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4 .12 A N A L I S I E U S O D E L L E I N F O R M A Z I O N I D I
MARKETING
L’analisi dei dati non nisce alla fase 6: serve un ulteriore fase di analisi di statistica che
porti a comprendere meglio i rapporti tra i dati ottenuti. Una volta analizzate, le decisioni
devono essere messe a disposizione dei responsabili perché siano usate al momento giusto.
4.12.1 Gestione delle relazioni con il cliente
Molte imprese sono sommerse di informazioni dai propri clienti: se le informazioni sono
troppo frammentate o troppo numerose, la loro valenza informativa decresce. Le imprese,
per ovviare questo problema, utilizzano il Customer Relationship Management (CRM), un
genere di software che permette di tenere traccia delle informazioni sui singoli clienti e delle
occasioni di contatto con l’obiettivo di creare una relazione di valore con essi.
4.12.2 Distribuzione e impiego delle risorse di marketing
Le informazioni di marketing sono inutili no al momento in cui esse vengono utilizzati. Le
imprese devono predisporre un sistema informativo di facile consultazione, in grado di
rendere disponibili in qualunque momento le informazioni raccolte.
4 .13 L A R I C E R C A D I M A R K E T I N G
Operare in mercati internazionali comporta alcune di coltà aggiuntive:
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- I dati secondari, specialmente se relativi a paesi in via di sviluppo, sono di di cile
reperibilità e molto spesso l’unica soluzione è quella di raccogliere dati primari.
- Le necessarie traduzioni dei questionari aumentano il margine di errore legato alla
di erente modalità espressiva attinente ad ogni diverso luogo oggetto di intervista e
all’utilizzo di di erenti scale di riferimento.
- Consumatori di di erenti paesi hanno diversi approcci nei confronti delle ricerche di
marketing.
Un metodo per superare queste di coltà e condurre ricerche di marketing e caci è quello
di raccogliere informazioni su usi e costumi del paese in oggetto prima di avviare la ricerca.
Inoltre i marketing manager tendono, in questi casi, a preferire le ricerche qualitative a
quelle quantitative.
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MARKETING 1
CAPITOLO 5
ANALISI DEI MERC ATI B2B E
B2C
5 .1 I L M O D E L L O D E L C O M P O R TA M E N T O D E L
CONSUMATORE
Per comportamento di acquisto del consumatore si intende il comportamento d’acquisto
dei consumatori nali, ovvero individui e famiglie.
La domanda centrale del marketing manager è: come risponderebbero i consumatori alle possibili
iniziative di marketing dell’impresa? Il modello utilizzato è quello di stimolo-risposta: il
marketing e altri stimoli entrano nella “scatola nera del consumatore” e provocano delle
reazioni.
Il marketing manager vuole capire in che modo gli stimoli si trasformino in reazioni nella
mente del consumatore. Per stimoli di marketing si fa riferimento alle 4P (prodotto,
prezzo, punto vendita, promozione) mentre gli altri stimoli sono l’oggetto di analisi per i
prossimi paragra .
5.2 I FATTORI C HE INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO
DEL CONSUMATORE
Questi fattori sono di natura culturale, sociale, personale o psicologica e sono quelli che
sfuggono maggiormente al controllo del marketing manager.
5.2.1 Fattori culturali
- Cultura: rappresenta l’insieme di valori, percezioni, desideri e comportamenti di base trasmessi
dalla propria famiglia o dalle istituzioni. Le imprese sono sempre alla ricerca di trasformazioni
culturali per scoprire nuovi prodotti che potrebbero essere apprezzati dal mercato.
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- Subcultura: è un gruppo di persone che condividono sistemi di valori basati su situazioni
ed esperienze di vita comune (nazionalità, religione, gruppo etnico, area geogra ca).
Spesso le imprese si rivolgono alle subculture con progetti di marketing speci ci.
- Marketing interculturale: le imprese stanno introducendo tematiche etniche e
prospettive interculturali nelle loro normali comunicazioni di marketing. Il marketing
interculturale tende ad attingere alle somiglianze fra le diverse subculture, invece di
sottolinearne le di erenze.
5.2.2 Fattori sociali
- Gruppi sociali e network: un gruppo è un insieme di due o più persone che
interagiscono per il raggiungimento di obiettivi individuali comuni. Si possono classi care
in gruppi di appartenenza, gruppi di riferimento (fungono da punti di confronto nella
formazione degli atteggiamenti dell’individuo), gruppi di aspirazione (a cui l’individuo
vorrebbe appartenere).
- Il passaparola: si tende a dare più valore alle informazioni ricevute da amici, colleghi e
altri consumatori. Le imprese, invece di lasciare al caso questo processo, potrebbero fare
qualcosa per innescarne uno positivo. Il passaparola è detto anche WOM: word-of-mouth
ma, in seguito all’avvento di internet, anche word-of-mouse.
- Il buzz marketing: consiste nell’arruolamento o nella creazione di leader d’opinione
capaci di in uenzare i consumatori all’acquisto di un prodotto. Spesso i marketing
manager trasformano comuni consumatori in “ambasciatori della marca”.
- Social network online: attraverso questi canali le aziende provano ad interagire con i
consumatori ed entrare a far parte delle loro conversazioni e delle loro vite. Occorre
prestare molta attenzione in quanto sono gli utenti a controllare il contenuto e ciò
potrebbe sfociare in un e etto boomerang.
- Famiglia: le abitudini d’acquisto all’interno della famiglia stanno cambiando, come
risultato del crescente numero di donne che lavorano fuori casa e la crescente
disponibilit degli uomini a occuparsi degli acquisti domestici. Si assiste ad un aumento
della spesa per bambini e adolescenti e ad una crescente in uenza diretta e indiretta di
questi sugli acquisti delle famiglie.
- Ruolo e status: il ruolo è l’insieme di aspettative verso un individuo e spesso implica uno
status. Spesso le persone acquistano prodotti adeguati a propri ruoli e status.
5.2.3 Fattori personali
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- Età e stadi del ciclo di vita: i marketing manager devono tenere conto che le abitudini di
consumo cambiano in base all’età e in base allo stadio di vita in cui il consumatore si
trova (ad esempio dopo il matrimonio o un trasloco tendono a cambiare).
- Occupazione e situazione economica: il comportamento di consumo è sicuramente in
gran parte in uenzato dallo stato occupazionale del consumatore e dalla situazione
economica generale di contesto. In condizioni di recessione ad esempio aumenta la
domanda di beni ridotti all’essenza (no frills) o low cost.
- Stile di vita: I marketing manager devono misurare le dimensioni AIO del consumatore
(Attività, Interessi, Opinioni).
- Personalità e visione di sé: le marche possiedono una personalità e i consumatori
tendono a comprare prodotti delle marche con personalità a ne alla propria. I marketing
manager devono essere abili a dare alla propria marca una personalità conferme a quella
dei consumatori a cui sole rivolgersi.
5.2.4 Fattori psicologici
- Motivazione: quando i bisogni raggiungono un grado di
intensità su ciente diventano motivazione e si cerca una
soluzione per soddisfarli. Freud credeva che i bisogni
nascessero dall’inconscio: sulla base di questa teoria le
imprese dovrebbero indagare le motivazioni inconsce e
nascoste dei consumatori i quali, spesso, non sono in
grado di spiegare direttamente il perché delle loro scelte.
Secondo Maslow, invece, si cerca di soddisfare prima i bisogni primari ( siologici) e una
volta soddisfatti si passa ad una nuova categoria di bisogni.
- Percezione: è il processo mediante il quale gli individui selezionano, organizzano e
interpretano le informazioni per formare una visione del mondo sensata e coerente. Si
possono classi care tre tipi di processi percettivi: attenzione selettiva (focus su poche
informazioni), distorsione selettiva (interpretare in modo che confermi le convinzioni) e
ritenzione selettiva (ricordare ciò che più piace).
- Apprendimento: è un cambiamento nel comportamento dettato dall’esperienza. Se il
consumatore vive un’esperienza positiva grazie ad un prodotto tenderà a ripeterla.
- Convinzioni e atteggiamenti: le convinzioni sono pensieri descrittivi in merito a
qualcosa basato su un’esperienza reale. Se alcune convinzioni errate frenano il
consumatore, l’impresa deve cercare di cambiarle. Gli atteggiamenti conferiscono una
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condizione favorevole o sfavorevole verso i prodotti: sono di cili da cambiare e le imprese
dovrebbero conformarsi agli atteggiamenti esistenti piuttosto che cercare di cambiarli.
5 . 3 T I P I D I C O M P O R TA M E N T O D ’AC Q U I S T O
- Complesso: si ha quando il consumatore ha
un elevato coinvolgimento e vi è una signi cativa
di erenza tra le marche. Poiché la scelta tende
ad essere molto attenta e ponderata le imprese
devono virtuosamente di erenziarsi e creare
ducia nel consumatore.
- Riduzione della dissonanza: c’è elevato coinvolgimento (ad esempio per il rischio o il costo
elevato) ma non vi è di erenza tra le marche. Le imprese devono giocare sulla convenienza del
prezzo e del punto vendita. Inoltre devono ridurre il disagio post-vendita fornendo
supporto e conferme positive alla scelta d’acquisto (con rmation seekers).
- Ricerca della varietà: quando c’è basso coinvolgimento ma elevata di erenza tra le marche le
imprese leader di mercato devono cercare di dominare lo spazio espositivo mentre le
imprese più piccole devono invogliare l’acquisto tramite o erte (variety seekers).
- Acquisto abituale: c’è sia scarso coinvolgimento che bassa di erenziazione. Le imprese devono
vincere sulla “conveniece” per il consumatore e agire attraverso una comunicazione
martellante per essere nella top of mind del consumatore.
5.4 LE FASI DEL PROCESSO DI ACQUISTO
Lo schema riportato mostra i cinque passaggi del processo di acquisto. Molto spesso alcuni
passaggi vengono saltati o il loro ordine viene modi cato. Tuttavia, per completezza, ci
atteniamo al modello completo.
1. La percezione del bisogno. È la fase in cui l’acquirente percepisce un problema o un bisogno
grazie a stimoli interni (ad esempio la fame) o stimoli esterni (pubblicità,
conversazioni). L’impresa dovrebbe e ettuare ricerche per capire come siano nati i
bisogni e come essi si sono trasformati in scelte di acquisto.
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2. Ricerca delle informazioni. Durante questa fase l’acquirente cerca di informarsi sul
prodotto avvalendosi di fo