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COLLOCAZIONE ENTOMOFAGI NEI LIVELLI TROFICI

La conservazione (stabilità) degli ecosistemi è affidata a una serie di automatismi operanti all'interno dei singoli livelli trofici ("competizioni" intra e interspecifiche), ma ancor più fra i diversi livelli trofici. Infatti, all'interno di ciascun livello trofico si realizza un certo (insufficiente) controllo demografico naturale delle specie biotiche presenti in seguito a interazioni di vario genere (allelopatie e/o territorialità in senso lato), mentre ogni livello trofico fa da regolatore demografico, necessario e diretto, del livello sottostante (per es. i fitofagi nei confronti delle piante) e indiretto (col variare della propria biomassa e dunque delladisponibilità di alimento) di quello superiore (nell'esempio precedente, i medesimi fitofagi verso i loro carnivori).

Così, per esempio, in un ecosistema inizialmente in equilibrio biologico, l'aumento accidentale

della biomassavegetale (primo livello trofico) provoca una crescita delle popolazioni dei fitofagi (secondo livello) e, conseguentemente, un aumento dei carnivori (terzo livello trofico)1 livello. I diversi individui di un habitat che interagiscono con determinate piante, interagiscono anche tra di loro.2 livello. Gli erbivori sono attirati dalla pianta per il loro odore (sostanze volatili che emettono le piante). In natura le piante sono molto vicine e quindi l'insetto erbivoro può capitare sulla pianta sbagliata e deve spostarsi. Questo spesso risulta difficile.3 livello. I predatori devono cercare le piante dove si trovano i fitofagi, hanno una parte di sistema olfattivo che gli dice dove stanno le piante e un altro che gli dice dove si trova il fitofago. HOST SELECTION PROCESS: selezione pianta. HOST RECOGNITION: individuazione ospite (captano le feci). HOST ACCEPTANCE. Il parassitoide riesce a percepire in quale pianta è presente il fitofago, è la pianta

stessa che manda segnalispecifici quando viene mangiata (se viene danneggiata da una grandinata il segnale sarà diverso, questa diversità è dovuta ad esempio alla saliva del fitofago). Questo segnale viene emesso anche dalla piante vicine non attaccate.Gli insetti non devono codificare il segnale, esso c'è o non c'è. L'unica difficoltà sarebbe la presenza di altre piante che con il loro odore disorientano l'insetto.

[Afidi: essi hanno 10-11 generazioni in un anno, espellono dei composti zuccherini appiccicosi, inscatolamento delle generazioni. Essi sono protetti dalle formiche perché essi producono melata che interessa alle formiche. Gli imenotteri parassitoidi non vengono percepiti come nemici dalle formiche.]

METODOLOGIE DI APPLICAZIONE DEGLI ENTOMOFAGI

  1. Metodo della conservazione e potenziamento degli entomofagi
  2. Metodo della lotta biologica classica

Metodo inoculativo stagionale

Metodo inondativo

METODO DELLA CONSERVAZIONE E POTENZIAMENTO DEGLI ENOTOMOFAGI

  • Uso limitato e selettivo del mezzo chimico: devo ridurre al minimo il mezzo chimico e usarlo in maniera strategica (far diventare il mezzo chimico selettivo nel tempo: se faccio trattamento quando gli afidi sono tantissimi colpisco anche predatori e parassitoidi, se lo faccio prima colpisco di più gli afidi).
  • Quando parliamo di mezzi chimici si parla anche di agricoltura biologica perché anche qui possiamo usarli (solo quelli consentiti).

Mantenimento di zone rifugio adiacenti alla coltura che servono per avere ospiti alternativi, per le fonti di alimentazione (polline, melata), per lo svernamento degli entomofagi. In un vigneto o oliveto si fa inerbimento poi si fa lo sfalcio: spesso lo sfalcio si fa alternato in modo che i predatori parassitoidi possano passare dal tratto sfalciato al tratto vicino non sfalciato. Questo vale anche nei grandi appezzamenti.

dierba medica. →- All’interno della coltura copertura vegetale e consociazioni

METODO DELLA LOTTA BIOLOGICA CLASSICA

  • Liberazione numero limitato di individui
  • Effetto a lungo termine
  • Programmato
  • Fortuito

Questo metodo si applica su un fitofago esotico proveniente da un’altra area.

Nel paese di origine è tutto in equilibrio. Il fitofago esotico in un’altra area non trova nemici naturali equindi aumenta di numero in pochissimo tempo. A questo punto bisogna andare nel paese di origine eimmettere nella nostra zona i nemici naturali (entomofago) stando attenti a non portare gliiperparassitoidi.

Esempi: Rodolia cardinalis (predatore) vs Icerya purchasi (fitofago)

METODO INOCULATIVO STAGIONALE

  • L’entomofago non supera, se non in numero limitato, determinate avversità stagionali
  • Subiscono rarefazione per mancanza di ospiti o di prede: devo fare inoculo ogni anno perché altrimentinon hanno cibo
  • Vengono decimati da interventi fitoiatrici

Entomofagi prodotti massivamente e liberati in colture annuali (6-12)- Effetto progenie: io inserisco un inoculo, un numero piccolo di insetti e punto sul fatto che si riprodurranno tra di loro.

Il metodo consiste nella liberazione periodica di esemplari di una specie, autoctona o introdotta, già presente nell'agrosistema. Molte specie beneficiano di una periodica reintroduzione perché la popolazione deve essere sistematicamente ripristinata o perché il potenziale biologico è indebolito da specifiche condizioni ambientali sfavorevoli.

Nelle serre devo fare campionamenti prima che arrivi l'insetto e monitoraggi. Con le trappole solitamente catturo adulti mentre i danni li fanno le forme giovanili, con esse capisci se il fitofago è arrivato poi si passa a fare monitoraggio. L'inoculo del parassitoide non si mette in un punto qualsiasi della serra ma lo deve mettere dove si trova il fitofago. Si parte da 2-3 punti e poi si ha l'effetto.

progenie. Gli anglosassoni elaborarono una strategia, prima di distribuire l'entomofago metto il fitofago→ se appena faccio la coltura metto subito il fitofago in piccole quantità, io evito tutta la fase del campionamento. Poi metto l'entomofago e quindi essi crescono insieme. Anche quando arriverà il fitofago da fuori, troverà gli entomofagi già presenti. Oppure introdurre afidi che non attaccano la coltura e i parassitoidi. La popolazione di parassitoidi aumenta e quindi quando arriveranno gli afidi che attaccano la coltura troveranno nemici già formati. Il metodo inoculativo stagionale però può essere fatto anche IN PIENO CAMPO: su un campo di meloni quando parte l'infestazione di afidi essa parte in determinati punti. In questo caso il campionamento è oneroso perché deve essere fatto su tutto il campo comunque. Gli entomofagi ovviamente devono essere inseriti solo nei punti specifici. L'inoculativo

Va fatto all'inizio perché devo giocare sull'effetto progenie, mentre se l'infestazione è già partita non posso più sfruttarla.

METODO INONDATIVO

  • Entomofagi allevati massivamente distribuiti in grandi quantità
  • Effetto immediato tipo "Lotta Biologica artificiale", "Biotic insecticide"
  • Effetto progenie scarso o in alcuni casi indesiderato

Consiste nell'adozione di una strategia che permette un grosso numero di insetti entomofagi. Si fa soprattutto in SERRA ma anche IN PIENO CAMPO. Voglio abbassare subito il livello di popolazione. Gli adulti vengono distribuiti in capsule con dei forellini. La capsula serve a proteggerli durante la distribuzione senza causare la morte.

L'effetto progenie è scarso e quindi giochiamo sull'effetto immediato. Questo tipo di interventi (inoculativo e inondativo) richiede che ci sia sul mercato qualcuno che è capace di fornire grandi quantitativi di.

Insetti. Devono avere informazioni sulle colture che si fanno in determinate aree in modo che possono attivarsi per avere entomofagi specifici per i parassiti di quelle colture e attuare i trattamenti un anno prima.

Che cosa è necessario per produrre un entomofago?

  • Serra con le piante
  • Celle climatizzate dove allevare fitofago
  • Celle climatizzate dove allevare l'entomofago del fitofago

Devo capire se ho anche degli ospiti alternativi di quel fitofago che magari hanno bisogno di spazi più piccoli. Nel caso del mais, il fitofago alternativo posso allevarlo nella farina. Bisogna trovare sistemi che riducono i costi, se ho delle farine non mi serve la serra.

Se ho un parassitoide oofago (che depone nell'uovo dell'ospite), posso ricostruire in vitro un uovo? SI. Io anziché avere grandi stabilimenti ho bisogno di un laboratorio più piccolo per costruire l'uovo artificiale.

L'ostacolo fu capire cosa mettere dentro l'uovo

  1. artificiale.MEZZI MICROBIOLIGICI

Entomopatogeni: virus, rickettsie, batteri, funghi, protozoi, nematodi.

Quando parliamo di entomopatogeni parliamo di organismi che colpiscono selettivamente gli insetti. Li troviamo in natura, li selezioniamo, li riproduciamo e poi li vendiamo.

SERRATIA ENTOMOPHILA: usata soprattutto per insetti che vivono nel terreno.

Piu diffusi sono i Bacillaceae. POPILLIAE: contro coleotteri scarabeidi. SPHAERICUS: più selettivo e attacca i ditteri. Batterio che, in condizioni di scarsa nutrizione e di un ambiente sfavorevole, è in grado di produrre spore, cioè una particolare cellula caratterizzata da un rivestimento. Si forma la spora e un cristallo proteico (causa la morte dell'insetto) a partire dallo sporangio. A questo punto lo sporangio si rompe lasciando liberi i contenuti. Tutto questo avviene nel substrato nutritivo ovvero l'insetto stesso. L'insetto poi muore perché insieme all'alimento ingerisce anche la.

sostanza. →Passiva: è l'insetto stesso che lo ingerisce apparato boccale masticatore coleotteri adulti e larve, larve lepidotteri, ditteri nematoceri come le zanzare. Il cristallo dentro all'insetto si deve scindere e formare tossine, questo succede solo dentro il copro dell'insetto e ci devono essere condizioni particolari→ insetto arriva alla pianta, ingerisce pianta con cristalli, cristallo viene digerito nel tratto INTERMEDIO/intestino con produzione di enzimi e assorbimento delle sostanze, i cristalli sono solubilizzati, la tossina viene liberata quando il ph è acido sopra 7. Ci sono diversi ceppi di Bacillus turingensis: alcuni attaccano coleotteri, lepidotteri o gli imenotteri. Il T. ha diversi ceppi, ne ha 3 quindi quando la prima cosa da sapere quando si usa il T. È A COSA MI SERVE? QUESTO PERCHÉ QUESTI DIVERSI GRUPPI DI INSETTI HANNO DIVERSO PH INTESTINALE. Come funziona una pianta OGM? Rispetto alla pianta originale ciaspettiamo resistenza ad un fitofago e quindi non attaccata. La tossina viene prodotta nel momento in cui il fi
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
78 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vuvi123 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lotta biologica integrata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Nunzio Isidoro.