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ATTO IV
Le tre streghe avvertono Macbeth di stare attento a Macduff e ciò porta all'assassinio della moglie e dei figli di Macduff. Le streghe, inoltre, predicono che Macbeth sarà al sicuro fin quando Birnam Wood non si muoverà verso di lui e che "nessuno di donna partorito" potrà fargli del male.ATTO V
Si apre con la visione della follia di Lady Macbeth: cammina nel sonno cercando di lavare via il sangue di Duncan dalle sue mani. Nel frattempo, Malcolm, il figlio di Duncan, marcia verso la Scozia con un esercito. I suoi soldati tagliano i rami degli alberi della foresta di Birnam per avanzare nascosti dalle foglie verso il castello di Dunsinane. Macbeth è solo perché tutti i nobili (signori, lords) si sono alleati con Malcolm, che rappresenta ordine e stabilità. Macduff, a cui si riferisce l'espressione "nessuno di donna partorito", poiché è stato "strappato" alla madre da un chirurgo prima.Che nascesse, uccide Macbeth. L'opera finisce con Macduff che trasporta la testa di Macbeth e proclama Malcolm re di Scozia.
ANALISI - SITO SHAKESPEARE
Opera teatrale composta presumibilmente a cavallo tra il 1605 e il 1608, il Macbeth è considerato l'ultima delle quattro grandi tragedie di William Shakespeare, al pari dell'Amleto, di Re Lear e dell'Otello. Due caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre sono: da un lato la relativa brevità e dall'altro l'atmosfera estremamente tetra, a tratti apocalittica. Infatti, mentre in Re Lear il mondo naturale resta totalmente indifferente nei confronti delle vicende umane, nel Macbeth il sommo poeta inglese sceglie di introdurre l'elemento sovrannaturale funesto che contribuisce a far crollare il regno di Macbeth e a provocarne quindi la tragica morte. Il tema fondamentale della tragedia (ambientata in Scozia) è la natura malvagia dell'uomo o comunque la pulsione.
distruttrice che alberga in ognuno di noi. In sintesi, l'opera racconta la disperata ascesa di un nobile che, da virtuoso e fedele al proprio sovrano, si trasforma in un mostro crudele che non si ferma di fronte a nessun ostacolo ed elimina fisicamente tutti i potenziali nemici, compresi amici e parenti. La spirale di sangue e violenza finisce però per distruggere lui stesso e la moglie, la quale sempre lo appoggia nei complotti di corte. Proprio questa figura femminile, lady Macbeth, rappresenta la parte psichicamente malata dell'eroe, la perversa consigliera ed istigatrice che, alla stregua di un serpente velenoso, usa il marito come uno strumento per raggiungere il potere e soddisfare la propria cupidigia. PRINCIPALI TEMI DEL MACBETH L'antico concetto di tragedia riguardava la caduta di un grande uomo, ad esempio un re, da una posizione di superiorità ad una condizione di disgrazia a causa della propria superbia. Per i greci, la superbia umana finiva conL'essere punita da una tremenda vendetta. L'eroe tragico meritava la compassione del pubblico ma non necessariamente il perdono: la tragedia greca ha spesso un finale tetro.
L'opera teatrale cristiana, invece, offre sempre un barlume di speranza; non a caso il Macbeth termina con l'incoronazione di Malcolm, un nuovo capo che incarna perfettamente le virtù che il buon sovrano deve possedere.
I coniugi Macbeth: un' allegoria di Adamo ed Eva?
Il Macbeth mette in scena elementi che ricordano da vicino la più grande delle tragedie cristiane: il peccato originale e la conseguente cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Nella Genesi, la debolezza di Adamo, convinto dalla moglie la quale è stata a sua volta tentata da Satana, lo induce a violare i limiti imposti e a far finta di essere un dio. Entrambe le storie lasciano spazio alla speranza: l'umanità verrà salvata da Cristo anche se ha peccato. In termini cristiani, malgrado
Macbeth sia un tiranno, un criminale e un peccatore, ciò non esclude un'eventuale redenzione in paradiso. Macbeth, nonostante i suoi orrendi crimini, è un uomo degno di compassione. Ciò che lo salva è il fatto che da principio egli non vuole uccidere Duncan ma in un secondo momento cambia idea, condizionato dalla cupidigia della moglie. Inoltre, Macbeth soffre internamente perché non riesce a godersi la posizione di prestigio che occupa. Pur essendo re, paura, paranoia, esaurimento e insonnia non gli danno tregua. Anche lady Macbeth è un'eroina tragica. La sua baldanza mista a coraggio dura poco e va progressivamente alla deriva tra isterie e sonnambulismo. Si esaurisce mentalmente e fisicamente perché consumata dalla fatica del delitto. I due protagonisti sono degni di compassione in quanto il pubblico assiste ad ogni fase del loro travagliato destino, cogliendone gli effetti nefasti non solamente sul popolo scozzese ma anche su se stessi.
stessi. Predestinazione e libero arbitrio. Nell'antichità le vicende umane erano considerate alla mercé della "ruota della fortuna" sottolineando la concezione della vita come una lotteria. Si poteva raggiungere la sommità della ruota e usufruire dei benefici che ne derivavano ma solo per un breve periodo. Bastava un piccolo movimento per precipitare rovinosamente alla base della ruota. Al contrario il destino è già scritto. In un universo fatalistico, la durata e l'esito della vita (destino) sono predefiniti da forze ultraterrene. Nel Macbeth queste forze sono rappresentate dalle streghe. L'opera fa un'importante distinzione: il destino potrà anche essere segnato in partenza, ma le modalità con cui quel destino si compie restano in balìa del destino e del libero arbitrio del soggetto. Anche se a Macbeth viene predetto che diventerà re, non gli viene specificato come lo diventerà: infatti
tocca a lui fare delle scelte. Non si può biasimarlo per essere diventato re (è il suo destino), ma si può biasimarlo per i mezzi di cui si serve per diventarlo (libero arbitrio). L'ordine politico e l'ordine naturale. Il Macbeth è ambientato in una società in cui la parola d'onore e la fedeltà ai propri superiori sono imperativi categorici. Al vertice della gerarchia si trova il re, cioè il rappresentante della divinità sulla Terra. Altre relazioni umane dipendono dalla fedeltà: il cameratismo sul campo di battaglia, l'ospitalità dell'anfitrione nei confronti dell'ospite e la fedeltà coniugale tra marito e moglie. In quest'opera qualsiasi relazione umana è corrotta o depravata. L'assoggettamento di Macbeth da parte della moglie, il regicidio e la distruzione dei legami familiari e camerateschi, sono tutte azioni volte a sovvertimento dell'ordine naturale. Lavisione medievale del mondo prevedeva un rapporto diretto tra l'ordine naturale, il cosiddetto microcosmo, e l'ordine universale, il cosiddetto macrocosmo. Quindi, quando Lennox e l'anziano parlano dello sconvolgimento terrificante che sta investendo il mondo - tempeste, terremoti, eclissi e così via - viene subito in mente il sovvertimento dell'ordine naturale che Macbeth ha provocato nel suo microcosmo.LA FORZA DISTRUTTRICE DI UN'AMBIZIONE SFRENATA.
Il tema centrale del Macbeth - la distruzione totale quando l'ambizione non viene tenuta a freno da limiti morali - trova la sua più grande espressione nei due protagonisti dell'opera. Macbeth è un coraggioso generale scozzese che per natura non è incline a commettere azioni malvage ma desidera ardentemente il potere e la fama. Uccide Duncan contravvenendo ai suoi principi morali e in seguito si lacera tra i sensi di colpa e la paranoia. Verso la fine della
trono e al potere portano Macbeth e Lady Macbeth a compiere azioni immorali e a perdere la loro sanità mentale. La tragedia di Macbeth è un esempio di come l'ambizione e la sete di potere possono corrompere anche le persone più nobili.trono sembrano non finire mai – Banquo, Fleance, Macduff – ed è sempre forte la tentazione di ricorrere alla violenza per sbarazzarsi dei nemici. Macbeth è la rappresentazione della sete di potere, di un’avidità irrefrenabile che una volta scatenata non si ferma davanti a nessun ostacolo perché il fine ultimo oltrepassa qualunque cosa possa essere raggiunta. La realtà perde di significato se paragonata ai desideri più inconfessabili di una mente in preda al delirio. Ecco che lo spettatore assiste ad un vero e proprio distacco dalla realtà.
Nel corso della Storia molti uomini hanno vagheggiato repubbliche ideali e principati illuminati che non si sono mai realizzati. Ma la discrepanza tra come si dovrebbe vivere e come si vive è tale che colui che trascura ciò che succede e bada solo a ciò che si dovrebbe fare si incammina sul sentiero dell’autodistruzione. Il filosofo Niccolò Machiavelli (1469-1527),
affermò che la cupidigia conduce alla rovina, un concetto fondamentale in quest'opera shakespeariana. Il dramma si apre con tre streghe che rendono omaggio a Macbeth con tre appellativi di prestigio: signore di Glamis (lo è già), signore di Cawdor (lo diventerà a breve) ed infine re di Scozia. Macbeth, uomo pervaso da un'ambizione smisurata, viene tentato da questi titoli e, aiutato dalla moglie, uccide ad uno ad uno i suoi rivali al trono. Di conseguenza la ricerca del potere a tutti i costi determina il suo destino. Lo psicologo Erich Fromm (1900-1980), affermò che la cupidigia è un pozzo senza fondo che tormenta l'essere umano e lo induce a spendere tutte le proprie energie per soddisfare un desiderio che però, una volta soddisfatto, non dà alcuna gratificazione. Shakespeare fa capire al pubblico che colui che, accecato dalla sete di potere, danneggia gli altri (perché rappresentano un intralcio insopportabile)propri sogni.