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QUINTA UNITA’
I tre livelli del processo di posizionamento
La segmentazione e il targeting sono decisioni strategiche di marketing che
hanno per oggetto la domanda e selezionano i segmenti più adatti ad essere
soddisfatti dalla nostra impresa. Il posizionamento è invece la decisione
strategica che ha per oggetto l’offerta dell’impresa, in particolare ci chiediamo,
organizzando le decisioni su tre livelli, in quale area di business vogliamo
competere rispetto ai nostri concorrenti e in particolare qual è l’immagine che
vogliamo comunicare al mercato obiettivo (target).
Il primo livello di posizionamento, ovvero il posizionamento strategico,
coincide in gran parte con la decisione di segmentazione strategica che
abbiamo già discusso. Esso implica la scelta dell’/delle aree strategiche d’affari
in cui vogliamo competere, considerando di nuovo lo spazio tridimensionale del
modello di Abell.
Il secondo livello di posizionamento, ovvero il posizionamento sul segmento
(targeting) coincide esattamente con il targeting. Definiamo su quale
specifico segmento di mercato vogliamo agire.
Il terzo livello di posizionamento è il posizionamento competitivo-
percettivo.
Il posizionamento del prodotto
Quando parliamo di posizionamento ci riferiamo all’immagine che la nostra
impresa vuole trasmette al mercato target. Come vogliamo essere
immediatamente riconosciuti?
Dobbiamo immaginare che la mente del consumatore sia raffigurata come uno
spazio percettivo, e noi abbiamo bisogno di identificare una specifica posizione
che vogliamo occupare, e deve trattarsi di una posizione distintiva, cioè
dobbiamo definire un’immagine che ci renda unici, distinti dai concorrenti e
ben comunicata con le leve di marketing.
Sebbene il posizionamento vada spesso associato alla leva di marketing per
l’eccellenza, ovvero la comunicazione, in realtà il posizionamento si riverbera
su tutte le leve di marketing.
Il posizionamento percettivo-competitivo
Il posizionamento è competitivo in quanto, per sua natura, quando si conduce
un’indagine di posizionamento, confrontiamo le percezioni che hanno i
consumatori rispetto ad una serie di brand in concorrenza tra di loro su un
certo segmento target ad esempio.
Il posizionamento è anche percettivo, in quanto le decisioni di posizionamento
vanno prese rispetto alle percezioni dei consumatori target, e questo non è
scontato perché spesso capita che per motivi di tempi o di budget, le analisi di
posizionamento potrebbero essere svolte fidandosi delle percezioni dei
manager. Sarebbe necessario invece condurre analisi di posizionamento
ascoltando e misurando le percezioni dei consumatori sui brand in concorrenza
tra di loro.
Ecco il terzo livello decisionale di posizionamento, il posizionamento percettivo-
competitivo: le decisioni di posizionamento vanno prese tenendo conto dei
concorrenti ma basandosi sulle percezioni dei consumatori.
Lo strumento principale che si usa per condurre analisi di posizionamento sono
le mappe di posizionamento. Essa è una rappresentazione geometrica
(tipicamente sugli assi cartesiani, dunque sono rappresentazioni
bidimensionali) delle posizioni di un set di imprese/brand in competizione fra di
loro.
Un esempio:
N.B: verso il centro ci sono valutazioni medie, non valutazioni che valgono 0.
Abbiamo identificato le due dimensioni, gusto e divertimento, ora vediamo le
valutazioni dei concorrenti rispetto ai due criteri. In primo luogo è bene fare
una valutazione assoluta, ovvero si valutano le posizioni dei concorrenti sulle
due dimensioni, in seguito si attua poi una valutazione relativa, prendendo
in considerazione i brand geometricamente vicini tra di loro (Maxibon e
Cucciolone), ovvero simili e dunque facendo confronti in termini di vicinanza
(che significa similarità) e distanza (che significa distintività) tra i brand. Se due
brand sono simili, verosimilmente competono sullo stesso target e sono
percepiti come sostituiti, però su entrambe le dimensioni, Maxibon è più su
rispetto a Cucciolone.
Le informazioni che otteniamo sono:
- Valsoia ha basso divertimento e basso gusto
- L’apparente leader su queste due dimensioni sembrerebbe essere il
Maxibon, il quale ha il punteggio più alto sia sul gusto che sul
divertimento
- Twix ha un buon gusto però è negativo sul divertimento, questo
perché magari è dedicato ad un segmento diverso (di adulti)
- In molti casi, la posizione intorno al centro della mappa è la
peggiore possibile, in quanto non ci distinguiamo rispetto agli altri
ma rimaniamo nella media.
Prima abbiamo detto che Valsoia sembrerebbe il peggiore tra tutti i gelati, ma
quello che ci dobbiamo chiedere è: Valsoia, con quella posizione e con
quell’immagine rispetto a quelle due dimensioni, è in una posizione positiva o
negativa? A primo impatto diremmo negativa, ma in realtà esiste un segmento
di consumatori che ricerca proprio questo tipo di prodotto.
Stessa cosa per il Twix, che viene percepito come poco divertente ma è molto
gustoso, quindi anche qui magari ci sarà un segmento di consumatori a cui non
importerà provare divertimento ma saranno interessati solo al gusto e lo
compreranno. Se così fosse, sia Twix che Valsoia hanno in realtà una buona
posizione.
In generale una mappa di posizionamento ci può anche dare informazioni sui
cosiddetti vuoti d’offerta, cioè, se su una mappa c’è una zona vuota in cui
non compare al momento nessun concorrente, ma ci potrebbe essere mercato,
allora c’è un vuoto d’offerta. Questa è un’informazione preziosa per i potenziali
nuovi entranti.
Le analisi di posizionamento
I diversi approcci analitici utilizzabili per condurre analisi di posizionamento
sono: - Management-based: approcci analitici si basano sulle valutazioni
dei manager (su dati raccolti su di essi)
- Customer-based: approccio analitici che prevedono una raccolta
di dati sui consumatori (auspicabilmente target)
È preferibile un posizionamento customer-based in quanto, come abbiamo
detto, per costruire un posizionamento percettivo-competitivo, dobbiamo
costruire un posizionamento nelle percezioni dei consumatori e per farlo
dobbiamo intervistare i consumatori. In alcuni casi non abbiamo budget a
disposizione per intervistare i consumatori o non ne abbiamo il tempo e in quel
caso dobbiamo accontentare di analisi management-based, accontentandoci di
fidarci delle competenze ed esperienze dei manager per avere una posizione il
più possibile realistica delle posizioni dei concorrenti.
Le tecniche customer-based possono essere distinte in:
- Tecniche univariate: si basano sull’analisi delle variabili rilevanti
una alla volta
- Tecniche multivariate: tecniche statistiche più sofisticate in
grado di analizzare simultaneamente più variabili
Le tecniche management-based possono essere distinte in:
- Poor-positioning
- Mappe basate sull’esperienza (dei manager)
- Analitico à la Fishbein
Poor positioning (posizionamento povero)
Approccio che si utilizza in un caso ben specifico: quando le marche/i prodotti/i
modelli che vogliamo confrontare tra di loro sono valutati dai consumatori sulla
base di caratteristiche organolettiche, ovvero degli attributi che possono essere
valutati in modo tendenzialmente oggettivo, ad esempio perché misurabili
numericamente in modo puntuale ed oggettivo.
Mappe basate sull’esperienza (dei manager)
In questo caso chiediamo ad uno o più manager esperti del business che
stiamo realizzando di costruire una mappa di posizionamento, identificando le
dimensioni rilevanti e le posizioni dei concorrenti. Questo tipo di approccio
funziona bene se ci troviamo di fronte a manager particolarmente esperti del
business, ma si tratta comunque di un approccio rischioso in quanto non è
detto che la visione dei manager rappresenti la visione effettiva dei
consumatori.
Indice di Fishbein
Esso era uno dei modelli con cui provavamo a raccontare cosa succedeva nella
black box del consumatore. Si tratta di una semplice somma ponderata:
identifichiamo una serie di attributi e di raccogliere dei dati sul peso
d’importanza di ognuno degli attributi e sulle valutazioni su ogni attributo per
ogni brand concorrente che vogliamo confrontare.
Si tratta di una tecnica univariata perché sebbene compaiano ad esempio 4
variabili. Non si tratta infatti di una tecnica che tiene conto delle relazioni tra i 4
attributi, li usa uno alla volta come una somma ponderata senza considerare se
le variabili siano correlate tra di loro.
L’indice di Fishbein può essere considerato sia per le tecniche management-
based in quanto assumiamo di aver raccolto i dati sui manager, ma anche per
le tecniche customer-based, raccogliendo dati sui consumatori.
Con gli stessi dati (importanza e valutazione) si possono applicare alcune altre
tecniche customer-based univariate: snake plot, mappe di posizionamento
Lo snake plot
Si tratta di una tecnica grafica. Esso non rappresenta il grado di importanza
degli attributi ma solo i punteggi di valutazione. I 4 attributi sono messi tutti
sullo stesso piano sull’asse delle x mentre sull’asse delle y ci sono le
valutazioni per i 4 brand che vengono rappresentate come delle linee spezzate
colorate. Il vantaggio di quest’approccio è che in modo intuitivo e rapido è
possibile identificare il leader sui 4 attributi. Si tratta di un’analisi univariata.
La quadrant analysis
Essa prevede la costruzione di una sorta di mappa posizionamento ma con
delle caratteristiche specifiche in quanto gli assi cartesiani nella quadrant
analysis sono SEMPRE i seguenti:
- Sull’asse delle x misuriamo il differenziale di performance
- Sull’asse delle y misuriamo l’importanza degli attributi
Questo tipo di analisi si svolge non in posizione neutrale, ma invece impone
che venga realizzata nella prospettiva di una specifica impresa.
Esempio: Samsung vs Iphone
Assumiamo la prospettiva di Samsung rispetto ad Iphone
Attributo Peso Performance Performance
Samsung Iphone
Peso 0,20 6 6
Ricezione 0,40 7 9
Servizi aggiuntivi 0,10 7 9
Dimensioni 0,30 7 7
Totale 1
Se gli attributi vengono misurati in termini di importanza come 0,20, 0,30,
0,40, 0,10 = 1, che valore consideriamo al centro come spartiacque? Non
possiamo usare 0 in quanto se lo usassimo gli attributi sarebbero tutti
importanti, ma un valore ragionevole da dare è 0,25, quindi 1:4 = 0,25 (cioè
1/k = peso medio degli attributi), quindi distinguiamo così attributi più
importanti della media e attributi meno importanti della media. Se la scala
fosse stata da 1 a 7, avremmo inserito c