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LE IDEE GENERALI: ASTRAZIONE E LINGUAGGIO
- L’attività dello spirito si manifesta anche nella capacità di astrazione:
separazione delle idee semplici.
- Idee generali: separazione delle idee dalle circostanze di luogo e luogo e da ogni
altra idea che le determini a questa o quella esistenza particolare. Rappresentano
più individui.
- Le idee così formate contribuiscono a formare i termini del linguaggio: segni
convenzionali.
- Esistono solo cose particolari ma noi parliamo solo tramite termini generali.
- La pretesa immutabilità delle essenze non è che la permanenza di un’idea
generale nello spirito.
Il linguaggio è lo strumento per utilizzare il ragionamento.
IDEE E CONOSCENZA
= Conoscere è constatare l’accordo o il disaccordo di più idee tra loro, esprimendo
questo accordo in un giudizio. L’esperienza fornisce il materiale della conoscenza ma
non è la conoscenza stessa
È di due specie diverse:
-conoscenza intuitiva in cui l’accordo o il disaccordo tra due idee è
immediatamente evidente, cioè senza l’intervento di altre idee. È la più chiara e
certa. Es bianco/nero (non c’è bisogno del ragionamento
-conoscenza dimostrativa in cui l’accordo o il disaccordo tra due idee è reso evidente
mediante l’uso di idee intermedie, chiamate “prove”. (l’errore risiede nel passaggio
tra le idee intermedie)
IDEE E REALTÀ
• La conoscenza è reale solo sec’è conformità tra idee e cose fuori di noi. Come si
garantisce?
• Le idee semplici sono il prodotto dell’influenza delle cose sui nostri sensi;
• Le idee complesse, tranne quelle di sostanza, sono costruzioni dello spirito, non
valgono come immagini delle cose;
• Le idee di sostanza per esser vere devono corrispondere al loro modello esterno.
Ma che cosa garantisce della corrispondenza?
IDEE E REALTÀ: La conoscenza certa
Nella conoscenza certa l’accordo è percepito. Problema va istinto in 3: Io, Dio, Cose
1) Esistenza dell’Io attraverso l’esperienza della sua auto percezione
secondo il modello cartesiano;
2) Esistenza di Dio attraverso la Dimostrazione, secondo il modello del risalire le
cause: nulla dal nulla; poiché se c’è qualcosa, dev’esserci qualcosa che l’ha
causata= essere eterno= Dio.
3) Esistenza delle cose attraverso la percezione in atto, ovvero la sensazione
attuale: non la sensazione, ma l’attualità della sensazione certifica della
realtà del suo oggetto: un certo grado di fiducia nelle nostre facoltà è
indispensabile visto che conosciamo anch’esse solo adoperandole.
IDEE E REALTÀ: La conoscenza probabile (=è quella nella quale si
afferma la verità o la falsità di una proposizione per la conformità con l’esperienza
passata o con la testimonianza altrui)
- Accanto alla conoscenza certa sta quella dotata di un minor grado di certezza: la
conoscenza probabile, frutto della nostra facoltà di giudizio.
- Qui l’accordo non è percepito, ma presunto e manifestato mediante prove la cui
connessione non è immutabile, ma appare sufficiente ad accogliere lo spirito a
accettarle.
- Conoscenza dimostrativa e giudizio probabile costituiscono l’attività della
ragione: la conoscenza intuitiva cade al di fuori della ragione.
- La ragione è limitata dalla mancanza di materiale empirico e dalla mancanza di
prove. Eppure è la sola guida di cui siamo forniti per la nostra vita.
Conoscenza certa+ conoscenza probabile= La ragione
Dalla ragione si distingue la fede (perché fondata sulla rivelazione), nonostante
questo la ragione è un criterio di attendibilità della fede perché dà valore alle
rivelazioni e la fede guida la ragione.
LIMITATEZZA DELLA RAGIONE: fonti di errore
L’errore è intrinseco al funzionamento della ragione stessa. Non dipende da un
intervento della volontà (Cartesio), ma è dovuto a:
1. mancanza di prove;
2. mancanza della capacità di usare le prove;
3. mancanza della volontà di vedere le prove;
4. errata misura della probabilità per: (a) l’assunzione di principi dubbi o falsi, (b)
idee istillate fin dall’ infanzia, (c) passioni dominanti, (d) autorità.
Testo
Sezione prima:
A) Cosa si intende per idee innate e critica
1. Ribadisce l’opinione di Cartesio per introdurre il suo testo. È una delle posizioni
comuni intorno alle questioni delle idee e alla presenza di esse nella mente.
(l’analisi degli oggetti dell’intelletto, essa parte riflettendo la teoria che nella
mente esistono le idee innate)
2. Dichiara la sua tesi: si possono conseguire conoscenze certe anche senza fare
riferimento alle idee innate perché tutte le conoscenze sono acquisite tramite
l’esercizio delle facoltà naturali. (prima dell’uso non ci sono conoscenze)
B) Esistenza o meno di un consenso universale della tesi che ha appena esposto:
1. fa riferimento alla conoscenza comune (ciò che è ordinariamente noto),
speculativi: di teoria della conoscenza, pratici: teoria dell’azione quindi morali.
2. Prima ipotesi: il fatto che esista consenso intorno a verità fondamentali non è di
per sé una garanzia che queste siano presenti nella mente di ciascuno prima
ancora che si eserciti e esca da sé. Questa cosa può essere confutata nel
momento in cui si può trovare un altro modo per dimostrare l’esistenza del
consenso universale.
C) Principi speculativi innati
D) Origine empirica di essi:
1. Se ciò che si ritiene innato è la capacità della mente di raggiungere la verità, la
quale si mostra tanto nella capacità di raggiungere idee considerate innate
quanto nel raggiungere idee non considerate innate, richiamare quindi
l’innatismo solo sulla facoltà della mente e non sui suoi contenuti svuota la
mente dei contenuti innati quindi non fa più distinguere tra idee innate
(conosciute nel tempo, presenti nel soggetto) e quelle non innate (conosciute
nel tempo, arrivate da fuori).
E)
F) Continuazione dell’argomento precedente
1. …” Gli uomini danno il loro assenso ad essi (principi speculativi detti innati)
quando giungono all’uso della ragione (come se ci fosse bisogno di giungere
all’uso della ragione per poter mostrare a sé stessi l’esistenza dei principi
innati)”
Inizialmente Locke dice che poteva dimostrare attraverso un'altra strada che
l’innatismo non è valido, nel momento in cui propone una teoria alternativa
che possa dimostrare la concordanza di tutti intorno ai principi speculativi in
cui è presente il principio di identità e di non contraddizione. I quali non sono
conosciuti da tutti, infatti gli innatisti sostenevano che non erano conosciuti
sin dall’inizio perché bisogna arrivare ad un certo livello di sviluppo della
ragione perché si manifestino, quando si arriva a quel livello allora la ragione
è capace di trovarli come principi innati, la via alternativa che propone
Locke: sviluppo della ragione che giunge a rendersi conto di queste verità
avendo esercitato la propria capacità a partire da altre idee più semplici e
gradualmente questo sviluppo della ragione porta a evidenziare queste leggi
(non presenti eternamente presenti in sé stessa e che vengono in quel
momento riconosciute) che vengono apprese nel tempo insieme
all’apprendimento del linguaggio e alla capacità di articolare la propria
facoltà conoscitiva. (lo riprende dalla Grecia antica non esiste ragione senza
linguaggio). Tutti gli esseri umani, per Locke, possono arrivare ad
impadronirsi. Ma quando tutti se ne impadroniscono allo stesso modo non
dimostra la presenza da sempre nella facoltà, è acquisito.
I bambini utilizzano la ragione prima in maniera immatura e quando impara
a riconoscere l’uguaglianza di 3+4=7 perché ha imparato a contare e non
perché riconosce la legge d’identità all’interno della sua anima.
G) Le presunte idee innate appaiono più tardi delle altre
1. Questi aspetti più astratti e più legati alla purezza del pensiero (=attività
fondamentale dell’anima in cui dovrebbe trovare queste idee in maniera più
chiara) dovrebbero essere più presenti a chi ha fatto meno esperienze, meno
istruzione e meno influssi dal di fuori. Perché sé è vero che per definizione è
ciò che si trova al nostro interno dovrebbe spiccare di più quanto meno noi
abbiamo fatto esperienze e quanto più puro è l’animo di un soggetto. Si
scopre che al contrario ciò che è presente in queste persone che non hanno
idee innate (bambini, idioti, gli ignoranti) sono i dati dei sensi. La forza,
conoscenze e sensazioni che hanno sempre ripetuto
Sezione seconda L’ORIGINE E GLI ELEMENTI DELLA CONOSCENZA
(una volta che abbiamo messo da parte definitivamente l’ipotesi che questa origine sia
la loro presenza all’ interno dell’anima da sempre)
A) 1. L’oggetto della conoscenza: corrispondenza tra idee e parole (es bianchezza,
durezza) sono scelte che rispecchiano tipologie di predicati molto diversi es di
qualità, modo di essere.
La prima cosa da indagare è capire come l’uomo ne viene in possesso una volta
che si esclude la presenza di alcuni di essi è stata trovata già all’interno. C’è un
doppio livello: quando si entra nella strada dell’empirismo esso si espande su
tutti i piani, la dimostrazione che la nostra conoscenza è di origine empirica è
fatta appellandosi all’esperienza di ciascuno.
(l’empiria perché è così importante per Locke? Cartesio non ha pubblicato le sue
opere di fisica perché aveva avuto la notizia che Galilei per opinioni simili o
perché trattava cose che andavano contro la dogmatica della tradizione
ecclesiale del momento era stato spinto a rinnegare le sue opinioni. c’è un
momento del processo importante: presa in considerazione delle ipotesi delle
idee di Galilei con il cardinale responsabile dell’inquisizione. Egli dice al
cardinale, quando quest’ultimo gli chiede le ragioni del fatto che lui parli di
macchie solari (=impurità sulla superficie del sole che essendo nella tradizione
Aristotelica un corpo nel cielo al di sopra della luna non poteva avere
imperfezioni, le quali stanno sulla Terra e non in prossimità di Dio, vederle
significava mettere in crisi l’immagine del cosmo. Galilei, nato