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Estratto del documento

Tali idee formate dall’intelletto, ovvero le idee complesse, si dividono

in:

- Idee di modo = le quali sono considerate affezioni della

sostanza;

- Idee di relazione = le quali nascono dal confronto delle idee

tra loro;

- Idee di sostanza = si riferisce ad una realtà sussistente. Ciò

che chiamiamo sostanza è quel qualcosa a cui le varie proprietà

delle cose fanno riferimento. L’essenza reale della cosa ci resta

sconosciuta.

Un’ulteriore distinzione sostenuta da Locke, che riguardano le idee, è

data dal potere che hanno le cose di produrre in noi delle idee,

ovvero dal termine qualità, e lo divide in:

- Qualità primarie, che riguardano le qualità primarie e reali dei

corpi e sono oggettive;

- Qualità secondarie, ovvero i poteri di varie combinazioni di

quelle primarie e sono soggettive.

Da empirista Locke critica il concetto di sostanza, poiché è un

concetto puramente metafisico. Egli però ritornerà sul concetto di

sostanza che identificherà con il substratum

[=soggetto+sostanza], il fondamento delle qualità di un oggetto.

Distinguendo quindi 2 tipi di sostanze:

- Una sostanza reale, che corrisponde alla sostanza aristotelica,

ma per Locke la sostanza reale è inconoscibile, è solo un’ipotesa

necessaria poiché l’idea complessa ha bisogno di qualcosa che

tenga insieme;

- Una sostanza nominale, cioè che ha a che fare con il nome. I

nomi sono segno di ciò che è presente nell’anima, ovvero ciò

che è segno nelle cose. I nomi non dicono la realtà e i nomi

delle sostanze non sono per natura, ovvero non corrispondono

alla natura, ma sono per convenzione, sono segni arbitrari. I

nomi hanno significati che dipendono dalle nostre esperienze,

quindi sono soggettivi. 2

Aristotele dice = non tutti i nomi sono nomi che definiscono.

In altre parole, la sostanza è per Locke un’idea complessa prodotta

dalla nostra mente. La mente unisce più idee semplici formando

un’unica idea complessa. Locke tende a definirla ipotetico

sostrato. Egli intende la sostanza come il fondamento o il substrato

dei fenomeni.

Per Aristotele la sostanza individuale è il dato di cui ci chiediamo

“che cos’è?”, “ricavato”,

invece per Locke la sostanza è il perché è

un’idea complessa – insieme di proprietà.

Le sostanze con determinate qualità e proprietà, in realtà, sono date

dalla composizione.

Locke è uno dei primi che parla, nel suo terzo libro “Saggio

sull’intelletto umano” [diviso in 4 parti], del linguaggio e in

particolare delle parole. “organo”

Il linguaggio è considerato di conoscenza. L’uomo ha

organi che sono in grado di formare suoni articolati, ovvero le parole

che sono segni che vengono fissati come contrassegni delle idee.

Locke mette l’accento sulla possibilità che hanno le parole di stare al

stand for

posto ( ) delle idee. Quindi vorrà dire che vi è un rapporto

naturale tra parole e idee, le parole vengono a suscitare certe idee in

noi.

Per Aristotele le parole sono importanti perché definiscono. Il

“dirsi di” si dice nel linguaggio. C’è una corrispondenza tra

linguaggio e realtà. trasferimento/traduzione”,

Il linguaggio ha la caratteristica del “

traduzione operata dai parlanti.

Inoltre, in tale Saggio, Locke discute le idee astratte generali.

Ogni cosa che esiste nel mondo è un particolare oggetto, una

particolare idea.

Lo spirito fa sì che le idee particolari ricevute dai particolari oggetti

diventino generali. Quindi, mediante l’astrazione, le idee tratte da

esseri particolari diventano generali rappresentanti di tutti gli oggetti

della stessa specie, e i loro nomi diventano generali. Le idee

particolari quindi, per diventare generali devono essere:

- “De-contestualizzate”, ovvero separate dal tempo e dal luogo in

cui le abbiamo apprese

- Rese molto dettagliate, private cioè di alcune parti presenti

nelle idee originarie. 3

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 176845 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof D'Atri Annabella.