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LO STATO DI NATURA

-Il 1 dei 2 trattati confuta le tesi teocratiche e assolutistiche

contenute nel saggio Il patriarca o La potenza naturale dei

re (1860) di Robert Filmer,in cui Filmer sosteneva che il

potere dei re deriva per diritto ereditario da Adamo,al quale

Dio conferì l’autorità su tutti i suoi discendenti e il dominio

del mondo

- Il 2 dei 2 invece contiene la pars costruens della dottrina

di Locke (cioè la teoria dello Stato liberale e l’affermazione

dell’esistenza di una legge di natura che coincide con la

ragione,ha come oggetto i rapporti tra gli esseri umani e la

reciprocità di tali rapporti)

-Nel 2 trattato Locke descrive lo stato di natura,che come

per Hobbes,e’ caratterizzato da una condizione di = di tutti

gli uomini.Ma mentre per Hobbes si tratta di

uguaglianza,per Locke di un’ uguaglianza di diritti

- Secondo Locke gli esseri umani nascono = in quanto tutti

dotati di ragione e con il diritto di disporre di sé stessi e dei

propri beni

-Nello stato di natura ogni uomo e’ quindi perfettamente

libero e non sottoposto ad alcun potere o al dominio di

altri:gode di un diritto naturale,cioè pre-politic, alla vita

(ossia alla sicurezza),alla libertà e alla proprietà.Essi sono i

diritti originari di ogni essere umano

-Pero’,lo stato di natura non coincide con una condizione di

sfrenata licenza;come quella di Hobbes,in cui ognuno può

vivere come gli piace;ma ognuno è regolato nel suo agire

dalla legge naturale.Questo secondo Locke e’ una “legge

della ragione”,che rivela a tutti gli uomini (in quanto=dotati

di ragione) alcuni limiti invalicabili

-Grazie alla “legge di natura” nello stato di natura regnano

la benevolenza e la socievolezza,che spingono l’uomo

verso il proprio simile

-Per Hobbes la proprietà non era un diritto naturale,la

distinzione tra mio e tuo era dettata solo dalla costituzione

dello Stato,infatti se tutti hanno diritto su tutto,nessuno

aveva legittimo possesso su nulla

-Per Locke,al contrario,l’istituto fondamentale dello stato di

natura e’ la proprieta’,i diritti naturali di ognuno sono

collegati al diritto di godere della proprietà

individuale,intesa come possesso della propria persona

(diritto alla vita) e tutela dei propri beni (diritto alla

proprietà)

-Per Locke la proprietà non ha bisogno dello Stato (così

come la vita sociale) ma è un diritto naturale che lo stato

non può violare ma deve tutelare e difendere

-Locke alla domanda su che cosa si fonda il diritto di

proprietà ? risponde che ognuno è padrone della propria

persona e di conseguenza del lavoro che essa

produce,qualcosa prodotta dall’uomo è come un

prolungamento del suo corpo

-Il diritto naturale di ogni essere umano e’ dunque limitato

alla propria persona:alla propria propria vita,alla propria

vita,alla propria libertà e alla proprietà (prodotto del proprio

lavoro)

-Questi diritto implica quindi di applicare la “giustizia

naturale” di fronte una violazione della legge

naturale,ognuno può e deve reagire in modo proporzionato

alle offese,ma neanche questo diritto consente l’uso di una

forza assoluta o arbitraria,perché legittima solo le reazione

indicate come proporzionate alla trasgressioni

-Quindi per Locke,lo stato di natura non e’ per forza uno

stato di guerra ma una condizione di pacifica coesistenza

IL CONTRATTO E L’ORIGINE DELLO STATO

-Per Locke lo Stato nasce per difendere il diritto alla

proprietà,ovvero per consentire agli individui di godere in

sicurezza e in pace dei loro beni

-Abbiamo detto che lo stato di natura secondo Locke non

deve coincidere con quello di guerra

-Ma tuttavia,a causa della malvagità e dell’ignoranza di

alcuni individui,lo stato di natura si presenta fragile e

precario e può degenerare in uno stato di guerra,ma ogni

violazione della legge naturale comporta una legittima

reazione in base al torto subito.Ma ciò può determinare una

catena di reazioni eccessive e la degenerazione in uno

stato di guerra:cioè rende necessaria la società civile

-Lo Stato e’ quel potere superiore in grado di risolvere le

controversie e di riparare le offese,una volta istituito lo

stato la guerra diventa inutile perché sono tutti uguali

davanti alla legge

-Anche se ci sono delle differenze,Locke e Hobbes hanno in

comune il presupposto contrattualistico secondo cui la

società politica ha la propria origine in un patto tra individui

isolati e indipendenti.

-Attraverso il “libero consenso” dei singoli si passa dallo

stato di natura a quello civile

I LIMITI DEL POTERE STATALE E IL “DIRITTO DI

RESISTENZA”

-Stipulando il patto e costituendo un potere sovra-indivuale

gli individui non rinunciano a tutti i diritti naturali ma solo

quelli di difesa e punizione

-Il potere sovrano dello Stato e’ un limite invalicabile nel

fine in cui nasce,cioè nel dovere di tutelare e garantire I

diritti naturali e inalienabili di ogni individuo,difendendo ciò

che ogni persona ha di proprio ovvero la vita,la libertà e la

proprietà dei beni

-Locke alla base della sua politica pone l’ideale liberale

dello “Stato minimo” secondo cui la società civile deve

essere il più simile possibile allo stato naturale

-Locke ha una visione ottimistica,che implica la fiducia nella

natura umana e in un uno Stato liberale,lui rietine che il

contratto con cui gli uomini istituiscono il potere sovrano

sia bilaterale (cioè dai sudditi tra loro e tra loro ed il

sovrano)

-Quindi,il patto non consiste in un trasferimento

irreversibile di tutti i diritti,ma in un mandato fiduciario

mediante il quale i sudditi,o i cittadini affidano il potere a +

persone,ma ne rimangono i legittimi possessori

-La sovranità appartiene al popolo che liberamente

trasferisce il potere di promulgare le leggi “potere

legislativo” a chi governa (controlla l’esecuzione delle

leggi) e quello da Locke chiamato “potere federativo” (che

si occupa della relazioni internazionali)

-Per Locke,chi esercita il potere legislativo (il + importante

per Locke) deve:

1. Governare secondo le leggi e non secondo l’arbitrio

2. Legiferare nell’interesse del popolo

3. Non giocare o limitare il diritto alla proprietà

4. Non trasferire il potere in mani diverse da quelle che il

popolo ha scelto

-Anche dopo la costituzione della società politica,il popolo

conserva il diritto di difendersi contro gli stessi legislatori

-Nel caso in cui chi esercita il potere tradisca il proprio

mandato,violando la libertà e la proprietà dei cittadini,il

popolo deve revocare la delega al potere costituito.In ciò

consiste il “diritto di resistenza” riconosciuto da Locke al

popolo,cioè nel diritto di riprendersi la sua libertà originaria

-Per Locke esiste una “legge di natura” che assegna agli

individui alcuni diritti fondamentali,che è scritta nella

ragione di ogni essere umano,in base a questa legge uno

Stato può essere considerato “ingiusto”,nel momento in cui

non la difenda ma la violi

LA CONCEZIONE DELLA LIBERTÀ

-Nonostante Locke guardi allo Stato con ottimistica

fiducia,deve ammettere che esso è nel medesimo tempo

strumento di tutela dell’individuo e minaccia alle sue

libertà,perché da un lato protegge i diritti naturali ma

dall’altro con la forza può abusare del proprio potere e

diventare violento,iniquo ed arbitrario andando contro il

benessere e la libertà dei cittadini

-Quindi per Locke la libertà ha un doppio profilo:da una

parte è libertà nello Stato che con la forza della legge

impedisce il crimine e il reato,dall’altra parte e’ libertà

dallo Stato (essenza del liberalismo),nel senso che prevede

precisi limiti all’azione del potere che non può invadere la

sfera privata di una persona

- La costituzione di un potere civile non può togliere agli

esseri umani i diritti di cui godevano nello stato di natura

(no quello di farsi giustizia da sé),ma deve garantirli ai

cittadini in modo pacifico

-Quindi,se nello stato di natura ’individuo e’ libero nel

senso che obbedisce solo alla legge di natura (alla propria

ragione),nello stato civile rimane libero ovvero liberamente

sottomesso ad un potere che esige il suo consenso

-Senza legge non c’è libertà (non ci sarebbe un limite con

la sfera privata e si dovrebbe obbedire al più forte) e la

legge e’ l’espressione della volontà

LA DIFESA DELLA TOLLERANZA

-Nella Lettera sulla tolleranza proclama la separazione tra

Stato e Chiesa, la distinzione tra reato e peccato e il diritto

al pluralismo religioso

-Mette a confronto le due autorità fondando il concetto di

tolleranza sulla separazione tra l'ambito politico-giuridico e

quello religioso

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

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