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CLINICA
A livello clinico è presente dispnea, respiro sibilante, sensazione di costrizione toracica,
tosse secca che diventa produttiva nelle fasi di risoluzione (se non c’è un processo infettivo,
il muco dovrebbe essere chiaro). Le crisi possono apparire spesso di notte, in quanto
prevale il parasimpatico, broncocostrittore. Nel soggetto atopico può esserci segno di
mucosite (rinite vasomotoria, starnuti, ostruzione nasale, congiuntivite con lacrimazione,
prurito alle narici e al faringe).
L’asma può essere estrinseco (IgE mediato), intrinseco (spesso per l’IL5), occupazionale,
per sostanze incontrate a lavoro, e in questo caso può essere con o senza latenza in base a
se si manifesta dopo tempo o meno, ma anche psichico.
Nell'asma allergico (estrinseco) l’aumento delle IgE prevede la liberazione di istamina,
infatti viene frequentemente dato l’antistaminico contenendo la reazione, fonti allergeniche
sono i pollini, i miceti, epiteli di animale, gli acari della polvere, alimenti, veleni di insetti, e
alcuni farmaci (spesso beta lattamici come penicilline e cefalosporine).
Nell’asma intrinseco non è presente un allergene ma vi è comunque un attacco asmatico
con eosinofilia nel sangue (le proteine degli eosinofili mantengono la risposta asmatica).
DIAGNOSI
Come si fa diagnosi di asma? Con le prove di funzionalità respiratoria, anche se prima si
osservano i fattori di rischio, in particolare con lo skin prick test è prevista una puntura
sull'avambraccio con estratti allergenici che possono far comparire un pomfo (prove
allergiche). Il RAST invece è un prelievo che prevede il dosaggio delle IgE.
Gli attacchi d’asma possono essere presenti o no in base al momento, così un soggetto che
viene a farsi controllare per asma potrebbe non avere sintomi in quell’istante. Per
completare la diagnosi però devo verificare infatti che l’ostruzione sia reversibile
tramite il test di reversibilità
bronchiale, che consiste nella
somministrazione di 4 pouf
broncodilatatori quando i
bronchi sono costretti,
un’attesa di 20 minuti e la
ripetizione della curva flusso
volume con la spirometria,
definisco il test reversibile se il
VEMS aumenta del 12-15% e
di 200 ml (nella prova
dell’immagine è reversibile).
Nel test di provocazione
bronchiale invece si fanno
alternare aerosol di metacolina
a curve flusso volume, è
positivo quando il VEMS crolla
del 20% (si esegue quando i
bronchi sono aperti).
Esiste un asma da esercizio
fisico e il test prevede la prova
di funzionalità respiratoria dopo
aver eseguito uno sforzo.
MONITORAGGIO E TERAPIA
Dopo aver fatto diagnosi e aver individuato i fattori di rischio dobbiamo monitorare il
paziente. Gli si insegna a soffiare in una trombetta la mattina e la sera osservando il picco di
flusso.
Lo scopo della terapia dell’asma è far star meglio subito la persona interrompendo il
processo infiammatorio eccessivo, il dosaggio dei farmaci viene cambiato nel tempo.
Farmaci inalatori funzionano anche con bassa dose e pochi effetti sistemici, al contrario di
altri, come ad es. quelli per os.
Come prima scelta abbiamo il cortisone e i broncodilatatori (beta 2 agonisti), da preferire
all'antistaminico, poiché inizialmente non risolve la situazione.
BRONCHIECTASIE
Un’ectasia è una dilatazione e può avvenire anche nel caso dei vasi, una bronchiectasia è
un’anomala ed irreversibile dilatazione delle vie aeree. Più periferica è la problematica meno
grave è la situazione, dato che da quel bronchiolo deriveranno progressivamente meno
generazioni di bronchi (tutti i bronchi che vengono dopo non funzionano più).
La classificazione le distingue in cilindriche, nelle quali i bronchi hanno contorni regolari ma
sono un po’ più larghi del normale, il numero delle suddivisioni dell'albero bronchiale dal
bronco maggiore alla periferia arriva a 16 (contro le 17-20 dell'albero bronchiale normale),
nelle varicoidi, che arrivano fino all’ottava, mentre le più gravi sono le sacciformi o
cistiche, che arrivano fino alla quinta generazione bronchiale.
La classificazione eziopatogenetica invece le distingue in idiopatiche, di cui non si conosce
la causa, oppure secondarie, riguardanti processi infiammatori, ostruzioni, e anomalie
congenite.
Le cause più comuni delle bronchiectasie sono le ostruzioni bronchiali (aspirazioni di corpi
estranei, neoplasie…), i processi infettivi (come il morbillo, che da una patologia
necrotizzante sul polmone, i virus influenzali), discinesia, anomalie delle ciglia come con la
sindrome di Kartagener con la quale sono immobili. Sindrome perché c’è anche sinusite,
situs viscerum inversus, con cuore a destra e fegato a sinistra per movimento ciliare, e
sterilità, dato che non ci sono le ciglia mobili nei dotti femminili e non funzionano i flagelli
negli spermatozoi che sono tipi di ciglia. In quest’ultimo caso nascono le bronchiectasie dato
che si accumula muco nelle vie aeree inferiori, occorre fisioterapia e drenaggio delle
secrezioni. Un’altra causa può essere la fibrosi cistica.
Il meccanismo è sempre l’eccessiva infiammazione come nell’asma, che si associa a danno
meccanico tissutale.
CLINICA
Tra i segni ci sono tosse produttiva con espettorato, frequente quando si ci alza la mattina
dato che ha ristagnato durante la notte, l’emoftoe, presente nel 50% dei casi (spesso è
segno rivelatore), febbre remittente o intermittente aggravata se compare polmonite, il
clubbing.
Se peggiora la situazione si può rientrare nel gruppo delle BPCO.
DIAGNOSI
Il gold standard per la diagnosi delle bronchiectasie è la tac ad alta risoluzione. In generale
si eseguono prove di funzionalità respiratoria, ci può essere positività al test della
metacolina, e se occorre si fa anche l’rx. La broncoscopia è utile per molti motivi, per
aspirare le secrezioni, per aiutare nella diagnosi.
PROGNOSI E TERAPIA
La prognosi nella maggior parte dei casi prevede stabilità della patologia, nei peggiori
insufficienza respiratoria.
La terapia di base è la fisiochinesiterapia, ma anche i mucomodificatori. Ci può poi essere
intervento chirurgico e le terapie delle complicanze (per es. O se c’è insufficienza
respiratoria, broncodilatatori…). Per questi soggetti sono molto importanti le vaccinazioni.
BPCO
La broncopneumopatia cronica ostruttiva prevede una limitazione del flusso aereo non
reversibile o solo parzialmente, può essere a livello dei bronchi o del parenchima. Riguarda
prevalentemente l’età adulta, soprattutto nei paesi industrializzati, dove è più diffuso il
tabagismo e la popolazione invecchia maggiormente. Il principale fattore di rischio, e anche
quello più facilmente rimovibile, è infatti l’abitudine al fumo (pacchi/anno), coinvolgendo
anche i figli di fumatori (in base alla suscettibilità del soggetto riguarda ancor di più il VEMS,
che scenderebbe già
fisiologicamente con
l’invecchiamento).
Altri fattori di rischio sono
l'inquinamento atmosferico, le
esposizioni lavorative (polveri
inorganiche), le infezioni.
Fattori di rischio endogeni
invece sono l’iperattività
bronchiale, il deficit di
alfa1-antitripsina, malattia
genetica che prevede la
distruzione del parenchima
polmonare per mancanza di
questa proteina, solitamente
infatti si trapianta l’organo.
CLINICA E DIAGNOSI
Si considera la BPCO in tutti i pazienti che hanno dispnea, tosse o produzione di escreato
croniche, una storia di esposizione a fattori di rischio, si esegue la diagnosi con la
spirometria, per valutare la presenza o il livello di limitazione delle vie aeree dopo aver
somministrato broncodilatatore (il rapporto FEV1/FVC deve essere inferiore al 70%), infatti è
una malattia ostruttiva.
Per valutare la gravità della BPCO si osservano quindi i sintomi, il grado di ostruzione
bronchiale con la spirometria, il rischio di riacutizzazioni e la presenza di comorbidità.
La dispnea è in genere evolutiva e peggiora sotto sforzo, la tosse può essere intermittente o
persistente. Il CAT (COPD assessment test) è un questionario che viene somministrato alla
persona per comprendere la gravità della patologia.
Diagnosi: pazienti con VEMS/CVF < 0.70 dopo broncodilatatore
GOLD 1: Lieve VEMS > 80% del teorico
GOLD 2: Moderata 50% > VEMS < 80% del teorico
GOLD 3: Grave 30% > VEMS < 50% del teorico
GOLD 4: Molto Grave VEMS < 30% del teorico
Anche in questa condizione l’infiammazione perpetuata nel tempo può portare ad un danno
maggiore del parenchima, la BPCO è infatti il risultato che può partire da varie malattie come
bronchite, enfisema, asma. Viene inclusa nelle BPCO anche la bronchite cronica, la
presenza di tosse produttiva per almeno tre mesi all’anno per due anni consecutivi, la quale
all’inizio è reversibile, successivamente no e sfocia nell’enfisema centroacinare.
L’enfisema invece è un permanente e anormale allargamento degli spazi aerei respiratori
distalmente ai bronchioli terminali accompagnato da distruzione dei setti alveolari in assenza
di una fibrosi macroscopica, può essere centroacinare o centrolobulare (blue bloater), che
riguarda il centro dell’acino coinvolto nei fumatori, la distruzione tissutale interessa
principalmente i bronchioli respiratori, con sintomi bronchitici come tosse ed espettorazione,
cianosi precoce, scompenso cardiaco destro, polmone sporco alla lastra, o panacinare
(pink puffer), che si caratterizza per la distruzione generalizzata dell'architettura del lobulo,
dal centro alla periferia, è tipicamente localizzato ai lobi inferiori e alle regioni polmonari
anteriori, si puo’ associare al deficit di alfa1-antitripsina, il sintomo caratteristico è la dispnea
progressiva.
La tac non viene usata per fare diagnosi, ma per identificare il tipo di enfisema e la sua
distribuzione. Il bode index serve per valutare il rischio di morte e dipende da BMI,
ostruzione, dispnea, ed esercizio (six minute working test, che prevede monitoraggio dopo
esercizio)
Al paziente BPCO deve essere fatto il dosaggio della proteina alfa1-antitripsina, che
Gli alleli più coinvolti per quanto riguarda questo deficit sono quelli del gruppo M (M1, M2,
M3, M4), in associazione agli alleli S e Z, che se sono associati all’allele normale M non
predispongono all’enfisema.
TERAPIA
Riguarda le prevenzione e l’alleviare i sintomi, la riduzione della mortalità, il miglioramento
della vent