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Esercizio

Parte azzurra Devono star dentro l'insieme C, ma devono esser contemporaneamente, oltre a stare nell'insieme C, O di Genova O giocatori di pallanuoto. Se ha tutte e due le caratteristiche ancor meglio (intersezione di tutti e tregli insiemi)I giocatori di pallanuoto che dalla cui casa vedono il mare ma non sono di GenovaI giocatori di pallanuoto che non sono di Genova e che possono avere anche la vista sul mareIl concorso è per coloro che hanno la laurea in Scienze della Formazione Primaria O in Lettere Chi ha entrambi non è escluso.Solo gli abitanti di Genova che giocano a pallanuoto

  1. Solo gli abitanti di Genova che giocano a pallanuoto e che hanno la vista sul mare
  2. Italiani che vivono a Genova o italiani che non vivono a Genova o italiani giocatori di pallanuoto

Esercizio 1

  1. Ragazzi tra 15 e 25 anni che sono studenti e lavoratori
  2. Ragazzi tra 15 e 25 anni che sono lavoratori e giocatori di tennis
  3. Ragazzi tra 15 e 25 anni che giocano

tennis o sono lavoratori e studenti

Ragazzi tra 15 e 25 anni che sono lavoratori o studenti

Ragazzi tra 15 e 25 anni che non sono lavoratori o studenti o giocatori di tennis

Ragazzi tra 15 e 25 anni

Ragazzi tra 15 e 25 anni che sono lavoratori o studenti considero tutto S e tutto L

LEZIONE 15 – 24/11/2020!!! !!!

1 HESAME presumibilmente 11-01 ore 15 e 25-01 ore 15

Due domande sul testo ricerca-azione (max 10 righe)

Un esercizio di logica insiemistica scrivere calcolo e risultato (no disegno)

Una domanda sul saggio della Tombolato (max 10 righe)

decision making

Il ruolo della pratica della ricerca nello sviluppo della competenza di (processo decisionale) degli insegnanti.

È un saggio di rilevanza che ricapitola il modo di pensare e, nello stesso tempo, è concettualmente molto denso.

Il saggio vuole discutere cosa fa la pratica della ricerca e cosa può offrire allo sviluppo della professionalità docente, In riferimento sia alla

capacità decisione dell'insegnante sia alla loro capacità di recepire i risultati della ricerca pedagogico-didattica e utilizzarli implementandoli nel loro processo di insegnamento-apprendimento. Per molti studiosi la definizione di insegnamento viene corrisposta ad una scienza della progettazione, assimilabile a discipline come l'ingegneria, l'informatica o l'architettura, che condividono la stessa finalità di trasformare, migliorandolo, il mondo in cui viviamo. Richiamandoci alla distinzione tra scienze empiriche e scienze dell'artificiale, possiamo classificare l'insegnamento tra le scienze di secondo tipo, ossia tra le scienze dell'artificiale, in quanto gli insegnanti, a differenza dei ricercatori impegnati nell'ambito educativo, non mirano ad evidenziare le teorie e le spiegazioni basate sull'evidenza sperimentale (non sono principalmente interessati a trovare teorie da generalizzati), ma sonoprincipalmente interessati alla progettazione di percorsi di azione volti a cambiare, modificare lo stato di cose esistente nello stato di cose desiderato. Nella scuola gli insegnanti sono principalmente interessati a progettare percorsi di istruzione e di educazione volti a far crescere conoscenze, abilità e competenze. Questo richiede la capacità di prendere decisioni efficaci e ponderate in merito alla pianificazione, alla realizzazione e alla valutazione di attività formative selezionando, tra i dispositivi teorici e metodologici forniti dalla ricerca (ovvero dalla teoria), quelli più idonei al peculiare contesto scolastico in cui si trovano ad operare. La decisione investe molti aspetti dell'agire didattico quali: - La progettazione curricolare - La selezione dei saperi da insegnare - Le metodologie didattiche - Le strategie di gestione della classe - Le modalità della valutazione. Quando un insegnante organizza un progetto curricolare (il curricolo)

È la sequenza/ordine dei saperi rispetto ad un dato sapere) e per questo curricolo seleziona dei saperi.

Quando andiamo a fare la progettazione o la programmazione, dalle Indicazioni Nazionali selezioniamo i contenuti che ci sembrano più appropriati: non sempre si fa tutto il programma così come è indicato ma si selezionano alcuni saperi.

Di questi saperi, che sono il che cosa, poi andiamo a selezionare anche il come: il sapere e l’obiettivo di quel sapere può esser raggiunto attraverso diverse metodologie didattiche, che sono differenziate a seconda dei processi logici e degli abiti mentali che l’insegnante ha potuto osservare più facilitanti per i propri studenti.

Non bisogna dimenticare le strategie di gestione della classe. Quando fai lezione con i visi davanti riesci a captare e osservare dalle espressioni e dai modi da rapportarvi e soprattutto dal rapporto relazionale che si crea tra insegnanti e studenti, si gestisce meglio proprio.

Il sapere. Ne deriva come il guadagnare expertise nell'orientare i processi di insegnamento-apprendimento implichi tanto. L'expertise è l'esperto, ovvero colui che sa far apprendere, colui che stimola e aiuta l'apprendimento. L'expertise è anche esperienza, ma, richiamando Dewey, l'esperienza è di due tipi: quella che si fa e si accumula, che serve a poco, mentre l'expertise è fonte di riflessione ed è proprio l'esperienza riflettuta che ci fa guadagnare expertise nei nostri processi di insegnamento-apprendimento.

Cosa implica?

  • Il saper prendere decisioni avvedute in maniera immediata: a volte si risponde in maniera immediata a certi fatti e cose che succedono in classe
  • Quanto il saper ponderare e controllare le decisioni alla luce di evidenze empiriche, cioè dei dati che sono evidenti e che possiamo osservare
  • E di un'analisi delle credenze che in maniera esplicita o implicita indirizzano
l'economia nel 2002) sulla dualità del pensiero: il pensiero intuitivo e il pensiero razionale. Secondo Kahneman, il nostro cervello funziona in modo duale, con due sistemi di pensiero distinti. Il sistema 1 è rapido, automatico ed emotivo, mentre il sistema 2 è lento, deliberato e razionale. Nel contesto educativo, il "tatto pedagogico" corrisponde al sistema 1, che ci consente di agire in modo istintivo e immediato di fronte a situazioni impreviste. Questo tipo di intuizione esperta è fondamentale per gestire le sfide e le incertezze che si presentano nella pratica educativa. D'altra parte, la riflessività pedagogica corrisponde al sistema 2, che ci permette di pensare in modo deliberato e consapevole. Questo tipo di pensiero è importante per garantire la razionalità delle scelte e la scientificità delle conoscenze pedagogico-didattiche. La competenza decisionale in ambito educativo può essere meglio compresa considerando entrambi i sistemi di pensiero. Entrambi sono necessari e complementari, e il loro equilibrio è fondamentale per prendere decisioni efficaci e consapevoli nell'ambito dell'educazione. In conclusione, per essere competenti nel prendere decisioni educative, è necessario coltivare sia il "tatto pedagogico" che la riflessività pedagogica, integrando il pensiero intuitivo e il pensiero razionale.

L'economia nel 2002 ha integrato i dati della ricerca psicologica alla scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni di incertezza. Daniel Kahneman, scienziato israelo-americano e premio Nobel per l'economia nel 2012, traccia una differenza tra sistema 1 e sistema 2. Il sistema 1 è responsabile del pensiero veloce e intuitivo, opera rapidamente e in modo automatico, senza sforzo e senza senso di controllo volontario. Al contrario, il sistema 2 è consapevole, deliberativo, riflessivo, ma lento e faticoso da avviare, richiedendo un impegno cognitivo oneroso. È importante sottolineare che sistema 1 e sistema 2 non esistono realmente né nel cervello né altrove.

ma sono semplicemente una buona metafora che lo scienziato utilizza per descrivere la nostra vita mentale.

Secondo Kahnemn, “quando pensiamo a noi stessi, ci identifichiamo con il sistema 2, il sé conscio e raziocinante che ha delle convinzioni, opera delle scelte e decide cosa pensare e cosa fare”.

Tuttavia, spesso, a dominare è in genere il sistema 1, il quale produce continuamente impressioni, intuizioni, intenzioni e sensazioni che rappresentano “le fonti principali delle convinzioni esplicite e delle scelte deliberate del sistema 2”.

Dewey diceva che all’inizio ci possono essere o delle osservazioni o delle idee, o anche entrambi in interrelazione, che ci suggeriscono una suggestione (opera del pensiero veloce ed intuitivo). Invece, il processo di ricerca-azione è frutto del pensiero lento, analitico e riflessivo.

Nei termini delle neuroscienze sperimentali, il sistema 1 rappresenta una sorta di inconscio cognitivo, è il

“pilota automatico di cui ha dotato l’evoluzione per consentirci di gestire le sfide dell’ambiente decidendo il corso dell’azione più adatto alla nostra conservazione, in modo rapido e sulla scorta di poche informazioni selezionate” (Motterlini 2008) pilota che ci fa fare scelte in modo rapido sulla scorta di alcune informazioni poco selezionale, che ci arrivano e alle quali, istintivamente, quasi come fa il pilota automatico, noi rispondiamo.

A livello educativo la problematica più grande che ha la scuola è l’aver abituato, tramite Internet e le piattaforme online, ad utilizzare in maniera molto forte il sistema 1 (molto spesso si va in classe e si fanno domande anche su argomenti che gli allievi non possono aver già affrontato, ma loro, a domanda stimolo-risposta, vogliono da una risposta e lo fanno in maniera fuori da ogni logica perché non conoscono l’argomento e perché hanno l’impulso

Alla risposta automatica). Invece, il sistema 2 adotta i suggerimenti del sistema 1 senza quasi modificarli, il che, nella maggior parte dei casi, è positivo: le nostre intuizioni, esperte o euristiche, sono di fatto uno strumento altamente ecologico in quanto minimizzano il dispendio di energia cognitiva fornendo risposte immediate ed efficaci alle sollecitazioni provenienti dall'ambiente. È una sorta di "sesto senso" indispensabile per la sopravvivenza: è tuttavia soggetto a errori sistematici (percettivi o cognitivi) che tende a commettere in circostanze specifiche. Non è che tutte le volte, per poter fare qualcosa dobbiamo riflettere (pensiamo a quando siamo in macchina, al percorso che compiamo in casa per andare in bagno, alle azioni in successione che facciamo tutti i giorni, ad esempio, per andare in bagno, ecc.). Mi tolgo i pantaloni, faccio il bisogno, mi lavo. C'è un pilota automatico che ci fa fare moltissime delle

nostre azioni in maniera deliberata, senza pensarci. Questo è un fatto che, in certi momenti, ci è assolutamente utile in quanto se dovessi riflettere su tutte le decisioni

Dettagli
A.A. 2020-2021
134 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/01 Logica matematica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Logica matematica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Marani Giovanna.