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Logica Proposizionale
Paradosso di Russell: "Sia RL l'insieme di tutti gli insiemi che non contengono se stessi
se R∈R ⇒ R∉Rse R∉R ⇒ R∈R
Paradosso!
Sintassi Log. Proposizionale
Alfabeto:
- Lettere enunciative: al più numerabile A1,..Aj,...
- Connettivi: ¬, ∧, ∨, ⇒, ⇔;
- Simboli ausiliari: ), (;
Tra le stringhe su questo alf. (x es. A1⇒¬)A2∧∧∨A3) definiano le formule ben formate:
- Ogni lett. enunciativa è F.B.F.;
- Se ϕ, B sono F.B.F. allora: (ϕ⇒B), (ϕ∧B), (ϕ∨B) (ϕ⇔B), (ϕϕ)
- Nient'altro è una F.B.F.;
Esempio: ¬ (¬⇒A)∧B, ma lo è (¬(A∧B)⇒(A⇒(B∨A)))
Possiamo costruire l'albero di struttura della F.B.F.
TUTTE LE SOTTOFORME DI F SONO IN CORR. BIUNIVOCA CON I SOTTOALBERI DEL L'ALBERO SI STRUTTURE :
St.fm F : {A,B, (A∧B), ∼ (A∧B), (B∨A), (A⇒(B∨A)), F }
VI SONO TROPPE PARENTESI, SI INTRODUCE UNA PROPRIETA' SUGLI OPERATORI CONNETTIVI LOGICI.
ES:
3⋅2-5 = 11
3⋅2-5 = 21
CONVENZIONE CHE USIAMO
A⇒B⇒C = (A⇒B)⇒C
E CONNETTIVI UGUALI SI ASSOCIANO A SX
ESEMPIO
DI PRIMA
∼(A∧B) ⇔ A⇒ B∨A
VICEVERSA:
C⇒ A⇒B ⇔ ∼ A∧B∨C
((C ⇒ A)⇒B) ⇔ ((∼A) ∧B∨C)
(SEMANTICA) UNA INTERPRETAZIONE È UNA FUNZIONE:
υ: {F F.B.F} ------> {0,1}
CHE SODDISFA:
1) υ(F ) = 1 - υ(∼F );
2) υ(F ∧B) = min{υ(d ), υ(B)};
3) υ (d∨B) = max{υ(d ), υ(B)}
PIÙ COMODO LAVORARE CON LE TABB. DI VERITÀ
υ(d) | υ(d) | SU DISPERSE
0 | 1
1 | 0
Metodi formali/Sistemi deduttivi
Finalità: avere metodi automatici per verificare
Idea: Partendo dall'insieme Γ e da un insieme di assiomi Ax, con delle regole di riscrittura (di inferenza) cerchiamo di generare una sequenza di formule:
- Γ, Ax |- D0, Γ, Ax, D0 |- D1, ..., Γ, D0, D1, Dn, Γ, Ax |- Dn = cd
La cui ultima è cd, e scriveremo Γ, Ax |- cd. Si cercano sist. formali che siano:
- Corretti: Γ, Ax |- cd ⇒ Γ |- cd
- Completi: M |- cd ⇒ Γ, Ax |- cd
Teoria L (Sistemi Hilbertiano x Logica Proposizionale)
- Sintassi: F.B.F. che contengono ∼, ⇒
- Assiomi:
- Ax:
- A1: cd ⇒ (B ⇒ cd)
- A2: (cd ⇒ (B ⇒ E)) ⇒ ((cd ⇒ B) ⇒ (cd ⇒ E))
- A3: (vcd ⇒ B) ⇒ ((vcd ⇒ B) ⇒ cd)
Osservazione: Gli assiomi sono in realtà schemi di assiomi, poiché cd, B, E sono F.B.F generiche, non solo cett. elencate.
Esempio da A2
- cd = (C ⇒ D)
- B = (D ⇒ v A)
- (C ⇒ P) ⇒ ((D ⇒ v A) ⇒ (C ⇒ D))
Regola d'inferenza: Modus Ponens cd, cd ⇒ B ⇒ B
Definizione: Se da un insieme di formule Γ usando gli assiomi Ax e il M.P. ottengo una seq. D1, ..., Dm F.B.T. t.c.
- Γ, Ax |- D1, Γ, D1, Ax |- D2, ..., Γ, D0, ..., Dn, Ax |- Dn = cd
dove Di è ottenuta da due
Esempio
{ B⇒A, A∨B, ¬A } è insoddisfacibile?
Δ = { ¬B∨A, A∨B, ¬A }
Aⁿ = { ¬B, A }, Aⁿ = { B }, Aⁿ = {A }
Δⁿ = ¯R e quindi dal teorema di correttezza e completezza per refutazione Δ è insodd.
Algoritmo Generico Γ ⊨ α
1) Γ ⊨ α ⟺ ΔΓ ∪ { ¬α } è insoddisf. ⟺ ΔΓC ¯R
2) Ricavo le clausole Δα.
3) Ris (ΔαC) = Δα ∪ { R | R risolvente di due clausole ΔαC }
S := ΔC
while □ ∉ S do:
if S := Ris(S) exit “Δ non è insod.”
else S := Ris(S)
exit “Δ insoddisfacibile”
In pratica calcolo Δ = Ris(Δ), Ris(Ris(S)), ..., Risn(Δ)
... Se ∉ Rism(ΔC) per qualche m, allora esco “Δ è insodd.”
Altrimenti c'è un N RisN(ΔC) = Ris (Ris N(ΔC)) = RisN+1(ΔC)
Infatti, se Δα contiene n lettere, la clausola più grande che posso costruire contiene 2ⁿ lettere ⟹ N di possibili clausole ≤ 2L
Esempio
{ (¬A∨B)∧(¬B∨A) } ⊨ ¬C∨B∨A ?
Δ = Γ ∪ { ¬C∨B∨A } = { (¬A∨B)∧(¬B∨A), ¬C∨B∨A }
PROP). Se An è una lett. predicativa di arietà n e t2,...,tn sono termini
An(t2,t2,...,tn) è una form. atomica.
ESEMPI
A1, g3(x,y), f2(f3(x,y), g1(g3(x))) è atomica
f3(A2(x,y),t) non è una f. atomica! (almeno un termine!)
Se A2(f2(x,y),z) la interpretiamo come x+y su D=Z, A2(x,y) come
x\y allora x\y+z non ha senso
mentre A2(f2(x,y),z) si interpreta come x+y\z
A2(A3(x,y,z), f2(x,y)) non è una f. atomica
DEF
FORMULE BEN FORMATE (F.B.F.)
- Ogni f. atomica è una F.B.F;
- Se α è una F.B.F. allora (¬α), (∀x α), (∃x α) sono F.B.F;
- Se α, β sono F.B.F. allora (α∧β), (α∨β), (α→β), (α↔β) sono F.B.F.;
- Nient’altro è una F.B.F.
ESERCIZIO: In uno schermo 2x2 pixel, se un pixel è acceso, allora
almeno uno dei pixel contigui si accende, se un pixel ha due pixel
contigui accesi, allora si spegne, mostrare che non si può disegnare
la diagonale principale
Pi,j = {1 se (i,j) è acceso
0 altrimenti
x=i,1,2
j=1,2
I3(An) ⊆ Dx...xD n-volte
mi associa/interpreta una rel n-aria
Es. Sia L un linguaggio del Io ordine con cod={a1, b2, c} P={E(x,y), B(x,y)} f=̅ {f(x), +(x,y), P(x,y)} Con interpretazione D=ℕ
Ix a→1 b→2 c→3
I2: f(x) → x → x+1 +(x, y) → x+y → x+1 P(x, y)|1 → (x, y)|1 → x=y
I3: E(x,y)|1 → I2(E) = Iw
I3: B(x,y)|1 → I3(b) = e
Le formule:
- E (P(x,y) + (q,x)) si interpreta come x∙y = 1+x ;
- B(a,b) ∨ ∃y E (P(x,y), +(q,x)) => ∀x (P(x, +(q,x)|1), ︳) l2∧B(x,y)
si interpreta come "Se 1<2 oppure esiste y ∊ ℕ t.c. x∙y=1+x , allora per ogni x ∊ ℕ x∙(1+x) ≠ 2 ∧ x = x "
oss. la formula 1) non è né vera né falsa, ma può essere soddisf. da certi assegnamenti delle var. libere
x=5 x=1 y=2 y=3 y=1
1∙2 = 1+1 che è vera 3∙1 ≠ 1+3 che non è vera
la formula 2) è falsa perché 1<2 è vera ⇒ antec. vero, cons. quente falso perché ∀x non è vero ︳ x=x
Es.: se avessi avuto I3(B)=e = era falsa lo stesso perchè non è vero ∀x ∊ ℕ x∙(1+x)≰2 (basta x=1)
Quindi la verità di una formula dipende dagli assegnamenti alle var. libere
Dσ (assegnamento) dato un linguaggio L del primo ordine, e una interpretazione ⟨D, I⟩, un assegn. σ e una funzione