e venditore;
percezioni maturate sul fornitore e sui suoi prodotti;
intensità della pressione della concorrenza sul cliente.
Quanto più elevata è la similarità tra venditore e acquirente tanto
più certa è la probabilità di attivare e concludere una negoziazione
commerciale. Le percezioni maturate dal cliente sui prodotti del
fornitore e sull’abilità e capacità dei componenti del suo
management a servirlo, sono un altro fattore che determina la
facilità con cui può essere consolidato il rapporto negoziale.
L’intensità della pressione della concorrenza sul cliente è un altro
elemento che definisce la problematicità gestionale. Quanto più
intensa e agguerrita si presenta la concorrenza su di uno stesso
cliente tanto più difficile ne risulta la gestione da parte dell’impresa
offerente.
CAPITOLO 4: LA VALUE PROPOSITION
INTRODUZIONE
Affronteremo la value proposition, inquadrando il rischio della commody e della
specialty trap e vedremo che per superare tali rischi dobbiamo costruire una
solida customer value proposition. Illustreremo le evoluzioni della value
proposition verso contenuti più esperienziali ed emozionali. La value
proposition è l’esperienza olistica che un’impresa genera e trasferisce alla sua
clientela. Le imprese di successo generano irresistibili proposizioni di valore e
non incorrono in rischi legati a commody e specialty trap.
4.1
Tutti i servizi e i beni sono differenziabili e l’offerta tenta di distinguere la
propria value proposition mediante le caratteristiche del prodotto da quella
proposta da altri concorrenti. Alcune caratteristiche del prodotto sono
identificabili altre di tipo estetico sono intangibili. Ci sono anche i casi in cui